Atto terzo

 

Scena settima

Varrone in abito da gala, e Pericca.

Pericca, Varrone

 

PERICCA

Oh, che cosa graziosa!  

Oh che vista gustosa!

Non posso più dal ridere.

Viva, viva Varrone

ch'è maestro di ballo di Scipione.

VARRONE

Ma io...

PERICCA

Eh! taci matto,

non ne sai niente affatto.

VARRONE

In quella stanza, dove noi ballammo,

v'era tanta la gente,

che di pulito non potei far niente.

PERICCA

Dunque or qui, che non è luogo stretto,

vedrò se sai ballare.

VARRONE

(Più non mi so scusare.)

PERICCA

Ed assieme balliamo un minuetto.

VARRONE

(si pone a man dritta)

Come vuoi; (son confuso).

PERICCA

Oh! questo sì è un bell'uso!

Tu a man dritta vuoi star? Passa di qua.

VARRONE

Hai ragione, hai ragione: è verità.

 
(ballano un minuetto e Varrone mai si troverà a tempo nelle figure)
 

PERICCA

Oh sciocco, oh sciagurato!

chi è quel, che t'ha insegnato?

VARRONE

Che? bene io non ballai?

PERICCA

Eh vanne via, che affatto non sai.

 

Che bel movimento  

di braccia, che hai!

Osservami attento:

si muovon così.

Un passo col tempo

tu muover non sai:

apprendi a pigliare

il moto da qui.

 
(Pericca contraffarà li movimenti delle braccia di Varrone, e ballando farà li movimenti giusti, ed alla replica volendoli Varrone imitare farà lo stesso, e Pericca parte)

Pericca ->

 

VARRONE

Va bene? e dove sei?  

Col così, e così

Pericca si partì.

Oh povero Varrone,

pieno di confusione!

Sian maledetti il ballo,

la scherma, e poesia,

che andar fecero in fallo

ogni fortuna mia.

 

Non serve la testa  

ch'è dura qual sasso!

Le gambe, le braccia

non servono più.

Il braccio si ferma:

il piede fa fallo:

la testa è restia:

Varrone è un cùcù.

 
Nel voler entrare furioso si ferma guardando, e viene fuori Pericca con altra veste, e con il viso coperto con manto alla spagnola, la quale gli passa davanti.

<- Pericca

 

VARRONE

Oh? chi sarà mai questa?  

Molto buona è la mina,

e assai lesta cammina.

Io voglio pormi un poco in bizzarria,

che questa forse, è la fortuna mia.

 
(Pericca gli torna a passare davanti, e gli fa un saluto col ventaglio, e poi li fa cenno con lo stesso, che la segua)
 

 

È garbata, e cortese.

Gli risponde con profondo inchino.

Pare, che a sé mi chiami.

Uso questo sarà qui del paese.

PERICCA

Digame cavallero

tam bizzarro, su nombre?

VARRONE

Signora, non son ombra,

ma son uomo da vero.

PERICCA

Es un hombre seguro,

digo como s'ellama?

VARRONE

S'io son secura lama?

Non sbaglia in opinione:

basti sol dir, ch'io sono il gran Varrone.

PERICCA

Que muy bien me parece. Don Varrone?

VARRONE

Il don ho già acquistato

col passare il golfo di Leone.

PERICCA

Digame, señor mio,

usted toma tabaco?

VARRONE

Secondos l'occasiones.

PERICCA

Prueve el mio, que es de Varro.

VARRONE

S'è di Varro, è eccellente,

perché Varrone al certo è suo parente.

PERICCA

Bien puode ustè servirse

del tabaco, y la caxa.

VARRONE

Obligato al favores,

a me pare, che sia di male odores.

PERICCA

Tomela cavalleros.

VARRONE

Oh! non signora.

PERICCA

Non sea tan descortes.

VARRONE

Dico non posso.

PERICCA

Tengo poca fortuna.

(si serba la tabacchiera)

VARRONE

(Animal, ch'io son stato.

Potea aver un regalo, e l'ho lasciato.)

PERICCA

Digame, que hora es?

VARRONE

Che oras? or la servos;

ecco l'orloggio: veggas.

PERICCA

Siete, ocho, nueve, diez y onze...

VARRONE

Pesa altro, che dieci oncie.

PERICCA

Es muy famoso.

VARRONE

Al certo,

e non tiene alcun vizio,

sta però al suo servizio.

PERICCA

Lo tomo, pues non quiero ser ingrata.

VARRONE

(Ho fatto la frittata!)

PERICCA

Però mucho me pesa

el no poder aora

corresponderle con galanteria.

VARRONE

Signoras, se gli pesas,

di portarglielo a casa è cura mia.

PERICCA

A mi casas? Ninguno

puede venir.

VARRONE

Non può venirvi alcuno?

(Ora son fritto. Al certo

per non esser deriso,

voglio vederla in viso.)

Almen pria di partire

facci l'onor il viso suo scoprire.

PERICCA

Para que non me diga,

que soy tiranna, ingrata,

es menester le haga ver mi cara.

VARRONE

(Se la minestra è cara,

andrò ad un'altra osteria.)

Via, si scopri, sì sì. Uh, mamma mia!

 
(Pericca si scopre, e terrà sul volto una maschera da vecchia)
 

 

Oh che vecchia! oh che arpia!

Rendi l'orloggio or ora;

o ti mando in buon'ora;

non rispondi? l'orloggio!

PERICCA

(si leva la maschera, e gli rende l'orloggio)  

Prendi non voglio ciò, che fu mio dono.

VARRONE

Come? Pericca? Oh ciel! confuso io sono,

ah mia bella, perdono!

PERICCA

Io t'ho già perdonato,

e finora con te così ho burlato,

però non mi dispiaci.

VARRONE

Pur lo dicesti alfin labri vivaci.

PERICCA

(Altro non vo' cercare,

io me lo vo' sposare,

perché veggo ben io,

ch'ogni cosa farà a modo mio.)

Sì, che non mi dispiaci.

VARRONE

Presto dunque la mano

avanti, che ti penti.

PERICCA

Eccola per caparra

de' li futuri prossimi contenti.

VARRONE

Ed è pur vero, o cara, e come mai?

PERICCA

Il come or lo saprai.

 

PERICCA

Il tuo gran merito...  

VARRONE

...anzi demerito.

PERICCA

Tua dolce grazia...

VARRONE

...anzi disgrazia.

PERICCA

Il tuo sembiante...

VARRONE

...non gir più avante.

Mia sposa vaga

PERICCA

M'han stretto stretto

fra' lacci il cor.

VARRONE

Per te nel petto

larga una piaga

m'ha fatto amor.

VARRONE

Donna Pericca! tu mia consorte!

PERICCA

Tu, don Varrone! il mio consorte!

VARRONE

Al certo o cara troppo è l'onor.

Insieme

PERICCA

Al certo o caro troppo è l'onor.

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Intermezzo primo Intermezzo secondo Intermezzo terzo
Pericca, Varrone
 

Oh, che cosa graziosa!

(ballano un minuetto)

Varrone
Pericca ->

Va bene, va bene

Varrone
<- Pericca

(Pericca con altra veste, e con il viso coperto con manto alla spagnola)

Oh? chi sarà mai questa?

(Pericca si rivela)

Prendi non voglio ciò, che fu mio dono

Pericca, Varrone
Il tuo gran merito
 
Scena settima
Atto primo Atto secondo Intermezzo primo Intermezzo secondo Intermezzo terzo

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