CRISPINO E LA COMARE
Libretto fantastico-giocoso.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Francesco Maria PIAVE.
Musica di Luigi RICCI, Federico RICCI.
Prima esecuzione: 28 febbraio 1850, Venezia.
Personaggi:
CRISPINO Tacchetto, ciabattino |
basso |
ANNETTA sua moglie |
soprano |
FABRIZIO medico |
baritono |
MIRABOLANO medico e speziale |
baritono |
CONTINO del Fiore |
tenore |
Don ASDRUBALE di Caparotta, facoltoso e avaro siciliano, padrone di casa di Crispino |
basso |
LISETTA sua nipote |
mezzosoprano |
La COMARE |
mezzosoprano |
BORTOLO muratore |
tenore |
Dottori in medicina, Giovani di spezieria, Stridatori e Porta-nuove, Parenti e Amici, Facchini, Popolo, Servitori.
Scena, Venezia.
Epoca, il diciassettesimo secolo.
Un campo di Venezia.
A destra dello spettatore è una spezieria all'insegna delle «due scimie», addobbata per fare la teriaca. Vari Facchini di fuori pestano, altri stan setacciando le droghe; una bottega da caffè. Di fronte una trattoria con mostra. A sinistra, avanti, la piccola casa di Crispino, più indietro il portone d'un palazzo.
All'alzar del sipario, Crispino sta al suo panchetto lavorando fuori della propria casa. Il Contino è seduto al caffè, leggendo una gazzetta; alcuni Serventi ne stanno a qualche distanza; i Facchini dello speziale pestano ne' mortai; i Servi della trattoria son sulla porta.
CORO
Batti, batti, pesta, pesta,
la teriaca qui si fa.
Più d'un morbo che molesta
per tal farmaco se n' va.
Detti e don Asdrubale, che dal palazzo va al caffè. I Facchini lasciano di pestare, e attendono ad altre incombenze.
ASDRUBALE
Ehi bottega?... giovanotti
presto venga un buon caffè;
venga un paio di biscotti,
ma... badate... son per me.
CORO
Uh! l'avaro maledetto,
che non possa mai crepar?
ASDRUBALE
Acqua, zucchero perfetto...
vi saprò poi regalar.
CONTINO
(leggendo da sé)
Nella Cina s'è trovato
nuovo tempio degli indù.
CORO
(ad Asdrubale portandogli il caffè)
È servito...
CONTINO
(accorgendosi di Asdrubale)
(Ah sciagurato!
infelice mi fai tu!)
(alzandosi)
(Bella siccome un angelo
ti vidi e t' adorai,
e più frequente il palpito
di questo cor provai;
ma se il destin contendere
vuol la tua mano a me,
io tutto saprò vincere,
Lisetta mia, per te.)
(torna a sedere)
CORO
Batti, batti, pesta, pesta,
la teriaca qui si fa.
ASDRUBALE
Ehi bottega? ancor la cesta.
CORO
È servito.
ASDRUBALE
Presto.
CORO
Qua.
CRISPINO
Una volta un ciabattino
diventato è gran signor.
TUTTI
Eh! sta zitto là, Crispino,
col tuo canto seccator.
CRISPINO
Perché zitto?
CORO
Sei noioso.
ASDRUBALE
Pensa i debiti a pagar.
CRISPINO
Lo spiantato bisognoso
si conforta col cantar.
Una volta un ciabattino
gran signore diventò;
una fata del meschino
pazzamente innamorò.
Ciabatte e lesine ~ forme e stivalli,
panchetto, setole ~ poté gettar.
Allor da splendido ~ cocchi e cavalli,
pranzi lautissimi ~ poté gustar.
Ahi ahi, povero Crispino,
fame e sete son per te.
Poco pane, senza vino
la fortuna sol ti diè.
Batti, batti, tira e pesta,
sei dannato a lavorar.
Tira, tira, batti e pesta,
e almen sfogati a cantar.
ANNETTA
(dall' interno)
Istorie belle a leggere
da me chi vuol comprar?
CRISPINO
(Oggi perché mia moglie
sollecita a tornar!)
TUTTI
Anche la vendi-storie
ci viene a tormentar!
Detti ed Annetta con un canestro pieno di storielle e canzonette. Mirabolano si vedrà in farmacia.
ANNETTA
Istorie belle a lèggere
da me chi vuol comprar?
Ho qui di caldi palpiti
leggende lagrimose,
racconti per le nubili,
esempi per le spose;
ho la secura regola
per scandagliar il core,
per ispirar nell'anima
di chi si vuole amore.
Diletto insieme ed utile
io vengo a dispensar.
Istorie belle a leggere
da me chi vuol comprar?
(Ah che il gridare è inutile,
non c' è da guadagnar!)
CRISPINO
(alzandosi)
Annetta, ebben!...
ANNETTA
Miseria.
CRISPINO
Dimmi quant'hai toccato?
ANNETTA
Niente.
CRISPINO
Parola orribile!
io pur son disperato.
ANNETTA E CRISPINO
Vedi che bella coppia!
cosa potrem mangiar?
ANNETTA
E i figli?
ANNETTA E CRISPINO
Oh che miseria!
CRISPINO
Ritorna un po' a girar.
ANNETTA
Vano mi fu il percorrere
Rialto, poi San Paolo,
nemmeno in piazza vendere
potuto ho un foglio solo...
Prendon le carte, leggono,
le gettano ridendo;
certi talor mi parlano
cose che non comprendo;
altri s'azzardan chiedere
quanto non posso dar.
CRISPINO
Ohe là... dico... m'immagino...
ANNETTA
Potresti dubitar?
ANNETTA E CRISPINO
Ah! vita tanto misera
fa proprio delirar.
CRISPINO
Tenta, se mai volessero...
per caso quei signori...
(torna a sedere)
ANNETTA
(a Mirabolano che sarà sulla porta della farmacia)
Qui la perfetta regola
per leggere nei cori.
MIRABOLANO
ANNETTA
(al Contino)
D'appassionati amanti
a voi la bella istoria...
CONTINO
Togliti a me davanti.
ANNETTA
(ad Asdrubale)
Quest'è il sicuro metodo
d'accrescere i tesor.
ASDRUBALE
(prendendole la mano)
Carina, ascolta... donami
un poco del tuo amor.
CRISPINO
Olà, signor Asdrubale,
che gioco qui giochiamo?
ASDRUBALE
Bada al lavoro, stolido,
io so quello che bramo.
CRISPINO
(alzandosi)
Io non l'intendo...
ASDRUBALE
Pagami
di casa la pigione;
pagami dunque, e subito.
CORO
Sta bene, egli ha ragione.
ASDRUBALE
Paga, o ti scaccio, e i mobili
di casa asporterò!
ANNETTA
Pietà, signor Asdrubale...
ASDRUBALE
(accarezzandola)
Che vuoi?... tutto farò.
Tu ben lo sai, contentami.
ANNETTA
In che?
ASDRUBALE
Lo sai...
ANNETTA
No...
CRISPINO
(allontanando con forza Annetta)
No.
CRISPINO
Signore, questo mobile
che tocchisi non vo'.
MIRABOLANO, ASDRUBALE E CORO
(stringendosegli attorno)
Paga i tuoi debiti,
brutto gradasso.
Paga, ora è inutile
tanto fracasso;
se non la termini
andrai prigione.
Sciocco bestione,
va' via di qua.
ANNETTA
Via compatitelo
se avete un core.
Credete, è inutile
tanto rigore;
siam troppo miseri
siam sventurati,
co' disperati
ci vuol pietà.
CONTINO
Via compatitelo,
se avete un core.
Credete, è inutile
tanto rigore;
son troppo miseri,
son sventurati;
co' disperati
ci vuol pietà.
CRISPINO
(Di qua la moglie
co' suoi clamori,
di là m'incalzano
i creditori;
Crispino misero,
non puoi sperare;
un laccio o il mare
t'aiuterà.)
(fugge disperato. Annetta vorrebbe seguirlo, ma è trattenuta da don Asdrubale; il Contino s'avvia da altra parte; Mirabolano entra in farmacia)
Annetta e don Asdrubale.
I Facchini della spezieria sgombreranno la scena.
ANNETTA
Vedi, vedi per te, brutto vecchiaccio,
il povero Crispino è andato in bestia.
Chi sa che vorrà fare?
Io vo' seguirlo.
ASDRUBALE
No, no, senti Annetta,
parliam di quella storia...
ANNETTA
Dì cosa vuoi parlar, crudo avaraccio?
Io solo avrei per te di corda un laccio.
(corre dietro Crispino)
Don Asdrubale, ed il dottor Fabrizio, ch'esce dal palazzo.
ASDRUBALE
Ebben, caro dottore,
che notizie mi dai della malata?
FABRIZIO
ASDRUBALE
Soccomba pur, soccomba, non importa,
se non vuol esser mia, sta meglio morta.
FABRIZIO
ASDRUBALE
Vorrebbe
che, mentre io l'amo disperatamente...
FABRIZIO
ASDRUBALE
La dessi a un disperato,
a un tal quale contin di primo pelo,
che la ricca sua dote
le sciuperia in un anno.
Ma io no... non son matto... non m'inganno.
FABRIZIO
ASDRUBALE
S'ammali, crepi a suo talento,
io far non voglio il mio rival contento.
(entra in palazzo)
Dottor Fabrizio.
Luogo remoto con un pozzo nel mezzo.
Crispino, rabbuffato e trafelato, giunge correndo.
CRISPINO
Dove vado, ove corro, ove fuggo...
insultato, inseguito mi struggo.
Ah Crispin, più rimedio non c'è!
Ora il mondo è finito per te!
Chi m'insegna una morte dolce dolce,
che pian piano m'uccida?
O voi compagni miei,
amici, debitori disperati,
che siete al par di me perseguitati,
consiglio a voi domando,
impiccarmi degg'io? deggio affogarmi?
(gira disperato)
Ma, che veggo! È qui un pozzo!
Oh a tempo ben trovato!
Porta per me sarai dell'altro mondo!
Moglie, mia moglie, addio,
da tanti affanni or m'esco,
e vo' a morire, tombolando, in fresco.
(corre per precipitarsi a capo in giù nel pozzo; quando una donna in bruno ammanto ne esce improvvisamente dal profondo, e vi resta immobile)
Crispino e la Comare.
COMARE
Fermo là, che cosa fai?
CRISPINO
Dentro in pozzo una signora?
Illustrissima, chi è mai?
COMARE
Di spiegarlo non è l'ora,
a suo tempo lo saprai.
Obbedir sol dèi per ora.
CRISPINO
Ma sei femmina? sei dèa?
Sei tu fata? che fai qua?
COMARE
(esce dal pozzo e si avanza verso il proscenio)
Non son femmina, né dèa,
ma resister niun mi sa.
CRISPINO
Come dunque t'ho a chiamare?
COMARE
Donna Giusta, tua Comare.
CRISPINO
Ah! un compare disgraziato
presto adunque soccorrete.
Quanto sono disperato,
ascoltate e apprenderete.
COMARE
Parla pur, già tutto io so.
CRISPINO
Si?... più franco parlerò.
Dapprima, figuratevi,
ho fatto il servitore,
passato poscia guattero
dal cuoco d'un trattore,
mi vollero promuovere,
divenni cantiniere;
dovetti presto smettere
pel gusto del bicchiere;
di caramelli e fosfori
ho fatto il negoziante;
ho fatto il pescivendolo,
ho fatto il battellante;
m'innamorai qual asino,
mi fecero sposar;
ma con me sol non coniuga
mia moglie il verbo amar.
COMARE
Mi narri il ver, ma sbrigati,
m'è noia l'ascoltar.
CRISPINO
Ora professo il nobile
mestier di ciabattino;
ma sudo invano e tribolo,
son più di pria meschino.
Nuoto in un mar di debiti,
naufrago quasi morto;
i creditor m'incalzano,
com'onda senza porto.
Venni cercando il termine
di tanti affanni miei... ~
Or che la triste istoria
tutta narrar potei,
comare potentissima,
io son disperatissimo,
a compassion movetevi,
(cade in ginocchio davanti la Comare)
movetevi a pietà.
COMARE
Crispin, sorgi, io vo' giovarti.
CRISPINO
(alzandosi)
Sì, davvero?
COMARE
Lo vedrai.
Un gran medico vo' farti.
CRISPINO
Siete pazza!... come mai!
Se un fior d'asino io sono.
COMARE
Sarai pari a cento e cento.
CRISPINO
(esitando)
Ma, Comare!...
COMARE
T'abbandono,
se ricusi...
CRISPINO
No, acconsento.
Ma saper vorrei... sì tenera
verso me cosa vi fa?
COMARE
Vo' punir di certi medici
la superba asinità.
CRISPINO
Tempo è alfin!... come farò?
COMARE
Fissa ben quel che dirò.
Quando un infermo visiti,
se me o il mio capo vedi
vicino a lui, morrà;
se non ci son, vivrà.
CRISPINO
Che sento!
COMARE
Con tal metodo,
securo se procedi,
sarai un gran dottor.
Ti pioveran tesor.
(lo saluta d'un gesto e rientra nel pozzo)
CRISPINO
Comare, mia bell'anima
né a me più tornerai?
COMARE
Sì, ma a te sol visibile.
CRISPINO
Comare, ma i miei guai,
quei maledetti debiti,
per ora...
COMARE
(gli getta un sacchetto di monete)
Pagherai.
Questo è dell'oro, prendilo;
ben più di questo avrai...
(solenne)
Il mondo m' è soggetto,
Crispino è il mio protetto.
CRISPINO
(corre per abbracciarla)
Comare mia!... cor mio!...
COMARE
Tu m'intendesti... Addio.
(si sprofonda)
CRISPINO
(guardando nel pozzo)
Ma... senti... ascolta... andò!
Più testa ormai non ho!
Crispino solo.
(si slancia sul sacco e lo fa cantare)
Ho sognato? o sono desto?
Sogno no... dell'oro è questo!
Ah compare avventurato,
qual Comare hai ritrovato!
Crispino, indi Annetta.
ANNETTA
(di dentro)
Crispino, dove sei?
Crispino.
CRISPINO
(andandole incontro)
Son qua, Annetta.
Allegramente sai?
ANNETTA
Ah! ti ritrovo alfine!
Sei fuggito così tutto arrabbiato,
ed io n'ebbi tal pena,
che dietro ti son corsa,
e ti raggiunsi a stento e domandando.
CRISPINO
Quello che è stato è stato.
ANNETTA
Ma di nuovo che c'è?... ti se' ubriacato?
CRISPINO
Altro che piomba!... meglio, meglio assai!
ANNETTA
Ma che cosa?... ti spiega?
CRISPINO
Or lo saprai.
CRISPINO
Vedi, o cara, tal sacchetto?
ANNETTA
È uno scherzo, ci scommetto.
CRISPINO
Senti, Annetta, questo suono?
ANNETTA
Quanto è bello!... sì lo sento!
CRISPINO
Disperato più non sono,
qui ci stan oro ed argento.
ANNETTA
Propriamente?
CRISPINO
Propriamente.
Guarda, guarda.
ANNETTA
Oh! veramente!
Ma di chi? di chi sarà?
CRISPINO
Mia assoluta proprietà.
ANNETTA
Che mai sento! il core in petto
già incomincia a saltellar?
CRISPINO
Del danaro il solo aspetto
fa le femmine esultar!
ANNETTA
Dove mai l'hai ritrovato?
CRISPINO
Mi fu adesso regalato.
ANNETTA
Ma da chi?
CRISPINO
No 'l puoi pensare.
ANNETTA
Chi te 'l diede?
CRISPINO
Una comare.
ANNETTA
Levatrice?
CRISPINO
Non ne han tanti.
ANNETTA
Che comare?
CRISPINO
Una signora...
ANNETTA
Che a sacchetti dà i contanti?...
Troppo so, basta per ora.
(inquietata)
Se trovasti una comare,
io trovar saprò un compare;
la vedremo, signor mio.
Ingegnarmi saprò anch'io;
già più d'un mi fa il galante,
vo' ascoltarlo a tuo dispetto;
con un guardo, un sorrisetto,
so ben io quel che farò.
Va pur là; brutto birbante,
che ben ben t'acconcerò.
CRISPINO
Bada, Annetta, ciò non dire,
o ch'io posso imbestialire.
Già pur troppo, poveretto,
non vo' privo di sospetto.
Te lo dico colle buone,
non mi far, già c' intendiamo;
che tra noi, se la rompiamo,
quel di prima non sarò.
Il sorriso col bastone,
l'occhiatina ti darò.
ANNETTA
Dal velen crepar mi sento...
CRISPINO
Pensa all'oro ed all'argento.
ANNETTA
(gli stende la mano)
Pace dunque...
CRISPINO
(rifiutandosi)
Ah birichina.
ANNETTA
Eh via, dunque, pace, pace.
CRISPINO
E il sorriso?... e l'occhiatina?
ANNETTA
(accarezzandolo)
Via, scherzai, sono incapace.
CRISPINO
(le dà la mano)
Bene ben... ti proverò.
ANNETTA
(fa lo stesso)
Chi son io ti mostrerò.
Ah sì, sì, marito mio,
s'è finito di penare.
Benedetta la comare
che godere ne farà!
Addio storie, fame addio;
(si mette a ballare)
là, larà, larà, là, là.
CRISPINO
Addio forme, panco addio,
vo' cantare, vo' ballare;
pensa a tutto la Comare,
via ballando andiam di qua.
Canta, salta, idolo mio.
Là, larà, larà, là, là.
(partono ballando)
Un campo come nella scena prima dell'atto primo.
Crispino ed Annetta vengono allegri ed a braccetto.
CRISPINO
Eccomi alfine, casa... ecco il panchetto!
al diavol ora vattene,
brutta memoria dello scarpinello;
(lo rinversa d'un calcio)
dottore eccellentissimus or siamo.
ANNETTA
Hai fitto in capo d'esser un dottore!...
Se quell'oro non fosse
davver ti crederei solenne pazzo.
CRISPINO
Annetta, per istrada
tu non vedesti quella gran signora,
che pian piano all'orecchio m'ha parlato?
ANNETTA
Io? no.
CRISPINO
Già! lo sapeva;
io sol la vedo.
ANNETTA
Ebbene?
CRISPINO
(trae di saccoccia un gran cartello)
Mi diè questo cartello
da metter sulla porta;
più, mi disse che in casa avrei trovato
un vestiario completo da dottore.
(raccoglie di terra un chiodo, il martello, e appende sopra la porla il cartello)
ANNETTA
(Sempre più si fa grande il mio stupore!)
Sarà meglio che vada un po' a dormire.
CRISPINO
(tornando a lei)
A dormire? scioccona!
Vedrai, vedrai cosa farò a momenti.
Di dottore a indossar vo i finimenti.
(entra in casa)
Annetta sola.
Ora inver non so più cosa pensare;
essere chi mai può questa Comare?
A legger proverò, sono curiosa;
legger non sa Crispin, io qualche cosa.
(legge a stento compitando)
«Crispino Tacchetto quondam Ciabattino,
che medico divenne sopraffino.»
Sarà dunque una fata,
un benefico genio che il protegge!...
Quel sacchetto, quell' oro ne son prova...
Oh sì, è certo... poi crederlo mi giova.
(s'aggiusta e pavoneggia)
Io non sono più l'Annetta
vendi-storie, ciabattina;
dottoressa, e più bellina
di me inver non ci sarà.
Ah il piacere che m'aspetta
col pensier pregusto già!
Gran velluti, cappellini,
(passeggia pomposa)
piume, guanti sopraffini,
scialli turchi, scialli inglesi,
rococò, mode francesi.
Una casa da signora,
un palchetto a ogni teatro;
in campagna un tiro a quattro;
la mia gondola in città.
Sempre aperta la mia mensa,
sempre piena la dispensa;
a dozzine gli eleganti
mi faran da spasimanti! ~
Quel che luce il mondo adora;
senza soldi una contessa
è assai men che dottoressa,
e tesori Annetta avrà.
Ah il piacere che m' aspetta
col pensier pregusto già.
(entra in casa)
Mirabolano, poi don Fabrizio dalla farmacia, don Asdrubale dalla casa, i Giovani dalle botteghe e Popolo.
La Comare comparisce a tempo.
MIRABOLANO
FABRIZIO
MIRABOLANO E FABRIZIO
Oh che pazzo! oh che buffone!
Egli è proprio da legar.
(giovani e popolo vanno a leggere)
CORO
I
Sopraffino!
CORO
II
Sopraffino!
TUTTI
Per le risa è da crepar!
Detti e Crispino, ch'esce dalla sua casa in abito nero.
CRISPINO
Alto là, di che ridete?
TUTTI
Eh buffone!
CRISPINO
Non sapete,
asinoni, ch'io mi sia?
TUTTI
Ah! ah! ah! ah! ah! ah! ah!
CRISPINO
Son dottore.
TUTTI
È una follia.
CRISPINO
Dottorissimo.
TUTTI
Ah! ah!
CRISPINO
Sì signori, son dottore
che guarisce ogni malore;
se vi piglia un accidente,
febbre fredda o febbre ardente,
un colpetto nella testa,
o una tisi vi molesta,
per mia cura, sì signori,
chi non crepa, può campar.
TUTTI
Bel dottore! i creditori
faria meglio di pagar.
CRISPINO
(passeggiando alteramente cava di tasca pugni di monete d' oro, e, gettandole in faccia agli astanti, lor dice:)
Oro è questo monetato,
un mio pari può pagar.
Io dottor son diventato,
saprò tutti soddisfar.
(Ah Comare, in tal momento
sto per farmi bastonar!)
FABRIZIO
MIRABOLANO
ASDRUBALE
Un scommetto contro cento
ch'ora stato se' a rubar.
CORO
Arricchito in un momento!
Certo andato se' a rubar.
CRISPINO
(Ah Comare, in tal momento
so per farmi bastonar!)
COMARE
(sorge improvvisamente di terra a fianco di Crispino)
La Comare in tal momento
a te sol, Crispino, appar.
Non temere... l'ardimento
puoi securo raddoppiar.
(torna a sprofondarsi)
CRISPINO
Mille grazie, ora mi sento
il coraggio raddoppiar.
Detti, il Contino frettoloso, Annetta dalla casa, poi Bortolo muratore, seguìto da molto Popolo.
CONTINO
Ah signori, signori, accorrete.
Se v'è tempo salvarlo potete.
Da un altissimo tetto è caduto
un artiere, e qui il portan svenuto.
TUTTI
Dove fu? presto andiamo...
CONTINO
Egli è qua.
ANNETTA
Poveretto! morendo già sta!
(quattro uomini, seguiti da gran moltitudine, portano Bortolo svenuto sopra una sedia che depongono nel centro del proscenio)
CORO
Ah gli è Bortolo! egli è muratore.
(stringendosegli attorno)
Cinque figli e la moglie, s'ei muore,
non sapranno più come campar.
CRISPINO
(guardando per ogni lato)
(Né Comare, né testa qui appar!)
(Mirabolano e Fabrizio sono presso Bortolo esaminandolo)
MIRABOLANO
FABRIZIO
MIRABOLANO
CRISPINO
(sempre osservando)
(La Comare non ci sta.)
TUTTI
Infelice! ei muore qua.
CRISPINO
Via di qua tutti, bestioni,
non sapete affatto niente;
questo morto qui presente,
io vi dico, non morrà.
TUTTI
Taci, sciocco!
CRISPINO
Somaroni!
FABRIZIO
MIRABOLANO
CRISPINO
A ogni costo voglio anch' io
il mio recipe provar.
MIRABOLANO
FABRIZIO
TUTTI
(a Crispino)
Prova pur, ma bada, il fio
se la sbagli hai da pagar.
ANNETTA
(a Crispino)
(Bada ben, marito mio,
di non farti bastonar.)
CRISPINO
(Certo son del fatto mio,
la Comare non appar.)
(si appressa con molta gravità al malato)
Attenti dunque uditemi
quanti qui intorno state,
e quel che chiedo, subito
innanzi a me portate.
(tutti accennano di sì, e portano a tempo quanto è domandalo)
CRISPINO
Recipe panam candidam
cum stortibus perfettis,
panem, salamen, ostricas,
e quattro broccolettis.
Del vinum poi portamini,
ma debet esser bellus,
come talora bibunt
dall'oste del Cappellus...
tutto all'infermo or applico,
e presto guarirà.
TUTTI
Oh come son ridicole
tante bestialità!
CRISPINO
(applica alla testa di Bortolo qualche parte degli indicati cibi, qualche parte ne mangia, poi prende un bicchiere, e, fattosi versare del vino, dice:)
Il vino è uno specifico
rallegrator de' cuori,
col solo odore suscita
i morti bevitori...
(beve)
buono, ma non buonissimo...
proviamone l'effetto,
(soffia nel volto a Bortolo)
Bortolo, dico, Bortolo,
destati, Bortoletto.
(egli muove un braccio)
TUTTI
Si muove!... già resuscita!...
CRISPINO
Ohe Bortolino?...
BORTOLO
Ohimè!
TUTTI
Parlò!
BORTOLO
(apre gli occhi ed alza la testa)
Ritorno a vivere!
Per chi?
CRISPINO
Solo per me.
TUTTI
A stento si può credere,
sì, da impazzir qui c'è!
CRISPINO
(Quanti baci vorrei dare
a te, o cara mia Comare!
Comaretta non t'inganno,
cicisbeo per te sarò.
I dottori in fumo andranno,
io riccone diverrò!)
ANNETTA
(a Crispino)
Ah Crispin colla Comare
hai pur fatto un bello affare,
tutti a gara ti vorranno,
gran riccone ti vedrò.
I dottori creperanno,
io, per essi riderò!
MIRABOLANO
FABRIZIO, CONTINO E ASDRUBALE
(Io non so cosa pensare;
è curioso un tale affare!
Quando i medici sapranno
che quest'uomo risanò,
quante frottole diranno!
Ma negarlo non si può!)
CORO
(fra loro)
Se il voleano abbandonare
e il poté Crispin salvare,
l'arte medica è un inganno.
Più stimarla non si può.
Ah i dottori poco sanno,
la indovinano sì e no.
CRISPINO
(con gravità agli uomini che portarono Bortolo)
Sul mio letto quest'uomo portate,
per un'ora dormir lo lasciate,
poi del brodo e del vino berrà...
Al lavoro doman tornerà.
(gli uomini, preceduti da Annetta e seguiti dal Contino, eseguiscono)
Detti, meno Annetta, Bortolo ed il Contino.
CRISPINO
(passeggia alteramente la scena, poi, fissando Fabrizio e Mirabolano prorompe:)
Asinorum, bestiorum, doctorum,
abbasso tutti, or ci son io;
voi farmacopole, voi pure, addio,
potete chiudere e a spasso andar.
Ricettorum, novorum, nostrorum
adesso i recipe han da trionfar.
FABRIZIO, ASDRUBALE E MIRABOLANO
Come parli? creanza, buffone!
CORO
No, signori, egli ha bene parlato;
egli Bortolo ha solo salvato...
FABRIZIO, ASDRUBALE, MIRABOLANO
Ma per questo non deve insultar.
CORO
Eh via basta, egli ha troppa ragione...
Zitti là.
FABRIZIO, ASDRUBALE, MIRABOLANO
Ma si dée rispettar.
CRISPINO
Oh doctores, andate, partite,
chiaro parlant e vos non capite?
CORO
Sì, via... questo gli è il solo dottore.
Qual si merta facciamogli onore.
Detti, Annetta ed il Contino dalla casa.
(quelli del popolo prendono il panchetto da lavoro di Crispino, a forza ve lo fanno seder sopra, e, portandolo quasi in trionfo, cantano:)
CORO
Viva il povero Crispino,
diventato gran dottore!
Viva il rozzo ciabattino,
che la morte debellò!
La sua fama giri il mondo,
quant'è largo, quanto è tondo!
È provato il suo valore,
il trionfo meritò!
CRISPINO
(schermendosi impaurito)
Grazie! grazie!... mille grazie!
Grazie, dico, ma badate...
non mi occorron più disgrazie...
fate piano... o cascherò!...
vi son grato di tal festa...
Ma le gambe... ma la testa...
Fate pian... se m'accoppate,
più curarvi non potrò.
ANNETTA
(Qual fortuna!... il mio Crispino
diventato è in ver dottore!
Sebben rozzo ciabattino,
ei la morte debellò.
La sua fama andrà pel mondo,
quant'è largo, quanto è tondo!
Ah Comare, ben di core
sempre amica ti sarò.)
ASDRUBALE, MIRABOLANO, FABRIZIO E CONTINO
(tra loro)
Quel briccone di Crispino
passerà per gran dottore!
Si dirà che un ciabattino
qui la morte debellò!
Anche questa avrem veduto!
Chi l'avrebbe preveduto!
Alla scienza molto onore
questo caso far non può!
(mentre continua il trionfo di Crispino cala la tela)
Campo come nella prima scena dell'atto primo, colla sola differenza, che la casa di Crispino vi si vedrà grandiosamente rifabbricata. Vi sarà un poggiuolo praticabile.
Dottor Fabrizio ed il Contino.
FABRIZIO
CONTINO
Ehi dottore?
FABRIZIO
CONTINO
Già in vedermi, scommetto, indovinate
qual cosa a voi mi guida...
FABRIZIO
CONTINO
Voi siete un uom di spirito
e franco vo' parlar.
FABRIZIO
CONTINO
Io dell'avaro Asdrubale
perdutamente adoro la pupilla;
egli avversa il mio amor, ella è malata...
il suo dottor voi siete...
FABRIZIO
CONTINO
Per ciò vorrei
palesar del mio cor l'affanno a lei.
(gli presenta un biglietto)
FABRIZIO
CONTINO
Via, dottor, non v'inquietate.
FABRIZIO
CONTINO
No, davvero.
FABRIZIO
CONTINO
È verità.
FABRIZIO
CONTINO
(al dottore)
In cor giovane è l'amore
un tiranno onnipossente,
che lo domina, e sovente
a sua voglia fa impazzar.
Non fu mio dunque l'errore,
fu d' amor, vedete bene,
a un filosofo conviene
tali colpe perdonar.
FABRIZIO
CONTINO
Eloquente è la passione
che il mio labbro fa parlar.
Or sentite in confidenza,
sono ricco, indipendente,
e al tutore, se acconsente,
vo' la dote regalar.
FABRIZIO
CONTINO
E fia vero! dal contento
già rinascere mi sento!
FABRIZIO
CONTINO
Temereste?
FABRIZIO
CONTINO
Ma tentate.
FABRIZIO
CONTINO
Presto presto, amico all'opra;
pria che notte il cielo copra
definite un tale affare
e felice appien sarò.
Tocca a voi capacitare
quell'avaro maledetto;
colle buone o per dispetto
la ragazza sposerò.
Don Fabrizio, a voi m'affido;
altra speme ornai non ho.
FABRIZIO
(entra in casa di Asdrubale, il Contino al caffè)
Interno della spezieria alle «due scimie».
Mirabolano solo sta passeggiando.
Detto e Crispino che entra con caricata gravità.
CRISPINO
Dottor Mirabolan di conio antico,
sta bene attento, e scrivi quel che dico.
(Mirabolano siede e scrive)
CRISPINO
(detta passeggiando e gravemente ponderando)
Recipe una bottigliam
d'acqua putèi...
MIRABOLANO
CRISPINO
(pensa)
Fa lo stesso...
uno scrupulus poscia di lichene...
(pensa)
tre guttae d'aquas rosas distillatam...
(pensa)
del che... fatto un misciamini...
divide in tres fiaschetti,
e manda il tutto al conte Pandoletti.
MIRABOLANO
CRISPINO
Quel forestier che sta di là dall'acqua.
MIRABOLANO
CRISPINO
Già m'hai capito.
MIRABOLANO
CRISPINO
Come sarebbe a dire?
MIRABOLANO
CRISPINO
Ehi, dico, tien la lingua dentro ai denti.
MIRABOLANO
CRISPINO
Io l'ho con una visita sanato.
Le pillole, i decotti, l'assa-fetida,
il copaibe, che tu pria gli ordinasti,
ho fatto gittar tutto nel canale,
e una cura adottai più naturale.
MIRABOLANO
CRISPINO
Collega mio, dottor Mirabolano,
così la cosa sta, e voi altri tutti,
vogliate, o non vogliate,
piegar v'è d'uopo, giovani e provetti,
al dottore Crispino de Tacchetti.
MIRABOLANO
CRISPINO
Si, per l'appunto, il «de».
MIRABOLANO
CRISPINO
No, da crepare
per la bile e l'invidia.
MIRABOLANO
CRISPINO
Crepa.
MIRABOLANO
CRISPINO
Crepa.
MIRABOLANO
CRISPINO
Crepa.
MIRABOLANO
Detti ed il dottor Fabrizio.
FABRIZIO
MIRABOLANO
CRISPINO
Ah no, qui sta l'inganno...
MIRABOLANO
CRISPINO
(Con due sillabe il buffone
or confondere saprò.)
FABRIZIO
CRISPINO
Per un segreto incomodo
giacea da sei mesetti
lungo e disteso in lectulo
il conte Pandolfetti;
quando gli nacque un dubbio,
che qui il signor dottore
fosse, per caso, un asino;
m'invita oggi, a tre ore.
Vado, lo vedo, interrogo,
la cura disapprovo;
nuovi rimedi, e semplici,
io d' ordinargli trovo.
Vengo a spedirgli il recipe,
sapete egli che fa?
Va in bestia, e qual quadrupede
infuria e calci dà.
(Quel buffone, animalone
che rispondere non sa.)
MIRABOLANO
FABRIZIO
(siedono)
FABRIZIO
MIRABOLANO
CRISPINO
Con quel brutto animalone
io non voglio più che far.
FABRIZIO
CRISPINO E MIRABOLANO
Consultar! con quello là?
Impossibil mi sarà.
FABRIZIO
MIRABOLANO
CRISPINO
Sempre un asino il dirò.
MIRABOLANO
CRISPINO
Canta pure di panchetti,
ma io sono il de Tacchetti,
trionfante mi vedrai,
e per bile creperai;
come fosse eterna festa
passeggiare ti vedrò.
La teriaca pesta, pesta,
più cantar non sentirò.
FABRIZIO
(entrano tutti nel laboratorio)
Salotto in casa di don Asdrubale.
Asdrubale, e vari Dottori ch'entrano gravemente, vestiti delle lor toghe e coperti del magistrale berretto.
CORO
Misteri impenetrabili
a noi dischiuse Igea;
ne manda la gran dèa
chi soffre a consolar.
Seguaci siam d'Ippocrate,
nepoti di Galeno;
possiam pur col veleno
salute ridonar.
ASDRUBALE
Grazie, davver, se credono,
si ponno accomodar.
Detti, Crispino, Fabrizio, Mirabolano, Contino, tutti in toga, poi Lisetta a tempo.
CRISPINO
Son tutti medici? Qui cosa fanno?
Poveri diavoli, sfigureranno!
Quand'io ci sono, io solo basto.
FABRIZIO, CONTINO
Via, contenetevi...
CRISPINO
Non c'è contrasto.
MIRABOLANO, CORO
Fra tanti fisici questo impostore!
Sarebbe scandalo, saria rossore
imperdonabile, più qui restar.
CRISPINO
(che frattanto sarà andato ovunque osservando)
(No, la Comare qui non appar!)
CRISPINO, CORO
Ma dov'è poi la malata?
ASDRUBALE
S'è di letto a stento alzata.
(entra con Mirabolano in una stanza)
FABRIZIO
(Asdrubale e Mirabolano ritornano sorreggendo Lisetta, che Fabrizio adagia sopra una sedia)
CONTINO
(Qual ti veggo, o mia Lisetta!)
CORO
È agli estremi, poveretta!
CONTINO
(con trasporto)
Oh gran dio, morir mi sento!
ASDRUBALE
Qui il contino!... Al tradimento!...
FABRIZIO
(i dottori avranno esaminato la malata, e Crispino andrà sempre spiando intorno se vedesse mai la Comare)
CORO
Non ha un'ora o due di vita...
noi la diamo per spedita.
CRISPINO
(tastandole gravemente il polso)
(La Comare non ci sta!)
Questa giovine vivrà.
MIRABOLANO E CORO
(a Crispino)
Via, finiscila, impostore,
(ad Asdrubale)
discacciatelo di qua.
CONTINO
(Giusto ciel di me pietà!)
(in questo punto il busto della Comare comparisce improvvisamente ai piedi di don Asdrubale, Crispino se ne accorge ed esclama con gioia:)
CRISPINO
(La Comare!... a tempo è qua!)
Volete ch'or vi schiccheri
il mio pensiero schietto?
Questa spedita giovane,
sposa del suo diletto,
malgrado ogni prognostico,
prima di notte andrà!
(cava una scatola, ne toglie un confetto, e lo mette in bocca a Lisetta)
Recipe questa pilulam,
salutem ti darà.
MIRABOLANO, CORO
(ad Asdrubale)
Eh basta, vanne al diavolo;
cacciatelo di qua.
CRISPINO
Uno di voi al diavolo
tosto per me anderà.
(Ah la Comare è là!)
ASDRUBALE
(a Crispino prendendolo per un braccio)
Buffone, via di qua.
CRISPINO
Appunto voi, Asdrubale,
io vedo assai malato;
da repentina sincope
or siete minacciato...
A letto, presto a letto,
o creperete qua.
ASDRUBALE
Il ver... pur troppo ha detto!
Mancar... mi sento... già.
(Mirabolano lo accompagna in una stanza; il busto della Comare lo segue)
Detti, meno Mirabolano ed Asdrubale.
TUTTI
In vero tal fenomeno
ci fa trasecolar!
CONTINO, LISETTA
Ci volle il ciel proteggere,
ci volle consolar.
CRISPINO
(ai dottori)
Asini, allocchi, bufali!
Tornatemi a insultar.
Detti, e Mirabolano che torna.
CORO
Ebben, che fa?
MIRABOLANO
CORO
Vediamo... soccorriamolo...
MIRABOLANO
CRISPINO
Per fallo alfin quest'asino
la prima indovinò.
(Mirabolano al sommo inquietato fa a Crispino un gesto minaccioso e parte)
CRISPINO
Contin, dunque sposatela.
(ai dottori)
Voi siate almeno buoni
di far da testimoni;
compare io qui sarò:
quest'è un anel... servitevi...
(dà un suo anello al Contino, che lo pone in dito a Lisetta)
CONTINO
Sii mia.
LISETTA
Sii mio.
CRISPINO
(compiacendosi)
Così.
CONTINO, LISETTA, FABRIZIO, CRISPINO
Un più opportuno recipe
nessun dottor spedì!
(Contino e Fabrizio conducono via Lisetta)
Crispino ed i Dottori.
CORO
Ora possiamo andarcene,
ch'è inutile star qui.
CRISPINO
Andate pure al diavolo,
andate quanti siete;
quei bardamenti nobili,
somari, deponete.
Andate, e rammentatevi
Crispino, e questo dì.
(entra in istanza di Lisetta)
CORO
Andiamo... presto andiamcene,
il nostro inferno è qui.
Salotto in casa di Crispino.
Annetta e vari Parenti ed Amici suoi. I Servi apparecchiano un desco con frittelle, bottiglie ed altro.
ANNETTA
Entrate pure, francamente entrate;
oggi il dottore fu chiamato a Padova
e por si deve in barca,
dopo un consulto fatto qui vicino.
CORO
Quanto guadagna mai questo Crispino!
ANNETTA
Molto!... ma cosa serve?
Egli è un miscuglio di contraddizioni.
CORO
Dite davvero?
ANNETTA
Per esempio, gioca,
spreca di fuori, e in casa fa l'avaro.
Bisbetico, irascibile,
talvolta allunga ancor troppo le mani.
CORO
Chi detto mai l'avria?
Farà per gelosia.
ANNETTA
(ridendo)
No, no, non n'ha ragione...
Ma a noi ora veniamo;
e, poiché l'orso anderà un po' lontano,
e siamo in carnovale,
per passar un'oretta in allegria
frittelle ho apparecchiato e malvasia.
CORO
Oh cara quell'Annetta!
ANNETTA
Qui, senza cerimonie, or via sediamo.
TUTTI
E all'innocente gioia il core apriamo,
(siedono, mangiano, versano, poi alzando le tazze, dicono)
CORO
Viva l'Annetta!
ANNETTA
Vivano
sempre i parenti e amici!
TUTTI
E giorni a noi felici
sempre conceda il ciel.
Viva!
ANNETTA
Viva!... Di frittole a proposito
sentite qual capriccio
mi passa per la testa:
voglio cantarvi quella canzonetta,
che, quando vendea storie, era in gran voga.
CORO
Sì, sì, brava davvero, canta, canta.
ANNETTA
Già sapete, è un amante
che canta al suo tesoro...
CORO
Sì, sì, il sappiamo e ti faremo il coro.
ANNETTA
Piero mio, go qua una fritola,
te la vogio regalar;
sasto, caro, quanti zoveni
la voleva sgnocolar?
Marameo, go dito subito,
voi salvarla a chi voi mi;
al mio vecio vogio dargliela,
e quel vecio ti xe ti.
Varda ben, prima intendemose,
per aver de sto boccon,
de arar drito sempre zurime,
e resterme fedelon.
Ma mi za te lezo l'anema;
te capisso, no zurar...
Piero mio, ze toa sta fritola,
ciapa, tiò, vienla a magnar.
CORO
Cori, Piero; quella fritola,
no incantarte, va' a magnar.
Detti e Crispino, che comparisce sulla porta improvviso.
CRISPINO
(con ira, contraffacendo l'altrui canto)
Xe qua Piero, e quella fritola
el ve vien a far magnar.
TUTTI
(alzandosi tutti spaventati e correndo dalla parte opposta)
Ah Crispino!
CRISPINO
Bricconi, birbanti,
qui si trinca, si sta allegramente!
Cosa sono in mia casa tai canti,
qui raccolta che fa tanta gente?
(rovescia tutto l'apparecchio)
ANNETTA
Ah marito!
CORO
Dottore, perdono.
CRISPINO
Anco a tempo qui giunto pur sono.
ANNETTA
Via, ti calma.
CRISPINO
Non voglio risposte...
Fuori tutti o vi rompo le coste.
(prende una sedia ed inveisce)
TUTTI
Salva, salva!
(corrono a chiudersi nelle varie stanze)
CRISPINO
(alla porta ov' è entrata forzandola)
E per prima tu, Annetta,
esci fuora... briccona... fraschetta...
Esci, dico, ti voglio ammazzar...
Crispino, riuscito ad aprire la porta, è colpito dall'apparizione della Comare, che se gli presenta sulla porta.
CRISPINO
Tu!... Comare!... non starmi a seccar.
COMARE
Perché mai tanto rigore?
CRISPINO
Vanne al diavolo pur tu.
COMARE
Così abusi il mio favore?
CRISPINO
Io bisogno non ne ho più.
COMARE
Vero ingrato!
CRISPINO
(minacciandola)
Strega! Via!...
COMARE
A me?
CRISPINO
Sì. Non mi seccar.
COMARE
Né paventi l'ira mia?
CRISPINO
No, no.
COMARE
No? l'hai da pagar.
(gli batte sopra una spalla. Crispino cade su d'una sedia svenuto e si sprofonda, e seco lui la Comare)
Sotterraneo.
Avanti sono due grandi colossi di pietra bianca sopra nere basi; quello a destra dello spettatore rappresenta il Tempo quello a sinistra il Giudizio. Nel mezzo è uno specchio.
La Comare e Crispino, che la segue tremante.
COMARE
Eccoci giunti.
CRISPINO
(guardando intorno)
Dove?
COMARE
Nel mio soggiorno.
CRISPINO
Non mi piace affatto.
COMARE
Giammai ho inteso che ad alcun piacesse.
CRISPINO
Vedete se ho ragion?... ma qui, a quattr'occhi,
ditemi un poco, sono vivo, morto,
oppur resuscitato?
COMARE
Perché vuoi tu esser morto?
CRISPINO
Per quella brutta tombola
che insieme fatto abbiam, cara Comare.
COMARE
Fu una burla, fu scherzo.
CRISPINO
Ah! scherzo la chiamate?...
Intendiamoci ben... non vo' più scherzi.
Non voglio confidenze.
COMARE
E a me così tu parli?
CRISPINO
Che ho da fare?
Ho da stare? ho da andare?
lo non capisco niente.
COMARE
Rimanerti.
CRISPINO
E per quanto?
COMARE
Eternamente,
quando il voglia colui che mi comanda.
CRISPINO
Misericordia!... dite, son prigione?
Quale paura io provo in tale stanza!
I visceri mi fan la contraddanza...
Quel muso torto chi è che sta guardando?
COMARE
È il Tempo che mi guida inesorando.
CRISPINO
Ahimè che brutto tempo!... è un temporale!...
E l'altro là chi è?...
COMARE
Il Giudizio che vien dopo di me.
CRISPINO
Oh che brutti inquilini,
Comare, avete in questo appartamento!
COMARE
Ciò non è tutto ancora. Osserva attento.
(si scoprono gran quantità di urnette di cristallo, entro ognuna delle quali arde una fiammella, più o meno vivace; una starà spegnendosi)
CRISPINO
Che cosa fate?... la illuminazione?...
COMARE
Son questi i miei registri.
CRISPINO
Che razza di scrittura!
COMARE
In ogni ampolla
arde la face d'una vita umana.
CRISPINO
(È una strega!... pignatte!... pignattelle!...)
COMARE
D'un adultero è quella che si spegne.
CRISPINO
Meno mal ch'io fui sempre fedelone.
COMARE
Viene appresso un poeta teatrale.
CRISPINO
Smoccolate, non fa né ben, né male.
COMARE
Lo segue un usuraio.
CRISPINO
Ah maledetto!
Spegnetelo, e con lui tutta la razza.
COMARE
Un cantante che fa pur l'impresario...
CRISPINO
Olio, olio per lui, cara Comare.
E l'altro?
COMARE
È di tua moglie.
CRISPINO
Ah com' è bello!... e il mio?
COMARE
È questo.
CRISPINO
Ahi ahi, ahi ahi, sta per finire!
COMARE
Hanno i vizi affrettato il tuo morire.
CRISPINO
Prendiamo di mia moglie un poco d'olio;
mi par che n' abbia troppo...
(va per eseguire)
COMARE
Un empio sei!
(i lumi scompariscono)
CRISPINO
(s'avvia)
Felicissima notte!... posso andare...
COMARE
No, di restar t'impongo...
CRISPINO
Ma Comare...
COMARE
E non sai tu chi sono?
Che a me non si resiste?
CRISPINO
Io so che voglio uscir da queste porte...
COMARE
Mi riconosci e trema... io son la morte...
(il suo volto s'inscheletrisce)
CRISPINO
Misericordia!... Aiuto!
(cade boccone ai suoi piedi)
COMARE
Alzatevi, compare...
(il suo volto riprende la prima forma)
CRISPINO
Brutta vecchiaccia... via...
(sempre nella stessa posizione)
COMARE
Alzatevi.
CRISPINO
Non posso,
ho perduto le gambe.
COMARE
Or io v'aiuto.
CRISPINO
No, no, non mi toccate, indietro, indietro!
(saltando in piedi e correndo per la scena finché s' incontra faccia a faccia colla Comare)
Ah! ah! ah! siete voi!... e l'altra ov'è?
(mostrando i denti)
COMARE
Ad altri non badar, sol pensa a te.
Per morire tu stai; questo è il momento,
in cui vo' che qui faccia testamento.
CRISPINO
Testamento! niente meno?...
Ma il notaro dove sia?
COMARE
Egli c'è.
CRISPINO
Si mostri almeno.
COMARE
II notaro eccolo là.
(la statua abbasserà il capo)
CRISPINO
Il Giudizio!... Padron mio
riverito.
COMARE
Egli è venuto.
CRISPINO
(Buona notte, son perduto,
poco o nulla ho da sperar!)
COMARE
Senti ben quanto vogl'io:
de' tesori accumulati
déi lasciar tanti legati.
CRISPINO
Dite pur quel che vi par.
COMARE
Cento doppie a dieci vedove...
CRISPINO
Troveran nuovo marito
per tornarlo a far crepar.
COMARE
Quand'io voglio non c' è replica...
CRISPINO
(al Giudizio, che ogni volta s'inchinerà in segno d'adesione)
Eh pur troppo ho già capito.
Scriva pur, signor notar.
COMARE
Cento mila bei fiorini
di Venezia ai ciabattini...
CRISPINO
Ma signori se diventano
le ciabatte poi chi accomoda?
COMARE
Taci, ho detto, non parlar...
CRISPINO
(la statua come sopra)
Scriva pur, signor notar.
COMARE
Ad ognun de' tuoi parenti
darai doppie cento e venti...
CRISPINO
E il milion che avanza poi?
COMARE
Alla moglie, ai figli tuoi.
CRISPINO
(la statua come sopra)
Ben, di questo son contento.
Scriva pur, signor notar.
COMARE
Or compito è il testamento.
CRISPINO
Meno male, potrò andare;
buona notte, addio, Comare,
voi notaro...
(va per partire)
COMARE
Déi restar.
CRISPINO
Non vi basta?
COMARE
Vieni meco
nell'immensa eternità.
CRISPINO
No, verrò più tardi teco.
COMARE
Vieni.
CRISPINO
Aspetta.
COMARE
No.
CRISPINO
(commosso)
Pietà.
Poco cerco, o mia Comare;
io non vo' che mezz'oretta,
per vedere la mia Annetta,
i miei figli per baciar.
Vedi, alfin ti son compare,
mi par giusto quanto chiedo;
né cattiva sì ti credo
da negarmi tal piacer.
COMARE
Quanto cerchi ti concedo,
quello specchio mostra il ver.
(lo specchio del fondo è improvvisamente illuminato, e per entro vi si vede la famiglia di Crispino che prega in coro)
CORO
Nume benefico,
salva Crispino,
sano ridonalo
al nostro amor.
(finito il canto lo specchio nuovamente si oscura)
CRISPINO
Ma la cosa come sta?
Son io qua, oppur son là?
COMARE
Qui tu sei per illusione,
il tuo corpo colà muor.
CRISPINO
Abbi un po' di compassione,
sii pietosa al tuo protetto,
tornerò, te lo prometto,
buon marito e genitor.
COMARE
Lo prometti?
CRISPINO
Sì.
COMARE
L'accorda
d'ogni bene il donator.
Crispino cade svenuto sopra la sedia, e la scena si trasforma in una stanza della sua casa, dov' egli si trova attorniato dai Figli, da Annetta, da Fabrizio, Mirabolano, il Contino, vari Amici e Parenti.
TUTTI
Ah Crispino, ritorna in te stesso.
CRISPINO
(svegliandosi)
Dove son?
ANNETTA
Nelle braccia de' tuoi.
CRISPINO
(s'alza)
Ho sognato!... sto dunque tra voi?
(ad Annetta)
Quanto vidi a te poi narrerò.
FABRIZIO
TUTTI
Sol concordi si pensi a gioire,
s'ora il nembo in seren si cangiò.
ANNETTA
(a Crispino)
Non ha gioia in tal momento,
che somigli al mio contento;
quanto prova l'alma mia
non può il labbro palesar...
(abbracciandolo)
Ridonato alfin mi sei!
Questo cor più non desia;
ben maggiore non potrei
sulla terra domandar.
CRISPINO
Ti prometto, Annetta mia,
in appresso di cangiar.
TUTTI
Piena gioia intorno sia.
T'ha voluto il ciel salvar!
Fine del libretto.
Generazione pagina: 31/12/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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