Atto secondo

 

Scena prima

Sala.
Teuzzone con Soldati.

 Q 

Teuzzone, soldati

 

TEUZZONE

Di trombe guerriere  

al fiero fragore

si mostri, mie schiere,

l'usato valore.

 

 

Ho vinto, fidi, ho vinto,  

se meco siete: io veggio

già dal vostro valor domo l'inganno

e, trofeo di virtù, veggio di fronte

cadere al fasto i mal rapiti allori.

Andiam: più che al cimento

vi fo scorta al trionfo. Al vostro zelo

la ragione combatte e serve il cielo.

soldati ->

 

Scena seconda

Zelinda e Teuzzone.

<- Zelinda

 

ZELINDA

Ove, o prence, fra l'armi?  

TEUZZONE

O dèi! Zelinda?

ZELINDA

Senza me dove, o sposo?

TEUZZONE

A vincere o morire. Addio, mia cara.

ZELINDA

Ferma, ché se vuoi regno io te l'arreco;

se morte, ho core anch'io per morir teco.

TEUZZONE

Non far co' tuoi timori

sì funesti presagi a' miei trionfi.

ZELINDA

Qual trionfi t'infingi,

debole, e contro tanti?

TEUZZONE

E che! Vuoi tu che ceda?

ZELINDA

Non è ceder vendette il maturarle.

TEUZZONE

Un empio è mezzo vinto.

ZELINDA

Egli è più da temer, ché alla vittoria

se non giova la forza, usa l'inganno.

TEUZZONE

Ed il cielo?

ZELINDA

Non sempre

la parte ch'è più giusta è la più forte.

TEUZZONE

Ma un'ignobile vita è sol mia morte.

ZELINDA

Morte vuoi? Vanne pur, crudele, oh dèi!

TEUZZONE

Piange Zelinda; o barbari nemici,

le vostre vene mi pagheran quel pianto.

ZELINDA

Ma signor, poiché nulla

ti rimuove dall'armi, almen permetti

che anche pugnino teco

i Tartari miei fidi e pugni Argonte;

e fra i rischi e le stragi

fida ti seguirà la tua Zelinda.

Su, mi si rechi elmo, lorica e brando.

Per soffrir l'armi e per vibrarle in campo

avrò vigore anch'io,

o prenderlo saprò dall'amor mio.

TEUZZONE

Eh, mia cara, non sono

per quel tenero sen l'armi che chiedi.

Argonte ti rimanga. Il mio destino

non è ben certo, e se nel cielo è forse

stabilito ch'io cada,

ti riconduca al padre e ti consoli.

ZELINDA

E mi credi sì vil, che alla tua tomba

sopravviver potessi?

TEUZZONE

Lascia i tristi presagi, e dammi, o cara,

un addio men funesto.

ZELINDA

Il cor si spezza.

Mio caro, ah! Non fia questo,

cieli, se v'è pietà, l'ultimo amplesso.

TEUZZONE

No, mio ben, no 'l sarà. Tu resta, io vado;

tu a combatter coi voti, ed io con l'armi.

O tornerò con la corona in fronte

più degno ad abbracciarti,

o, di questa già scarco inutil salma,

verrò spirto amoroso

a cercar nel tuo volto il mio riposo.

 

Tornerò, pupille belle,  

sposo, amante, a rimirarvi.

E se vuol la morte mia

del destin la tirannia,

verrò in ombra a consolarvi.

Teuzzone ->

 

Scena terza

Zelinda sola.

 

 

Parte il mio sposo? Oh dio!  

Io più no 'l rivedrò? Già d'ogni intorno

mi s'affollano orrori. Udir già parmi

il fiero suon dell'armi:

miro l'ire, le stragi, e miro - oh dio! -

tutto piaghe languir l'amato bene.

Teuzzon, ferma; deh, ferma!

Dove vai? Dove sei?

Deh, ti movi a pietà de' pianti miei.

 

Un'aura lusinghiera  

mi va dicendo: spera,

ché forse tornerà

la calma al core.

Talor d'iniqua sorte

contro d'un petto forte

non val la crudeltà

d'empio rigore.

Zelinda ->

 
 

Scena quarta

Reggia.
Zidiana con Guardie.

 Q 

Zidiana, guardie

 

ZIDIANA

Teuzzon vuol armi ed ire? All'ire, all'armi!  

Questa è forse la via

di piacere al crudel: l'esser crudele.

Miei fidi, ite là, dove

più feroce è la pugna.

Teuzzon cercate, in lui volgete i passi;

piagatelo, uccidetelo... Ah no, tanto

viver se li consenta,

ch'io giunga a dirli ingrato, ed ei mi senta.

guardie ->

 

Scena quinta

Zelinda e Zidiana.

<- Zelinda

 

ZELINDA

Regina, a te mi guida...  

ZIDIANA

Dimmi, piace all'ingrato

forse più del mio scettro e del mio core

il cimento e l'orrore?

ZELINDA

Che le dirò?

ZIDIANA

Libera parla, esponi

com'ei ti ricevé, che fe', che disse?

Non tacer ciò che serve ad irritarmi.

ZELINDA

Teuzzon...

ZIDIANA

...vuol armi ed ire? All'ire, all'armi!

ZELINDA

Non ascolta ragion sdegno ch'è cieco.

Il tuo sia da regina: odimi, e poi

serba l'ire, se puoi.

ZIDIANA

Tuoi detti attendo.

ZELINDA

(Giovi il mentir.)

Per tuo comando, in traccia

fui di Teuzzon, ma giunsi

ch'era accesa la mischia, e il vidi - ahi! - tinto

non so se del suo sangue, o dell'altrui.

ZIDIANA

Né gli esponesti allora...

ZELINDA

Come potea vergine imbelle aprirsi

fra le stragi il sentier? Parlar d'amore

ove Marte fremea? Misero prence!

Cinto il lasciai di cento ferri e cento,

oggetto di pietade e di spavento.

 

Scena sesta

Egaro e dette.

<- Egaro

 

EGARO

Mia sovrana, ai tuoi voti  

propizio è il cielo; or sei regina, hai vinto.

ZELINDA

Ma del prence che avvenne?

ZIDIANA

Che di Teuzzon?

ZELINDA

Morto egli è forse?

EGARO

Ei vive,

ma volte in lui l'armi, le forze e l'ire,

gli tolgon le difese, e non l'ardire.

ZELINDA

Cadrà se tardi... Ah, no 'l soffrir...

ZIDIANA

Vi sento,

teneri affetti. Egaro,

va', riedi al campo, i cenni miei vi reca:

salvisi il prence, e basti

ch'ei prigioniero al mio poter si renda;

così pietà m'impone.

EGARO
(piano a Zidiana)

E non amore?

ZIDIANA
(piano ad Egaro)

Tu l'arcano ne sai, salva il mio core.

EGARO

Parto veloce.

Egaro ->

 

Scena settima

Zidiana e Zelinda.

 

ZIDIANA

Amica,  

qual pietà per Teuzzon, qual turbamento?

ZELINDA

Nella sua morte il tuo dolor pavento.

ZIDIANA

E credi tu che al fine

ceda l'alma orgogliosa a' miei desiri?

ZELINDA

Vuoi ch'io libera parli e senza inganno?

ZIDIANA

Sì, te n' priego.

ZELINDA

Il suo core

non è facil trofeo, Zelinda il tiene;

Zelinda, a cui gran tempo

diè nel tartaro ciel fede di sposa.

ZIDIANA

E sprezzata sarò per altra amante?

ZELINDA

Lo vinceranno i tuoi

favori eccelsi e il suo destin presente;

non disperare: amore

per sentiero di pene

guida i seguaci suoi,

e quanto più bramato,

tanto è più grato ancor d'un core il dono.

(Se mi tradisce, ahi! che di morte io sono.)

Zelinda ->

 

Scena ottava

Egaro e Zidiana.

<- Egaro

 

EGARO

Sospese il tuo comando  

a' tuoi guerrieri in su la man feroce

la morte di Teuzzon; l'hai prigioniero.

Ma troppo importa il far ch'ei cada estinto

a Sivenio ed a Cino.

ZIDIANA

È in balia del mio amore il suo destino.

Va', tu ne sii custode,

e dall'odio il difendi e dalla frode.

 

EGARO

La gloria del tuo sangue  

vedo che oppressa langue

d'una morte all'orror

aspra e spietata.

Forse pietoso amore

donerà calma al core,

se ti mostri costante

e non ingrata.

Egaro ->

 

Scena nona

Zidiana, Sivenio e Cino.

<- Cino, Sivenio

 

ZIDIANA

Mercé al vostro valor, che su la fronte  

mi fermò la corona, oggi alla mia

felicità nulla più manca, o duci.

SIVENIO

Mancava ancor la miglior gemma, e questa,

questa sarà...

CINO

Che?

SIVENIO

Di Teuzzon la testa.

ZIDIANA

La testa sua?

SIVENIO

Tu impallidisci e tremi?

ZIDIANA

Fregio della vittoria è la clemenza.

SIVENIO

Clemenza intempestiva

toglier ci può della vittoria il frutto.

ZIDIANA

Lui prigionier temer si dée?

SIVENIO

Si dée

la sua vita temer, la sua sciagura.

CINO

V'assento anch'io, ma si maturi il colpo.

SIVENIO

Nuoce all'opera talor lungo consiglio,

ed il lento riguardo è un gran periglio.

ZIDIANA

Orsù, mi rendo: mora,

mora Teuzzon, ma giusta sembri al regno

la man che lo condanna:

le sue colpe all'esame

pongansi omai; legge le pesi, e dia

la sentenza fatal ragion, non odio.

Giudici voi ne siate, e il gran decreto

poi la destra real segni e soscriva.

SIVENIO

Sì, giudicato ei mora.

ZIDIANA

(E amato viva.)

CINO

Ma del mio amor, regina...

Zidiana ->

 

Scena decima

Sivenio e Cino.

 

SIVENIO

Qui tosto il reo si guidi...  

CINO

Tutto abbiam vinto, amico, e pur non posso

vincere i miei rimorsi.

SIVENIO

Déi regnar, déi goder, e hai cor sì vile?

CINO

Aver ci basti un innocente oppresso;

no 'l vogliamo anche estinto.

SIVENIO

Ecco il prence, suoi giudici sediamo:

condannato egli sia.

Non mancano al poter giammai pretesti;

ogni nostro delitto è già suo fallo,

e non abbia riguardo un reo vassallo.

 

Scena undicesima

Teuzzone, Egaro con Guerrieri, e suddetti.

<- Teuzzone, Egaro, guerrieri

 

SIVENIO

Teuzzon, rendasi questo  

onore al tuo natal: siediti.

TEUZZONE

Iniquo,

non pensar che comando

ti dia sopra di me la mia sciagura.

Sono il tuo re; tal mi rispetta, e siedo.

EGARO

Generosa virtù!

SIVENIO

Tal siedi e parli

perché t'è ignoto ancor che reo te n' vieni

al tuo giudice innanzi.

TEUZZONE

Voi miei giudici? Voi? Due bassi e vili

vapori della terra osan cotanto?

Da' miei stessi vassalli

giudicato io sarò? Qual legge umana,

qual divina il permette?

Altro giudice un re non ha che il cielo.

CINO

Chi dare il può, questo poter ci diede.

Zidiana...

TEUZZONE

È usurpatrice.

SIVENIO

È tua regina,

e al suo voler t'inchina.

TEUZZONE

Perfido! Che il mio core

giustifichi per tema un tradimento?

CINO

(Rimprovero crudele, al cor ti sento.)

SIVENIO

Contender seco è un avvilir il grado.

Tuo ufficio, Egaro, sia

segnar le accuse, le difese e gli atti

del giudizio sovrano.

EGARO

M'accingo all'opra.

TEUZZONE

Empio giudizio insano!

SIVENIO

Teuzzon, per te del regno

son infrante le leggi, a' voti estremi

del genitor disubbidisti, il sacro

giuramento a sprezzar cieca ti mosse

avidità d'impero;

ribel l'armi impugnasti, e i nostri acciari

fuman per te di civil sangue ancora.

Gravi son le tue colpe;

tu ne reca, se n'hai, le tue discolpe.

TEUZZONE

Dell'opre mie non deggio

render ragione a tribunal sì iniquo.

CINO

Tua nova colpa è questo

silenzio contumace.

SIVENIO

E mancan le difese a reo che tace.

CINO

O rispondi, o ne attendi

il giusto irrevocabile decreto.

TEUZZONE

Ma decreto sì indegno,

che orror faccia alla terra e infamia al regno.

EGARO

(Se no 'l salva l'amor...)

SIVENIO

Scrivasi, Egaro,

la fatale sentenza.

CINO

(Giudicata così muor l'innocenza?)

TEUZZONE

Duci, soldati, popoli, a voi parlo.

A voi m'appello dalla legge iniqua.

Tutte fa le mie colpe

chi le condanna; io taccio,

giudice lui, né 'l suo giudizio approvo.

Se scolparmi ricuso,

voi, che del vuoto soglio

l'anime siete, e di chi l'empie il braccio,

siate giudice mio. Ragion vi rendo

di mia innocenza, e poi giustizia attendo.

SIVENIO

Tu segna ancor l'alto decreto.

CINO

O numi!

TEUZZONE

Se in me d'ira civile...

SIVENIO

Tacciasi. A reo convinto e condannato

più non lice produr vane discolpe.

TEUZZONE

Suddito infame!

SIVENIO

Egaro,

si riconduca alla prigion primiera.

Poco là dureran le tue ritorte,

ché a disciorle verrà, verrà la morte.

 

TEUZZONE

Sì, ribelle anderò, morirò;  

ma più fiero verrò dall'abisso

animando a battaglia, a vendetta

ogni mostro, ogni furia, ogni cor.

Empio duol che mi serpi nel seno,

scaglia pur la fatale saetta

a finire il mio acerbo dolor.

Teuzzone, Egaro, guerrieri ->

 

Scena dodicesima

Cino e Sivenio.

 

CINO

Niega eseguir la destra  

del core i cenni.

SIVENIO

Eh, scrivi;

ché preferir conviene

a sterile virtude utile colpa.

CINO

Gran desio di regnar, sei mia discolpa.

SIVENIO

Alla regina or vado. Abbia il decreto

l'ultimo assenso, e cada,

cada il rival indegno

che contender ci può Zidiana e il regno.

 

Non temer, sei giunto in porto,  

già sparita è la procella,

che rubella

il naufragio minacciò.

Ora in quella resti assorto

vano orgoglio,

che quel soglio

di calcar folle tentò.

Sivenio ->

 

CINO

Scrissi; che vuoi di più, brama crudele?  

Che vuoi di più, superbo mio pensiero?

Per te son traditor, empio, infedele.

Ma alfin, per un bel volto

che prigionier mi rese,

caro è il delitto, amabile la frode.

Chi non è in libertà ragion non ode.

 

Nel suo carcere ristretto,  

pien d'affetto,

l'usignol cantando va.

Col soave, dolce canto

piange intanto

la perduta libertà.

Sfondo schermo () ()

Cino ->

 

Scena tredicesima

Zelinda e Zidiana.

<- Zidiana, Zelinda

 

ZELINDA

Condannato è, reina,  

l'innocente amor tuo.

ZIDIANA

S'egli fia l'amor mio, sarà innocente.

ZELINDA

Senza la tua pietà, morto il compiango.

ZIDIANA

Pietà si chiede? Ei me ne dia l'esempio.

ZELINDA

Ma...

ZIDIANA

Qui è Sivenio.

ZELINDA

(Scellerato ed empio.)

 

Scena quattordicesima

Sivenio e suddette.

<- Sivenio

 

ZIDIANA

Contumace alle leggi,  

ribelle alla corona,

è convinto Teuzzon.

SIVENIO

Convien punirlo;

e punirlo di morte

che sia pubblica e grave al par del fallo.

ZIDIANA

Giusta sentenza!

ZELINDA

(Traditor vassallo!)

SIVENIO

Né differir più lice.

ZIDIANA

Facciasi.

ZELINDA

(O me infelice!)

SIVENIO

Qui dunque alla condanna

dia la destra real l'alto consenso.

ZIDIANA

Custodi, a me si rechi

onde il foglio vergar.

ZELINDA

Dov'è il tuo amore?

ZIDIANA

Già stabilii ciò che far deggia il core.

SIVENIO

Ecco il fatal decreto...

ZIDIANA

Colà il deponi.

SIVENIO

... e a' piedi

v'imprimi il nome eccelso.

ZELINDA

(Odo e non moro?)

ZIDIANA

Imprimerollo, e per Teuzzon saranno

i caratteri miei note di sangue.

ZELINDA

(Alma, non v'è più speme.)

SIVENIO

Scrivi.

ZIDIANA

(va al tavolino e prende la sentenza)

Sì.

SIVENIO

(Mio riposo,

ed è grandezza mia ch'egli se n' mora.)

ZIDIANA

Ma...

SIVENIO

Già scrivesti?

ZIDIANA

Non è tempo ancora.

(depone la sentenza sul tavolino)

ZELINDA

(Respiro.)

SIVENIO

Attendi forse...

ZIDIANA

Vanne; pria che il dì cada

il foglio segnerò. Chi siede in trono

questa aver puote autorità sui rei.

SIVENIO

Troppo...

ZIDIANA

Va', già intendesti i sensi miei.

Sivenio ->

 

Scena quindicesima

Zidiana e Zelinda.

 

ZIDIANA

Arde Sivenio, e tollerarlo è forza.  

ZELINDA

E Cino ancora è fra i delusi amanti.

ZIDIANA

Lusingarlo a me giova.

ZELINDA

(E a me saperlo.)

Ma del caro tuo prence?

ZIDIANA

Qui mi si guidi, e ne sia scorta Egaro

per le vie più segrete.

ZELINDA

Che far risolvi?

ZIDIANA

Ei sia,

in così avversa sorte,

arbitro di sua vita e di sua morte.

Tu là ascosa sarai,

testimon de' suoi sensi.

ZELINDA

(Ahimè, perduto

ho il caro ben.)

ZIDIANA

Che pensi?

Forse ti spiace, o pur disperi - o dio! -

ch'io possa trionfar dell'amor mio?

 

ZELINDA

Guarda in quest'occhi, e senti  

ciò che ti dice il cor.

Se ben il labbro tace,

il core, ch'è loquace,

geme pe 'l tuo dolor.

 

Scena sedicesima

Zidiana, Egaro; poi Teuzzone, e Zelinda nascosta.

<- Egaro

 

ZIDIANA

Due seggi qui.  

EGARO

Reina, eccoti il prence.

 

<- Teuzzone

ZIDIANA

Seco mi lascia, e ad ogni passo intanto

si divieti l'ingresso... O dèi, t'arresta.

Egaro... Ahi, qual rossore?

EGARO

O d'amar lascia, o ardisci; ché a chi perde

un felice momento,

non resta del piacer che il pentimento.

 

Egaro ->

ZIDIANA

S'ami dunque, e s'ardisca.  

TEUZZONE

E sino a quando

saran le mie sciagure

spettacolo e trionfo ai miei nemici?

ZIDIANA

Io tua nemica? Fammi

più di giustizia. A tuo sollievo stendo

la stessa man da cui ti credi oppresso.

TEUZZONE

Non mi lascia temer salda costanza,

né mi lascia sperar rigida stella.

ZIDIANA

E pur, se no 'l ricusi,

al tuo, che ora è mio, trono il ciel ti chiama.

TEUZZONE

Per qual sentier?

ZIDIANA

Non ti sia grave, o prence,

meco seder.

TEUZZONE

Che sarà mai?

ZIDIANA

(Ma donde

muoverò i primi assalti?

Parlar deve a quell'alma

la regina o l'amante?

La lusinga o il terror?)

TEUZZONE

Tuoi detti attendo.

ZIDIANA

Senza colpa del labbro

vorrei, Teuzzon, vorrei

che intender tu potessi

il linguaggio del cor ne gl'occhi miei.

TEUZZONE

(Oscuro favellar.)

ZIDIANA

Mira più attento

de' lumi il turbamento,

e intenderai che d'amor peno e moro.

TEUZZONE

E che? Il morto tuo sposo è il tuo martoro?

ZIDIANA

Morto il mio sposo? Ah no, ch'egli in te vive,

e lo vedo, e li parlo, e ancor l'adoro.

Sì, ancor l'adoro! Ma più bel, ma degno

più degli affetti miei,

giovane, amabil, fiero; e quel tu sei.

TEUZZONE

(Stelle! Numi! Che ascolto?)

Ah, ti scordasti

chi a me fu genitor, chi a te fu sposo.

ZIDIANA

E amando in te ciò che di lui ci resta

in che, dimmi, l'offendo? E' tanto eccesso

che sia amante del figlio

chi del padre fu sposa, e non mai moglie?

Caro amor mio...

TEUZZONE

Zidiana,

usa altri sensi, o alla prigion me n' riedo.

ZIDIANA

Sì; altri sensi userò, ma quelli, ingrato,

che mi detta il dolor d'un tuo disprezzo.

Su, conosci, o crudel, dopo il mio amore

tutt'anco il mio furore.

Regina e vincitrice

ho ragione, ho poter sulla tua vita.

Vanne misero, e leggi,

leggi quel foglio, e vedi

qual mano irriti e quale amor disprezzi.

TEUZZONE

(L'alma i suoi mali a tollerar s'avvezzi.)

Si leva e va al tavolino, dove legge la sentenza.
Zelinda si lascia vedere.
 

ZIDIANA

(Or mi sovvien. Zelinda è che mi rende  

difficile trofeo quel cor che bramo.)

TEUZZONE

Lessi. (Si vuol mia morte.)

(torna a sedere; alzando gli occhi vede Zelinda)

(Ah, qui Zelinda!)

ZIDIANA

E solo manca il mio

nome a compir la capital sentenza.

Di', vuoi soglio o feretro?

Mi vuoi giudice o sposa?

Scegli, e pieghi il tuo fato

là dove piega il tuo voler. Risolvi:

qui te stesso condanna, o qui t'assolvi.

TEUZZONE

(attratto verso Zelinda, senza badare a ciò che dice Zidiana)

Amabili sembianze

dell'idol mio...

ZIDIANA

Cari soavi accenti,

conforto di quest'alma,

uscite pur da quel bel labbro, e in seno

d'amorosa speranza...

Sei pur ritroso. O dèi! Perché rubella

al tuo labbro è la man?

TEUZZONE

Che disse il labbro

onde speri il tuo affetto?

ZIDIANA

Amabile ti sembro,

idolo tuo m'appelli;

e non è questo un dir ch'io speri, o caro?

TEUZZONE

(guardando Zelinda)

Eh, ch'io gli accenti allora a te volgea

a te, cor di quest'alma, o mia Zelinda.

ZIDIANA

E parli a chi non t'ode?

Zelinda gli fa cenno che taccia.

TEUZZONE

Io l'ho presente.

Zelinda si ritira.

ZIDIANA

Dove?

TEUZZONE

La bella idea mi sta nel core.

(L'idolo mio quasi tradisti, amore.)

ZIDIANA

Quest'idea si cancelli.

TEUZZONE

Non giunge a tanto il tuo poter.

ZIDIANA

Lo faccia,

se no 'l puote il mio amore, il tuo periglio.

TEUZZONE

Mai spergiuro sarò per vil timore.

ZIDIANA

Ne sarà prezzo il trono mio...

TEUZZONE

L'aborro.

ZIDIANA

...il viver tuo...

TEUZZONE

Più la mia fé m'è cara.

ZIDIANA

...la tua innocenza.

TEUZZONE

Al cielo

n'appartien la difesa.

ZIDIANA

Meglio ancor pensa, ancora

questo momento alla pietà si doni.

Fa tu la tua sentenza: o morte, o soglio.

TEUZZONE

Torno a' miei ceppi, e tu soscrivi il foglio.

Teuzzone ->

 

Scena diciassettesima

Zidiana e Zelinda.

 

ZIDIANA

T'ubbidirò, spietato, e sul quel foglio  

scriverò le vendette.

(va al tavolino)

ZELINDA

Ove ti porta

cieco furor?

ZIDIANA

Dove! Me 'l chiedi? L'ire

ei proverà d'una beltà schernita.

(scrive)

ZELINDA

Scampo non veggio più per la sua vita.

ZIDIANA

Segnato è il foglio; ei morirà.

ZELINDA

Regina,

odimi.

ZIDIANA

Ei mi sprezzò.

ZELINDA

Ma al primo assalto

vuoi che ti ceda un cor? Nuovi ne tenta.

ZIDIANA

Espormi al disonor d'altro rifiuto?

ZELINDA

Fa che a Teuzzon mi si conceda il passo,

e 'l disporrò al tuo amor.

ZIDIANA

Tanto prometti?

ZELINDA

Sì. Tu sospendi intanto

la morte sua.

ZIDIANA

Custodi,

nella prigion diasi a costei l'ingresso.

Ma se m'inganni?

ZELINDA

Ogni pietà s'esigli;

siano ancor co' suoi giorni i miei recisi.

ZIDIANA

Risorgete, speranze!

ZELINDA

(Ahi, che promisi!)

 

ZIDIANA

Ritorna a lusingarmi  

la mia speranza infida,

e Amor per consolarmi

già par che scherzi e rida,

volando e vezzeggiando

intorno a questo cor.

Ma poi, sebben altero,

il pargoletto arciero

già fugge e lascia l'armi

a fronte del mio amor.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Sala.

Teuzzone, soldati
 

Ho vinto, fidi, ho vinto

Teuzzone
soldati ->
Teuzzone
<- Zelinda

Ove, o prence, fra l'armi?

Zelinda
Teuzzone ->

Parte il mio sposo? Oh dio!

Zelinda ->

Reggia.

Zidiana, guardie
 

Teuzzon vuol armi ed ire?

Zidiana
guardie ->
Zidiana
<- Zelinda

Regina, a te mi guida

Zidiana, Zelinda
<- Egaro

Mia sovrana, ai tuoi voti

Zidiana, Zelinda
Egaro ->

Amica, qual pietà per Teuzzon

Zidiana
Zelinda ->
Zidiana
<- Egaro

Sospese il tuo comando

Zidiana
Egaro ->
Zidiana
<- Cino, Sivenio

Mercé al vostro valor, che su la fronte

Cino, Sivenio
Zidiana ->

Qui tosto il reo si guidi

Cino, Sivenio
<- Teuzzone, Egaro, guerrieri

Teuzzon, rendasi questo

Cino, Sivenio
Teuzzone, Egaro, guerrieri ->

Niega eseguir la destra

Cino
Sivenio ->

Scrissi; che vuoi di più, brama crudele?

Cino ->
<- Zidiana, Zelinda

Condannato è, reina

Zidiana, Zelinda
<- Sivenio

Contumace alle leggi

Zidiana, Zelinda
Sivenio ->

Arde Sivenio, e tollerarlo è forza

(Zelinda nascosta)

Zidiana, Zelinda
<- Egaro

Due seggi qui / Reina, eccoti il prence

Zidiana, Zelinda, Egaro
<- Teuzzone

Zidiana, Zelinda, Teuzzone
Egaro ->

S'ami dunque, e s'ardisca

(Zelinda si lascia vedere)

Or mi sovvien. Zelinda è che mi rende

(Zelinda si ritira)

Zidiana, Zelinda
Teuzzone ->

T'ubbidirò, spietato, e sul quel foglio

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima
Campo di battaglia illuminato; padiglione reale; notte. Luogo de' sepolcri. Anfiteatro preparato per la dichiarazione del nuovo imperatore, con trono reale. Sala. Reggia. Bosco attiguo al palazzo imperiale. Prigione sotterranea. Nuvolosa con ara nel mezzo, preparata per il sacrifizio. Reggia maestosa.
Atto primo Atto terzo

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