Atto secondo

 

Scena prima

Luogo solitario dietro al palazzo reale, e vicino alla casa di Fenicio ingombrato da palme.
Fenicio, Geronzio, e séguito di Congiurati.

 Q 

Fenicio, Geronzio, congiurati

 

FENICIO

Amici, Astarto vive, Astarto il figlio  

di chi già sovra noi, sovra di Tiro

tenne scettro e impero.

Voi lo sapete. Il regnator suo padre

dal tiranno Sicheo cadde tradito.

Il diadema rapito

passò ad Elisa in sulla fronte: Elisa,

le cui vene riempie

del fellone uccisore il sangue iniquo.

Fora empietà, non che viltà sul trono

soffrirla ancor. Per noi si renda, o fidi,

al legittimo re la sua corona.

Questa notte il grand'atto

dée maturar. Si chiede

alla vostra virtù coraggio e fede.

GERONZIO

Fede e coraggio avrem Fenicio. Avremo

braccio a punir dell'altrui fallo Elisa,

zelo a ripor sovra il suo trono Astarto.

Ma questo Astarto, questo illustre erede

dov'è? Perché si asconde all'amor nostro?

FENICIO

Pria compiscasi l'opra, e poi si sveli.

GERONZIO

Offendi col tacer la nostra fede.

FENICIO

Non si teme di voi, ma della sorte.

GERONZIO

Se sicura è l'impresa, invan si teme.

FENICIO

Lo scoprirlo che giova innanzi al tempo

GERONZIO

Chi ci assicura poi, che non sia frode?

FENICIO

Giove ch'è qui presente, e 'l ciel che m'ode.

 
Restringendosi i rami delle palme danno luogo alla vista di una grande ara, con la statua di Giove fulminante, e quelle d'altre deità.
 

FENICIO

Giuro a te, sommo tonante,  

e a voi, menti eterne e dive,

vive Astarto, Astarto vive,

a noi duce, a noi regnante.

Io farò, che in trono assiso

leggi a Tiro ei dar si scerna,

vendicata che sia l'ombra paterna.

 

GERONZIO

Compagni, armisi il braccio  

del punitore acciar. L'ara si cinga;

e per mia bocca oda chi tutto intende,

impegno al zelo, e sprone all'ardimento,

anche del vostro core il giuramento.

 
(Geronzio si accosta all'ara, snudando la spada, e facendo lo stesso gli altri congiurati)

Torni Astarto, il degno erede,  

torni al soglio, e cada l'empio.

Giuro a questo eterno scempio,

a quel giuro eterna fede.

Scenda, Giove, a incenerirmi

il tuo fulmine tremendo,

se manco all'opra, e 'l giuramento offendo.

 

FENICIO

Andiamo, amici. A' numi  

già salì 'l voto, e solo manca al colpo

il momento opportuno. Infin ch'ei giunga,

v'offro ne' tetti miei fido soggiorno;

e tu in breve qui attendi il mio ritorno.

Fenicio, congiurati ->

 

Scena seconda

Clearco, e Geronzio.

<- Clearco

 

CLEARCO

Amico, in onta ancora  

dell'invidia, e dell'odio

eccomi fuor di ceppi, e più che mai

formidabile oggetto a' miei nemici.

GERONZIO

Vieni, e unisci, signor, l'invitto brando:

alla comun vendetta.

Già nell'ombre vicine

aprir dessi il teatro

dell'eccidio di Elisa.

CLEARCO

Dell'eccidio di Elisa?

GERONZIO

Al figlio di Fenicio...

(Ahimè! Per troppo zelo ove trascorsi?)

CLEARCO

Più non giova il tacer. Tutti mi svela

dell'infame congiura

i complici, l'autor, l'ordine, i mezzi.

GERONZIO

Tu troppo udisti: io troppo dissi. Invano

cerchi di più.

CLEARCO

Rispetta in me chi ancora

tuo giudice esser puote, e tuo sovrano.

GERONZIO

Le imprudenze del labbro

la costanza dell'alma emendi, e taccia.

CLEARCO

Perfido, tu morrai.

GERONZIO

D'incauto errore

sarà pena la morte al nobil core.

CLEARCO

Non l'aspettar con gloria

da questo acciar. Sotto la scure infame

verrà, ma preceduta

da' tormenti più orribili e spietati.

Ad Elisa già corro. Ella in udirlo

punisca il tuo delitto,

prevenga il suo periglio.

Tremane, o traditor.

 

Scena terza

Fenicio, e li suddetti.

<- Fenicio

 

FENICIO

Fermati, o figlio.  

CLEARCO

Padre.

GERONZIO

(O sciagura.)

FENICIO

Vanne,

vanne ad Elisa, e tutta

della fatal congiura apri la scena.

Per te sangue civile, e sangue amico

corran le vie di Tiro;

e per te sotto il ferro

del carnefice vil gemano tronche

le comuni speranze, e i giusti voti

de' mariti, de' padri, e de' nipoti.

CLEARCO

Ad ogni costo, amato padre, Elisa

serbisi, e regni.

FENICIO

E con l'arcano accresci

merito alla tua fé, grido al tuo zelo.

Vanne, ma prima intendi

qual capo scellerato

concepì l'empie trame, e qual le mosse.

CLEARCO

Sì: me lo addita. Ov'è l'iniquo? L'empio

qual è? Con la sua pena

lascia, ch'io rassicuri

ad Elisa la vita, a me il suo trono.

FENICIO

Riconoscilo, e trema. Io quello sono.

CLEARCO

Tu, genitore?

FENICIO

Io quello,

io quel son, che per lo zelo

di vendicare il mio buon re trafitto,

dell'empia usurpatrice armo in ruina

il popolo, e 'l senato. Io quel, che all'ire

del tiranno Sicheo

tolsi in Astarto il regal figlio, e 'l solo

della tiria corona illustre erede.

Or va': scopri l'arcano.

Perdi il tuo re, perdi gli amici: perdi

del cittadino sangue il miglior fiore.

Che più? Vattene, e perdi il genitore.

CLEARCO

Ma se non parlo, la regina io perdo.

GERONZIO

E un vano amor...

FENICIO

Taci, Geronzio, e lascia,

che vengano in quel seno

a più stretto cimento

la natura, l'amore, e la ragione.

E tu resta a te stesso, e segui il giusto.

Se il dover ti consiglia, è tuo re Astarto.

Se l'amor ti fa forza, io ti son padre.

Già convien che Elisa

o ruini, o mi opprima.

Addio. Prova sarà del tuo consiglio,

s'abbia in te più poter l'amante, o 'l figlio.

Fenicio, Geronzio ->

 

Scena quarta

Clearco, e poi Elisa.

 

CLEARCO

Fronda a due venti esposta, onda a due nembi,  

di te, misero core

è meno combattuta, è men percossa.

La natura, l'amore

ti tragge, ti respinge. Ove salvarti,

ove perir risolvi?

Che fa? su: fra due mali

temasi il più vicin. Dal rio periglio

l'amante or salvi Elisa.

Al padre poi sarà difesa il figlio.

 

<- Elisa

ELISA

(Qui l'empio.)  

CLEARCO

Mia regina, omai le tede

son de' nostri imenei...

ELISA

Perfido, ancora

ti presenti a' miei lumi, e la mia tenti

offesa sofferenza?

CLEARCO

Qual nuovo error?...

ELISA

Degl'imenei sien tosto

spente le tede; o solo

diventino per te lugubri faci.

CLEARCO

Per me?

ELISA

Sì, traditor. Vattene, e taci.

CLEARCO

Andrò, ma...

ELISA

Ma per sempre

lontan dagli occhi miei: lontan da queste

troppo da' tuoi malefici respiri

aure contaminate.

CLEARCO

Sol pria concedi al labbro...

ELISA

Abbastanza quel labbro

falso, spergiuro, ed infedel mi fu.

Vattene, iniquo, e non parlarmi più.

CLEARCO

(Cieli!) Il silenzio mio saria tuo rischio.

Regina, ascolta.

ELISA

No: più non avrai

il piacer d'ingannarmi: Ah! Troppo ancora

m'hanno sedotto i tuoi perversi accenti.

CLEARCO

(Misero cor!) Parlarti

non vo' per mia discolpa.

ELISA

E qual discolpa

finger potresti, ove convinto sei

dal testimon delle mie luci istesse?

CLEARCO

Vuol la salvezza tua...

ELISA

Vuol, che lontano

da questo ciel tu vada, e dal mio core.

Il peggior de' nemici è 'l traditore.

CLEARCO

(O dèi! Chi udì giammai sciagura eguale?)

Se parto...

ELISA

È mio riposo.

CLEARCO

Se taccio...

ELISA

È mio comando.

CLEARCO

Ora il disubbidirti è per me fede.

ELISA

E l'ascoltarti, iniquo, è per me pena.

CLEARCO

(Che far deggio?)

ELISA

Ancor tardi?

Ubbidisci.

CLEARCO

E vuoi tu?...

ELISA

Sì, che tu parta, e non parlarmi più.

 

CLEARCO

Perché, labbro amato,  

perché sì spietato

a un'alma fedel?

Tacerò per ubbidirti;

ma un dì ancor potrai pentirti

di un comando sì crudel.

Perché, labbro amato,

perché sì spietato

a un'alma fedel?

Clearco ->

 

Scena quinta

Elisa.

 

 

O d'invidia, e di amor figlia perversa,  

gelosia dispietata, e qual nel seno

guerra crudel mi muovi

e di gelo, e d'incendio, e di veleno?

Ah! Se pace a me nieghi,

non goda la rival. Perda Sidonia

la speranza del ben, che a me s'invola.

Negli occhi di Clearco

ella non vegga più la mia sciagura;

ei più non miri in lei

l'altrui fasto il suo inganno, i torti miei.

 

Peno amando, e un rio sospetto  

in amor languir mi fa.

Ma se pena in me l'affetto,

quel di un empio non godrà.

Peno amando, e un rio sospetto

in amor languir mi fa.

Elisa ->

 
 

Scena sesta

Stanze di Sidonia illuminate.
Sidonia, ed Agenore.

 Q 

Sidonia, Agenore

 

AGENORE

Eh! Di Clearco è troppo amante Elisa.  

SIDONIA

Altro è la gelosia:

altro la maestà. Sinché rubello

fu creduto Clearco,

amor che 'l difendea, lo fe' innocente.

Or che offeso è l'amore,

più non ha chi l'assolva

dallo sdegno di Elisa,

e s'ella il lascia reo, suo re tu sei.

AGENORE

Senta il ciel i miei voti.

SIDONIA

(E senta i miei.)

 

Scena settima

Clearco, e li suddetti.

<- Clearco

 

CLEARCO

Sidonia, a te mi tragge  

l'odio di Elisa. Essa infedel mi crede,

e col suo core i doni suoi mi toglie.

SIDONIA

(ad Agenore)

L'arte giovò.

(a Clearco)

De' tuoi disastri ho pena.

CLEARCO

Soffro i miei con costanza,

ma quei di Elisa orror mi fanno.

SIDONIA

E quali?

CLEARCO

Trame, e trame mortali.

AGENORE

E taci alla sovrana il suo periglio?

CLEARCO

L'espormi al real ciglio è suo divieto.

SIDONIA

Ecco dell'opra il frutto.

AGENORE

(Io già son lieto.)

CLEARCO

Vanne o Sidonia, e in nome

del misero Clearco,

ch'ella chiama sleale, ingrato, infido,

dille, che si minaccia in questa notte

la sua grandezza, e 'l viver suo: che d'armi,

e in un di foco empier dovrà le reggia

il furor congiurato:

che di Astarto... Non più: l'indugio è colpa

in chi vuol salva Elisa.

Vanne, e 'l mio amor dall'opra mia ravvisa.

 

Scena ottava

Elisa, e li suddetti.

<- Elisa

 

ELISA

(Odi 'l perfido cor.)  

SIDONIA

Parto.

ELISA

(a Sidonia)

Trattienti.

(a Clearco)

Sugli occhi miei?

CLEARCO

Qui amor mi trasse.

ELISA

Ingrato.

CLEARCO

E la mia fede...

ELISA

Parti.

AGENORE

No, regina. Ei rimanga; e qui palesi

la congiura ben nota al suo rimorso.

ELISA

Ingrato, e traditore?

SIDONIA

A che taci? Su: dille,

dille, che si minaccia in questa notte

la sua grandezza, e 'l viver suo.

CLEARCO

Lo dico.

ELISA

(Ciel! Che ascolto?)

SIDONIA

Che d'armi

e in un di foco empier dovrà la reggia

il furor congiurato.

CLEARCO

Il dico, e 'l dissi.

ELISA

(Scellerato ardimento!)

SIDONIA

(Il sospetto di lei fa 'l mio contento.)

Che si serve ad Astarto

col suo cader, con la sua morte.

CLEARCO

Il dico.

AGENORE

Ma dille ancor, che del misfatto enorme

sei complice, e ministro, e che in Clearco

conosce Elisa il suo maggior nemico.

ELISA

Dillo (ma no 'l vorrei.)

CLEARCO

Questo no 'l dico.

ELISA

Ah! Lo dice il tuo volto, e più del volto

il perfido tuo core a me lo dice.

CLEARCO

Io, mia...

ELISA

Che mia? Non più.

CLEARCO

(Sono infelice.)

SIDONIA

(Ho pietà del suo duolo, e pur mi giova.)

AGENORE
(ad Elisa)

Scopra l'autor.

ELISA

L'autor esponi.

CLEARCO

(Io 'l padre?)

Perdona. Egli mi è ignoto.

ELISA

Ignoto? Quel tu sei, se no 'l confessi.

SIDONIA

È di Elisa nemico

chi tutto a lei non scopre il suo periglio.

CLEARCO

(In me pena l'amante, e pena il figlio.)

 

Scena nona

Nino, con Guardie, e li suddetti.

<- Nino, guardie

 

NINO

Regina, empie e inonda il ferro e 'l foco  

la reggia mal difesa. Ivi i nemici

plaudon di Astarto al nome,

e rea di tirannia si cerca Elisa.

CLEARCO

Corro alle tue vendette.

ELISA

Resta. Chi del tumulto è legge e guida.

NINO

Il padre di Clearco.

ELISA

L'autor ti è ignoto, ed è Fenicio? Or veggo

del tuo silenzio e le ragioni e l'arti.

CLEARCO

Come? Sol per salvarti...

ELISA

Ammutisci.

SIDONIA

(Pavento.)

AGENORE
(ad Elisa)

Temo per la tua vita.

NINO

Resti qui custodita.

CLEARCO

E dall'onte la salvi il mio valore.

NINO

Non si affidan regine a un traditore.

CLEARCO
(a Nino e poi a Elisa)

Io traditor? Permetti,

ch'io vada contra il padre, e che il mio ferro

provi contro di lui la gloria mia.

AGENORE
(ad Elisa)

Finge zelo di gloria, e cerca scampo.

SIDONIA

(Fra la tema e l'amor gelo ed avvampo.)

ELISA

Tant'empio non ti voglio.

Per Fenicio qui resta. Io molto deggio,

Agenore, al tuo zelo. Uguale al merto

mercede avrai.

CLEARCO

(Destin!)

ELISA
(a Clearco)

Sì, avrà mercede

per chi serba ad Elisa, e vita e regno,

è poco un trono.

CLEARCO

(Ciel!)

ELISA

Sì, un trono è poco.

SIDONIA

(Il suo stesso dolor serve al mio foco.

ELISA

(ad Agenore guardando di quando in quando Clearco)

Vanne a Fenicio. Il contumace intenda,

ch'è in mio poter Clearco: o fuor di rischio

cadan a lui di man l'armi superbe,

o di Clearco... (O dio!) in quest'ora, in questa

di Clearco al mio piè cada la testa.

AGENORE

Servo al cenno real.

ELISA

(Pena più fiera

abbia da gelosia.) Va', servi, e spera.

 

AGENORE

Basta la speme, che voi mi date,  

perch'io vi serva, begli occhi arcieri.

E di servirvi, labbra adorate,

l'onor mi basta, per far ch'io speri.

Basta la speme, che voi mi date,

perch'io vi serva, begli occhi arcieri.

Agenore, guardie ->

 

Scena decima

Elisa, Clearco, Sidonia, Nino.

 

ELISA

Giura adesso, che Astarto è nome ignoto  

e cifre della frode i fogli suoi.

CLEARCO

Che dir poss'io, se reo mi fan gli dèi?

ELISA

Menti. Un ingrato, un traditor tu sei.

NINO
(ad Elisa)

Di certa reità scusa non s'ode.

ELISA

Guardie, a voi lo consegno.

SIDONIA

E delle pene sue sia la più giusta,

ch'ei perda i doni tuoi.

CLEARCO

Tu pur contra Clearco.

SIDONIA

Condanno il tradimento.

CLEARCO
(a Sidonia)

Come? A te qui non venni?...

ELISA

E questa è colpa.

CLEARCO
(a Sidonia)

Le congiure non dissi?...

ELISA

Per serbar chi ti piacque.

CLEARCO
(a Sidonia)

Non ti parlai?

ELISA

Lo so; di amor di fede.

SIDONIA

(Nel suo furor la gelosia si vede.)

NINO

Se 'l soffri, il fai più audace.

ELISA

Di mia bontà mi pento. Al letto, al trono

senti, sleal, sceglier saprò ben'io

altro sposo, altro re.

SIDONIA

(Clearco è mio.)

(Elisa non ascoltando Clearco)

CLEARCO

Regina... il ciel m'ascolti. Io son tradito.

Agenore, Sidonia, Nino, il padre,

tutti son mie sciagure, e sembran tutti

miei falli, e accuse mie. L'unico errore

di quest'alma fedele

è che tu la condanni. E pur Clearco

di sì enorme viltà reo non si sente;

e 'l suo povero cor supplice chiede

di poter dire al tuo ch'egli è innocente.

ELISA
(a Nino e Sidonia)

Ingannarmi potrei?

NINO

Sedotto è 'l tuo rigor dalla clemenza.

SIDONIA

E questa è cieca, ove la regga amore.

ELISA

Vattene. Ingrato sei. Sei traditore.

 

CLEARCO

Se vuoi, che in pace io mora,  

non dirmi traditor,

non dirmi ingrato.

Misero dimmi, e allora

perdono al tuo rigor;

e sol del mio dolor

incolpo il fato.

Se vuoi, che in pace io mora,

non dirmi traditor,

non dirmi ingrato.

Clearco ->

 

Scena undicesima

Elisa, Sidonia, e Nino.

 

ELISA

Due delitti ha Clearco. Egli di Elisa  

la vita insidiò, tradì l'amore:

Sidonia, intendi?

SIDONIA

Intendo.

ELISA

Non abbia in te rival la tua regina.

SIDONIA

Io gradirei di un traditor l'affetto?

NINO

Per la fé di Sidonia offro la mia.

Essa a me la giurò.

SIDONIA

(La gelosia

a lei si tolga.) E a Nino anch'io la giuro.

ELISA
(a Nino)

Ami dunque Sidonia?

NINO

È l'amor mio quel volto; è la mia speme.

ELISA
(a Sidonia)

E tu l'ami del pari?

SIDONIA

Nino è la gloria mia; nino è 'l mio bene

ELISA
(a Nino e Sidonia)

(Cessa il timor.) Tal fede?

SIDONIA

S'io fossi men fedele,

a lui sarei spergiura e a me crudele.

Insieme

NINO

S'io fossi men fedele,

a lei sarei spergiuro e a me crudele.

 

ELISA

Amatevi, e sperate; il vostro amore

piace ad Elisa. Essa il farà contento.

SIDONIA

Nel tuo favore il mio piacer già sento.

NINO

Alma, in amor di più bramar non puoi.

ELISA

Ah! Potessi esser lieta al par di voi.

 

Va': che sei ben fortunata;  

tu l'adori, ed egli t'ama.

Ei ti brama, e sei fedele.

Io tradita, e disprezzata

offro il regno, ad un indegno,

dono il core a un traditore;

son pietosa a chi è crudele.

Va': che sei ben fortunata;

tu l'adori, ed egli t'ama.

Elisa ->

 

Scena dodicesima

Sidonia, e Nino.

 

NINO

Mia bella, eccoci in porto...  

SIDONIA

Pria che tu segua, ascolta. Alla tua fede

chieder deggio un favore. A me lo giura.

NINO

A Sidonia lo giuro.

SIDONIA

Maggior legame io voglio.

NINO

Lo giuro alla mia speme, ed al tuo amore.

SIDONIA

Ancor non basta, o Nino.

NINO

E quando ei non si offenda, anche al mio onore.

SIDONIA

Or ti credo. Prometti?

NINO

Io lo prometto.

SIDONIA

In ogni evento?

NINO

Egual mia fede avrai.

SIDONIA

Ma se avverrà che manchi?

NINO

Come tuo traditor, tu mi odierai.

SIDONIA

L'impegno accetto. Or segui.

NINO

Ed or lascia ch'io stampi

su quella man, ch'è mia...

SIDONIA

Nino, più saggio.

NINO

Al tuo sposo così?

SIDONIA

Sposo? Vaneggi.

NINO

Ma tu non promettesti

a me fede ed amor?

SIDONIA

Mal m'intendesti.

Nino, talor della beltà sul labbro

la cortesia ragiona, e pare affetto.

Un'amica pietà genio si crede,

parla l'ingegno, e par che parli il core.

Politica risponde, e sembra amore.

NINO

(Cieli!) presente Elisa,

non ti dicesti unita a' voti miei?

SIDONIA

E s'ella or fosse qui, tal mi direi.

NINO

Onde quest'arte, o dio?

SIDONIA

Il tacer è 'l favor... Sarai costante?

Odi. Sidonia è d'altro volto amante.

NINO

Ad Elisa, o spergiura...

SIDONIA

Ferma. Il silenzio è del tuo onore un voto.

NINO

Speranze sì fallaci?

SIDONIA

Promettesti il favor. Lo voglio, e taci.

NINO

Perché ascoltarmi amante?

SIDONIA

Poss'io vietar che m'ami

chi amar mi vuol? Gloria del sesso è questa.

NINO

D'infedeltà ti vanti, e ti compiaci?

SIDONIA

Promettesti il favor. Lo voglio, e taci.

NINO

Ch'io taccia?

SIDONIA

Lo giurasti.

NINO

Tradirò col silenzio il mio dolore?

SIDONIA

Se parli, t'odierò qual traditore.

NINO

(Legge crudel!) Dimmi chi adori almeno.

SIDONIA

Mal si cerca il rival, quand'egli è caro.

NINO

Tutto il mio mal si sappia.

SIDONIA

Vedi quanto ti stimo. Io t'apro il varco

al più chiuso del cuore. Egli è Clearco.

NINO

(Stima funesta!) Un traditor ti piace?

SIDONIA

Mi piace, e 'l suo piacermi è sua discolpa.

NINO

Ami la fellonia?

SIDONIA

Il condannar chi adoro, è scortesia.

NINO

Ma l'amore di un vil viltà non chiami?

SIDONIA

Per far ch'ei non sia vil, basta ch'io l'ami.

 

Non è poco,  

ch'il mio amore io scopra a te.

Tu se' solo quel che sa

il mio core ed il mio foco.

Il fidarsi all'altrui fé

così presto non si fa.

Credi a me:

è un favor che non è poco.

Non è poco,

ch'il mio amore io scopra a te.

Sidonia ->

 

Scena tredicesima

Nino.

 

 

Io son perduto. Un gran favor si chiama  

il dir ch'io mi disperi.

E disperar convien. Beltà che vanta

all'amante altr'amore,

altre piaghe, altre fiamme, altri legami,

vuol dir ch'ei più non viva, o più non ami.

 

Era meglio disperarmi,  

bella ingrata, che lasciarmi

una speme, ch'or m'inganna.

S'io sapeva i mali miei,

non direi, che ingrata sei,

né saprei che sei tiranna.

Era meglio disperarmi,

bella ingrata, che lasciarmi

una speme, ch'or m'inganna.

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Nino ->

 
 

Scena quattordicesima

Reggia incendiata.
Fenicio con séguito, e poi Agenore con Guardie.

 Q 

Fenicio, seguito di Fenicio

 

FENICIO

Costanza, amici. A' giusti voti arride  

propizio il cielo. Arda la reggia, e seco

si perda Elisa. Al funeral d'un'empia

rogo minore, o men crudel non dessi.

Abbattete, atterrate.

Parte di voi porti l'eccidio altrove.

Parte mi segua. Andiamo.

Astarto regni, e 'l regno ei deggia a noi.

La grand'opra si adempia. Io son con voi.

 

<- Agenore, guardie

AGENORE

Fermati.  

FENICIO

Elisa mora.

AGENORE

Scellerato è 'l disio.

FENICIO

Virtù lo muove.

AGENORE

Contumace è l'ardir.

FENICIO

Giustizia il regge.

AGENORE

Qual virtù? Qual giustizia? Elisa è salva.

FENICIO

Chi può torla al mio sdegno?

AGENORE

Su dunque ardito porta il foco e 'l ferro

sin sugli occhi di Elisa. Ivi vedrai

fra catene Clearco.

(Geronzio ascolta in disparte)

<- Geronzio

FENICIO

O cieli! Il figlio?  

AGENORE

Aspetta il suo destin. La legge è questa.

Vuol'Elisa il tuo brando, o la sua testa.

 

Scena quindicesima

Geronzio con soldati, e li suddetti.

<- soldati

 

GERONZIO

(Fenicio qui si salvi.)  

AGENORE

Geronzio, a tempo.

FENICIO

Amico.

GERONZIO

Chi è traditor di Elisa ha l'odio mio.

Cedi quel ferro, e prigionier mi segui

a' lacci (col tradirlo io l'assicuro.)

FENICIO

Perfido amico! E cavalier spergiuro!

AGENORE

Cedi alla tua regina.

FENICIO

Ho in Astarto il mio re.

AGENORE

Questi or difenda

il capo di Clearco. Infame acciaro,

se più tardi, il recide.

FENICIO

Barbare stelle!

AGENORE

E 'l tuo furor l'uccide.

(mostra di partire)

FENICIO

Ferma.

AGENORE

Pensa, o fellon, che padre sei.

FENICIO

Se più fossi costante, empio sarei.

Cedo all'amor, non alla tema. Andiamo.

Sappia Elisa, che ha vinto

il padre, non l'eroe.

Essa un fido vassallo in me condanna,

ed io detesto in lei la mia tiranna.

GERONZIO

A chi ti dée punir, tanto nemico?

FENICIO

Spergiuro cavalier! Perfido amico!

 

Empio destin, m'invola  

amici, e libertà.

Virtù mi resterà

di te più forte.

Col valor di questa sola

sfiderò, vincerò catene e morte.

Empio destin, m'invola

amici, e libertà.

Fenicio, seguito di Fenicio, Geronzio, soldati, Agenore ->

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Luogo solitario dietro al palazzo reale, e vicino alla casa di Fenicio ingombrato da palme.

Fenicio, Geronzio, congiurati
 

Amici, Astarto vive, Astarto il figlio

(restringendosi i rami delle palme danno luogo alla vista di una grande ara, con la statua di Giove fulminante, e quelle d'altre deità)

Compagni, armisi il braccio

Andiamo, amici. A' numi

Geronzio
Fenicio, congiurati ->
Geronzio
<- Clearco

Amico, in onta ancora

Geronzio, Clearco
<- Fenicio

Fermati, o figlio

Clearco
Fenicio, Geronzio ->

Fronda a due venti esposta, onda a due nembi

Clearco
<- Elisa

Qui l'empio / Mia regina, omai le tede

Elisa
Clearco ->

O d'invidia, e di amor figlia perversa

Elisa ->

Stanze di Sidonia illuminate.

Sidonia, Agenore
 

Eh! Di Clearco è troppo amante Elisa

Sidonia, Agenore
<- Clearco

Sidonia, a te mi tragge

Sidonia, Agenore, Clearco
<- Elisa

Odi 'l perfido cor / Parto / Trattienti

Sidonia, Agenore, Clearco, Elisa
<- Nino, guardie

Regina, empie e inonda il ferro e 'l foco

Sidonia, Clearco, Elisa, Nino
Agenore, guardie ->

Giura adesso, che Astarto è nome ignoto

Sidonia, Elisa, Nino
Clearco ->

Due delitti ha Clearco. Egli di Elisa

Sidonia, Nino
Elisa ->

Mia bella, eccoci in porto

Nino
Sidonia ->

Io son perduto. Un gran favor si chiama

Nino ->

Reggia incendiata.

Fenicio, seguito di Fenicio
 

Costanza, amici. A' giusti voti arride

Fenicio, seguito di Fenicio
<- Agenore, guardie

Fermati / Elisa mora

Fenicio, seguito di Fenicio, Agenore, guardie
<- Geronzio

(Geronzio in disparte)

O cieli! Il figlio?

(Geronzio si manifesta)

Fenicio, seguito di Fenicio, Agenore, guardie, Geronzio
<- soldati

Fenicio qui si salvi

guardie
Fenicio, seguito di Fenicio, Geronzio, soldati, Agenore ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima
Luogo magnifico con trono reale nel mezzo. Porto di mare con navi. Anticamera alle stanze di Clearco. Luogo solitario dietro al palazzo reale, e vicino alla casa di Fenicio ingombrato da palme. Stanze di Sidonia illuminate. Reggia incendiata. Prigione. Stanze reali. Atrio reale.
Atto primo Atto terzo

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