Atto primo

 
[Sinfonia]

 N 

 

Scena prima

Giardino delizioso adorno di vari fiori, con veduta del palazzo del Marchese.
Cecchina sola.

 Q 

Cecchina

 
[N. 1 - Aria di Cecchina]

 N 

Che piacer, che bel diletto  

è il vedere in sul mattino

co' la rosa il gelsomino

in bellezza gareggiar!

E potere all'erbe e ai fiori

dir: «Son io, coi freschi umori,

che vi vengo ad adacquar».

 

 

Ah, non potea la sorte  

in mezzo al caso mio duro e funesto,

esercizio miglior darmi di questo.

Povera sventurata!

Non so di chi son nata:

questo è il triste pensier che mi tormenta;

pur, tra le piante e i fiori

trovo il solo piacer che mi contenta.

Godo co' le mie mani

un germoglio troncar dall'arboscello,

e mirarlo cresciuto arbor novello.

Godo io stessa innestar sul prun selvaggio,

in dolce primavera,

or le pesche succose ed or le pera.

 

Scena seconda

Mengotto e la suddetta.

<- Mengotto

 

MENGOTTO

Oh, Cecchina, buon giorno.  

CECCHINA

Mengotto, ti saluto.

MENGOTTO

Eccomi: ad aiutarti io son venuto.

CECCHINA

Tardi venisti, affé.

Ho adacquato da me quanti tu vedi

nei bei recinti erbosi,

opra delle mie man, fiori odorosi.

MENGOTTO

Manca nel tuo giardino,

manca, Cecchina bella, il più bel fiore.

CECCHINA

Qual è il fior che vi manca?

MENGOTTO

Il fior d'amore...

CECCHINA

Non so che cosa sia.

MENGOTTO

Cara Cecchina mia,

senti che fiore è questo, e dimmi poi

se in beltà, se in piacer sorpassa i tuoi.

 
[N. 2 - Strofa di Mengotto]

 N 

 

Quel che d'amore  

si chiama il fiore

è d'un bel core

la fedeltà.

D'un'alma fida,

d'un core onesto,

più bell'innesto

no, non si dà.

 
[N. 3 - Recitativo e strofa di Cecchina]

 N 

CECCHINA

Eh, Mengotto, Mengotto,  

di questo fior sì bello

che il tuo labbro e il tuo cor vanta così,

intesi a dir questa canzone un dì.

 

 

Ogni amatore  

nel proprio core

il fior d'amore

vantando va.

Ma dove nasca

la bella pianta

che il labbro vanta

nessuno il sa.

 

MENGOTTO

Posso farti vedere  

che la pianta felice

di Mengotto nel seno ha la radice.

Sì, ti sarò fedele, fedelone;

bastami solo un po' di compassione.

CECCHINA

Compassione da me ne avrai da vendere,

ma di più non so dar: più non pretendere.

MENGOTTO

Niente, niente d'amor?

CECCHINA

Sì: se ti basta

quell'amor con cui s'amano

i fratelli, gli amici,

nell'innocente amor c'entri anche tu

come amico e fratello, e niente più.

MENGOTTO

Ah, Cecchina, al mio foco

fratellanza, amicizia, è troppo poco.

Ma piuttosto che niente

amami da parente. Un dì, chi sa?

Parentela fra noi cangiar potrà.

 
[N. 4 - Aria di Mengotto]

 N 

Non comoda all'amante  

l'affetto di parente

però meglio è che niente:

mi voglio contentar.

Se mi ami da fratello

un dì, visetto bello

potrà la sorellina

sposina, diventar.

(parte)

Mengotto ->

 

Scena terza

Cecchina, poi il Marchese.

 

CECCHINA

Per dir la verità  

sento qualche pietà per lui nel core,

ma mi fa ingrata un mio segreto amore.

Non ardisco di dirlo,

mai nessuno il saprà...

Oh ciel! dove m'ascondo? Eccolo qua.

 

<- Il Marchese

IL MARCHESE

Brava, sei di buon'ora

questa mane venuta al tuo mestiere.

CECCHINA

Signor, fo il mio dovere.

IL MARCHESE

Ma non voglio

che così t'affatichi. Altri ci sono,

e villani e villane,

fatti per queste cose grossolane.

Tu sei una ragazza tenerina,

tu sei...

CECCHINA

Cosa, signor?

IL MARCHESE

La mia Cecchina.

CECCHINA

Certo, son cosa vostra

se voi mi date il pane.

Comandar mi potete.

IL MARCHESE

Ben, comando

e voglio e dico, ed obbedir conviene

che tu, Cecchina mia... mi voglia bene.

CECCHINA

Signor, con sua licenza.

(vuol partire)

IL MARCHESE

Dove vai?

CECCHINA

Ancor non adacquai

certe piante novelle...

IL MARCHESE

Eh! che c'è tempo!

Senti... ti vuò parlar... vuò confidarti...

(Non posso più: voglio scoprirle il core.)

CECCHINA

(Mi batte il seno... Ah, non tradirmi, amore!)

IL MARCHESE

Tu sei una fanciulla

che merita un tesoro;

un amante son io che da te brama

grata corrispondenza.

Cara, non mi negar...

CECCHINA

Con sua licenza.

(parte correndo)

Cecchina ->

 

Scena quarta

Il Marchese solo.

 

 

Senti senti, Cecchi... Va come il vento!  

Eh, dal suo turbamento

capisco che mi adora,

ma teme a dirlo, ed è innocente ancora.

 

Scena quinta

Sandrina con due canestri di frutti, e detto.

<- Sandrina

 
[N. 5 - Strofa di Sandrina]

 N 

Poverina, tutto il dì  

faticar deggio così!

Lavorare e coltivar,

e le frutta ho da portar.

E son tanto tenerina,

poverina,

chi mi viene ad aiutar?

 

IL MARCHESE

(Costei amica è di Cecchina. Io voglio  

confidarmi con lei.) Sandrina, appunto

ho bisogno di te.

SANDRINA

Con questo peso

trattenermi non vuò.

IL MARCHESE

Via, non ci vede alcun: t'aiuterò.

(leva a Sandrina i cesti dalle spalle, e li pone in terra)

SANDRINA

(Oh, credere conviene

che il padrone davver mi voglia bene.)

IL MARCHESE

Dimmi... ma pria ch'io passi

a confidarti il core,

vorrei saper se mai provasti amore.

SANDRINA

Dirò... così e così...

IL MARCHESE

Dunque sai cosa è amore?

SANDRINA

Eh, signor sì!

IL MARCHESE

Sappi, te lo confido,

ch'io sono innamorato,

e bisogno ho di te.

SANDRINA

(Eh, già lo vedo: è innamorato in me.)

IL MARCHESE

Altri che tu, Sandrina,

non mi puole aiutar.

SANDRINA

Oh, sì signore!

Comandatemi pur: son di buon core.

IL MARCHESE

Amo.

SANDRINA

L'avete detto.

IL MARCHESE

Ma sai qual sia l'oggetto?

SANDRINA

Non so dire...

ma... quasi il mio cervello

se 'l pensa e l'indovina.

(mostrandosi lieta)

IL MARCHESE

Senti, te lo confido: amo Cecchina.

(Sandrina si mortifica)

 

So che amica le sei; fra voi ragazze

confidarvi solete;

e a ragionar con te

non avrà quel rossor ch'ella ha con me.

SANDRINA

Signore, vi dirò...

Contadina son nata

ma non mi piace far quest'imbasciata.

IL MARCHESE

Oh, che sciocco discorso!

Si tratta d'un'amica

si tratta d'un padrone.

E ti regalerò.

SANDRINA

(Mi voglio vendicar.) Vi servirò.

IL MARCHESE

Poc'anzi le parlai,

ma dir non terminai.

Tu, Sandrina, per me le parla un poco.

Dille che tutto foco...

dille che gli occhi suoi...

dille che, se vorrà... capir mi puoi.

 
[N. 6 - Aria del Marchese]

 N 

È pur bella la Cecchina!  

Mi fa tutto giubilar.

Quando parla modestina,

mi fa proprio innamorar.

Quel bocchino piccinino,

quegli occhietti sì furbetti...

Ah, di più non si può far.

Ma tant'altre vanarelle,

che von' far le pazzarelle,

non le posso sopportar.

Via le belle, via le brutte

vadan tutte:

sol Cecchina voglio amar.

(parte)

Il Marchese ->

 

Scena sesta

Sandrina, poi il Cavaliere Armidoro.

 

SANDRINA

Dille, parlale... Oh certo! sì signore!  

Affé, non son sì pazza;

anch'io son tal ragazza

che può avere l'amor d'un cavaliere,

né per altri vuò far questo mestiere.

 

<- Il Cavaliere

IL CAVALIERE

Villanella gentil...

SANDRINA

La riverisco.

IL CAVALIERE

Siete voi del recinto?

SANDRINA

Sì, signore.

IL CAVALIERE

Saper vorrei se la padrona è alzata.

SANDRINA

No 'l so, ché ritornata

son di lontano or ora

a portar queste frutta alla signora.

IL CAVALIERE

(accennando i cesti)

Si può veder?

SANDRINA

Chi siete?

IL CAVALIERE

Il Cavaliere

Armidoro son io, cui la Marchesa

destinata è in isposa, e qui mi sprona

desio di riverirla.

SANDRINA

Mi consolo, signor, vado a servirla.

Oh, che la mia padrona

è tanto e tanto buona!

Con lei certo sarete fortunato;

ma... vi tocca un gran pessimo cognato.

IL CAVALIERE

Il Marchese?

SANDRINA

Signore...

io non voglio dir mal... ma se sapeste...

Basta, non vuò parlare,

perché il vizio non ho di mormorare.

IL CAVALIERE

Ditemi in cortesia:

meco parlar potete.

SANDRINA

Ve 'l dirò in confidenza. Ma tacete.

IL CAVALIERE

Levatemi di pena.

SANDRINA

È innamorato

di certa simoncina

nominata Cecchina,

giovane forestiera,

che fa la giardiniera. Non si sa

dove sia nata, né di chi sia figlia.

Ed ei non si vergogna,

non dico sol d'amarla,

ma si crede che voglia anche sposarla.

IL CAVALIERE

Possibil che ciò sia?

SANDRINA

Ve l'assicuro.

IL CAVALIERE

Ah, se ciò fosse vero,

pria di porger la mano alla Marchesa,

ci penserei ben bene.

SANDRINA

È tanto vero,

e con tal fondamento ora vi parlo,

che anche sull'onor mio posso giurarlo.

 
[N. 7 - Aria di Sandrina]

 N 

Sono una giovane    

che in vita mia

tacciar non possono

d'una bugia;

e non so fingere

non so mentir.

Il mio padrone...

non vuò parlare.

La giardiniera...

non vuò ciarlare.

So tutto il resto,

ma più di questo

non voglio dir.

(parte con i suoi cesti)

S

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Sandrina ->

 

Scena settima

Il Cavaliere Armidoro solo.

 
[N. 8 - Aria del Cavaliere Armidoro]

 N 

 

 

Amo, è ver, la Marchesa,  

son contento di lei,

ma un sì vil parentado io sdegnerei.

E innanzi che mi giunga

ad acciecare il faretrato arciero,

scoprir vogl'io se un tal periglio è vero.

 

Della sposa il bel sembiante    

favellar mi sento al core:

ma la gloria, ma l'onore

son costretto a consigliar.

Ché l'amor nel seno amante

può languire e venir meno,

ma l'onor nel nostro seno

co' la vita ha da durar.

(parte)

S

Il Cavaliere ->

 
 

Scena ottava

Appartamenti terreni corrispondenti al giardino.
La Marchesa, poi Paoluccia.

 Q 

La Marchesa

 

LA MARCHESA

Caro albergo di pace  

lungi dal mormorio, lungi dal tedio

di città popolosa,

sempre dolce mi fosti. A te d'intorno

spira un aere giocondo, un ciel sereno,

ma ora sei al cuor mio piacevol meno:

mancami il bel che adoro,

mancami d'Armidoro il dolce aspetto

a compir fra quest'aure il mio diletto.

 

<- Paoluccia

PAOLUCCIA

Presto, presto, la mancia; in questo punto,

sarà contenta, il Cavaliere è giunto.

LA MARCHESA

Va', che impaziente l'amor mio l'aspetta.

PAOLUCCIA

(Capperi! la signora ha una gran fretta.)

(parte)

Paoluccia ->

 

LA MARCHESA

Ah, convien dir che i nostri cori amanti

s'intendano assai bene:

io pensavo allo sposo, ed ei se n' viene.

 

Scena nona

Il Cavaliere Armidoro, Paoluccia e detta.

<- Paoluccia, Il Cavaliere

 

PAOLUCCIA

(Via, si va così lento  

a riveder la sposa?)

LA MARCHESA

Ah, che opportuno

vi ha guidato il destino.

IL CAVALIERE

Adorata Marchesa, a voi m'inchino.

LA MARCHESA

Ohimè! nel vostro ciglio

veder non parmi il bel sereno usato.

PAOLUCCIA

(Lo diceva ancor io: pare insensato.)

IL CAVALIERE

Compatite un affanno

che mi turba la quiete: il mio costume

per lungo uso vi è noto. Allor che in seno

nutro qualche dolor, qualche sospetto,

deggio in viso mostrarlo a mio dispetto.

PAOLUCCIA

(Certo un uomo sincero è un gran portento:

credo non se ne dian quattro per cento.)

IL CAVALIERE

Detto mi vien per certo

che il Marchese invaghito

sia di femmina vile, e che destina

sposarla ancor.

LA MARCHESA

E chi è costei?

IL CAVALIERE

Cecchina.

LA MARCHESA

Spero che non sarà; di mio germano

conosco il cor; ma se dal cieco amore

si lasciasse tradir? Se mai cedesse

al desio delle nozze inonorate

Armidoro crudel, voi mi lasciate?

IL CAVALIERE

Quel che farei non so. So che vi adoro,

so che mi costerebbe,

il perdervi, la vita; ma non deggio,

ad onta dell'amor che mi consiglia,

il decoro tradir di mia famiglia.

Deh, procurate in tempo

impedir che ciò segua. Idolo mio,

che sarebbe di me, se mai perdessi

d'un sì bel core il prezioso acquisto?

Ah, il pensarvi m'uccide! Ah, non resisto!

(parte)

Il Cavaliere ->

 

Scena decima

La Marchesa e Paoluccia.

 

LA MARCHESA

Temeraria! Per lei  

perderò chi m'adora?

(a Paoluccia)

Chiamami la Cecchina.

PAOLUCCIA

Sì, signora,

la chiamerò; sgridatela ben bene,

quest'incognita ardita e presuntuosa,

ch'esser vorria d'un cavalier la sposa.

 
[N. 9 - Aria di Paoluccia]

 N 

Che superbia maledetta,    

che si vede a dominar!

Ogni misera donnetta

si procura d'innalzar.

Non vi è più fra le persone

quella giusta proporzione

che si usava praticar.

Ciascuna oggidì,

col chicchirichì,

lustrissima sì...

Bracciere di qua,

bracciere di là!

Pomposa... vezzosa...

brillando se n' va.

(parte)

S

Paoluccia ->

 

Scena undicesima

La Marchesa, poi Cecchina.

 

LA MARCHESA

Manderò la sfacciata  

a far vita meschina e ritirata.

Ma per sfuggire col german l'impegno

finger è forza, e simular lo sdegno.

 

<- Cecchina

CECCHINA

Eccomi a' suoi comandi.

LA MARCHESA

Sì, Cecchina,

fosti sempre bonina, e lo sarai;

e un piacer che ti chiedo or mi farai.

CECCHINA

Vuol, parlando così, mortificarmi:

la padrona ha il poter di comandarmi.

LA MARCHESA

Aspasia mia sorella

brama una giardiniera. Ella pregommi

ch'io t'avessi al suo desir concesso

e di cederti ad essa ho già promesso!

CECCHINA

(Povera me!)

LA MARCHESA

Sollecita

renditi al cenno mio.

CECCHINA

Dunque, signora,

seco non mi vuol più?

Non l'è più cara la mia servitù?

LA MARCHESA

Sì, mi sei cara; e se di te mi privo,

alfin ti mando dai congiunti miei.

CECCHINA

Ma io... padrona... voglio star con lei.

LA MARCHESA

Lo dici per amor?

CECCHINA

Certo... lo giuro.

LA MARCHESA

Dunque, se dell'amore

per la padrona tua vanti sincero,

mostra coll'obbedir che dici il vero.

CECCHINA

Signora mia... con vostra permissione...

l'ha saputo il padrone?

LA MARCHESA

Co' le donne

ei non ci deve entrare.

Vattene, e non mi far più replicare.

CECCHINA

Obbedirò: ma se il padrone mio...

LA MARCHESA

La padrona son io.

CECCHINA

Non dico, ma l'andarmene di qua

senza dirlo al padrone, è inciviltà.

LA MARCHESA

Che giovane civile!

Vanne, non replicare:

o, disgraziata, ti farò portare.

(Cecchina resta mortificata e piangente)
 

Scena dodicesima

Il Marchese e dette.

<- Il Marchese

 

IL MARCHESE

Cecchina, di te appunto  

cerco e ricerco, e non ti trovo mai.

Piangi? perché? cos'hai?

LA MARCHESA

Da mia germana

a me fu ricercata,

ed io per civiltà gliel'ho accordata.

IL MARCHESE

Oh, signora sorella,

vi è una difficoltà:

io non voglio che vada, e non andrà.

LA MARCHESA

Sì, sì, cotal ripulsa,

amabil cavaliero,

quel che in dubbio credea mostra esser vero.

Voi l'amate, l'indegna.

IL MARCHESE

E perché no?

LA MARCHESA

La volete sposar?

IL MARCHESE

Questo no 'l so.

LA MARCHESA

Perfida, disgraziata!

Se pentir non ti fo, non son chi sono.

CECCHINA

Signor, meco si sdegna,

ed io colpa non ho.

LA MARCHESA

Sei un'indegna.

 
[N. 10 - Aria di Cecchina]

 N 

CECCHINA

Una povera ragazza,    

padre e madre che non ha,

si maltratta, si strapazza...

questa è troppa crudeltà.

Sì, signora, sì, padrone,

che con vostra permissione

voglio andarmene di qua.

Partirò... me ne andrò

a cercar la carità.

Poverina... la Cecchina,

qualche cosa troverà.

Sì, signore, sì, padrona,

so che il ciel non abbandona

l'innocenza e l'onestà.

(parte)

S

Sfondo schermo () ()

Cecchina ->

 

Scena tredicesima

Il Marchese e la Marchesa.

 

LA MARCHESA

Bell'onor della casa!  

Bel rispetto che avete a una germana!

IL MARCHESE

Per voi ho del rispetto,

per voi ho dell'affetto,

vi venero, vi stimo,

siete del sangue mio:

ma, signora, vuò far quel che vogl'io.

(parte)

Il Marchese ->

 

Scena quattordicesima

La Marchesa sola.

 
[N. 11 - Aria della Marchesa]

 N 

 

 

No, non gli riuscirà, lo giuro al cielo.  

A costo di morire

no, non la vuò soffrire.

Vanne, perfida, e aspetta

che lontana non è la mia vendetta.

 

Furie di donna irata    

in mio soccorso invoco.

Ah, che mi accresce il foco

un disperato amor.

Resa per un'ingrata

gioco d'avversa sorte

stragi, vendetta e morte

medita il mio furor.

(parte)

S

La Marchesa ->

 
 

Scena quindicesima

Boschetto con veduta di campagna.
Paoluccia e Sandrina.

 Q 

Paoluccia, Sandrina

 

PAOLUCCIA

Si sa dov'è Cecchina?  

SANDRINA

Io non so certo

dove se ne sia ita.

PAOLUCCIA

Chi sa che per timor non sia fuggita.

SANDRINA

Vorrei che se ne andasse

lontan le mille miglia.

Non solo fa all'amor con il padrone,

ma con tutti i villani; e il mio Mengotto,

innamorato e cotto

un dì de' fatti miei,

ora spasima e muor solo per lei.

PAOLUCCIA

E non si sa nemmeno

chi diavolo ella sia.

SANDRINA

Fu ritrovata

sulla strada bambina.

PAOLUCCIA

I suoi parenti

assassini saranno

che l'hanno abbandonata.

SANDRINA

Credo che da una zingara sia nata.

 

Scena sedicesima

Cecchina e dette, poi Mengotto, poi il Marchese.

<- Cecchina

 
[N. 12 - Quintetto, finale I]

 N 

 

CECCHINA

Vo cercando, e non ritrovo    

la mia pace, il mio conforto,

e per tutto meco porto

una spina in mezzo al cor.

S

SANDRINA E PAOLUCCIA

Che si fa per di qua?

Signorina, dove va?

CECCHINA

Care amiche, addio per sempre:

già vi lascio, e m'incammino

a cercar miglior destino,

a cercar sorte miglior.

(s'avvia verso la scena)

SANDRINA E PAOLUCCIA

Vada pur, se se ne va,

mille miglia via di qua.

 
(s'incontra in Cecchina, e la trattiene)

<- Mengotto

MENGOTTO

Dove vai, Cecchina bella?

Dove vai, mio dolce amor?

SANDRINA E PAOLUCCIA

Sì, signore, già si sa

coll'amante se ne andrà.

CECCHINA

Donne ingrate, m'insultate,

non avete carità.

SANDRINA E PAOLUCCIA

(deridendola)

Mi condoni, mi perdoni

della mia temerità.

MENGOTTO

Vieni via, che mi contento

dell'amor di sorellina.

CECCHINA

D'una povera meschina

sia Mengotto il difensor.

SANDRINA E PAOLUCCIA
(a Mengotto)

Sia Mengotto il conduttor

dell'amante del padrone,

ed il povero babbione

sia mezzan del protettor.

MENGOTTO

Del padrone?

SANDRINA E PAOLUCCIA

Così è.

Il suo cor non è per te.

MENGOTTO
(a Cecchina)

Resta pur, se d'altri sei.

CECCHINA

Ah! congiura a' danni miei

tutto il mondo traditor.

(sopraggiunge il Marchese)

<- Il Marchese

IL MARCHESE

Vuol Cecchina abbandonarmi?

Ah, crudel, no, non lasciarmi!

Dove vai, mio bel tesor?

SANDRINA E PAOLUCCIA

Con Mengotto se ne va,

ch'è l'amato fortunato

che il suo cor si goderà.

IL MARCHESE

Con Mengotto?

SANDRINA E PAOLUCCIA

Sì, signore.

IL MARCHESE

Vanne pur, ingrato core:

più di te non ho pietà.

CECCHINA

Sventurata... sciagurata...

Ah, di me cosa sarà?

IL MARCHESE

Vanne pur col tuo amorino.

MENGOTTO

Vanne pur col padroncino.

SANDRINA E PAOLUCCIA

Bella... bella in verità!

CECCHINA
(al Marchese)

Ah, signor...

IL MARCHESE

Più non t'ascolto.

CECCHINA
(a Mengotto)

Senti tu...

MENGOTTO

Non son sì stolto.

CECCHINA

Care amiche: in carità!...

SANDRINA E PAOLUCCIA

Mi perdoni, mi condoni

della mia temerità.

CECCHINA

Chi mi aiuta, per pietà?

SANDRINA, PAOLUCCIA, IL MARCHESE E MENGOTTO

No, per te non v'è pietà.

Chi di un sol non si contenta

si martelli, se ne penta:

a chi finge così va.

No, per te non v'è pietà.

CECCHINA

Chi mi aiuta, per pietà?

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

[Sinfonia]

Giardino delizioso, con veduta del palazzo

Cecchina
 

[N. 1 - Aria di Cecchina]

Ah, non potea la sorte

Cecchina
<- Mengotto

Oh, Cecchina, buon giorno

[N. 2 - Strofa di Mengotto]

[N. 3 - Recitativo e strofa di Cecchina]

Eh, Mengotto, Mengotto

Posso farti vedere

[N. 4 - Aria di Mengotto]

Cecchina
Mengotto ->

Per dir la verità

Cecchina
<- Il Marchese

Il Marchese
Cecchina ->

Senti senti

Il Marchese
<- Sandrina

[N. 5 - Strofa di Sandrina]

Costei amica è di Cecchina

[N. 6 - Aria del Marchese]

Sandrina
Il Marchese ->

Dille, parlale…

Sandrina
<- Il Cavaliere

[N. 7 - Aria di Sandrina]

Il Cavaliere
Sandrina ->

[N. 8 - Aria del Cavaliere Armidoro]

Amo, è ver, la Marchesa

Il Cavaliere ->

Appartamenti terreni corrispondenti al giardino.

La Marchesa
 

Caro albergo di pace

La Marchesa
<- Paoluccia

La Marchesa
Paoluccia ->

La Marchesa
<- Paoluccia, Il Cavaliere

Via, si va così lento

La Marchesa, Paoluccia
Il Cavaliere ->

Temeraria! Per lei perderò

[N. 9 - Aria di Paoluccia]

La Marchesa
Paoluccia ->

Manderò la sfacciata

La Marchesa
<- Cecchina

La Marchesa, Cecchina
<- Il Marchese

Cecchina, di te appunto

[N. 10 - Aria di Cecchina]

La Marchesa, Il Marchese
Cecchina ->

Bell'onor della casa!

La Marchesa
Il Marchese ->

[N. 11 - Aria della Marchesa]

No, non gli riuscirà

La Marchesa ->

Boschetto con veduta di campagna.

Paoluccia, Sandrina
 

Si sa dov'è Cecchina?

Paoluccia, Sandrina
<- Cecchina

[N. 12 - Quintetto, finale I]

Cecchina, Sandrina e Paoluccia, Mengotto, Il Marchese
Vo cercando, e non ritrovo
Paoluccia, Sandrina, Cecchina
<- Mengotto

Paoluccia, Sandrina, Cecchina, Mengotto
<- Il Marchese

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima
Giardino delizioso, con veduta del palazzo Appartamenti terreni corrispondenti al giardino. Boschetto con veduta di campagna. Bosco in vicinanza della villa. Logge terrene. Recinto d'alberi. Appartamenti terreni corrispondenti al giardino. Salone magnifico con colonnati, statue e portali laterali.
[Sinfonia] [N. 1 - Aria di Cecchina] [N. 2 - Strofa di Mengotto] [N. 3 - Recitativo e strofa di Cecchina] [N. 4 - Aria di Mengotto] [N. 5 - Strofa di Sandrina] [N. 6 - Aria del Marchese] [N. 7 - Aria di Sandrina] [N. 8 - Aria del Cavaliere Armidoro] [N. 9 - Aria di Paoluccia] [N. 10 - Aria di Cecchina] [N. 11 - Aria della Marchesa] [N. 12 - Quintetto, finale I] [N. 13 - Aria del Marchese] [N. 14 - Recitativo con violini e aria di Mengotto] [N. 15 - Aria di Tagliaferro] [N. 16 - Aria del Cavaliere Armidoro] [N. 17 - Duetto] [N. 18 - Aria della Marchesa] [N. 19 - Aria di Cecchina] [N. 20 - Aria del Marchese] [N. 21 - Recitativo e aria di Cecchina] [N. 22 - Quintetto, finale II] [N. 23 - Aria del Cavaliere Armidoro] [N. 24 - Aria della Marchesa] [N. 25 - Aria di Sandrina] [N. 26 - Aria di Mengotto] [N. 27 - Aria di Tagliaferro] [N. 28 - Duetto] [N. 29 - Ottetto, finale III]
Atto secondo Atto terzo

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