Atto primo

 
[Sinfonia]

 N 

 

Scena prima

Strada colla casa di Bartolo da un lato, con porta praticabile e finestra pure praticabile, chiusa da gelosia.

 Q 

Conte

 
[N. 1 - Introduzione]

 N 

 
Il Conte avvolto in un gran mantello scuro, e cappello spuntato; guarda l'orologio passeggiando.
 

 

Ecco, l'ora s'avvicina  

di veder la mia Rosina

ov'è solita venir.

Non vorrei che qualcheduno

mi vedesse in queste spoglie...

ma s'appressa un importuno

che impedisce il mio gioir.

(vedendo venir Figaro, si ritira)

 

Scena seconda

Figaro con una chitarra dietro alle spalle, cantando allegramente, con una carta e matita in mano, e detto nascosto.

<- Figaro

 
[N. 2 - Scena e duetto]

 N 

FIGARO

Diamo alla noia il bando,  

che sempre ci consuma

del vin andiam cantando,

che il foco in seno alluma.

Ogn'uomo senza vino

morrebbe, il poverino...

come giusto... un babbuino.

Sino qua non va male.

(componendo e cantando)

Il vino e la pigrizia

disputano il mio cor.

Oibò, non se 'l disputano,

ma vi regnano insieme...

spartiscono il mio cor...

Ma si può dir spartiscono? Sì bene:

e perché no? Quel che va male in versi,

in musica si mette

e così si compongono le burlette.

(mette un ginocchio a terra e scrive)

Il vino e la pigrizia

spartiscono il mio cor.

Finir vorrei con qualcosa di bello...

con una opposizione, un'antitesi...

Cospetto! l'ho trovata.

(scrive cantando)

L'una è la mia delizia,

e l'altro il servitor.

Oh! quando ci saranno gl'istromenti,

con quest'aria farò certo portenti.

(s'avvede del Conte e s'alza)

Sfondo schermo ()

 

 

(Ma quel soggetto  

l'ho visto altrove...)

CONTE

(osservando Figaro)

(Quella figura

m'è certo cognita...)

FIGARO

(No, non m'inganno;

quell'aria nobile...)

CONTE

(Al portamento

grottesco e comico...)

FIGARO

(Io lo ravviso:

è quello il Conte...)

CONTE

(Certo è costui

quel birbo Figaro...)

FIGARO

Son io, signore...

CONTE

Briccon, se parli...

FIGARO

Non parlo certo...

CONTE

Non nominarmi.

FIGARO

Bene, eccellenza.

CONTE

Usa prudenza.

FIGARO

S'ella comanda

vo via di qua.

CONTE

Parlar vo' teco;

no, resta qua.

 

CONTE

(Costui è destro,

e nel mio caso

mi gioverà.)

FIGARO

(Certo un intrigo,

certo un arcano

qui ci sarà.)

 
Recitativo

CONTE

Sei così grosso e grasso,  

ch'io non t'avea certo conosciuto.

FIGARO

Per miseria così son divenuto.

CONTE

Ma cosa fai in Siviglia?

Quando da me sortisti,

t'avea raccomandato

acciò fossi provvisto d'un impiego.

FIGARO

E l'ottenni, eccellenza, è ver, no 'l niego.

CONTE

Chiamami sol Lindoro:

non vedi a questo mio travestimento

che ignoto esser voglio?

FIGARO

Ubbidirò. (C'è sotto qualche imbroglio.)

CONTE

E bene, quest'impiego?

FIGARO

Io fui fatto garzon di spezieria...

CONTE

Degli ospitali forse dell'armata?

FIGARO

D'un maniscalco di cavalleria.

CONTE

Buon principio!

FIGARO

Il posto era assai buono;

ma essendo sfortunato,

da quel posto, signor, fui discacciato.

CONTE

Ma perché? Dimmi un poco.

FIGARO

L'invidia, oh ciel! L'invidia, oh giusti dèi,

fu la cagion di tutti i mali miei.

CONTE

E come! tu verseggi?

Io poc'anzi osservai che componevi

e cantavi con molta buona grazia.

FIGARO

E questo fu, signor, la mia disgrazia.

Quando il ministro seppe

che faceva sonetti, madrigali,

epitalami, idilli, odi e canzoni,

ed altre sorti di composizioni,

egli tragicamente, oh sorte ria!

Dall'impiego mi fece mandar via.

CONTE

E tu allor...

FIGARO

Ed io allora,

per non saper che fare,

mi misi per le spagne a viaggiare.

 
[N. 3 - Aria]

 N 

Scorsi già molti paesi:  

in Madrid io debuttai,

feci un'opera, e cascai;

e col mio bagaglio addosso

me ne corsi a più non posso

in Castiglia e nella Mancia,

nell'Asturie, in Catalogna;

poi passai nell'Andalusia,

e girai l'Estremadura,

come ancor sierra Morena:

ed in fin nella Galizia;

in un luogo bene accolto,

in un altro in lacci avvolto;

ma però di buon umore,

d'ogni evento superior.

(mentre Figaro canta l'aria, il Conte guarda con attenzione verso la finestra della casa di Bartolo)

 

Col sol rasoio,

senza contanti,

facendo barbe

tirai avanti;

or qui in Siviglia

fo permanenza

pronto a servir

vostra eccellenza;

se pur io merito

un tant'onor...

 
Recitativo

CONTE

(guardando la gelosia)

La tua filosofia è assai gioiosa.  

FIGARO

M'affretto a ridere,

per timor di dover un giorno piangere...

Ma perché guarda lei da quella parte?

CONTE

Salviamoci.

FIGARO

Perché?

CONTE

Vieni in disparte.

 
(si nascondono)
 

Scena terza

Rosina dalla finestra, poi Bartolo, e detti nascosti.

<- Rosina

 
[N. 4 - Duetto]

 N 

ROSINA

Lode al ciel, che alfine aperse    

l'Argo mio la gelosia;

or potrà quest'alma mia

la fresc'aura respirar.

S

Fogli partitura

(Bartolo arriva alla finestra, e s'avvede d'una carta che Rosina tiene in mano)

<- Bartolo

BARTOLO

Una carta? Cos'è quella?

ROSINA

Questa qui è una canzone

dell'Inutil precauzione,

che il maestro di cappella

ieri appunto mi mandò.

BARTOLO

Cos'è questa Precauzione?

ROSINA

Mio signor, è una commedia.

BARTOLO

Sì, da far venir l'inedia...

(Ah! chi sa chi l'inventò!)

ROSINA

(fa cadere la carta in strada)

La mia canzone,

ah! m'è caduta;

correte presto,

sarà perduta...

BARTOLO

Io corro, cara;

subito vo.

(Rosina guarda dietro alla finestra e fa segno con la mano al Conte, che fa un salto, raccoglie la carta e si nasconde)

ROSINA

Eh, eh! Prendete

e via scappate.

 

BARTOLO

(apre la porta e cerca)

Dov'è la carta?

ROSINA

Non la trovate?

Sotto il balcone...

BARTOLO

Oibò, oibò...

(Che commissione

inver ch'ho avuto!)

Passò qualcuno?

ROSINA

Non l'ho veduto.

BARTOLO

Ed io, se cerco,

impazzirò.

Un'altra volta,

in fede mia,

mai più non apro

la gelosia;

simile errore,

no, non farò.

(entra in casa)

ROSINA

In lacci avvolta

per sorte ria,

se cerco uscire

di prigionia

del mio tutore,

io ben farò.

BARTOLO

(dalla finestra)

Via, favorite

d'entrar, signora,

perché il balcone

io chiuderò.

Insieme

ROSINA

Subito vengo,

non v'adirate,

perché qui fuora

restar non vo'.

 
(entrano, e Bartolo chiude la gelosia)

Rosina, Bartolo ->

 

Scena quarta

Il Conte e Figaro rientrano.

 
Recitativo

CONTE

Adesso che si sono ritirati,  

esaminiamo ben questa canzone

che rinchiude un mistero certamente.

FIGARO

Saper volea cos'è la Precauzione!

CONTE
(legge)

«Quando che 'l mio tutor sarà sortito,

cantate indifferente

su l'aria e strofe di questa canzone

il nome vostro, stato e condizione;

mentre saper desìo

chi sia quello ch'amar tanto s'ostina

la sfortunata e misera Rosina.»

FIGARO

Eccellenza! va ben: capisco, evviva!

Ella fa qui l'amor in prospettiva.

CONTE

Eccoti istrutto: ma se parli...

FIGARO

Oh cieli!

Io parlar! No, lo giuro,

ma pensi al mio interesse.

CONTE

Or son sicuro.

Sappi, sei mesi or son, ch'al Prado io vidi

questa rara beltà:

io per Madrid invano

la feci ricercar: ed è sol poco

che ho scoperto che chiamasi Rosina,

nobile d'estrazione ed orfanina,

d'un medico consorte...

FIGARO

Lei la sbaglia;

non è che sua pupilla.

CONTE

Tu conosci il tutor?

FIGARO

Come mia madre.

È un uomo grande e grosso,

giovine vecchio, grigio e ben sbarbato;

di più geloso, avaro,

della pupilla sua innamorato.

CONTE

Hai tu accesso in sua casa?

FIGARO

E come! Io sono

suo barbier, suo chirurgo e suo speziale.

CONTE

Oh Figaro felice!

Ah! s'io venir potessi...

FIGARO

Or mi viene un'idea...

(pensando)

Un reggimento arriva in questa piazza.

CONTE

Il colonnello è amico mio.

FIGARO

Va bene.

Lei presentarsi deve dal dottore,

in uniforme come un militare,

con biglietto d'alloggio,

e per non dar di lei verun sospetto,

procuri d'ubbriaco aver l'aspetto.

CONTE

Eccellente! sì, sì, così facciamo.

S'apre la porta...

FIGARO

Ecco il nostr'uom: fuggiamo.

 
(vedendo venir Bartolo, il Conte e Figaro si nascondono)
 

Scena quinta

Bartolo dalla casa, e detti nascosti.

<- Bartolo

 

BARTOLO

(verso la casa)

Io ritorno all'istante.  

Che non passi nessuno... oh che pazzia

poco fa d'esser sceso!

E Basilio perché non vien? Doveva

il tutto preparar, che 'l matrimonio

si facesse doman segretamente:

vado a veder se mai ha fatto niente.

(parte)

Bartolo ->

 

Scena sesta

Il Conte e Figaro rientrano.

 

CONTE

Che intesi? Oh ciel! Doman sposa Rosina!  

E chi è questo Basilio,

che si frammischia nel suo matrimonio?

FIGARO

È un povero disperato,

che la musica insegna alla pupilla;

bisognoso all'eccesso...

CONTE

(verso la casa)

Ma eccola!

FIGARO

Cos'è? Cos'è?

CONTE

Non vede?

FIGARO

Dietro la gelosia...

ma non guardi...

CONTE

E perché?

FIGARO

Non ha ella scritto:

«cantate indifferente»?

CONTE

Ma come mai cantar?

FIGARO

Come lei puole.

Tutto ciò che dirà, sarà eccellente.

 
(gli dà la sua chitarra. Mentre il Conte canta, Figaro si mette sotto alla finestra con la schiena al muro)
 
(il Conte canta passeggiando con la carta di Rosina in mano accompagnandosi con la chitarra, indi Rosina dietro alla gelosia)
[N. 5 - Cavatina]

 N 

CONTE

Saper bramate,    

bella, il mio nome:

ecco, ascoltate,

ve lo dirò.

Io son Lindoro,

di basso stato;

né alcun tesoro

darvi potrò.

Ma sempre fido,

ogni mattina

a voi mie pene,

cara Rosina,

col cor su' labbri

vi canterò.

S

Sfondo schermo () ()

 

ROSINA

Dunque Lindoro

ogni mattina

le di lui pene

alla Rosi...

(s'ode chiudere la finestra con rumore)
Recitativo

CONTE

Serrata ha la finestra;  

qualcuno la sorprese.

Che spirito, che brio!

Figaro, credi tu che a me si doni?

FIGARO

Credo pria di mancar, che passeria

a traverso di quella gelosia.

CONTE

Rosina in questo dì sarà mia sposa;

e se lei, signor Figaro, mi serve,

senza far con nessun parola alcuna...

(accenna a ricompensarlo)

FIGARO

Alò, Figaro, vola alla fortuna.

Vostra eccellenza

se n' venga a casa mia e porti seco

l'abito da soldato,

il biglietto d'alloggio e ancor dell'oro.

CONTE

E dell'oro? perché?

FIGARO

(partendo)

Perché a dirla, signore, schiettamente,

senza d'un poco d'or non si fa niente.

 
N. 6 - Duetto]

 N 

CONTE

(trattenendolo)

Non dubitar, o Figaro;  

dell'oro io porterò.

FIGARO

Benissimo, signore;

or or ritornerò.

CONTE

Eh, Figaro!

FIGARO

Eccellenza?

CONTE

Ascolta, abbi pazienza;

prendi la tua chitarra.

FIGARO

La prendo e me ne vo.

CONTE

(richiamandolo)

La tua dimora, o stolido?

FIGARO

Ah sì! gliela dirò.

La mia bottega

è a quattro passi;

tinta celeste,

vetri impiombati,

con tre bacili

sopra attaccati;

v'è per insegna

un occhio in mano:

consilio manuque.

Io là sarò.

CONTE

Va bene, Figaro,

da te verrò.

(partono)

Conte, Figaro ->

 
 

Scena settima

Camera di Rosina, con varie porte e finestra serrata da una gelosia.
Rosina scrive ad un tavolino, poi Figaro.

 Q 

Rosina

 
Recitativo

ROSINA

Nessun scriver mi vede:  

Marcellina è ammalata e tutti i servi

occupati son già:

ah! teme sempre il core

che riporti al tutore

un genio a me nemico

ciò che fo, ciò che penso e quel che dico.

Adorato Lindoro! Ah, quando mai

questa lettera avrai? Poc'anzi il vidi

che a Figaro parlava.

Ah, se appagar io posso la mia brama...

(entra Figaro)

<- Figaro

(sorpresa)

Signor Figaro, qui?

 

Scena ottava

Figaro e Rosina.

 

FIGARO

Servo, madama.  

Come sta?

ROSINA

Non sto bene:

ditemi, poco fa con chi parlaste?

FIGARO

A un giovane scolaro, mio parente,

che chiamasi Lindoro;

ma egli ha un difetto;

è innamorato morto, il poveretto.

ROSINA
(vivacemente)

Di chi mai?

FIGARO

Si figuri,

(guardandola con finezza)

d'una bella persona,

dolce, tenera, accorta,

con un piede e una vita che v'incanta;

braccio tondo, bel labbro e belli denti,

gote rosse, occhi neri, e poi... cospetto!

ROSINA

E si chiama?

FIGARO

Che! il nome non l'ho detto?

ROSINA

Oibò! ditemi il nome;

non lo dirò a nessuno, sul mio onore.

FIGARO

È la pupilla del vostro tutore.

ROSINA

La pupilla!... No 'l credo.

FIGARO

Egli è impaziente

di venir qui lui stesso...

ROSINA

Ah! che non venga: egli mi perderia...

FIGARO

Glielo proibisca vostra signoria.

Due parole gli scriva.

ROSINA

Io qui l'ho scritte.

(dandogli la lettera)

Tenete questa... è sol per amicizia.

FIGARO

Per amicizia sol, non per amore?

ROSINA

Cieli! fuggite, viene il mio tutore.

FIGARO

Lei si tranquilli. Io fuggo: oh che tesoro!

(si nasconde)

ROSINA

Viene il tiranno mio, prendo il lavoro.

(siede per ricamare al tamburo)

 

Scena nona

Bartolo in collera, e Rosina.

<- Bartolo

 

BARTOLO

Figaro maledetto! Scellerato!  

M'ha rovinato tutta la famiglia

con narcotici, sangue e stranutiglia.

ROSINA

(Oh che vecchio cattivo!)

BARTOLO

Ditemi, il barbiere è stato qui?

ROSINA

Forse anch'egli v'inquieta?

BARTOLO

Come un altro.

ROSINA

E bene: signor sì,

il barbiere fu qui,

l'ho visto, gli ho parlato

e l'ho trovato assai di bell'aspetto.

Che possiate morire di dispetto!

(parte)

Rosina ->

 

Scena decima

Bartolo solo.

 

 

Che il diavol porti via i servitori!  

Né anche un momento andar non si può fuori.

Dove sei, Giovinetto?

Dove sei tu, Svegliato?

Quel furbo di barbier m'ha rovinato.

 

Scena undicesima

Lo Svegliato arriva sbadigliando addormentato, e detto.

<- Svegliato

 
[N. 7 - Terzetto]

 N 

 

Ma dov'eri tu, stordito,    

allor quando che 'l barbiere

qui se n' venne poco fa?

S

Fogli partitura

SVEGLIATO

Io era, ah... ah... ah!

BARTOLO

Bravo! bravo! t'ho capito;

gran risposta in verità.

SVEGLIATO

Ah... ah... ah... ah... ah... ah!...

BARTOLO

Ma per certo, ci scommetto,

qualche astuzia macchinavi.

No 'l vedesti?

SVEGLIATO

Il vidi... ah... ah...

Così male... m'ha trovato...

(sbadigliando)

che mi sento... sì ammalato...

BARTOLO

La pazienza perdo già.

Dov'è dunque il Giovinetto?

Quel briccone dove sta?

Son sicuro, in fede mia,

che v'è qualche furberia.

 

Scena dodicesima

Il Giovinetto sorte da vecchio, appoggiandosi ad una canna e starnutando parecchie volte, e detti.

<- Giovinetto

 

SVEGLIATO

Giovinetto... vieni qua...  

GIOVINETTO

(sempre starnutando)

Eccì... Eccì...

BARTOLO

Via, starnuterai domani:

rispondete se qualcuno

da Rosina è qua venuto.

SVEGLIATO

Ah... ah... ah...

GIOVINETTO

Eccì... Eccì...

BARTOLO

Oh che canto è questo qui?

Cosa?... come?... via parlate!

Maledetti!... non v'intendo,

cosa dite?... non comprendo.

Il barbier ci fu sì, o no?

SVEGLIATO

Il barbiere... c'è qualcuno?

BARTOLO

Io scommetto ch'è d'accordo...

SVEGLIATO

Io d'accordo...

GIOVINETTO

Non signore...

c'è giustizia...

BARTOLO

Che giustizia?

Son padrone, ed ho ragione.

GIOVINETTO

Ma s'è ver...

BARTOLO

Non vo' che sia.

GIOVINETTO E SVEGLIATO

Dunque è meglio d'andar via.

BARTOLO

Certo meglio assai sarà.

(contraffacendoli)

Chi starnuta, e chi sbadiglia...

lungi andate cento miglia.

GIOVINETTO E SVEGLIATO

Se non fosse la signora,

no... nessun... starebbe qua.

BARTOLO

Dunque andate alla buonora,

e partite via di qua.

(i servitori partono)

Svegliato, Giovinetto ->

 

Scena tredicesima

Bartolo, Don Basilio che arriva, e Figaro che ascolta in disparte.

<- Basilio

 
Recitativo

BARTOLO

Ah! Don Basilio, voi venite forse  

per dar lezion di musica a Rosina!

BASILIO

Questo tanto non preme.

BARTOLO

Son passato da voi, né v'ho trovato.

BASILIO

Per gl'interessi vostri fuor son stato;

ho una cattiva nuova.

BARTOLO

Per voi?

BASILIO

Oibò, per voi.

Il Conte d'Almaviva qui si trova

e sorte sempre fuori travestito.

BARTOLO

Dite pian. Questi è quello

che a Madrid ricercar facea Rosina.

Contro un uom sì possente,

ditemi voi, che cosa s'ha da fare?

BASILIO

Cosa? Udite: bisogna calunniare.

 
[N. 8 - Aria]

 N 

La calunnia, mio signore,    

non sapete che cos'è?

Sol con questa a tutte l'ore

si può far gran cose, affé.

Questa qui, radendo il suolo,

incomincia piano piano;

e del volgo il vasto stuolo

la raccoglie, e rinforzando

passa poi di bocca in bocca,

ed il diavolo all'orecchie

ve la porta, e così è.

La calunnia intanto cresce,

s'alza, fischia, gonfia a vista:

vola in aria, e turbigliona,

lampeggiando stride e, tuona;

e diviene poi crescendo

un tumulto universale,

come un coro generale,

e rimedio più non v'è.

S

Sfondo schermo () ()

Fogli partitura

 
Recitativo

BARTOLO

Che frammischiate mai, o don Basilio!  

E che rapporto ha mai, piano, crescendo,

con la mia situazion?

BASILIO

Molto ha da fare

se si vuol un nemico allontanare.

BARTOLO

Io penso di sposar Rosina, prima

ch'ella sappia che il Conte è a questo mondo.

BASILIO

Quando dunque è così, non c'è da perdere

nemmeno un sol istante.

BARTOLO

Che cosa manca mai?

BASILIO

Manca il contante.

Voi lesinando andate...

BARTOLO

Orsù; prendete,

(gli dà una borsa)

e terminate presto questo affare.

BASILIO

Domani il matrimonio s'ha da fare.

(parte, e Bartolo l'accompagna)

Basilio, Bartolo ->

 

Scena quattordicesima

Figaro sortendo dal gabinetto, poi Rosina.

 

FIGARO

Che bella precauzione!  

Di tutto ad avvertir vado il padrone.

(vuole sortire)

ROSINA

(entrando)

Come, voi siete qui?

<- Rosina

FIGARO

Sì, per fortuna,

e ho inteso tutto quel che il tutore

ha parlato col maestro di cappella...

ROSINA

E steste ad ascoltar?

FIGARO

Oh questa è bella!

Ed ascoltando ho inteso

che il tutore sposar vi vuol domani.

ROSINA

Giusti dèi!

FIGARO

Che temete?

Io darò a tutti e due tanto da fare,

che al matrimonio non potran pensare.

(fugge via)

Figaro ->

 

Scena quindicesima

Bartolo ritorna, e detta.

<- Bartolo

 

ROSINA

Signor mio, era qui con qualcheduno?  

BARTOLO

Sì ben, con Don Basilio.

Non era meglio fosse il signor Figaro?

ROSINA

Per me tutt'è l'istesso.

BARTOLO

Bramerei

saper perché qui venne.

ROSINA

A parlar serio, ei venne ad informarmi

del male dell'inferma Marcellina.

BARTOLO

Per me, scommetterei ch'ei venne apposta

per prendere da voi qualche risposta.

ROSINA

La risposta! di chi?

BARTOLO

Lo so ben io...

(guardando le mani di Rosina)

Scritto avete, signora.

ROSINA
(imbarazzata)

Saria bella

che voi voleste farmi convenire...

BARTOLO

(prendendole il dito)

E questo dito nero che vuol dire?

ROSINA

Vuol dir... che a caso il dito mi bruciai;

per guarir, nell'inchiostro lo temprai.

BARTOLO

Benissimo! Vediamo:

(contando il quinternetto della carta)

qui v'erano sei fogli, ed or son cinque.

ROSINA

(Oh, stolida ch'io fui!) Il sesto...

BARTOLO

Il sesto...

ROSINA

(abbassando gli occhi)

Un cartoccio ne feci, e con dei dolci

di Figaro alla figlia lo mandai.

BARTOLO

Questa penna era nuova,

ed ora come è tinta?

ROSINA

Me ne servii poc'anzi

per disegnare un fiore su la veste

che ricamo per voi sopra il tamburo.

BARTOLO

Non arrossite, e allora son sicuro.

 
[N. 9 - Aria]

 N 

Veramente ho torto, è vero:    

quando un dito s'è bruciato,

coll'inchiostro risanato

egli è certo ch'esser può.

Se una penna tinta resta,

fu cagion che su la vesta

nuovo fior si disegnò.

Se di carta un foglio manca,

voi mi dite molto franca

ch'alla figlia del barbiere

un cartoccio pien di dolci

in quest'oggi si mandò.

Ma il dito è nero,

la penna è tinta,

il foglio manca:

le vostre scuse

mai crederò.

Un'altra volta,

quando ch'io sorto,

con catenacci

e più lucchetti,

a cento chiavi

vi chiuderò.

S

Fogli partitura

 
(nel voler sortire s'incontra con il Conte)
 

Scena sedicesima

Il Conte in uniforme da militare, fingendosi un poco ubbriaco, e detti.

<- Conte

 
Recitativo

BARTOLO

Ma che vuol quest'uom? Quest'è un soldato:  

rientrate, signora.

ROSINA

Ah, non vi lascio

qui solo, non son stolta;

una donna può imporre qualche volta.

CONTE

(avanzandosi verso Rosina)

Reveillons la!

Chi di voi due si chiama il Dottor Barbaro?

(piano a Rosina)

Rosina, io son Lindoro.

BARTOLO

Bartolo, lei vuol dire?

CONTE

Sì, Bartolo, Balordo...

Per me tutt'è l'istesso.

(a Rosina, mostrandole di soppiatto una lettera)

Prendete questa lettera.

BARTOLO

(al Conte, che nasconde in tasca la lettera)

Che cosa avete là che nascondete?

CONTE

Nascondo ciò che non vo' che vedete.

BARTOLO

Andate via di qua, su, disloggiate.

CONTE

Io disloggiar? Sapete legger voi,

dottor Bertoldo?

BARTOLO

Oh che bella domanda!

CONTE

E perché no?

Io son dottore e leggere non so.

BARTOLO

Voi dottore? Sì ben, senza talento.

CONTE

Il maniscalco io son del reggimento.

BARTOLO

Oh bella!

CONTE

(nasconde la lettera, e gli dà altra carta)

Ed ecco

l'amoroso biglietto

che vi manda per me il quartiermastro.

BARTOLO
(legge)

«Il dottor Bartolo

riceverà e nutrirà,

e da dormir darà»...

CONTE

Dormir darà.

BARTOLO

...«per una notte sola

al nomato Lindoro,

chiamato lo scolaro,

medico di cavalli»...

ROSINA

(Egli è lui!)

BARTOLO
(a Rosina, vivacemente)

Cosa c'è?

CONTE

Ho torto adesso?

BARTOLO

Sì ben; direte al vostro

grand'arcimpertinente quartiermastro,

che tengo un salvaguardia.

CONTE

(Oh contrattempo!)

Vo' vederlo, benché legger non so.

BARTOLO

Ben volentieri, or ve lo mostrerò.

(va a prenderlo nel tiretto del tavolino)

 
[N. 10 - Terzetto]

 N 

CONTE

Ah, Rosina!  

ROSINA

Voi, Lindoro?

CONTE

Questa lettera prendete.

ROSINA

Cosa fate! non vedete?

CONTE

Fuor tirate il fazzoletto,

che cascar la lascerò.

ROSINA

V'è il tutore qui in prospetto,

come prenderla potrò?

 

BARTOLO

Piano, piano, bel soldato,

non guardate la mia sposa.

CONTE

Vostra sposa?

BARTOLO

Sì, signore.

ROSINA

Sposo no, ma mio tutore.

CONTE

V'ho creduto il suo bisavolo,

il suo nonno, il suo trisavolo.

BARTOLO

Aspettate: io leggerò.

(tira fuori una carta pecora)

«Noi sottoscritti

facciamo fede»...

CONTE

Che vada al diavolo...

Cosa m'importa?

(dà un colpo colla mano, e getta la carta in terra)

BARTOLO
(adirato)

Signor soldato,

che, sono un cavolo?

ROSINA

Non v'adirate.

Deh, perdonate...

BARTOLO

I servi miei

or chiamerò.

ROSINA

(In tale intrigo

cosa farò?)

CONTE

Lei vuol battaglia?

Battaglia sia:

una battaglia

le mostrerò.

BARTOLO
(al Conte)

Farete bene

se andate via,

perché pentire

ben vi farò.

ROSINA

Ma, qual idea!

Ma qual pazzia!

Far guerra al vino,

no, non si può.

 

CONTE

(spingendo il dottore)

Ecco, questo è l'inimico,

che sta presso a un rivellino;

e dall'altra sta l'amico...

(piano a Rosina)

Deh, tirate il fazzoletto.

(a Bartolo)

Qui ci sta...

(Rosina tira fuori il fazzoletto, ed il Conte lascia cascar la lettera fra loro due)

BARTOLO

Che cosa è questa?

CONTE

(la raccoglie)

È una lettera amorosa.

ROSINA

So cos'è, signor soldato.

BARTOLO

Date, date...

CONTE

Dolcemente!

S'ella fosse una ricetta,

tocca a voi; ma egli è un biglietto,

tocca a lei.

ROSINA

(la prende, e la mette in tasca)

Bene obbligata.

BARTOLO

Via, sortite.

CONTE

Or partirò.

ROSINA

(Ah! chi sa questo suo foglio

quando leggere potrò!)

BARTOLO

(Qui v'è sotto qualche imbroglio.

Che ben presto scoprirò!)

Insieme

CONTE

(Ah! chi sa, Rosina mia,

quando mai ti rivedrò!)

(il Conte parte)

Conte ->

 

Scena diciassettesima

Bartolo e Rosina.

 
Recitativo

BARTOLO

(Alla fine partì! Dissimuliamo.)  

ROSINA

Quel soldato, per dirla, è molto allegro.

BARTOLO

Curiosa voi non siete

di leggere la carta che vi ha data?

ROSINA

Che carta? Non v'intendo.

BARTOLO

(accennando la tasca)

Quella che là metteste.

ROSINA

Ah sì, per distrazione.

BARTOLO

Deh, fatela veder.

ROSINA

Quest'è il biglietto

che ieri ricevei da mio cugino.

BARTOLO

E veder no 'l potrei?

ROSINA

No, signorino.

Guardate indegnità!

BARTOLO

(battendo i piedi)

Veder lo voglio.

ROSINA

Voi non lo vederete.

(vuol fuggire)

BARTOLO

La porta serrerò, non scapperete.

ROSINA

(Cieli! che debbo far! Presto, cambiamolo.)

(mentre Don Bartolo va per serrare, Rosina cambia il biglietto)

BARTOLO

Adesso lo vedrò!

ROSINA

Come?

BARTOLO

Per forza!

ROSINA

Ohimè.

(cade sopra una sedia)

BARTOLO

Che cos'avete?

ROSINA

(finge svenire)

Ah! mi sento morir!

BARTOLO

No, mio tesoro...

ROSINA

Ah! che non posso più... io manco... io moro.

BARTOLO

La lettera leggiam senza che veda.

(le tasta il polso con una mano e con l'altra prende la lettera e la legge)

ROSINA

(sospirando)

Ah!

BARTOLO

Che rabbia di saper...

ROSINA

(sospirando ancora)

Oh me infelice!

BARTOLO

O ciel! Che vedo!

Questa lettera è quella del cugino;

mi son ben ingannato! O me meschino!

(finge di sostenerla e le rimette la lettera nella tasca)

ROSINA

Ah!

BARTOLO

Son vapori, mio ben, no, non temete.

(Il polso appena batte!)

(cava di tasca una boccetta d'acqua odorosa)

ROSINA

Deh! lasciatemi star!

BARTOLO

Confesso, ho torto.

ROSINA

Il vostro domandar sì ributtante...

BARTOLO

Cara, perdon; son qui alle vostre piante.

(si inginocchia)

ROSINA

Con le buone maniere

tutto da me s'ottiene. Ecco, leggete.

(presentandogli la lettera)

BARTOLO

Tal procedere onesto

dissipa i miei sospetti.

ROSINA

Ma leggete, signore...

BARTOLO

Il ciel mi guardi

di farvi un'altra ingiuria.

(ritirandosi indietro)

Orsù, io vado

a veder Marcellina.

ROSINA

Precedetemi, io vengo in un momento.

BARTOLO

Giacché la pace è fatta,

amatemi, e sarete un dì felice.

(baciandole la mano)

ROSINA

(abbassando gli occhi)

Piacetemi, signor, che v'amerò.

BARTOLO

Vi piacerò, ben mio, vi piacerò.

(parte allegro)

Bartolo ->

 

Scena diciottesima

Rosina sola, osservando se è partito.

 

 

Leggiamo questo foglio,  

che mi ha dato finor tanto cordoglio:

(legge e poi esclama:)

ah, troppo tardi lessi! Egli mi prega

tener querela aperta

quest'oggi col tutor: n'avea una,

l'ho lasciata scappar. Il mio tiranno

tanto è ingiusto con me, che i beni miei

mi toglie, e libertà. Ah! sommi dèi!

Deh, abbiate voi pietà de' casi miei!

 
[N. 11 - Cavatina]

 N 

Giusto ciel, che conoscete    

quanto il cor onesto sia,

deh, voi date all'alma mia

quella pace che non ha.

(parte)

S

Brano musicale ()

Fogli partitura

Rosina ->

 
 

Variante: finale dell'atto primo, al posto della scena XVIII

Versione di Napoli, Teatro dei Fiorentini, 1787.

 
Scena XVIII
 
Rosina, poi Bartolo che ritorna.

Rosina

 

ROSINA

Leggiamo questo foglio  

che mi ha dato finor tanto cordoglio.

(legge la lettera)

«Cara Rosina mia, con il tutore

tenete guerra aperta in questo giorno...»

Ah, che già l'occasione

era venuta, ed io scappar la feci!

(come sopra)

«Io dalla tirannia in cui vivete

oggi vi toglierò e mia sarete.»

Carta adorata, al sen ti stringo.

(bacia la lettera e se la stringe al seno)

 

<- Bartolo

BARTOLO

Il diavolo mi soffia nell'orecchio  

ch'io non esca di casa... sta'... Rosina

perché bacia quel foglio?

Sangue d'un saracino!

Tanto non si può far per un cugino.

Gatta ci cova...

ROSINA

Cielo!

Deh, tu consola... (Oh dio!

il mio tiranno è qui. Se celo il foglio

rinnovo i suoi sospetti...

Fingerò non vederlo, e intanto il tempo

prenderò di partire...)

(Rosina passeggia con la lettera in mano e Bartolo le va appresso in punta di piedi, procurando di leggere qualche cosa)

BARTOLO

(Passeggia... ah se potessi,

senza che se ne accorga,

leggere qualche cosa e assicurarmi

prima del vero e poi passare all'armi...

Basta: vedrò...)

ROSINA

Questo cugino mio

mi ama davvero.

BARTOLO

(Cugino, signorsì!... Basta, vedremo...

ma cattera! ha costei l'argento vivo

nelle mani e ne' piedi.

Ma leggerò... cospetto!)

ROSINA

(Crepa, brutto vecchiaccio maledetto!)

BARTOLO

Ma diavolo, fermatevi...

(la prende per un braccio, e Rosina finge d'intimorirsi)

ROSINA

Ah!

BARTOLO

Non temete...

ROSINA

Siete voi!

BARTOLO

Son io,

tratto da' vostri effluvi, idolo mio!

ROSINA

Ma che modi indiscreti,

per farmi cader morta di paura!

Vado per un po' d'acqua...

(si ripone la lettera in saccoccia e vuol partire)

BARTOLO

Vado per un po' d'acqua... Adagio... dite,

che lettera era quella,

che poc'anzi avevate nelle mani?

ROSINA

Quella del mio cugino.

(vuol partire e Bartolo la trattiene)

BARTOLO

Ah, del cugino... A dirla,

vorrei leggerla adesso,

senza offesa però...

ROSINA

Ed or leggerla, amico, non si può.

BARTOLO

E perché no?

ROSINA

Perché, signor garbato,

il libro del perché non si è stampato.

BARTOLO
(irato)

E lo stamperò io. Dov'è la lettera?

ROSINA

Ma che? Torniamo adesso

ai sospetti di pria?

Che vita disperata è questa mia!

(finge di piangere)

BARTOLO

Eh, che qui non ci voglion tante smorfie.

La lettera, o per Bacco...

ROSINA

Eccola qui, leggetela voi stesso...

BARTOLO

(Leggerò, leggerò signora mia.)

(finge di cercar la lettera per le saccocce: la prende, e nell'atto che vuol darla a Bartolo, ora con un pretesto, ora con un altro tira la mano a sé, e finalmente senza darcela parte)

ROSINA

(Leggerai il malan che il ciel ti dia!)

 

La carta che bramate,  

prendete, eccola qua!

Ma il torto che mi fate,

crudel, m'ucciderà.

Che barbaro sospetto!

Che nera crudeltà!

(Vecchiardo maledetto,

vedrai chi più ne sa.)

Tiranno via, prendete...

eh, eh, che tosse atroce!

Leggete sì, leggete...

eh, eh, non ho più voce!

Io pe... io perdo il fiato.

Vede... vedete ingrato,

la collera che fa!

Ah che non sei più quella

Rosina poverella:

per te non v'è più affetto,

non v'è più carità!

(Vecchiaccio maledetto,

vedrai chi più ne sa.)

(parte Rosina)

Rosina ->

 
Scena XIX
 
Bartolo solo, indi don Basilio e poi Rosina in disparte, e finalmente Figaro.

Bartolo

 

BARTOLO

Mi aveva quasi quasi intenerito.  

Si vede poverina... E che si vede?

Si vede ch'è partita, e mi ha lasciato

con un palmo di naso.

 

<- Basilio

BASILIO

Amico...  

BARTOLO

Ah don Basilio, è fatto il caso.

BASILIO

Ve l'avete sposata?

BARTOLO

Che sposata:

vi son biglietti, intrichi, militari...

BASILIO

Militari! Cioè?

BARTOLO

Vi è un uffiziale ora di più.

BASILIO

Di più?

BARTOLO

Signor mio, sì. E poc'anzi fu qui.

BASILIO

Qui?

BARTOLO

Qui.

BASILIO

Qui?

BARTOLO

Qui.

 

<- Rosina

ROSINA

(Consigliano  

le volpi. Ascolterò.)

BASILIO

Ma come

s'introdusse costui?

BARTOLO

Venite meco,

che per la via vi narrerò l'istoria,

vado per la mia cappa...

(entra e poi torna col mantello)

Bartolo ->

 

<- Figaro

FIGARO

Allegra, signorina,  

or ora qui ritornerà l'amico.

ROSINA

Figaro, ah, non vorrei

che si scovrisse alfine il nostro intrico.

Bartolo non è cieco.

FIGARO

Non dubitar che Solimano è teco.

 

<- Bartolo

BARTOLO
(a Rosina)

Oh, voi qui! Come va la vostra tosse?  

ROSINA

Un po' meglio.

BARTOLO

Sì ben, me ne rallegro.

(a Figaro)

E voi signor capestro

che diavolo volete?

FIGARO

Uh, uh, che modo

di trattare è mai questo! io son venuto,

per veder se cascato

qui mi era un fazzoletto che ho perduto.

BARTOLO

Qui non v'è nulla. Fuori!

Don Basilio, andiamo.

(lo prende per un braccio)

BASILIO

Dove mai?

BARTOLO

Dal quartiermastro,

per saper quel soldato chi mai sia,

perché temo di qualche furberia.

ROSINA

(Oh, dio!)

FIGARO

(Cospetto!)

BASILIO

Andiamo.

(si avviano e sulla porta si ferma Bartolo dandosi alla disperazione)

BARTOLO

Corpo dell'arcidiavolo!

BASILIO

Che avete?

BARTOLO

Ritorna l'uffizial, non lo vedete?

 
Scena XX
 
Il Conte nell'istesso abito di uffiziale con alcuni Facchini appresso, che portano un baule, una sella, pistole e schioppo.

<- Conte, facchini

 

CONTE

Miei padroni, servo loro:  

mille ossequi, signorina.

ROSINA

La sua serva a lei s'inchina

con rispetto ed umiltà.

(fanno complimenti fra loro)

BASILIO E FIGARO

Sono tutte convenienze,

gentilezze e civiltà.

ROSINA E CONTE

Da voi lungi, o mio tesoro,

pace il core, oh dio, non ha.

BARTOLO

(Uh, che caldo che mi viene!)

BASILIO E FIGARO

Flemma, amico, state saldo!

ROSINA

Idol mio...

CONTE

Amato bene...

BASILIO E FIGARO

Temperate il vostro caldo!

BARTOLO

(Se mi scappa la pazienza,

la finisco in verità.)

BASILIO E FIGARO

(Più prudenza, più prudenza

così alfin se n'anderà.)

CONTE
(con impeto a Bartolo)

Or qual è la stanza mia?

BARTOLO
(con flemma)

Se la trovi all'osteria!

CONTE

Ah vigliacco... ah ribaldo...

BARTOLO

Don Basilio, cresce il caldo!

BASILIO

Or per voi gli parlerò.

(al Conte con qualche aria di serietà)

Mio signor, qui non ci è loco.

CONTE
(con flemma)

Meno foco ci sarà...

BARTOLO

Non avrai no, no la stanza.

CONTE

Più creanza: l'averò!

BARTOLO E BASILIO

Oh che uomo indemoniato!

Chi lo caccia più di qua?

FIGARO

(a Bartolo)

Vuo' parlargli anch'io, chi sa?

(al Conte)

Signorino mio garbato

via partite, andate via!

CONTE

Come, oh dio!

ROSINA

Ah sì, ben mio,

più non farmi palpitare.

CONTE

Ma perché?

FIGARO

Perché guastare

si può tutto: ecco il perché.

CONTE

Dunque addio, Rosina mia.

ROSINA

Dunque addio, caro Lindoro.

CONTE

Ah, ch'io manco...

ROSINA

Oh dio! Ch'io moro...

ROSINA E CONTE

Nel dividermi da te!

BARTOLO

Ve ne andate alla buonora?

CONTE

Me l'ha detto la signora:

vado, addio, partir conviene.

ROSINA, FIGARO, BARTOLO E BASILIO

Si stia bene, si stia bene!

CONTE

Mi ripiglio l'equipaggio.

ROSINA, FIGARO, BARTOLO E BASILIO

Buon viaggio, buon viaggio.

 

TUTTI

O che giorno è stato questo!

O che fosso si è saltato!

Si era il cielo assai turbato,

ma sereno ritornò.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo

[Sinfonia]

Strada della casa di Bartolo.

Conte
 

[N. 1 - Introduzione]

(il Conte si nasconde)

Conte
<- Figaro

[N. 2 - Scena e duetto]

Ma si può dir spartiscono?

Figaro e Conte
Ma quel soggetto

(il Conte si manifesta)

 

Sei così grosso e grasso

[N. 3 - Aria]

La tua filosofia è assai gioiosa

(si nascondono)

Conte, Figaro
<- Rosina

[N. 4 - Duetto]

Conte, Figaro, Rosina
<- Bartolo
 

(il Conte fa un salto, raccoglie la carta di Rosina e si nasconde)

 
Conte, Figaro
Rosina, Bartolo ->

(il Conte e Figaro rientrano)

Adesso che si sono ritirati

(il Conte e Figaro si nascondono)

Conte, Figaro
<- Bartolo

Io ritorno all'istante

Conte, Figaro
Bartolo ->

(il Conte e Figaro rientrano)

Che intesi? Oh ciel!

[N. 5 - Cavatina]

Conte, poi Rosina
Saper bramate

Serrata ha la finestra

N. 6 - Duetto]

Conte e Figaro
Non dubitar, o Figaro
Conte, Figaro ->

Camera di Rosina, con varie porte e finestra.

Rosina
 

Nessun scrivere mi vede

Rosina
<- Figaro

Servo, madama

(Figaro si nasconde)

Rosina, Figaro
<- Bartolo

Figaro maledetto!

Figaro, Bartolo
Rosina ->

Che il diavol porti via i servitori!

Figaro, Bartolo
<- Svegliato

[N. 7 - Terzetto]

Bartolo e Svegliato
Ma dov'eri tu, stordito
Figaro, Bartolo, Svegliato
<- Giovinetto
Svegliato, Giovinetto e Bartolo
Giovinetto... vieni qua
Figaro, Bartolo
Svegliato, Giovinetto ->
Figaro, Bartolo
<- Basilio

Ah! Don Basilio

[N. 8 - Aria]

Che frammischiate mai, o Don Basilio!

Figaro
Basilio, Bartolo ->

(Figaro sortendo)

Che bella precauzione!

Figaro
<- Rosina

Rosina
Figaro ->
Rosina
<- Bartolo

Signor mio, era qui con qualcheduno?

[N. 9 - Aria]

Rosina, Bartolo
<- Conte

Ma che vuol quest'uom?

[N. 10 - Terzetto]

Conte, Rosina e Bartolo
Ah, Rosina! / Voi, Lindoro?
Rosina, Bartolo
Conte ->

Alla fine partì

Rosina
Bartolo ->

Leggiamo questo foglio

[N. 11 - Cavatina]

Rosina ->
Rosina
 

Leggiamo questo foglio

Rosina
<- Bartolo

(Bartolo non visto)

Il diavolo mi soffia nell'orecchio

(Rosina si accorge di Bartolo)

Bartolo
Rosina ->
Bartolo
 

Mi aveva quasi quasi intenerito

Bartolo
<- Basilio

Amico / Ah don Basilio, è fatto il caso

Bartolo, Basilio
<- Rosina

(Rosina in disparte)

Consigliano le volpi

Basilio, Rosina
Bartolo ->
Basilio, Rosina
<- Figaro

Allegra, signorina

Basilio, Rosina, Figaro
<- Bartolo

Oh, voi qui! Come va la vostra tosse?

Basilio, Rosina, Figaro, Bartolo
<- Conte, facchini
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Variante: finale dell'atto primo, al posto della scena XVIII
Strada della casa di Bartolo. Camera di Rosina, con varie porte e finestra. Camera di Rosina. Si oscura la scena.
[Sinfonia] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Scena e duetto] [N. 3 - Aria] [N. 4 - Duetto] [N. 5 - Cavatina] N. 6 - Duetto] [N. 7 - Terzetto] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Terzetto] [N. 11 - Cavatina] [N. 12 - Duetto] [N. 13 - Aria] [N. 14 - Seghidiglia spagnola] [N. 15 - Quintetto] [N. 16 - Temporale] [N. 17 - Recitativo accompagnato] [N. 18 - Finale]
Atto secondo

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