Argomento

L'unica lodevole azione, che facesse l'imperadore Eliogabalo, fu il dichiarar cesare Alessandro Severo, figliuolo di Giulia Mammea, donna di grande autorità nell'impero e che avea affinità col sangue degli Antonini, e con lo stesso Eliogabalo. Si pentì poco dopo questo tiranno di aver degenerato dal suo costume, e procurò in più maniere di far morire il giovinetto Alessandro, il quale assistito dalla vigilanza materna, dopo la morte di Eliogabalo pervenne finalmente al supremo governo della monarchia in età di tredici anni, sotto la tutela di Giulia sua madre che gli diede in isposa una vergine di sangue patrizio, nominata (come si ha dalle medaglie) Salustia Barbia Orbina. In breve tempo innamoratosi Alessandro delle rare qualità della moglie la dichiarò Augusta, con farle parte di tutti quegli onori, che prima la madre sola godeva. Onde questa ingelosita e sdegnata contra Salustia operò che il figliuolo a forza la ripudiasse. Marziano padre di Salustia, uomo potente nell'esercito, non potendo tollerare l'ingiuria fatta al suo sangue si sollevò contro Giulia. Ciò che ne seguitasse si raccoglie da Erodiano e da Lampradio. Nella favola si è seguitato il verisimile più che il vero. Le acclamazioni fatte ad Alessandro, la guerra da lui mossa contro i Parti, la sua totale dipendenza dalla madre e le nuove terme da lui erette, sono tutte cose fondate su la verità della storia. Il tempo in cui si finge l'azione del dramma è il giorno anniversario in cui Alessandro era salito all'impero.

Le parole fato, destino, deità, adorare e simili sono ornamenti poetici, e non già sentimenti de l'autore che si pregia di esser vero cattolico.

Eccellentissima signora Argomento
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