Salotto nella dimora d'Egberto; gran finestra nel mezzo fuor della quale si vedranno i merli del castello; porte laterali, tavola coll'occorrente per scrivere, sedie, eccetera; la stanza è vuota.
(interni canti dalla destra indicano la fine d'un banchetto)
[N. 1 - Introduzione e aria di Aroldo]
Ciel, ch'io respiri! Il gaudio del convitto
(squillo interno di trombe)
Tosto ei disse! Mio dio! Perduta sono!
Fuga di sale illuminate a gran festa; nella prima sonvi mobili dell'epoca, sopra uno de' quali è un libro chiuso da fermaglio con chiave.
Forse costui! È desso! Si discopra
Vedi quel libro? / Il vedo / Ivi s'attenta
Eterna vivrà in Kenth la memoria
No 'l volete? Farollo io stesso