Atto primo

 

Scena prima

Giardino de' Grimaldi fuori di Genova. Alla sinistra il palazzo; di fronte il mare. Spunta l'aurora.
Amelia (osservando l'orizzonte).

 Q 

Amelia

 
[N. 5 - Introduzione e aria Amelia]

 N 

 

Come in quest'ora bruna    

sorridon gli astri e il mare!

Come s'unisce, o luna,

all'onda il tuo chiaror!...

Amante amplesso pare

di due verginei cor!

Ma gli astri e la marina

che pingono alla mente

dell'orfana meschina?...

La notte atra, crudel,

quando la pia morente

sclamò: ~ «ti guardi il ciel».

O altero ostel, soggiorno

di stirpe ancor più altera,

il tetto disadorno

non obliai per te!...

Solo in tua pompa austera

amor sorride a me...

S

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(è giorno)
 

 

S' inalba il ciel, ma l'amoroso canto  

non s'ode ancora!...

Ei mi terge ogni dì, come l'aurora

la rugiada dei fior, del ciglio il pianto.

 

GABRIELE
(una voce lontana)

Cielo di stelle orbato,  

di fior vedovo prato,

è l'alma senza amor.

 

AMELIA

Ciel!... la sua voce!... È desso!...

Ei s'avvicina!... oh gioia!...

Tutto m'arride l'universo adesso!...

 

GABRIELE
(una voce più vicina)

Se manca il cor che t'ama,

non empiono tua brama

gemme, possanza, onor.

AMELIA

Ei vien!... l'amor

m'avvampa in seno

e spezza il freno

l'ansante cor!

 

Scena seconda

Detta e Gabriele dalla destra.

<- Gabriele

 
[N. 6 - Duetto Amelia - Gabriele]

 N 

 

GABRIELE

Anima mia!  

AMELIA

Perché si tardi giungi?

GABRIELE

Perdona, o cara... I lunghi indugi miei

t'apprestano grandezza...

AMELIA

Pavento...

GABRIELE

Che?

AMELIA

L'arcano tuo conobbi...

a me il sepolcro appresti,

il patibolo a te!...

GABRIELE

Che pensi?

AMELIA

Io amo

Andrea qual padre, il sai;

pur m'atterrisce... In cupa

notte non vi mirai

sotte le tetre volte errar sovente

pensosi, irrequieti?

GABRIELE

Chi?

AMELIA

Tu, e Andrea,

e Lorenzino e gli altri...

GABRIELE

Ah taci... il vento

ai tiranni potria recar tai voci!

Parlan le mura... un delator s'asconde

ad ogni passo...

AMELIA

Tu tremi?...

GABRIELE

I funesti

fantasmi scaccia!

AMELIA

Fantasmi dicesti?

 

Vieni a mirar la cerula    

marina tremolante;

là Genova torreggia

sul talamo spumante;

là i tuoi nemici imperano,

vincerli indarno speri...

ripara i tuoi pensieri

al porto dell'amor.

GABRIELE

Angiol che dall'empireo

piegasti a terra l'ale,

e come faro sfolgori

sul tramite mortale,

non ricercar dell'odio

i funebri misteri;

ripara i tuoi pensieri

al porto dell'amor.

S

 

AMELIA
(fissando a destra)

Ah!  

GABRIELE

Che mai fia?

AMELIA

Vedi quel'uom?... qual ombra

ogni dì appar.

GABRIELE

Forse un rival?...

 

Scena terza

Detti, un'Ancella, quindi Pietro.

<- Ancella

 

ANCELLA

Del Doge  

un messaggier di te chiede.

AMELIA

S' appressi.

 
(l'Ancella esce)

Ancella ->

 

GABRIELE

Chi sia veder vogl'io...  

(va per uscire)

AMELIA

(fermandolo)

T'arresta.

 

<- Pietro

PIETRO
(inchinandosi ad Amelia)

Il Doge  

dalle cacce tornando di Savona

questa magion visitar brama.

AMELIA

Il puote.

 
(Pietro parte)

Pietro ->

 

Scena quarta

Gabriele ed Amelia.

 

GABRIELE

Il Doge qui?  

AMELIA

Mia destra a chieder viene.

GABRIELE

Per chi?

AMELIA

Pe 'l favorito suo. ~ D'Andrea

vola in cerca... T'affretta... va'... prepara

il rito nuzïal… mi guida all'ara

 

AMELIA E GABRIELE

Sì, sì dell'ara il giubilo  

contrasti il fato avverso,

e tutto l'universo

io sfiderò con te.

Di casto amore il palpito

è del destin più forte;

amanti oltre la morte

sempre vivrai con me.

 
(Amelia entra nel palazzo)

Amelia ->

 

Scena quinta

Gabriele va per uscire dalla destra e incontra Andrea.

<- Fiesco

 
[N. 7 - Scena e duetto Gabriele - Amelia]

 N 

 

GABRIELE

(Propizio giunge Andrea!)  

FIESCO
(come Andrea)

Sì mattutino

qui?

GABRIELE

A dirti...

FIESCO

Che ami Amelia.

GABRIELE

Tu che lei vegli con paterna cura

a nostre nozze assenti?

FIESCO

Alto mistero

sulla vergine incombe.

GABRIELE

E qual?

FIESCO

Se parlo

forse tu più non l'amerai.

GABRIELE

Non teme

ombra d'arcani l'amor mio! T'ascolto.

FIESCO

Amelia tua d'umile stirpe nacque.

GABRIELE

La figlia dei Grimaldi!

FIESCO

No ~ la figlia

del Grimaldi morì tra consacrate

vergini in Pisa. Un'orfana raccolta

nel chiostro il dì che fu d'Amelia estremo

ereditò sua cella...

GABRIELE

Ma come de' Grimaldi

anco il nome prendea?...

FIESCO

De' fuorusciti

perseguia le ricchezze il nuovo Doge;

e la mentita Amelia alla rapace

man sottrarle potea. ~

GABRIELE

L'orfana adoro!

FIESCO

Di lei se' degno.

GABRIELE

A me fia dunque unita?

FIESCO

In terra e in ciel!

GABRIELE

Ah! tu mi dai la vita.

 

FIESCO

Vieni a me, ti benedico  

nella pace di quest'ora,

lieto vivi e fido adora

l'angiol tuo, la patria, il ciel!

GABRIELE

Eco pio del tempo antico,

la tua voce è un casto incanto;

serberà ricordo santo

de' tuoi detti il cor fedel.

 
(squilli di trombe)
 

GABRIELE

Ecco il Doge. Partiam. Ch' ei non ti scorga.  

FIESCO

Ah! presto il dì della vendetta sorga!

 
(partono)

Gabriele, Fiesco ->

 

Scena sesta

Doge, Paolo e Séguito, poi Amelia dal palazzo.

<- Simone, Paolo, seguito

 
[N. 8 - Scena e duetto Simone - Amelia]

 N 

 

SIMONE
(come Doge)

Paolo.

PAOLO

Signor.

SIMONE

Ci spronano gli eventi,

di qua partir convien.

PAOLO

Quando?

SIMONE

Allo squillo

dell'ora.

 
(ad un cenno del Doge il corteggio s'avvia dalla destra)

seguito ->

<- Amelia

 

PAOLO

(nell'atto di partire scorge Amelia)  

(Oh qual beltà!)

 

Paolo ->

 

Scena settima

Amelia e il Doge.

 

SIMONE
(come Doge)

Favella il Doge  

ad Amelia Grimaldi?

AMELIA

Così nomata sono.

SIMONE

E gli esuli fratelli tuoi non punge

desio di patria?

AMELIA

Possente... ma...

SIMONE

Intendo...

A me inchinarsi sdegnano i Grimaldi...

Così risponde a tanto orgoglio il Doge...

(le porge un foglio)

AMELIA
(leggendo)

Che veggo!... il lor perdono?

SIMONE

E denno a te della clemenza il dono.

 

SIMONE

Dinne, perché in quest'eremo    

tanta beltà chiudesti?

Del mondo mai le fulgide

lusinghe non piangesti?

Il tuo rossor me 'l dice...

S

AMELIA

T'inganni, io son felice...

SIMONE

Agli anni tuoi l'amore...

AMELIA

Ah mi leggesti in core!

Amo uno spirto angelico

che ardente mi riama...

Ma di me acceso, un perfido,

l'or dei Grimaldi brama...

SIMONE

Paolo!

AMELIA

Quel vil nomasti!... E poiché tanta

pietà ti muove dei destini miei,

vo' svelarti il segreto che mi ammanta...

non sono una Grimaldi!...

SIMONE

Oh! ciel... chi sei?...

AMELIA

Orfanella il tetto umile

m'accogliea d'una meschina,

dove presso alla marina

sorge Pisa...

SIMONE

In Pisa tu?

AMELIA

Grave d'anni quella pia

era solo a me sostegno;

io provai del ciel lo sdegno,

involata ella mi fu.

Colla tremola sua mano

pinta effigie mi porgea,

le sembianze esser dicea

della madre ignota a me.

Mi baciò, mi benedisse,

levò al ciel, pregando, i rai...

Quante volte la chiamai

l'eco sol risposta diè.

SIMONE

(Se la speme, o ciel clemente,

ch'or sorride all'alma mia,

fosse sogno!... estinto io sia

della larva al disparir!)

AMELIA

Come tetro a me dolente

s'appressava l'avvenir!

SIMONE

Dinne... alcun là non vedesti?...

AMELIA

Uom di mar noi visitava...

SIMONE

E Giovanna si nomava

lei che i fati a te rapir?...

AMELIA

Sì.

SIMONE

(trae dal seno un ritratto, lo porge ad Amelia, che fa altrettanto)

E l'effigie non somiglia

questa?

AMELIA

Uguali son!...

SIMONE

Maria!...

AMELIA

Il mio nome!...

SIMONE

Sei mia figlia.

AMELIA

Io!...

SIMONE

M'abbraccia, o figlia mia.

AMELIA

Padre, padre il cor ti chiama!

Stringi al sen Maria che t'ama.

 

SIMONE

Figlia!... a tal nome palpito

qual se m'aprisse i cieli...

Un mondo d'ineffabili

letizie a me riveli;

qui un paradiso il tenero

padre ti schiuderà...

Di mia corona il raggio

aureola tua sarà.

 

AMELIA

Padre, vedrai la vigile

figlia a te sempre accanto;

nell'ora malinconica

asciugherò il tuo pianto...

Avrem gioie romite

note soltanto al ciel,

io la colomba mite

sarò del regio ostel.

 
(Amelia, accompagnata dal padre fino alla soglia, entra nel palazzo; il Doge la contempla estatico mentre ella si allontana)

Amelia ->

 

Scena ottava

Doge e Paolo dalla destra.

<- Paolo

 
[N. 9 - Scena e dialogo]

 N 

 

PAOLO

Che rispose?  

SIMONE
(come Doge)

Rinunzia ogni speranza.

PAOLO

Doge, no 'l posso!...

SIMONE

Il voglio.

(parte)

Simone ->

 

PAOLO

Il vuoi!... scordasti che mi devi il soglio?

 

Scena nona

Paolo e Pietro dalla destra

<- Pietro

 

PIETRO

Che disse?  

PAOLO

A me negolla.

PIETRO

Che pensi tu?

PAOLO

Rapirla.

PIETRO

Come?

 

PAOLO

Sul lido a sera  

la troverai solinga.

Si tragga al mio naviglio;

di Lorenzin si rechi

alla magion.

PIETRO

S'ei nega?

PAOLO

Digli che so sue trame,

e presterammi aita...

Tu gran mercede avrai...

PIETRO

Ella sarà rapita.

 
(escono)

Paolo, Pietro ->

 
 

Scena decima

Sala del Consiglio nel Palazzo degli Abati.
Il Doge seduto sul seggio ducale; da un lato, dodici Consiglieri nobili; dall'altro lato, dodici Consiglieri popolani. Seduti a parte, quattro Consoli del mare e i Connestabili. Paolo e Pietro stanno sugli ultimi seggi dei popolani. Un Araldo.

 Q 

Simone, consiglieri nobili, consiglieri popolani, consoli del mare, connestabili, Paolo, Pietro

 
[N. 10 - Finale I, scena del consiglio]

 N 

 

SIMONE
(come Doge)

Messeri, il re di Tartaria vi porge  

pegni di pace e ricchi doni e annunzia

schiuso l'Eusin alle liguri prore.

Acconsentite?

TUTTI

Sì.

SIMONE

Ma d' altro voto

più generoso io vi richiedo.

ALCUNI

Parla.

SIMONE

La stessa voce che tuonò su Rienzi,

vaticinio di gloria e poi di morte,

or su Genova tuona. ~ Ecco un messaggio

(mostrando uno scritto)

del romito di Sorga, ei per Venezia

supplica pace...

PAOLO

(interrompendolo)

Attenda alle sue rime

il cantor della bionda avignonese.

TUTTI
(ferocemente)

Guerra a Venezia!

SIMONE

E con quest'urlo atroce

fra due liti d'Italia erge Caino

la sua clava cruenta! ~ Adria e Liguria

hanno patria comune.

TUTTI

È nostra patria

Genova.

 
(tumulto lontano)
 

PIETRO

Qual clamor!

ALCUNI

D'onde tai grida?

PAOLO

(balzando e dopo essere accorso al verone)

Dalla piazza de' Fieschi.

TUTTI

(alzandosi)

Una sommossa!

PAOLO

(sempre alla finestra, lo ha raggiunto Pietro)

Ecco una turba di fuggenti.

SIMONE

Ascolta.

 
(il tumulto si fa più forte)
 

PAOLO

(origliando)

Si sperdon le parole...

VOCI INTERNE

Morte!

TUTTI

Morte!

PAOLO E PIETRO

È lui?

SIMONE

(che ha udito presso al verone)

Chi?

PIETRO

Guarda.

SIMONE

(guardando)

Ciel! Gabriele Adorno

dalla plebe assalito... accanto ad esso

combatte un guelfo. A me un araldo.

PIETRO
(sommesso)

Paolo,

fuggi, o sei colto.

SIMONE

(guardando Paolo che s'avvia)

Consoli del mare,

custodite la soglie! Olà, chi fugge

è un traditor.

 
(Paolo confuso s'arresta)
 

VOCI
(in piazza)

Viva il popolo!

CONSIGLIERI POPOLANI

(sguainando le spade)

Evviva!

SIMONE

E che? voi pure?

voi; qui! voi provocate?

VOCI
(in piazza)

Morte al Doge.

 
(ergendosi con possente alterezza; sarà giunto l'Araldo)

<- Araldo

 

SIMONE

Morte al Doge? sta ben. ~ Tu, araldo, schiudi  

le porte del palagio e annuncia al volgo

gentilesco e plebeo ch'io non lo temo,

che le minacce udii, che qui li attendo...

(ai consiglieri che ubbidiscono)

Nelle guaine i brandi.

VOCI
(in piazza)

Armi! saccheggio!

fuoco alle case!

ALTRE VOCI

Ai trabocchi!

ALTRE

Alla gogna!

SIMONE

Squilla la tromba dell'araldo... ei parla...

 
(una tromba lontana. Tutti stanno attenti origliando. Silenzio)
 

SIMONE

Tutto è silenzio...

UNO SCOPPIO DI GRIDA

Evviva!

VOCI
(più vicine)

Evviva il Doge!

SIMONE

Ecco le plebi!

 

Scena undicesima

Irrompe la folla dei Popolani, i Consiglieri, ecc., ecc., molte Donne, alcuni Fanciulli, il Doge, Paolo, Pietro. I Consiglieri nobili sempre divisi dai Popolani. Adorno e Fiesco afferrati dal Popolo.

<- popolo, Gabriele, Fiesco

 
N. 10a – Sommossa

POPOLO

Vendetta! vendetta!

Spargasi il sangue dell'uccisor!

SIMONE
(come Doge)

(ironicamente)

Quest'è dunque del popolo la voce?

Da lungi tuono d'uragan, da presso

gridio di donne e di fanciulli. ~ Adorno,

perché impugni l'acciar?

GABRIELE

Ho trucidato

Lorenzino.

POPOLO

Assassin!

GABRIELE

Ei la Grimaldi

avea rapita.

SIMONE

(Orror!)

POPOLO

Menti!

GABRIELE

Quel vile

pria di morir disse che un uom possente

al crimine l'ha spinto.

PIETRO
(a Paolo)

(Ah! sei scoperto!)

SIMONE
(con agitazione)

E il nome suo?

GABRIELE

(fissando il Doge con tremenda ironia)

T'acqueta! il reo si spense

pria di svelarlo.

SIMONE

Che vuoi dir?

GABRIELE
(terribilmente)

Pe 'l cielo!

Uom possente tu se'!

SIMONE
(a Gabriele)

Ribaldo!

GABRIELE
(al Doge slanciandosi)

Audace

rapitor di fanciulle!

ALCUNI

Si disarmi!

GABRIELE

(disvincolandosi e correndo per ferire il Doge)

Empio corsaro incoronato! muori!

 

Scena dodicesima

Amelia e detti.

<- Amelia

 

AMELIA

(entrando ed interponendosi fra i due assalitori e il Doge)

Ferisci!  

SIMONE, FIESCO E GABRIELE

Amelia!

TUTTI

Amelia!

AMELIA

O Doge... ah salva...

salva l'Adorno tu.

SIMONE

(alle guardie che si sono impossessate di Gabriele per disarmarlo)

Nessun l'offenda.

Cade l'orgoglio e al suon del suo dolore

tutta l'anima mia parla d'amore...

Amelia, di' come tu fosti rapita

e come al periglio potesti campar.

 
N. 10b - Racconto di Amelia

AMELIA

Nell'ora soave che all'estasi invita  

soletta men givo sul lido del mar.

Mi cingon tre sgherri, m'accoglie un naviglio.

POPOLO

Orror!

AMELIA

Soffocati non valsero i gridi...

Io svenni e al novello dischiuder del ciglio

Lorenzo in sue stanze presente mi vidi...

TUTTI

Lorenzo!

AMELIA

Mi vidi prigion dell'infame!

Io ben di quell'alma sapea la viltà.

Al doge, gli dissi, fìen note tue trame,

se a me sull' istante non dai libertà.

Confuso di tema, mi schiuse le porte...

Salvarmi l'audace minaccia poteo...

TUTTI

Ei ben meritava, quell'empio, la morte.

AMELIA

V'è un più nefando che illeso qui sta.

TUTTI

Chi dunque?

AMELIA

(fissando Paolo che sta dietro un gruppo di persone)

Ei m'ascolta e discerno le smorte

sue labbra.

SIMONE E GABRIELE

Chi è dunque?

POPOLANI
(minacciosi)

Un patrizio.

NOBILI
(come sopra)

Un plebeo.

POPOLANI
(ai nobili)

Abbasso le spade!

AMELIA

Terribili gridi!

NOBILI
(ai popolani)

Abbasso le scuri!

AMELIA

Pietà!

SIMONE
(possentemente)

Fratricidi!

 
N. 10c - Pezzo d'assieme

SIMONE

Plebe! Patrizi! ~ Popolo    

dalla feroce storia!

Erede sol dell'odio

dei Spinola e dei D'Oria,

mentre v' invita estatico

il regno ampio dei mari,

voi nei fraterni lari

vi lacerate il cuor.

Piango su voi, sul placido

raggio del vostro clivo

là dove invan germoglia

il ramo dell' ulivo.

Piango sulla mendace

festa dei vostri fior,

e vo gridando: pace!

e vo gridando: amor!

S

 

AMELIA
(a Fiesco)

Pace! lo sdegno immenso

raffrena per pietà!

Pace! t' ispiri un senso

di patria carità.

PIETRO
(a Paolo)

Tutto fallì, la fuga

sia tua salvezza almen.

PAOLO
(a Pietro)

No, l'angue che mi fruga

è gonfio di velen.

GABRIELE

(Amelia è salva, e m'ama!

Sia ringraziato il ciel!

Disdegna ogni altra brama

l'animo mio fedel.)

FIESCO

(O patria! a qual mi serba

vergogna il mio sperar!

Sta la città superba

nel pugno d' un corsar!)

CORO
(fissando il Doge)

Il suo commosso accento

sa l' ira in noi calmar;

vol di soave vento

che rasserena il mar.

 

GABRIELE

(offrendo la spada al Doge)  

Ecco la spada.

SIMONE

Questa notte sola

qui prigione sarai, finché la trama

tutta si scopra. ~ No, l'altera lama

serba, non voglio che la tua parola.

GABRIELE

E sia!

SIMONE
(con forza terribile)

Paolo!

PAOLO

(sbucando dalla folla allibito)

Mio duce!

SIMONE

(con tremenda maestà e con violenza sempre più formidabile)

In te risiede

l'austero dritto popolar, è accolto

l'onore cittadin nella tua fede:

bramo l'ausiglio tuo... V'è in queste mura

un vil che m'ode e impallidisce in volto,

già la mia man lo afferra per le chiome.

Io so il suo nome...

è nella sua paura.

Tu al cospetto del ciel e al mio cospetto

sei testimon. ~ Sul manigoldo impuro

piombi il tuon del mio detto:

«Sia maledetto!» e tu ripeti il giuro.

(con immensa forza)

PAOLO
(atterrito e tremante)

«Sia maledetto...» (Orror!)

TUTTI

«Sia maledetto!»

 

Fine (Atto primo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Giardino de' Grimaldi fuori di Genova. Alla sinistra il palazzo; di fronte il mare. Spunta l'aurora.

Amelia
 

[N. 5 - Introduzione e aria Amelia]

(è giorno)

S'inalba il ciel, ma l'amoroso canto

Gabriele, Amelia
Cielo di stelle orbato

 
Amelia
<- Gabriele

[N. 6 - Duetto Amelia - Gabriele]

Anima mia! / Perché si tardi giungi?

Amelia e Gabriele
Vieni a mirar la cerula

Ah! / Che mai fia? / Vedi queli'uom?... qual ombra

Amelia, Gabriele
<- Ancella

Del Doge un messaggier

Amelia, Gabriele
Ancella ->

Chi sia veder vogl'io

Amelia, Gabriele
<- Pietro

Il doge dalle cacce

Amelia, Gabriele
Pietro ->

Il Doge qui? / Mia destra a chieder viene.

Gabriele
Amelia ->
Gabriele
<- Fiesco

[N. 7 - Scena e duetto Gabriele - Amelia]

Propizio giunge Andrea! / Sì mattutino

Andrea e Gabriele
Vieni a me, ti benedico

(squilli di trombe)

Ecco il Doge. Partiam. Ch' ei non ti scorga.

Gabriele, Fiesco ->
<- Simone, Paolo, seguito

[N. 8 - Scena e duetto Simone - Amelia]

Simone, Paolo
seguito ->
Simone, Paolo
<- Amelia

Oh qual beltà!

Simone, Amelia
Paolo ->

Favella il Doge ad Amelia Grimaldi?

Simone
Amelia ->
Simone
<- Paolo

[N. 9 - Scena e dialogo]

Che rispose? / Rinunzia ogni speranza

Paolo
Simone ->

Paolo
<- Pietro

Che disse? / A me negolla.

Paolo, Pietro
Sul lido a sera
Paolo, Pietro ->

Sala del Consiglio nel Palazzo degli Abati.

Simone, consiglieri nobili, consiglieri popolani, consoli del mare, connestabili, Paolo, Pietro
 

[N. 10 - Finale I, scena del consiglio]

Messeri, il re di Tartaria vi porge

Simone, consiglieri nobili, consiglieri popolani, consoli del mare, connestabili, Paolo, Pietro
<- Araldo

Morte al Doge? sta ben. Tu, araldo, schiudi

(una tromba lontana: silenzio)

Simone, consiglieri nobili, consiglieri popolani, consoli del mare, connestabili, Paolo, Pietro, Araldo
<- popolo, Gabriele, Fiesco
Simone, consiglieri nobili, consiglieri popolani, consoli del mare, connestabili, Paolo, Pietro, Araldo, popolo, Gabriele, Fiesco
<- Amelia

Ferisci! / Amelia! / Amelia! / O Doge... ah salva

Ecco la spada / Questa notte sola

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima
Una piazza di Genova; nel fondo la chiesa di San Lorenzo; a destra il palazzo dei Fieschi con gran... Giardino de' Grimaldi fuori di Genova. Alla sinistra il palazzo; di fronte il mare. Spunta l'aurora. Sala del Consiglio nel Palazzo degli Abati. Stanza del Doge nel palazzo ducale in Genova; porte laterali; da un poggiolo si vede la città;... Interno del Palazzo ducale; di prospetto grandi aperture dalle quali si scorgerà Genova illuminata a...
[N. 1 - Introduzione, scena e coro] [N. 2 - Aria Fiesco] [N. 3 - Duetto Simone - Fiesco] [N. 4 - Scena e coro finale] [N. 5 - Introduzione e aria Amelia] [N. 6 - Duetto Amelia - Gabriele] [N. 7 - Scena e duetto Gabriele - Amelia] [N. 8 - Scena e duetto Simone - Amelia] [N. 9 - Scena e dialogo] [N. 10 - Finale I, scena del consiglio] [N. 11 - Scena e recitativo] [N. 12 - Scena e duetto Paolo - Andrea] [N. 13 - Scena ed aria Gabriele] [N. 14 - Scena e duetto Amelia - Gabriele] [N. 15 - Scena e terzetto. Finale II] [N. 16 - Introduzione, scena e recitativo] [N. 17 - Scena e duetto Simone - Fiesco] [N. 18 - Scena e quartetto - Finale III]
Prologo Atto secondo Atto terzo

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