Intermezzo primo

 

Scena unica

La scena rappresenta una strada solitaria nella parte interna delle mura della città con veduta di antiche fabbriche diroccate.
Nisa, e Tagliaborse travestito da orso, indi Calcante con Servitore.

 Q 

Nisa, Tagliaborse

 

NISA E TAGLIABORSE

Co' la speme di goder  

pace attenda, e rida il cor;

vada lunge ogni pensier

di tristezza, e di dolor.

 

NISA

Sì, Tagliaborse, un vecchio  

ricchissimo mercante in questo loco

dovrà passar fra poco;

non conviene abbandonar il posto

bench'ei tardi a venir.

(esaminando Tagliaborse)

Desta alle risa

il vederti vestito in questa guisa.

Pure lo so per prova

che ad ingannar la gente molto giova.

M'intendi? Mi capisci?

TAGLIABORSE

A meraviglia!

Tutto va ben; ma l'orso vuol mangiare.

NISA

Eh via non dubitare,

bisogna andar pian pian; poiché il merlotto

prender colui non può che va di trotto.

 

TAGLIABORSE

Tu non pensi no signora  

che son quasi alla malora:

anzi ridi a mio dispetto?

Sorte, fato maledetto!

No non serve, ho da crepar.

Via restiamo, sì t'aspetto.

Ma tu scherzi, e ridi ancora?

Già la fame mi divora,

già non posso più parlar.

 

NISA

Caro fratello mio quanto impaziente,  

quanto importuno sei!

(guardando verso la scena)

Taci, s'appressa alcun.

TAGLIABORSE

Zingari dèi,

che proteggete i borsaroli eroi,

tutto il vostro favor prestate a noi.

(Nisa e Tagliaborse si mettono in disparte)

<- Calcante, servitore

 

CALCANTE
(al servitore)

Ho ragione, sì signore:  

il padrone non son io?

Dunque voglio a modo mio

sempre dire, sempre fare

quel che pare, e piace a me.

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Mancherebbe ancor questa  

ch'io dovessi obbedire al servitore;

son io padrone in casa...

(partendo)

NISA

(incontrandolo)

Mio signore?

CALCANTE

Padrona. (Oh che bellezza.)  

NISA

(a Tagliaborse)

Tagliaborse, coraggio, arte, destrezza.

(a Calcante)

Se la buona ventura

ella vuol ch'io le dia resti un momento,

il ben futuro e il male

chiaro le saprò dir...

CALCANTE

(accorgendosi dell'orso)

Oh che animale...

(intimorito)

Va' via, va' via di qua: gente soccorso.

NISA

Ella è timida troppo! Teme un orso?

CALCANTE

Cancaro! Se lo temo? È forse questa

fiera da accarezzar, e farle festa?

NISA

Creda signor, non è punto feroce!

Ella vederlo meco

può bevere, e mangiar.

CALCANTE

E dormir teco?

NISA

Lasciam gli scherzi a parte; e la sua mano

di grazia ella mi dia.

CALCANTE

(all'orso)

Stammi lontano.

(a Nisa)

A che deve servir?

(all'orso)

Va' via ti dico.

NISA

Per darle la ventura.

CALCANTE

(a Nisa)

E tu chi sei?

(Con questo animalaccio ha da esser bella.)

NISA

Nisa di Menfi io son, la zingarella.

CALCANTE

(Mi vuò seco spassar.)

(al servo)

Senti Taddeo;

va' dal mercante ebreo, di' che m'attenda

pochi momenti sol, e che da lui

col denaro sarò.

(il servo parte)

servitore ->

 

NISA
(a Tagliaborse)

Senti costui?  

CALCANTE

Signora Nisa bella eccomi a voi,

questa è la man;

volete esaminarla?

NISA

Sì signore,

il guanto ella si cavi.

CALCANTE

(all'orso che lo sorprende)

Oh traditore!

NISA

Nuda veder vorrei la fronte ancora.

CALCANTE

(cavandosi il cappello)

La servo. (Oh ciel, costei già m'innamora!)

 

NISA

Ella può credermi  

nacque felice;

Nisa lo dice,

mentir non può.

CALCANTE

Questo è possibile

creder lo vuò.

NISA

Su nel zodiaco

Febo in quel giorno

in capricorno

si raggirò.

CALCANTE

Non è impossibile

creder si può.

NISA

Quasi due secoli

robusto, e forte,

in lieta sorte

vivrà lo so.

CALCANTE

Quest'è ancor facile,

lo crederò.

NISA

Di bella femmina

amante, e sposo,

fido e geloso

oggi il vedrò.

CALCANTE

Sembra difficile

esser non può.

 

 

E in breve sarò sposo?  

NISA

Certamente.

CALCANTE

Strano questo mi sembra.

NISA

E perché mai?

CALCANTE

Perché sinor non vedo

donna che per me sia comoda assai.

NISA

Un ricco gentiluomo

deve cercar bellezza, e non denaro.

CALCANTE

Io non son gentiluom.

NISA

(Oh quanto è avaro!)

Poiché, signor, mi volle

con tanta cortesia prestare orecchio,

la supplico, si degni,

compiacciasi mirare

quest'orso ora che in piè lo fo ballare.

Larà, larà, larà, balla moretto

larà, larà, larà.

(l'orso balla)

CALCANTE

Quest'è un portento!

(Oh se costei volesse

per lieve prezzo farmene padrone,

potrei certo in poch'ore

per un tesoro venderlo a un signore.)

Me lo daresti, o Nisa?

NISA

Col denaro.

CALCANTE

Ebben quanto ne vuoi?

NISA

Trenta ducati.

CALCANTE

È troppo caro; dieci

è molto ben pagato,

vuoi darmelo a tal prezzo?

NISA

Ella s'inganna.

Dieci ducati! Ah non lo vide bene

dunque ballar, l'osservi

di grazia un'altra volta.

Larà, larà, larà.

(l'orso torna a ballare)

CALCANTE

Basta, se vuoi

raddoppierò l'offerta in ricompensa

di questa sua virtù. Ve' che pazzia!

Ancor tu sai che venti bei ducati

son di mill'orsi e mille più stimati.

NISA

Oh dio! Creda m'incresce

dovermene privar; ma poiché sono

in gran necessità, vostro, o signore

voglio che sia per que' venti ducati

purché mi siano subito contati.

CALCANTE

(le mostra la borsa)

Eccoli pronti, o cara; anch'io ti giuro

che sol perché mi piacque il tuo sembiante

mi riduco a sborsar questo contante.

NISA

La ringrazio, o signor! (Oh quanto è stolto.)

CALCANTE

(le dà il denaro)

Prendi, mia bella, prendi, in questa parte

spesso ritorna, e se tu puoi per poco

ardi per me d'un amoroso foco.

 

NISA

Sì caro ben, sarete  

l'idolo mio diletto;

per voi già sento in petto

il core palpitar.

(Mirate il bel soggetto

da farmi innamorar!)

(Tagliaborse ruba la borsa a Calcante)

 

Non è gran meraviglia

se vincer sa il mio core

un che la dèa d'amore

faria prevaricar.

(Mirate il bel signore

da farmi innamorar!

 

Nisa, Tagliaborse ->

CALCANTE

Ho già fatto il mio negozio. Senza fallo  

questo raro animale

più di mille ducati ancora vale;

larà, larà, larà... moretto... e dove,

dove l'orso n'andò possenti dèi?

Poveri soldi miei!

Poveri miei ducati,

alla malora se ne sono andati

tanto denaro, oh dio! con stenti e pene

acquistato perdei

tutto il sudore, e la fatica è vana

d'una intera e ben longa settimana!

Bastardissime stelle,

barbaro fato, iniqua sorte, e ria

tu sei cagion della rovina mia.

Chi pietoso m'addita un ferro, un laccio

una morte, un veleno

onde possa scacciar l'alma dal seno.

A perdita sì grande

sopravviver non voglio. E vano è vano

bramar la vita allora

che son nemici miei

gl'orsi, la terra, il mar, gl'uomini, i dèi.

 

Che orror! Che spavento!  

Oh sorte spietata

crudele ed ingrata

or vado a morir.

La sete, la fame,

la peste, la morte

son mali più lievi

si ponno soffrir.

 

<- Nisa

NISA

(torna in scena)  

Donde, signor, tant'ira?

Ah mal conviene a lei questo furore

se è ver che vive in servitù d'amore.

CALCANTE

L'amore è bello e buono; ma il denaro

m'è più di quello assai, ma assai più caro.

Misero!

NISA

E che le avvenne?

CALCANTE

M'è fuggito

l'orso che mi vendesti, oh morte! Oh pena!

NISA

È ver?

CALCANTE

Purtroppo! E questa è la catena.

E sono così andati

venti ducati interi alla malora.

NISA

(Avveduto non s'è del resto ancora.)

A che giova così dar nelle smanie?

Ella si rassicuri

l'orso si troverà, sarà mia cura

questa non sia per lei grande sventura.

E poi, signore, il core

della sua Nisa val venti ducati?

CALCANTE

Ohibò, non faccio mai questi mercati.

NISA

Dunque da lei divisa

più che l'orso vorria la fida Nisa?

CALCANTE

(Oh maledetto amore!)

NISA

Ebben risponda?

CALCANTE

Che vuoi ch'io dica? Alfin sento... ma no...

(No, non mi spiegherò.)

NISA

Che sente?

CALCANTE

Oh dio!

NISA

Parlate, alfin, parlate idolo mio.

 

CALCANTE

Amore, o che diletto  

mi punge il cor nel petto

e scorre in su e in giù.

NISA

Così pure il mio core

il biondo dio d'amore

lo fa saltar così.

CALCANTE

Torna Cupido torna

quel core a far sbalzar.

NISA

Torna Cupido torna

quell'alma a consolar.

CALCANTE

Già torna torna amor.

NISA

Già torna nel mio cor.

NISA E CALCANTE

Oh dèi che gusto è questo

non si può far di più.

 

Fine (Intermezzo primo)

Intermezzo primo Intermezzo secondo

Una strada solitaria nella parte interna delle mura della città con veduta di antiche fabbriche diroccate.

Nisa, Tagliaborse
 

(Tagliaborse travestito da orso)

Nisa e Tagliaborse
Co' la speme di goder

Sì, Tagliaborse, un vecchio

Caro fratello mio

(Nisa e Tagliaborse si mettono in disparte)

Nisa, Tagliaborse
<- Calcante, servitore

Mancherebbe ancor questa

(Nisa e Tagliaborse si rivelano)

Padrona. Oh che bellezza

Nisa, Tagliaborse, Calcante
servitore ->

Senti costui?

Nisa e Calcante
Ella può credermi

E in breve sarò sposo?

(Tagliaborse ruba la borsa a Calcante)

 
Calcante
Nisa, Tagliaborse ->

Ho già fatto il mio negozio. Senza fallo

Calcante
<- Nisa

Donde, signor, tant'ira?

Calcante e Nisa
Amore, o che diletto
 
Scena unica
Una strada solitaria nella parte interna delle mura della città con veduta di antiche fabbriche diroccate.
Intermezzo secondo

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