Parte prima

 

CORO INTERNO

Delle caprette belle - le campanelle - s'ode squillar  

- Venite, orsù, caprette - le verdi erbette - a pasturar.

 
S'alza la tela.
 
Vasta camera terrena in una locanda campestre. Porta nel fondo, che dà sulla via dominata da una catena di rupi. Porta a dritta - a sinistra un vecchio cembalo, ed un sofà. Un tavolo, delle sedie, una credenza con bottiglie e bicchieri, e pochi altri mobili.

 Q 

Pomeriggio estivo.
 

Scena prima

All'alzarsi della tela, Ienny è in fondo alla scena, guardando al di là della porta.

Ienny

 

 

Ecco lì... La campagna sempre verde, e ridente...  

la via maestra, bianca di polvere, e di sol. -

E mai spuntar - da un pezzo! - Mai l'ombra solamente

d'un passegger si vede! Pigliano tutti il vol,

appena che un ciarliero - e non ne manca mai! -

dell'errante Sirena narri loro il mister.

La cosa divien seria! - Stentar dunque dovrai

in tal modo la vita, Ienny, né più veder

d'un uom l'aspetto? - È questo il peggio, affé, per me!

 

(venendo innanzi e fantasticando)

Pensare che un dì  

non era così!

La gente pareva

in casa fioccar!

Ed io... Bada qua...

Bada là!...

Gli affari doveva

di corsa sbrigar!

A questo una celia,

a quello un sorriso...

A tutti un buon viso

il più lusinghier!

Da lor corteggiata,

da lor festeggiata,

da loro festeggiata,

vivea per godermela,

e a tutti piacer.

Maledetta la Sirena!

Vorrei dir finché avrei lena

se non fosse la paura,

legge dura,

che m'impone di tacer!

 

Scena seconda

Karl con una piccola valigia fra le mani, da viaggiatore, dal fondo - Ienny, in scena.

<- Karl

 

KARL

(entrando, a Ienny)  

Ehilà, ragazza!

IENNY

(respirando con enfasi, e poi da sé)

Ah! (Un uom, alfin!)

(con molta grazia a Karl)

- Cosa comanda,

signor? Questo è l'albergo della «Fraternità».

Sempre affollato, sempre...

KARL

(interrompendo)

I preludi da banda!

V'ha una camera vuota?

IENNY

(ingenuamente)

Una? Ma in verità

le son tutte, adesso.

KARL

(deponendo la valigia)

Meglio così!

IENNY

(sardonica)

Lei crede? (Un bell'originale!)

KARL

Detto mi fu che qui

disporre anche d'un cembalo si possa...

IENNY

(indicando il cembalo)

È là; lo vede.

KARL

Meglio ancor! - Su. - Una camera!

IENNY

Questa, se Le gradì,

vi resti! Io le rassetto

frattanto un'altra stanza per andarsene a letto.

KARL

Benissimo!

IENNY

(Che voglia la fortuna cangiar?)

KARL

(guardando intorno a sé)

(Solo fra cielo e monti! E che di più bramar?)

 

IENNY

(sempre enfatica)  

Signor s'accomodi!

Prenda possesso!

Del pranzo adesso

m'occuperò.

Si segga, ed ordini!

Non fo per dirla...

Io di servirla

l'onore avrò.

KARL

Grazie - ma lasciami

tranquillo un po'!

Per ora, vattene!

Null'altro io vo'.

(si occupa a cercare nella valigia, donde trae della musica che pone sul cembalo)

IENNY

(È ritroso...

capriccioso

egli è d'umore...

ma sia quel che si vorrà,

è pur sempre un avventore...

Sempre è un uom, per carità!)

KARL

(È ciarliera,

ma sincera,

e tutta cuore,

d'un amante in cerca va

anzi che d'un avventore

ma con me si sbaglierà!)

(va a sedere al cembalo, e sfoglia la musica)

 

IENNY

(dopo pausa)  

Solo le garba starsene?

KARL

Sì.

IENNY

(Che gusto!) - Ma...

KARL

(un po' tediato)

Ancora?

IENNY

(congedandosi)

Dalla Sirena il cielo vi guardi!

KARL

(alzandosi, di scatto)

Come?

IENNY

(pentita, vivamente)

(Ohimè!

Sciocca che sono! Io stessa gli ho detto...)

(fa per uscire, confusa)

KARL

Attendi!... Or ora nomasti la Sirena... Saper voglio da te

chi ella sia! Ne' dintorni parlarne udito ho già.

IENNY

(Sciocca che fui!)

KARL

Su narra!

IENNY

(risoluta)

Ebben... Sentite qua!

 

Su per quei monti, quando il dì s'oscura,  

da dieci mesi or son,

bianca vaga di donna una figura,

arcana apparizion!...

Pallida... Assorta... Nella nebbia greve

si perde il suo profil...

Scarso tempo di vita aver ben deve

la sua persona esil...

Ma canta sempre... e mai non se ne stanca

una canzon dal mesto ritornel.

La vision bianca

appar...

dispar...

E s'ode sempre quella sua canzone

dal mesto ritornel

lontan suonar...

E tutti dicono,

fiatando appena,

«È la Sirena!

Vi guardi il ciel!»

 

Scena terza

Verso le ultime battute della leggenda della Sirena, una figura di donna, bianco-vestita, i cappelli sparsi, traversa l'alto delle rupi, in fondo, al di là della via: ella è Eva.
In scena Karl e Ienny.

<- Eva

 

EVA

(cantando, nel traversar la scena)  

O bella addormentata,

deh! non svegliarti ancor!

Culli i tuoi sogni d'or

la serenata.

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IENNY

(colpita, si volge a un tratto, guarda in fondo, e grida)  

Ah! Uditela... Vedetela!

KARL

(al colmo dello stupore)

Quella canzone è mia!

IENNY

(sorpresa, poi da sé)

Che dite? (In frenesia

va pure il suo cervel!)

 

EVA

(allontanandosi)

O bella addormentata,

deh! non svegliarti ancor!

Culli i tuoi sogni d'or

la serenata.

 

Eva ->

KARL

Il mio stupor

più non si frena!

IENNY

con terrore È la Sirena!...

Vi guardi il ciel!

(si allontana, retrocedendo, per la dritta)

Ienny ->

 

Scena quarta

Karl solo.

 

 

Sparisce - il canto muor lontan, lontano.  

È singolar! - Chi mai

questa donna sarà,

che, creduta un fantasma, il canto mio

cantando va?

Si smarrisce il pensier... Né dell'enigma

trovo la chiave...

Ma, via, la troverò!

(con anima)

Karl, al lavoro!

Attesa a Dresda è l'opera

che a compir entro un anno m'impegnai.

A' curiosi, e agl'invidi

approntiamo la preda... purché l'arte

a me sia larga de' sorrisi suoi!

(verso il fondo)

Sacra pace de' campi,

coronati da boschi e da pendici,

solitudin profonda

della vita silvestre, a voi ne vengo,

eterne ispiratrici!

 

 

O sere tacite! - Giorni raggianti!  

O prati, o valli, boschi, e ruscelli!

Che l'eco mistica de' vostri canti

nel cor mi giunga, lo rinnovelli!

E sia quell'eco melòde, e verso,

lagrima, ed inno, bacio, e sospir!

All'armonia dell'universo

sola una nota possa io rapir!

(entusiasticamente)

Al lavoro!... Al lavoro!...

(sedendo al cembalo, e poi, divagando ancora)

Ma, chi mai

quella donna sarà,

che, creduta un fantasma, il canto mio cantando va?

La favorita melodia, che, prima,

alla volubil fama

il mio povero nome confidò!

(sempre più pensoso)

Sul misterioso labbro

come dolce suonò!

 
(canta, accompagnandosi al cembalo, la sua serenata)
 
I.
 

 

Biancheggia l'alba appena: è questa l'ora intanto

in cui tu dormi, e sogni... sogni forse di me...

che t'amo, veglio, e canto,

del tuo balcone al piè.

O bella addormentata,

deh! non svegliarti ancor!

Culli i tuoi sogni d'or

la serenata.

 

Scena quinta

Compare dal fondo, Eva, come attratta macchinalmente dall'influsso del canto di Karl, che siede al cembalo, a sinistra.

<- Eva

 

EVA

(con effusione)  

Ancor!... Prosegui ancor!

KARL

(alzandosi attonito)

Chi vedo? È lei... Sì... Lei,

che appare agli occhi miei!

EVA

È il canto dell'amor, esaltata

l'amor, che non è più.

KARL

(fermamente)

Donna... ombra... Chi sei tu?

EVA

L'ignori tu, o pietoso,

che il cuore m'indovini,

e al ritmo armonioso

del mesto ritornel

qui i passi miei trascini,

come voce del ciel?

KARL

(stupito, poi da sé)

Io... Sì... L'ignoro invero...

(Travolto è il mio pensiero!)

 

EVA
(amaramente)

Eva ebbi nome - ed or  

io mi chiamo - il Dolor! -

(come assorta in una visione)

Era gentile,

era gagliardo...

il foco aveva nel guardo,

ma un aspide nel cor!

Tutto un aprile

a lui m'avvinse,

nodo che strinse

un puro amor!

Ei con quel canto

m'affascinava

divino incanto,

che mi beava!

Ma l'april tramontò,

e pochi dì

l'amor durò...

Egli mi abbandonò... Per sempre, ohimè, partì!

(cela il volto fra le mani)

 

KARL

(colpito)  

Una funesta istoria,

solca la sua memoria!

Ma qual perverso fe'

del canto mio strumento

del vile tradimento,

che il senno suo perdé!

 
(indicando Eva, che guarda pietosamente)
 

EVA

Ancor! Prosegui ancor

il canto ammaliator,

che d'angeli un concento

pareva un tempo a me,

ed al cui suon rammento

l'amor, che più non è!

KARL

(commosso, ad Eva)

Il nome mi svela di chi t'ha tradita,

ed io fo promessa...

EVA

(come tornata in sé, vivamente)

Ucciderlo? Ah no!

Quel nome ha scordato

la mente smarrita,

siccome l'ingrato

i giuri scordò!

 

KARL

(Ah l'ama ella sempre! Scoprirlo saprò!)

EVA

(con slancio)

Deh! Canta soltanto! Serena morrò!...

 

Scena sesta

Ienny, dalla dritta. Eva e Karl.

<- Ienny

 

IENNY

(a Karl, entrando)  

Torno sollecita,

il pranzo è all'ordine...

Mi dica se...

KARL

(indicando Eva a Ienny)

Silenzio!

IENNY

(retrocedendo)

Che!

(piano a Karl indicando Eva)

Quella, malcauto, è la Sirena!

Né le si ghiaccia il sangue in ogni vena?

 

IENNY

(sempre più sottovoce)  

La lasci subito,

procuri andarsene,

o che la perfida,

com'è suo vizio,

al precipizio

la condurrà.

KARL

(piano a Ienny)

Tu invece, scostati,

né aprir più bocca!

Ella è una misera

e tu una sciocca!

Della tua favola

sdegno mi prende.

Viva m'accende

per lei pietà!

EVA

(verso Karl)

(Va dunque un'anima

quaggiù... gran dio!

che il dolor mio

comprenderà?

Sorride un ultimo,

e pio conforto

al cor che morto

parve di già!)

KARL

(deciso a Ienny)

Vanne lo vo'!

IENNY

(L'ha stregato!

L'ha perduto!

Che peccato!

Ed ora, aiuto

chiamerò!)

 
(incalzata da Karl, riparte per la dritta: egli allora torna al cembalo, e riprende il canto della sua Serenata)

Ienny ->

 
II.
 

KARL

Di me ora sogna forse l'assorto tuo pensiero,  

e l'amor mio tu invochi de' sogni tuoi nel vol,

come nel suo mistero

il fiore invoca il sol!

O bella addormentata,

deh! non svegliarti ancor!

Culli i tuoi sogni d'or

la serenata!

EVA

(che frattanto si è distesa sul sofà, assopendosi poco a poco, mormora)

Dolce sopor...

I sensi, e il cor...

Vince... a quel... suon...

 
(essa è del tutto assopita, Karl se ne avvede, smette di suonare, s'alza, e la contempla a lungo, poi, lentamente, e pensoso, si allontana pe 'l fondo)

Karl ->

 
Quadro.
 
La tela scende pianissimo.
 

Fine (Parte prima)

Parte prima Parte seconda

Vasta camera terrena in una locanda campestre; porta nel fondo, che dà sulla via dominata da una catena di rupi; porta a dritta: a sinistra un vecchio cembalo, ed un sofà; un tavolo, delle sedie, una credenza con bottiglie e bicchieri, e pochi altri mobili; pomeriggio estivo.

Ienny
 

Ecco lì... La campagna sempre verde, e ridente

Ienny
<- Karl

Ehilà, ragazza!

Ienny e Karl
Signor s'accomodi!

Solo le garba starsene?

Ienny, Karl
<- Eva

Ah! Uditela... Vedetela!

 
Ienny, Karl
Eva ->

Karl
Ienny ->

O sere tacite! Giorni raggianti!

Karl
<- Eva

Ancor!... Prosegui ancor!

Karl, Eva
<- Ienny

Torno sollecita

Ienny, Karl e Eva
La lasci subito
Karl, Eva
Ienny ->
Eva
Karl ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta
Vasta camera terrena in una locanda campestre; porta nel fondo, che dà sulla via dominata da una catena di... La stessa decorazione; verso sera.
Parte seconda

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