Argomento

Donna Caritea regina di Spagna, figlia di don Pietro e di donna Irene, per disposizione testamentaria paterna dovea colla scelta del suo sposo dar un successore alla corona di Spagna. Fin dalla sua prima giovinezza essa prediligeva il giovine Pompeo figlio di d. Guglielmo, grande del regno; ma venuto questi a contesa con Diego figlio di d. Fernando, parimenti grande del regno, e generale di Campo, (che pure ardea segretamente per Caritea) fu da quest'ultimo in un duello trafitto. Oltremodo dolente l'innamorata regina ordinò che si arrestasse l'uccisore perché ne avesse il meritato castigo, ma sottrattosi Diego da Toledo coi mezzi procuratigli dal padre, andò vagando due lustri sotto il nome di don Pirro d'Aragona qual capitano di ventura, avendo assoldato una mano di valorosi guerrieri.

Passata Caritea dalla nazione di scegliere un nuovo sposo, ferma nel suo primo affetto per l'estinto Pompeo, costantemente si rifiutò; finalmente tornando vane le ricerche fatte contro di Diego fuggitivo, pensò di proclamare un bando che, colui che gli avesse recata la testa di Diego, sarebbe stato da lei prescelto a suo sposo, e quindi alla dignità del trono innalzato. In questo frattempo Alfonso re di Portogallo, invaghito dell'avvenenza di Caritea, del suo animo virile ed allettato fors'anco dall'idea di possedere un doppio dominio, s'era dichiarato pretendente alla sua mano, ma ottenuta una formale ripulsa, già si accingeva a voler ottenere colla forza ciò che non aveva potuto ottener dalla persuasione. Già un poderoso esercito da lui capitanato era sceso in Ispagna, già le truppe portoghesi si trovavano sul Tago, già si minacciava Toledo, quando arriva sconosciuto Diego dopo due lustri, e presentatosi al portoghese sovrano ottiene per un giorno di potersi accampare coi suoi sulla destra del fiume presso al ponte di legno. Fu in questo luogo, che Caritea in abito virile volendo sorprendere alla schiena l'armata nemica, nel passaggio del ponte rovinato dai guastatori portoghesi si trovava in grave pericolo. Accorso per avventura Diego ha la fortuna di salvar la sua adorata regina; questa presa da gratitudine, comincia a sentir per lo sconosciuto guerriero un'amorosa inclinazione che viene rafforzata dall'averla ricondotta salva in Toledo. Sdegnato altamente Alfonso dall'operato di Diego lo porta ad una particolare disfida, dalla quale uscendo Diego vincitore torna in Toledo ed assicura la regina dal pericolo del suo stato; ma tutto questo non basta per determinarla a dargli la mano di sposa, adducendo che finché Diego viveva, in forza del suo decreto poteva appartenere, a chi le avesse portata la di lui testa. Allora finalmente vedendo che non v'era altro mezzo che il palesarsi, e che il momento era opportuno si getta ai suoi piedi sottomettendosi a discrezione alla sua vendetta. Quest'ultimo tratto di devozione corona pienamente i desideri di Diego, e in mezzo alle acclamazione del popolo viene a conseguire la mano di Caritea, che lo perseguitava a morte.

Atto primo Atto secondo

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