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L'Orazio

Giardino.

Leandro, o chi tu sei, se non m'aiti

Quanto face a pproposeto pe mmene

Addio, signori / Servidor, padrone

Va, ser Squasimodeo

Mi è giovato l'inganno; unqua non lice

Mia signora Bettina

Ha costui messo il piede

Oh che pur finalmente

Nzomma vuje mò ve nne tornate a Napole

Se tu sapessi le disgrazie mie

Ito se n'è pur quello; è tempo omai

Mira Leandro Elisa, e si stupisce

Avea dunque ragione il fido Orazio

Sappi tu, che non devi

Ah traditor, che più ascoltar io debbo!

Misero, e che mi avvenne? Ecco perduto

E 'l ziel t'aiuta, e te dia el bondì

Va mò, e non sapè lo fatto tujo

Evviva, ser Gianfrisio, sei pur stato

A tutti riverisco; con silenzio

Io che Venere sono, e son miei vanti

Ohimè il fratello!

Tanto dunque odioso è il volto mio

Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Atto terzo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ultima