SIMON BOCCANEGRA
Melodramma in un prologo e tre atti.
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Libretto di Francesco Maria PIAVE, Arrigo BOITO.
Musica di Giuseppe VERDI.
Prima esecuzione: 24 marzo 1881, Milano.
Personaggi:
SIMONE Boccanegra, corsaro al servizio della repubblica genovese, poi primo doge di Genova |
baritono |
Maria Boccanegra, sua figlia, sotto il nome di AMELIA |
soprano |
Jacopo FIESCO nobile genovese, poi sotto il nome di Andrea |
basso |
GABRIELE Adorno, gentiluomo genovese |
tenore |
PAOLO Albiani, filatore d'oro genovese, poi cortigiano favorito del Doge |
baritono |
PIETRO popolano di Genova, poi altro cortigiano |
baritono |
Un CAPITANO dei balestrieri |
tenore |
Un' ANCELLA di Amelia |
mezzosoprano |
Prologo:
Marinai, Popolo, Domestici di Fiesco, ecc.
Dramma:
Soldati, Marinai, Popolo, Senatori, Corte del doge, ecc.
L'azione è in Genova e sue vicinanze, nella prima metà del secolo XIV.
N. B. Tra il prologo e il dramma passano 25 anni.
Una piazza di Genova.
Nel fondo la chiesa di San Lorenzo. A destra il palazzo dei Fieschi con gran balcone: nel muro di fianco al balcone è un'immagine, davanti a cui arde un lanternino: a sinistra altre case.
Varie strade conducono alla piazza. È notte.
Paolo e Pietro in scena, continuando un discorso.
[N. 1 - Introduzione, scena e coro]
PAOLO
PIETRO
PAOLO
PIETRO
PAOLO
PIETRO
(si dan la mano; Pietro parte)
Paolo solo.
Detto e Simone che entra frettoloso.
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
(Simone s'allontana, Paolo si trae in disparte presso il palazzo dei Fieschi)
Paolo, Pietro, Marinai, Artigiani.
PIETRO
CORO
Tutti.
PIETRO
CORO
Niuno. ~ A Lorenzino
tutti il voto darem.
PIETRO
CORO
Dunque chi fia l'eletto?
PIETRO
CORO
Sì.
PIETRO
CORO
Ben dici... ma fra i nostri
sai l'uom?
PIETRO
CORO
E chi?... Risuoni il nome suo.
PAOLO
CORO
Il corsar?
PAOLO
CORO
È qui?
PAOLO
CORO
E i Fieschi?
PAOLO
(chiama tutti intorno a sé; quindi, indicando il palazzo de' Fieschi, dice loro con mistero)
PAOLO
CORO
Già volgono più lune, che la gentil sembianza
non allegrò i veroni della romita stanza;
passando ogni pietoso invan mirar desia
la bella prigioniera, la misera Maria.
PAOLO
CORO
Par l'antro de' fantasmi!... O qual terror!...
(si vede il riverbero d'un lume)
PAOLO
CORO
Oh ciel!...
PAOLO
CORO
Qui.
PIETRO
CORO
Simone ad una voce.
(partono)
Fiesco esce dal palazzo.
[N. 2 - Aria Fiesco]
FIESCO
A te l'estremo addio, palagio altero,
freddo sepolcro dell'angiolo mio!...
Né a proteggerti io valsi!... Oh maledetto!...
E tu, vergin, soffristi
(volgendosi all'immagine)
rapita a lei la verginal corona?...
Ma che dissi!... deliro!... ah mi perdona!
Il lacerato spirito
del mesto genitore
di più crudele spasimo
era segnato al dardo. ~
Il serto a lei de' martiri
pietoso il cielo diè...
Resa al fulgor degli angeli,
prega, Maria, per me.
(s'odono lamenti dall'interno del palazzo)
DONNE
È morta!... È morta!... a lei s'apron le sfere!...
Mai più!... mai più non la vedremo in terra!...
UOMINI
Miserere!... miserere!...
Varie persone escono dal palazzo, e traversando mestamente la piazza, s'allontanano.
Detto e Simone che ritorna in scena esultante.
[N. 3 - Duetto Simone - Fiesco]
SIMONE
FIESCO
Simon?...
SIMONE
FIESCO
Qual cieco fato
a oltraggiarmi ti traea?...
Sul tuo capo io qui chiedea
l'ira vindice del ciel.
SIMONE
FIESCO
Tardi è omai. ~
SIMONE
FIESCO
Io fea plauso al tuo valore,
ma le offese non perdono...
te vedessi asceso in trono...
SIMONE
FIESCO
Segno all'odio mio
e all'anatema di dio
è di Fiesco l'offensor.
SIMONE
FIESCO
No ~ pace non fora
se pria l'un di noi non mora.
SIMONE
FIESCO
(ritraendosi con orgoglio)
Assassinarti?...
SIMONE
FIESCO
Ascolta:
se concedermi vorrai
l'innocente sventurata
che nascea d'impuro amor,
io, che ancor non la mirai,
giuro renderla beata,
e tu avrai perdono allor.
SIMONE
FIESCO
Perché?
SIMONE
FIESCO
Favella.
SIMONE
FIESCO
La donna?
SIMONE
FIESCO
E la tua figlia?...
SIMONE
FIESCO
Se il mio desire compir non puoi,
pace non puote esser tra noi!
Addio, Simone...
(gli volge le spalle)
SIMONE
FIESCO
(freddo senza guardarlo)
No.
SIMONE
FIESCO
Addio.
(s'allontana, poi si arresta in disparte ad osservare)
[N. 4 - Scena e coro finale]
SIMONE
FIESCO
T'inoltra e stringi
gelida salma.
SIMONE
FIESCO
L'ora suonò del tuo castigo...
SIMONE
VOCI
(lontane)
Boccanegra!...
SIMONE
VOCI
(più vicine)
Boccanegra!
SIMONE
Detti, Paolo, Pietro, Marinai, Popolo d'ambo i sessi, con fiaccole accese.
CORO
Doge il popol t'acclama!
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
FIESCO
(Doge Simon?... m'arde l'inferno in petto!...)
CORO
Viva Simon, del popolo l'eletto!
S'alzano le fiaccole, le campane suonano a stormo... tamburi ecc., ed alle grida di «viva Simone» cala il sipario.
Giardino de' Grimaldi fuori di Genova. Alla sinistra il palazzo; di fronte il mare. Spunta l'aurora.
Amelia (osservando l'orizzonte).
[N. 5 - Introduzione e aria Amelia]
Come in quest'ora bruna
sorridon gli astri e il mare!
Come s'unisce, o luna,
all'onda il tuo chiaror!...
Amante amplesso pare
di due verginei cor!
Ma gli astri e la marina
che pingono alla mente
dell'orfana meschina?...
La notte atra, crudel,
quando la pia morente
sclamò: ~ «ti guardi il ciel».
O altero ostel, soggiorno
di stirpe ancor più altera,
il tetto disadorno
non obliai per te!...
Solo in tua pompa austera
amor sorride a me...
(è giorno)
S' inalba il ciel, ma l'amoroso canto
non s'ode ancora!...
Ei mi terge ogni dì, come l'aurora
la rugiada dei fior, del ciglio il pianto.
GABRIELE
(una voce lontana)
Cielo di stelle orbato,
di fior vedovo prato,
è l'alma senza amor.
AMELIA
Ciel!... la sua voce!... È desso!...
Ei s'avvicina!... oh gioia!...
Tutto m'arride l'universo adesso!...
GABRIELE
(una voce più vicina)
Se manca il cor che t'ama,
non empiono tua brama
gemme, possanza, onor.
AMELIA
Ei vien!... l'amor
m'avvampa in seno
e spezza il freno
l'ansante cor!
Detta e Gabriele dalla destra.
[N. 6 - Duetto Amelia - Gabriele]
GABRIELE
Anima mia!
AMELIA
Perché si tardi giungi?
GABRIELE
Perdona, o cara... I lunghi indugi miei
t'apprestano grandezza...
AMELIA
Pavento...
GABRIELE
Che?
AMELIA
L'arcano tuo conobbi...
a me il sepolcro appresti,
il patibolo a te!...
GABRIELE
Che pensi?
AMELIA
Io amo
Andrea qual padre, il sai;
pur m'atterrisce... In cupa
notte non vi mirai
sotte le tetre volte errar sovente
pensosi, irrequieti?
GABRIELE
Chi?
AMELIA
Tu, e Andrea,
e Lorenzino e gli altri...
GABRIELE
Ah taci... il vento
ai tiranni potria recar tai voci!
Parlan le mura... un delator s'asconde
ad ogni passo...
AMELIA
Tu tremi?...
GABRIELE
I funesti
fantasmi scaccia!
AMELIA
Fantasmi dicesti?
Vieni a mirar la cerula
marina tremolante;
là Genova torreggia
sul talamo spumante;
là i tuoi nemici imperano,
vincerli indarno speri...
ripara i tuoi pensieri
al porto dell'amor.
GABRIELE
Angiol che dall'empireo
piegasti a terra l'ale,
e come faro sfolgori
sul tramite mortale,
non ricercar dell'odio
i funebri misteri;
ripara i tuoi pensieri
al porto dell'amor.
AMELIA
(fissando a destra)
Ah!
GABRIELE
Che mai fia?
AMELIA
Vedi quel'uom?... qual ombra
ogni dì appar.
GABRIELE
Forse un rival?...
Detti, un'Ancella, quindi Pietro.
ANCELLA
Del Doge
un messaggier di te chiede.
AMELIA
S' appressi.
(l'Ancella esce)
GABRIELE
Chi sia veder vogl'io...
(va per uscire)
AMELIA
(fermandolo)
T'arresta.
PIETRO
AMELIA
Il puote.
(Pietro parte)
Gabriele ed Amelia.
GABRIELE
Il Doge qui?
AMELIA
Mia destra a chieder viene.
GABRIELE
Per chi?
AMELIA
Pe 'l favorito suo. ~ D'Andrea
vola in cerca... T'affretta... va'... prepara
il rito nuzïal… mi guida all'ara
AMELIA E GABRIELE
Sì, sì dell'ara il giubilo
contrasti il fato avverso,
e tutto l'universo
io sfiderò con te.
Di casto amore il palpito
è del destin più forte;
amanti oltre la morte
sempre vivrai con me.
(Amelia entra nel palazzo)
Gabriele va per uscire dalla destra e incontra Andrea.
[N. 7 - Scena e duetto Gabriele - Amelia]
GABRIELE
(Propizio giunge Andrea!)
FIESCO
(come Andrea)
Sì mattutino
qui?
GABRIELE
A dirti...
FIESCO
Che ami Amelia.
GABRIELE
Tu che lei vegli con paterna cura
a nostre nozze assenti?
FIESCO
Alto mistero
sulla vergine incombe.
GABRIELE
E qual?
FIESCO
Se parlo
forse tu più non l'amerai.
GABRIELE
Non teme
ombra d'arcani l'amor mio! T'ascolto.
FIESCO
Amelia tua d'umile stirpe nacque.
GABRIELE
La figlia dei Grimaldi!
FIESCO
No ~ la figlia
del Grimaldi morì tra consacrate
vergini in Pisa. Un'orfana raccolta
nel chiostro il dì che fu d'Amelia estremo
ereditò sua cella...
GABRIELE
Ma come de' Grimaldi
anco il nome prendea?...
FIESCO
De' fuorusciti
perseguia le ricchezze il nuovo Doge;
e la mentita Amelia alla rapace
man sottrarle potea. ~
GABRIELE
L'orfana adoro!
FIESCO
Di lei se' degno.
GABRIELE
A me fia dunque unita?
FIESCO
In terra e in ciel!
GABRIELE
Ah! tu mi dai la vita.
FIESCO
Vieni a me, ti benedico
nella pace di quest'ora,
lieto vivi e fido adora
l'angiol tuo, la patria, il ciel!
GABRIELE
Eco pio del tempo antico,
la tua voce è un casto incanto;
serberà ricordo santo
de' tuoi detti il cor fedel.
(squilli di trombe)
GABRIELE
Ecco il Doge. Partiam. Ch' ei non ti scorga.
FIESCO
Ah! presto il dì della vendetta sorga!
(partono)
Doge, Paolo e Séguito, poi Amelia dal palazzo.
[N. 8 - Scena e duetto Simone - Amelia]
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
SIMONE
(ad un cenno del Doge il corteggio s'avvia dalla destra)
PAOLO
Amelia e il Doge.
SIMONE
AMELIA
Così nomata sono.
SIMONE
AMELIA
Possente... ma...
SIMONE
AMELIA
(leggendo)
Che veggo!... il lor perdono?
SIMONE
SIMONE
AMELIA
T'inganni, io son felice...
SIMONE
AMELIA
Ah mi leggesti in core!
Amo uno spirto angelico
che ardente mi riama...
Ma di me acceso, un perfido,
l'or dei Grimaldi brama...
SIMONE
AMELIA
Quel vil nomasti!... E poiché tanta
pietà ti muove dei destini miei,
vo' svelarti il segreto che mi ammanta...
non sono una Grimaldi!...
SIMONE
AMELIA
Orfanella il tetto umile
m'accogliea d'una meschina,
dove presso alla marina
sorge Pisa...
SIMONE
AMELIA
Grave d'anni quella pia
era solo a me sostegno;
io provai del ciel lo sdegno,
involata ella mi fu.
Colla tremola sua mano
pinta effigie mi porgea,
le sembianze esser dicea
della madre ignota a me.
Mi baciò, mi benedisse,
levò al ciel, pregando, i rai...
Quante volte la chiamai
l'eco sol risposta diè.
SIMONE
AMELIA
Come tetro a me dolente
s'appressava l'avvenir!
SIMONE
AMELIA
Uom di mar noi visitava...
SIMONE
AMELIA
Sì.
SIMONE
AMELIA
Uguali son!...
SIMONE
AMELIA
Il mio nome!...
SIMONE
AMELIA
Io!...
SIMONE
AMELIA
Padre, padre il cor ti chiama!
Stringi al sen Maria che t'ama.
SIMONE
AMELIA
Padre, vedrai la vigile
figlia a te sempre accanto;
nell'ora malinconica
asciugherò il tuo pianto...
Avrem gioie romite
note soltanto al ciel,
io la colomba mite
sarò del regio ostel.
(Amelia, accompagnata dal padre fino alla soglia, entra nel palazzo; il Doge la contempla estatico mentre ella si allontana)
Doge e Paolo dalla destra.
[N. 9 - Scena e dialogo]
PAOLO
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
Paolo e Pietro dalla destra
PIETRO
PAOLO
PIETRO
PAOLO
PIETRO
PAOLO
PIETRO
PAOLO
PIETRO
(escono)
Sala del Consiglio nel Palazzo degli Abati.
Il Doge seduto sul seggio ducale; da un lato, dodici Consiglieri nobili; dall'altro lato, dodici Consiglieri popolani. Seduti a parte, quattro Consoli del mare e i Connestabili. Paolo e Pietro stanno sugli ultimi seggi dei popolani. Un Araldo.
[N. 10 - Finale I, scena del consiglio]
SIMONE
TUTTI
Sì.
SIMONE
ALCUNI
Parla.
SIMONE
PAOLO
TUTTI
(ferocemente)
Guerra a Venezia!
SIMONE
TUTTI
È nostra patria
Genova.
(tumulto lontano)
PIETRO
ALCUNI
D'onde tai grida?
PAOLO
TUTTI
(alzandosi)
Una sommossa!
PAOLO
SIMONE
(il tumulto si fa più forte)
PAOLO
VOCI INTERNE
Morte!
TUTTI
Morte!
PAOLO E PIETRO
È lui?
SIMONE
PIETRO
SIMONE
PIETRO
SIMONE
(Paolo confuso s'arresta)
VOCI
(in piazza)
Viva il popolo!
CONSIGLIERI POPOLANI
(sguainando le spade)
Evviva!
SIMONE
VOCI
(in piazza)
Morte al Doge.
(ergendosi con possente alterezza; sarà giunto l'Araldo)
SIMONE
VOCI
(in piazza)
Armi! saccheggio!
fuoco alle case!
ALTRE VOCI
Ai trabocchi!
ALTRE
Alla gogna!
SIMONE
(una tromba lontana. Tutti stanno attenti origliando. Silenzio)
SIMONE
UNO SCOPPIO DI GRIDA
Evviva!
VOCI
(più vicine)
Evviva il Doge!
SIMONE
Irrompe la folla dei Popolani, i Consiglieri, ecc., ecc., molte Donne, alcuni Fanciulli, il Doge, Paolo, Pietro. I Consiglieri nobili sempre divisi dai Popolani. Adorno e Fiesco afferrati dal Popolo.
N. 10a – Sommossa
POPOLO
Vendetta! vendetta!
Spargasi il sangue dell'uccisor!
SIMONE
GABRIELE
Ho trucidato
Lorenzino.
POPOLO
Assassin!
GABRIELE
Ei la Grimaldi
avea rapita.
SIMONE
POPOLO
Menti!
GABRIELE
Quel vile
pria di morir disse che un uom possente
al crimine l'ha spinto.
PIETRO
SIMONE
GABRIELE
(fissando il Doge con tremenda ironia)
T'acqueta! il reo si spense
pria di svelarlo.
SIMONE
GABRIELE
(terribilmente)
Pe 'l cielo!
Uom possente tu se'!
SIMONE
GABRIELE
(al Doge slanciandosi)
Audace
rapitor di fanciulle!
ALCUNI
Si disarmi!
GABRIELE
(disvincolandosi e correndo per ferire il Doge)
Empio corsaro incoronato! muori!
Amelia e detti.
AMELIA
(entrando ed interponendosi fra i due assalitori e il Doge)
Ferisci!
SIMONE, FIESCO E GABRIELE
Amelia!
TUTTI
Amelia!
AMELIA
O Doge... ah salva...
salva l'Adorno tu.
SIMONE
N. 10b - Racconto di Amelia
AMELIA
Nell'ora soave che all'estasi invita
soletta men givo sul lido del mar.
Mi cingon tre sgherri, m'accoglie un naviglio.
POPOLO
Orror!
AMELIA
Soffocati non valsero i gridi...
Io svenni e al novello dischiuder del ciglio
Lorenzo in sue stanze presente mi vidi...
TUTTI
Lorenzo!
AMELIA
Mi vidi prigion dell'infame!
Io ben di quell'alma sapea la viltà.
Al doge, gli dissi, fìen note tue trame,
se a me sull' istante non dai libertà.
Confuso di tema, mi schiuse le porte...
Salvarmi l'audace minaccia poteo...
TUTTI
Ei ben meritava, quell'empio, la morte.
AMELIA
V'è un più nefando che illeso qui sta.
TUTTI
Chi dunque?
AMELIA
(fissando Paolo che sta dietro un gruppo di persone)
Ei m'ascolta e discerno le smorte
sue labbra.
SIMONE E GABRIELE
Chi è dunque?
POPOLANI
(minacciosi)
Un patrizio.
NOBILI
(come sopra)
Un plebeo.
POPOLANI
(ai nobili)
Abbasso le spade!
AMELIA
Terribili gridi!
NOBILI
(ai popolani)
Abbasso le scuri!
AMELIA
Pietà!
SIMONE
N. 10c - Pezzo d'assieme
SIMONE
AMELIA
(a Fiesco)
Pace! lo sdegno immenso
raffrena per pietà!
Pace! t' ispiri un senso
di patria carità.
PIETRO
PAOLO
GABRIELE
(Amelia è salva, e m'ama!
Sia ringraziato il ciel!
Disdegna ogni altra brama
l'animo mio fedel.)
FIESCO
(O patria! a qual mi serba
vergogna il mio sperar!
Sta la città superba
nel pugno d' un corsar!)
CORO
(fissando il Doge)
Il suo commosso accento
sa l' ira in noi calmar;
vol di soave vento
che rasserena il mar.
GABRIELE
(offrendo la spada al Doge)
Ecco la spada.
SIMONE
GABRIELE
E sia!
SIMONE
PAOLO
SIMONE
PAOLO
TUTTI
«Sia maledetto!»
Stanza del Doge nel Palazzo ducale in Genova.
Porte laterali. Da un poggiolo si vede la città. Un tavolo: un'anfora e una tazza. ~ Annotta.
Paolo e Pietro.
[N. 11 - Scena e recitativo]
PAOLO
PIETRO
PAOLO
PIETRO
(esce)
Paolo.
(estrae un'ampolla, ne vuota il contenuto nella tazza)
Detto, Fiesco e Gabriele dalla destra, condotti da Pietro, che si ritira.
[N. 12 - Scena e duetto Paolo - Andrea]
FIESCO
Prigioniero in qual loco m' adduci?
PAOLO
FIESCO
I tuoi sguardi son truci...
PAOLO
FIESCO
Che brami?
PAOLO
FIESCO
Sì.
PAOLO
FIESCO
Mi tendi un agguato.
PAOLO
FIESCO
A qual patto?
PAOLO
FIESCO
Osi a Fiesco proporre un misfatto?
PAOLO
FIESCO
Si.
PAOLO
(Fiesco parte dalla destra; Gabriele fa per seguirlo, ma è arrestato da Paolo)
Paolo e Gabriele.
[N. 13 - Scena ed aria Gabriele]
PAOLO
GABRIELE
Vil disegno.
PAOLO
GABRIELE
Che dici?
PAOLO
GABRIELE
Qui Amelia!...
PAOLO
GABRIELE
Astuto
dimon, cessa...
Paolo corre a chiuder la porta.
Che fai?
PAOLO
(parte frettoloso dalla sinistra porta, che si chiude dietro)
Gabriele solo.
O inferno! Amelia qui! L'ama il vegliardo!...
E il furor che m'accende
m'è conteso sfogar!... Tu m'uccidesti
il padre... tu m'involi il mio tesoro...
Trema, iniquo... già troppa era un'offesa,
doppia vendetta hai sul tuo capo accesa.
Sento avvampar nell'anima
furente gelosia;
tutto il suo sangue spegnerne
l'incendio non potria;
s'ei mille vite avesse,
se mieterle potesse
d'un colpo il mio furor,
non sarei sazio ancor.
Che parlo!... ohimè!... deliro!...
piango!... pietà, gran dio, del mio martiro!...
Pietoso cielo, rendila,
rendila a questo core,
pura siccome l'angelo
che veglia al suo pudore;
ma se una nube impura
tanto candor m'oscura,
priva di sue virtù,
ch'io non la vegga più.
Detto ed Amelia dalla sinistra.
[N. 14 - Scena e duetto Amelia - Gabriele]
AMELIA
(entra)
Tu qui?...
GABRIELE
Amelia!
AMELIA
Chi il varco t'apria?
GABRIELE
E tu come qui?
AMELIA
Io...
GABRIELE
Ah sleale!
AMELIA
Ah crudele!...
GABRIELE
Il tiranno ferale...
AMELIA
Il rispetta...
GABRIELE
Egli t'ama...
AMELIA
D'amor
santo...
GABRIELE
E tu?...
AMELIA
L'amo al pari...
GABRIELE
E t'ascolto
né t'uccido?
AMELIA
Infelice!... me 'l credi
pura io sono...
GABRIELE
Favella.
AMELIA
Concedi
che il segreto non aprasi ancor.
GABRIELE
Parla ~ in tuo cor virgineo
fede all'amante rendi. ~
Il tuo silenzio è funebre
vel che su me distendi.
Dammi la vita o il feretro,
sdegno la tua pietà.
AMELIA
Sgombra dall'alma il dubbio...
Santa nel petto mio
l'immagin tua s'accoglie
come nel tempio iddio.
No, procellosa tenebra
un ciel d'amor non ha.
(s'ode uno squillo)
AMELIA
Il Doge vien ~ scampo non hai. ~ T'ascondi!
GABRIELE
No.
AMELIA
Il patibol t'aspetta.
GABRIELE
Io non lo temo.
AMELIA
Nell'ora stessa teco avrò morte...
se non ti move di me pietà.
GABRIELE
Di te pietade?... (Lo vuol la sorte...
si compia il fato... Egli morrà...)
(Amelia nasconde Gabriele sul poggiolo)
Detta e il Doge, ch'entra dalla destra leggendo un foglio.
[N. 15 - Scena e terzetto. Finale II]
SIMONE
AMELIA
Sì afflitto, o padre mio?
SIMONE
AMELIA
Io...
SIMONE
AMELIA
O padre,
fra' liguri il più prode, il più gentile...
SIMONE
AMELIA
Adorno...
SIMONE
AMELIA
Padre!...
SIMONE
AMELIA
Ciel!... perdonagli!...
SIMONE
AMELIA
Con lui morrò...
SIMONE
AMELIA
Io l'amo
d'ardente, d'infinito amor. O al tempio
con lui mi guida, o sopra entrambi cada
la scure del carnefice...
SIMONE
AMELIA
Il fia...
SIMONE
AMELIA
Padre adorato!...
SIMONE
AMELIA
Lascia
ch'io vegli al fianco tuo...
SIMONE
AMELIA
Padre!...
SIMONE
AMELIA
(entrando a sinistra)
(Gran dio! come salvarlo?)
Il Doge e Gabriele nascosto.
SIMONE
GABRIELE
(entra con precauzione, s'avvicina al Doge e lo contempla)
Ei dorme!... quale
sento ritegno?... È riverenza o tema?...
Vacilla il mio voler?... Tu dormi, o veglio,
del padre mio carnefice, tu mio
rival... Figlio d'Adorno!... la paterna
ombra ti chiama vindice...
(brandisce un pugnale e va per trafiggere il Doge, ma Amelia, che era ritornata, va rapidamente a porsi tra esso ed il padre)
Detti ed Amelia
AMELIA
Insensato!
Vecchio inerme il tuo braccio colpisce!
GABRIELE
Tua difesa mio sdegno raccende.
AMELIA
Santo, il giuro, è l'amor che ci unisce,
né alle nostre speranze contende.
GABRIELE
Che favelli?...
SIMONE
AMELIA
Nascondi il pugnale,
vien... ch'ei t'oda...
GABRIELE
Prostrarmi al suo piede?
SIMONE
GABRIELE
Sangue il sangue d'Adorno ti chiede.
SIMONE
AMELIA
Non io.
GABRIELE
Niun quest'arcano saprà.
SIMONE
GABRIELE
La morte,
tuoi supplizi non temo.
AMELIA
Ah pietà!
SIMONE
GABRIELE
Suo padre sei tu!
Perdono, Amelia. ~ Indomito
geloso amor fu il mio...
Doge, il velame squarciasi...
un assassin son io..
dammi la morte; il ciglio
a te non oso alzar.
AMELIA
(Madre, che dall'empireo
proteggi la tua figlia,
del genitor all'anima
meco pietà consiglia...
Ei si rendea colpevole
solo per troppo amor.)
SIMONE
CORO
(interno)
All'armi, all'armi, o liguri,
patrio dover v'appella ~
scoppiò dell'ira il folgore;
è notte di procella.
Le guelfe spade cingano
di tirannia lo spalto ~
del coronato veglio,
su, alla magion, l'assalto.
AMELIA
(corre al poggiolo)
Quai gridi?...
GABRIELE
I tuoi nemici.
SIMONE
AMELIA
S'addensa
il popolo.
SIMONE
GABRIELE
Che pugni
contro di te?... mai più.
SIMONE
GABRIELE
Teco a pugnar ritorno,
se la clemenza tua non li disarmi.
SIMONE
GABRIELE E AMELIA
O inaspettata gioia!
AMELIA
O padre!
SIMONE E GABRIELE
(snudando le spade)
All'armi!
Interno del Palazzo ducale.
Di prospetto grandi aperture dalle quali si scorgerà Genova illuminata a festa: in fondo il mare.
Un Capitano dei balestrieri, con Fiesco, dalla destra, poi dalla sinistra Paolo in mezzo alle Guardie.
[N. 16 - Introduzione, scena e recitativo]
GRIDA
(interne)
Evviva il Doge!
ALTRE GRIDA
Vittoria! Vittoria!
CAPITANO
(rimettendo a Fiesco la sua spada)
Libero sei: ecco la spada.
FIESCO
E i guelfi?
CAPITANO
Sconfitti.
FIESCO
O triste libertà! ~
(a Paolo)
Che?... Paolo!
Dove sei tratto?
PAOLO
FIESCO
Che vuoi dir?
PAOLO
FIESCO
(a Paolo)
Infame!
PAOLO
CORO INTERNO
(Dal sommo delle sfere
proteggili, o signor;
di pace sien foriere
le nozze dell'amor.)
PAOLO
FIESCO
(sguainando la spada)
Amelia?
Tu fosti il rapitor?... Mostro!
PAOLO
FIESCO
(trattenendosi)
Non lo sperar; sei sacro alla bipenne.
(le guardie trascinano Paolo fuori di scena)
Fiesco solo.
[N. 17 - Scena e duetto Simone - Fiesco]
Inorridisco!... no, Simon, non questa
vendetta chiesi, d'altra meta degno
era il tuo fato. ~ Eccolo... il Doge. ~ Alfine
è giunta l'ora di trovarci a fronte!
(si ritira in un angolo d'ombra)
Il Doge: lo precede il Capitano con un Trombettiere, Fiesco in disparte.
CAPITANO
(al verone)
Cittadini! per ordine del Doge
s'estinguano le faci e non s'offenda
col clamor del trionfo i prodi estinti.
(esce seguìto dal trombettiere)
SIMONE
FIESCO
(avvicinandosi)
Era meglio per te!
SIMONE
FIESCO
Chi te non teme...
SIMONE
FIESCO
Invan le appelli...
Non son qui i sgherri tuoi. ~
M'ucciderai, ma pria m'odi...
SIMONE
(i lumi della città e del porto cominciano a spegnersi)
FIESCO
Delle faci festanti al barlume
cifre arcane, funebri vedrai. ~
Tua sentenza la mano del nume
sopra queste pareti vergò.
Di tua stella s'ecclissano i rai;
la tua porpora in brani già cade;
vincitor fra le larve morrai
cui la tomba tua scure negò.
SIMONE
FIESCO
Lo udisti un'altra volta.
SIMONE
FIESCO
Non mi ravvisi tu?
SIMONE
FIESCO
Simone,
i morti ti salutano!
SIMONE
FIESCO
Compiuto alfin di quest'alma è il desio!
Come fantasima
Fiesco t'appar,
antico oltraggio
a vendicar.
SIMONE
FIESCO
Che dici?
SIMONE
FIESCO
Io?
SIMONE
FIESCO
Cielo!... perché mi splende il ver sì tardi?
SIMONE
FIESCO
Piango, perché mi parla
in te del ciel la voce;
sento rampogna atroce
fin nella tua pietà.
SIMONE
FIESCO
Ahimè! morte sovrasta... un traditore
il velen t'apprestò.
SIMONE
FIESCO
Crudele
fato!
SIMONE
FIESCO
Maria...
SIMONE
Detti, Maria, Gabriele, Senatori, Dame, Gentiluomini, Paggi con torce, ecc., ecc.
[N. 18 - Scena e quartetto - Finale III]
AMELIA
(come Maria)
(vedendo Fiesco)
Chi veggo!...
SIMONE
GABRIELE
(Fiesco!)
AMELIA
(a Fiesco)
Tu qui!
SIMONE
AMELIA
Egli?... Fia ver?...
FIESCO
Maria!...
AMELIA
Oh gioia! Dunque
gli odii funesti han fine!...
SIMONE
AMELIA
Qual ferale
pensier t'attrista sì sereni istanti?
SIMONE
AMELIA
(a Gabriele)
Quali accenti! oh terror!
SIMONE
(sorpresa generale)
AMELIA E GABRIELE
Che parli?...
SIMONE
AMELIA E GABRIELE
(cadendo a' pie' del Doge)
Possibil fia?...
SIMONE
AMELIA
No, non morrai, l'amore
vinca di morte il gelo,
risponderà dal cielo
pietade al mio dolor.
GABRIELE
O padre, o padre, il seno
furia mi squarcia atroce...
Come passò veloce
l'ora del lieto amor!
FIESCO
Ogni letizia in terra
è menzognero incanto,
d'interminato pianto
fonte è l'umano cor.
CORO
Sì ~ piange, piange è vero,
ognor la creatura;
s'avvolge la natura,
in manto di dolor!
SIMONE
CORO
Sì - piange, piange, è vero,
ognor la creatura;
s'avvolge la natura
in manto di dolor!
SIMONE
(i senatori s'appressano)
AMELIA E GABRIELE
(s'inginocchiano davanti al cadavere)
O padre!...
(s'avvicina al verone circondato da' senatori e Paggi che alzano le fiaccole):
FIESCO
Genovesi!... In Gabriele
Adorno il vostro doge or acclamate. ~
VOCI
(dalla piazza)
No. ~ Boccanegra!
FIESCO
È morto...
Pace per lui pregate!...
Lenti e gravi tocchi di campana. Tutti s' inginocchiano.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 03/03/2018
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)