Atto primo

 

Scena prima

Un campo di Venezia.
A destra dello spettatore è una spezieria all'insegna delle «due scimie», addobbata per fare la teriaca. Vari Facchini di fuori pestano, altri stan setacciando le droghe; una bottega da caffè. Di fronte una trattoria con mostra. A sinistra, avanti, la piccola casa di Crispino, più indietro il portone d'un palazzo.

 Q 

Crispino, Contino, facchini, servitori

 
All'alzar del sipario, Crispino sta al suo panchetto lavorando fuori della propria casa. Il Contino è seduto al caffè, leggendo una gazzetta; alcuni Serventi ne stanno a qualche distanza; i Facchini dello speziale pestano ne' mortai; i Servi della trattoria son sulla porta.
 

CORO

Batti, batti, pesta, pesta,  

la teriaca qui si fa.

Più d'un morbo che molesta

per tal farmaco se n' va.

 

Scena seconda

Detti e don Asdrubale, che dal palazzo va al caffè. I Facchini lasciano di pestare, e attendono ad altre incombenze.

<- Asdrubale

 

ASDRUBALE

Ehi bottega?... giovanotti  

presto venga un buon caffè;

venga un paio di biscotti,

ma... badate... son per me.

CORO

Uh! l'avaro maledetto,

che non possa mai crepar?

ASDRUBALE

Acqua, zucchero perfetto...

vi saprò poi regalar.

CONTINO

(leggendo da sé)

Nella Cina s'è trovato

nuovo tempio degli indù.

CORO

(ad Asdrubale portandogli il caffè)

È servito...

CONTINO

(accorgendosi di Asdrubale)

(Ah sciagurato!

infelice mi fai tu!)

(alzandosi)

(Bella siccome un angelo

ti vidi e t' adorai,

e più frequente il palpito

di questo cor provai;

ma se il destin contendere

vuol la tua mano a me,

io tutto saprò vincere,

Lisetta mia, per te.)

(torna a sedere)

CORO

Batti, batti, pesta, pesta,

la teriaca qui si fa.

ASDRUBALE

Ehi bottega? ancor la cesta.

CORO

È servito.

ASDRUBALE

Presto.

CORO

Qua.

CRISPINO

Una volta un ciabattino

diventato è gran signor.

TUTTI

Eh! sta zitto là, Crispino,

col tuo canto seccator.

CRISPINO

Perché zitto?

CORO

Sei noioso.

ASDRUBALE

Pensa i debiti a pagar.

CRISPINO

Lo spiantato bisognoso

si conforta col cantar.

 

Una volta un ciabattino    

gran signore diventò;

una fata del meschino

pazzamente innamorò.

Ciabatte e lesine ~ forme e stivalli,

panchetto, setole ~ poté gettar.

Allor da splendido ~ cocchi e cavalli,

pranzi lautissimi ~ poté gustar.

Ahi ahi, povero Crispino,

fame e sete son per te.

Poco pane, senza vino

la fortuna sol ti diè.

Batti, batti, tira e pesta,

sei dannato a lavorar.

Tira, tira, batti e pesta,

e almen sfogati a cantar.

S

Sfondo schermo () ()

 

ANNETTA
(dall' interno)

Istorie belle a leggere

da me chi vuol comprar?

CRISPINO

(Oggi perché mia moglie

sollecita a tornar!)

TUTTI

Anche la vendi-storie

ci viene a tormentar!

 

Scena terza

Detti ed Annetta con un canestro pieno di storielle e canzonette. Mirabolano si vedrà in farmacia.

<- Annetta, Mirabolano

 

ANNETTA

Istorie belle a lèggere  

da me chi vuol comprar?

Ho qui di caldi palpiti

leggende lagrimose,

racconti per le nubili,

esempi per le spose;

ho la secura regola

per scandagliar il core,

per ispirar nell'anima

di chi si vuole amore.

Diletto insieme ed utile

io vengo a dispensar.

Istorie belle a leggere

da me chi vuol comprar?

(Ah che il gridare è inutile,

non c' è da guadagnar!)

 

CRISPINO
(alzandosi)

Annetta, ebben!...  

ANNETTA

Miseria.

CRISPINO

Dimmi quant'hai toccato?

ANNETTA

Niente.

CRISPINO

Parola orribile!

io pur son disperato.

ANNETTA E CRISPINO

Vedi che bella coppia!

cosa potrem mangiar?

ANNETTA

E i figli?

ANNETTA E CRISPINO

Oh che miseria!

CRISPINO

Ritorna un po' a girar.

 

ANNETTA

Vano mi fu il percorrere  

Rialto, poi San Paolo,

nemmeno in piazza vendere

potuto ho un foglio solo...

Prendon le carte, leggono,

le gettano ridendo;

certi talor mi parlano

cose che non comprendo;

altri s'azzardan chiedere

quanto non posso dar.

 

CRISPINO

Ohe là... dico... m'immagino...

ANNETTA

Potresti dubitar?

ANNETTA E CRISPINO

Ah! vita tanto misera

fa proprio delirar.

CRISPINO

Tenta, se mai volessero...

per caso quei signori...

(torna a sedere)

ANNETTA

(a Mirabolano che sarà sulla porta della farmacia)

Qui la perfetta regola

per leggere nei cori.

MIRABOLANO

Eh non seccarmi, vattene.

ANNETTA
(al Contino)

D'appassionati amanti

a voi la bella istoria...

CONTINO

Togliti a me davanti.

ANNETTA
(ad Asdrubale)

Quest'è il sicuro metodo

d'accrescere i tesor.

ASDRUBALE

(prendendole la mano)

Carina, ascolta... donami

un poco del tuo amor.

CRISPINO

Olà, signor Asdrubale,

che gioco qui giochiamo?

ASDRUBALE

Bada al lavoro, stolido,

io so quello che bramo.

CRISPINO

(alzandosi)

Io non l'intendo...

ASDRUBALE

Pagami

di casa la pigione;

pagami dunque, e subito.

CORO

Sta bene, egli ha ragione.

ASDRUBALE

Paga, o ti scaccio, e i mobili

di casa asporterò!

ANNETTA

Pietà, signor Asdrubale...

ASDRUBALE

(accarezzandola)

Che vuoi?... tutto farò.

Tu ben lo sai, contentami.

ANNETTA

In che?

ASDRUBALE

Lo sai...

ANNETTA

No...

CRISPINO
(allontanando con forza Annetta)

No.

 

CRISPINO

Signore, questo mobile  

che tocchisi non vo'.

 

MIRABOLANO, ASDRUBALE E CORO

(stringendosegli attorno)  

Paga i tuoi debiti,

brutto gradasso.

Paga, ora è inutile

tanto fracasso;

se non la termini

andrai prigione.

Sciocco bestione,

va' via di qua.

ANNETTA

Via compatitelo

se avete un core.

Credete, è inutile

tanto rigore;

siam troppo miseri

siam sventurati,

co' disperati

ci vuol pietà.

CONTINO

Via compatitelo,

se avete un core.

Credete, è inutile

tanto rigore;

son troppo miseri,

son sventurati;

co' disperati

ci vuol pietà.

CRISPINO

(Di qua la moglie

co' suoi clamori,

di là m'incalzano

i creditori;

Crispino misero,

non puoi sperare;

un laccio o il mare

t'aiuterà.)

 
(fugge disperato. Annetta vorrebbe seguirlo, ma è trattenuta da don Asdrubale; il Contino s'avvia da altra parte; Mirabolano entra in farmacia)

Crispino, Contino, Mirabolano ->

 

Scena quarta

Annetta e don Asdrubale.

facchini ->

 
I Facchini della spezieria sgombreranno la scena.
 

ANNETTA

Vedi, vedi per te, brutto vecchiaccio,  

il povero Crispino è andato in bestia.

Chi sa che vorrà fare?

Io vo' seguirlo.

ASDRUBALE

No, no, senti Annetta,

parliam di quella storia...

ANNETTA

Dì cosa vuoi parlar, crudo avaraccio?

Io solo avrei per te di corda un laccio.

(corre dietro Crispino)

Annetta ->

 

Scena quinta

Don Asdrubale, ed il dottor Fabrizio, ch'esce dal palazzo.

<- Fabrizio

 

ASDRUBALE

Ebben, caro dottore,  

che notizie mi dai della malata?

FABRIZIO

A dir vero, mi par bella e spacciata.

ASDRUBALE

Soccomba pur, soccomba, non importa,

se non vuol esser mia, sta meglio morta.

FABRIZIO

Ma perché ciò?

ASDRUBALE

Vorrebbe

che, mentre io l'amo disperatamente...

FABRIZIO

(Me ne accorgo!)

ASDRUBALE

La dessi a un disperato,

a un tal quale contin di primo pelo,

che la ricca sua dote

le sciuperia in un anno.

Ma io no... non son matto... non m'inganno.

FABRIZIO

(Ah! ah!)

ASDRUBALE

S'ammali, crepi a suo talento,

io far non voglio il mio rival contento.

(entra in palazzo)

Asdrubale ->

 

Scena sesta

Dottor Fabrizio.

 

 

Dice d'amarla disperatamente!  

Avaraccio briccone, io ti conosco...

la sua vistosa dote ti sta in core:

ed ella intanto morirà d' amore!

 

Io sono un po' filosofo,  

attento scrutatore;

al par dell'arte medica

studio alla donna il core.

Conosco quanto il fisico

soggetto sia al morale;

di vedove, di giovani

spesso indovino il male.

In loro mi fan ridere

languori, parossismi,

le convulsioni, i palpiti,

i soliti isterismi;

per esse ho uno specifico

securo, portentoso,

lor dico: «Statim recipe»

qual più ti piace a sposo.

Donnine amabili, ~ già c'intendiamo,

troppo vi piacciono ~ quei detti: Io t'amo.

Siate pur vedove, ~ siate zitelle,

e brutte e belle ~ volete amor.

Somigliantissime ~ siete alle viti,

cui abbisognano ~ olmi mariti,

che, poi di pampini ~ incoronati,

fanno beati ~ gli agricoltor,

(entra in farmacia)

Fabrizio ->

 
 

Scena settima

Luogo remoto con un pozzo nel mezzo.
Crispino, rabbuffato e trafelato, giunge correndo.

 Q 

(nessuno)

<- Crispino

 

CRISPINO

Dove vado, ove corro, ove fuggo...  

insultato, inseguito mi struggo.

Ah Crispin, più rimedio non c'è!

Ora il mondo è finito per te!

 

 

Chi m'insegna una morte dolce dolce,  

che pian piano m'uccida?

O voi compagni miei,

amici, debitori disperati,

che siete al par di me perseguitati,

consiglio a voi domando,

impiccarmi degg'io? deggio affogarmi?

(gira disperato)

Ma, che veggo! È qui un pozzo!

Oh a tempo ben trovato!

Porta per me sarai dell'altro mondo!

Moglie, mia moglie, addio,

da tanti affanni or m'esco,

e vo' a morire, tombolando, in fresco.

 
(corre per precipitarsi a capo in giù nel pozzo; quando una donna in bruno ammanto ne esce improvvisamente dal profondo, e vi resta immobile)

<- Comare

 

Scena ottava

Crispino e la Comare.

 

COMARE

Fermo là, che cosa fai?  

CRISPINO

Dentro in pozzo una signora?

Illustrissima, chi è mai?

COMARE

Di spiegarlo non è l'ora,

a suo tempo lo saprai.

Obbedir sol dèi per ora.

CRISPINO

Ma sei femmina? sei dèa?

Sei tu fata? che fai qua?

COMARE

(esce dal pozzo e si avanza verso il proscenio)

Non son femmina, né dèa,

ma resister niun mi sa.

CRISPINO

Come dunque t'ho a chiamare?

COMARE

Donna Giusta, tua Comare.

CRISPINO

Ah! un compare disgraziato

presto adunque soccorrete.

Quanto sono disperato,

ascoltate e apprenderete.

COMARE

Parla pur, già tutto io so.

CRISPINO

Si?... più franco parlerò.

Dapprima, figuratevi,

ho fatto il servitore,

passato poscia guattero

dal cuoco d'un trattore,

mi vollero promuovere,

divenni cantiniere;

dovetti presto smettere

pel gusto del bicchiere;

di caramelli e fosfori

ho fatto il negoziante;

ho fatto il pescivendolo,

ho fatto il battellante;

m'innamorai qual asino,

mi fecero sposar;

ma con me sol non coniuga

mia moglie il verbo amar.

COMARE

Mi narri il ver, ma sbrigati,

m'è noia l'ascoltar.

CRISPINO

Ora professo il nobile

mestier di ciabattino;

ma sudo invano e tribolo,

son più di pria meschino.

Nuoto in un mar di debiti,

naufrago quasi morto;

i creditor m'incalzano,

com'onda senza porto.

Venni cercando il termine

di tanti affanni miei... ~

Or che la triste istoria

tutta narrar potei,

comare potentissima,

io son disperatissimo,

a compassion movetevi,

(cade in ginocchio davanti la Comare)

movetevi a pietà.

COMARE

Crispin, sorgi, io vo' giovarti.

CRISPINO

(alzandosi)

Sì, davvero?

COMARE

Lo vedrai.

Un gran medico vo' farti.

CRISPINO

Siete pazza!... come mai!

Se un fior d'asino io sono.

COMARE

Sarai pari a cento e cento.

CRISPINO
(esitando)

Ma, Comare!...

COMARE

T'abbandono,

se ricusi...

CRISPINO

No, acconsento.

Ma saper vorrei... sì tenera

verso me cosa vi fa?

COMARE

Vo' punir di certi medici

la superba asinità.

CRISPINO

Tempo è alfin!... come farò?

COMARE

Fissa ben quel che dirò.

Quando un infermo visiti,

se me o il mio capo vedi

vicino a lui, morrà;

se non ci son, vivrà.

CRISPINO

Che sento!

COMARE

Con tal metodo,

securo se procedi,

sarai un gran dottor.

Ti pioveran tesor.

(lo saluta d'un gesto e rientra nel pozzo)

CRISPINO

Comare, mia bell'anima

né a me più tornerai?

COMARE

Sì, ma a te sol visibile.

CRISPINO

Comare, ma i miei guai,

quei maledetti debiti,

per ora...

COMARE

(gli getta un sacchetto di monete)

Pagherai.

Questo è dell'oro, prendilo;

ben più di questo avrai...

(solenne)

Il mondo m' è soggetto,

Crispino è il mio protetto.

CRISPINO

(corre per abbracciarla)

Comare mia!... cor mio!...

COMARE

Tu m'intendesti... Addio.

(si sprofonda)

Comare ->

 

CRISPINO

(guardando nel pozzo)

Ma... senti... ascolta... andò!

Più testa ormai non ho!

 

Scena nona

Crispino solo.

 

 

(si slancia sul sacco e lo fa cantare)  

Ho sognato? o sono desto?

Sogno no... dell'oro è questo!

Ah compare avventurato,

qual Comare hai ritrovato!

 

Scena decima

Crispino, indi Annetta.

 

ANNETTA
(di dentro)

Crispino, dove sei?  

Crispino.

CRISPINO
(andandole incontro)

Son qua, Annetta.

Allegramente sai?

 

<- Annetta

ANNETTA

Ah! ti ritrovo alfine!

Sei fuggito così tutto arrabbiato,

ed io n'ebbi tal pena,

che dietro ti son corsa,

e ti raggiunsi a stento e domandando.

CRISPINO

Quello che è stato è stato.

ANNETTA

Ma di nuovo che c'è?... ti se' ubriacato?

CRISPINO

Altro che piomba!... meglio, meglio assai!

ANNETTA

Ma che cosa?... ti spiega?

CRISPINO

Or lo saprai.

 

CRISPINO

Vedi, o cara, tal sacchetto?  

ANNETTA

È uno scherzo, ci scommetto.

CRISPINO

Senti, Annetta, questo suono?

ANNETTA

Quanto è bello!... sì lo sento!

CRISPINO

Disperato più non sono,

qui ci stan oro ed argento.

ANNETTA

Propriamente?

CRISPINO

Propriamente.

Guarda, guarda.

ANNETTA

Oh! veramente!

Ma di chi? di chi sarà?

CRISPINO

Mia assoluta proprietà.

ANNETTA

Che mai sento! il core in petto

già incomincia a saltellar?

CRISPINO

Del danaro il solo aspetto

fa le femmine esultar!

ANNETTA

Dove mai l'hai ritrovato?

CRISPINO

Mi fu adesso regalato.

ANNETTA

Ma da chi?

CRISPINO

No 'l puoi pensare.

ANNETTA

Chi te 'l diede?

CRISPINO

Una comare.

ANNETTA

Levatrice?

CRISPINO

Non ne han tanti.

ANNETTA

Che comare?

CRISPINO

Una signora...

ANNETTA

Che a sacchetti dà i contanti?...

Troppo so, basta per ora.

(inquietata)

 

 

Se trovasti una comare,  

io trovar saprò un compare;

la vedremo, signor mio.

Ingegnarmi saprò anch'io;

già più d'un mi fa il galante,

vo' ascoltarlo a tuo dispetto;

con un guardo, un sorrisetto,

so ben io quel che farò.

Va pur là; brutto birbante,

che ben ben t'acconcerò.

S

CRISPINO

Bada, Annetta, ciò non dire,

o ch'io posso imbestialire.

Già pur troppo, poveretto,

non vo' privo di sospetto.

Te lo dico colle buone,

non mi far, già c' intendiamo;

che tra noi, se la rompiamo,

quel di prima non sarò.

Il sorriso col bastone,

l'occhiatina ti darò.

 

ANNETTA

Dal velen crepar mi sento...

CRISPINO

Pensa all'oro ed all'argento.

ANNETTA

(gli stende la mano)

Pace dunque...

CRISPINO

(rifiutandosi)

Ah birichina.

ANNETTA

Eh via, dunque, pace, pace.

CRISPINO

E il sorriso?... e l'occhiatina?

ANNETTA

(accarezzandolo)

Via, scherzai, sono incapace.

CRISPINO

(le dà la mano)

Bene ben... ti proverò.

ANNETTA

(fa lo stesso)

Chi son io ti mostrerò.

Ah sì, sì, marito mio,

s'è finito di penare.

Benedetta la comare

che godere ne farà!

Addio storie, fame addio;

(si mette a ballare)

là, larà, larà, là, là.

CRISPINO

Addio forme, panco addio,

vo' cantare, vo' ballare;

pensa a tutto la Comare,

via ballando andiam di qua.

Canta, salta, idolo mio.

Là, larà, larà, là, là.

 
(partono ballando)

Crispino, Annetta ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Un campo di Venezia; a destra è una spezieria all'insegna delle «due scimie», addobbata per fare la teriaca; una bottega da caffè; di fronte una trattoria con mostra; a sinistra, avanti, la piccola casa di Crispino, più indietro il portone d'un palazzo.

Crispino, Contino, facchini, servitori
 
Crispino, Contino, facchini, servitori
<- Asdrubale
Asdrubale, Contino, Crispino e Annetta
Ehi bottega?... giovanotti
 
Crispino, Contino, facchini, servitori, Asdrubale
<- Annetta, Mirabolano

Annetta, ebben! / Miseria

Annetta, Crispino, Mirabolano, Asdrubale
Vano mi fu il percorrere

Signore, questo mobile

Mirabolano, Asdrubale, Coro, Annetta, Contino e Crispino
Paga i tuoi debiti
facchini, servitori, Asdrubale, Annetta
Crispino, Contino, Mirabolano ->
servitori, Asdrubale, Annetta
facchini ->

Vedi, vedi per te, brutto vecchiaccio

servitori, Asdrubale
Annetta ->
servitori, Asdrubale
<- Fabrizio

Ebben, caro dottore

servitori, Fabrizio
Asdrubale ->

Dice d'amarla disperatamente!

servitori
Fabrizio ->

Luogo remoto con un pozzo nel mezzo.

 
<- Crispino

Chi m'insegna una morte dolce dolce

Crispino
<- Comare
Comare e Crispino
Fermo là, che cosa fai?
Crispino
Comare ->
 

Ho sognato? o sono desto?

Crispino, dove sei?

Crispino
<- Annetta

Crispino, Annetta ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima
Un campo di Venezia; a destra è una spezieria all'insegna delle «due scimie», addobbata per fare la teriaca;... Luogo remoto con un pozzo nel mezzo. Un campo come nella scena prima dell'atto primo. Campo come nella prima scena dell'atto primo; la casa di Crispino grandiosamente rifabbricata. Interno della spezieria alle «due scimie». Salotto in casa di don Asdrubale. Salotto in casa di Crispino. Sotterraneo; due grandi colossi di pietra bianca sopra nere basi: a destra il Tempo colla falce e la... Stanza della casa di Crispino.
Atto secondo Atto terzo

• • •

Testo PDF Ridotto