Atto primo

 

Scena prima

Il teatro rappresenta l'ingresso d'una fattoria.
Campagna in fondo ove scorre un ruscello, sulla cui riva alcune Lavandaie preparano il bucato. In mezzo un grande albero, sotto il quale riposano Giannetta, i Mietitori e le Mietitrici.
Adina siede in disparte leggendo. Nemorino l'osserva da lontano.

Bozzetti

 Q 

lavandaie, Giannetta, mietitori, mietitrici, Adina, Nemorino

 
[N. 1 - Preludio e Coro d'introduzione]

 N 

 

GIANNETTA E CORO

Bel conforto al mietitore,  

quando il sol più ferve e bolle,

sotto un faggio, appiè di un colle

riposarsi e respirar!

Del meriggio il vivo ardore

tempran l'ombre e il rio corrente;

ma d'amor la vampa ardente

ombra o rio non può temprar.

Fortunato il mietitore

che da lui si può guardar!

 
Cavatina Nemorino

NEMORINO
(osservando Adina, che legge)

Quanto è bella, quanto è cara!    

Più la vedo, e più mi piace...

ma in quel cor non son capace

lieve affetto ad inspirar.

Essa legge, studia, impara...

non vi ha cosa ad essa ignota...

Io son sempre un idïota,

io non so che sospirar.

Chi la mente mi rischiara?

Chi m'insegna a farmi amar?

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 
Cavatina Adina

ADINA
(ridendo)

Benedette queste carte!  

È bizzarra l'avventura.

GIANNETTA

Di che ridi? Fanne a parte

di tua lepida lettura.

ADINA

È la storia di Tristano,

è una cronaca d'amor.

CORO

Leggi, leggi.

NEMORINO

(A lei pian piano

vo' accostarmi, entrar fra lor.)

 

ADINA
(legge)

«Della crudele Isotta  

il bel Tristano ardea,

né fil di speme avea

di possederla un dì.

Quando si trasse al piede

di saggio incantatore,

che in un vasel gli diede

certo elisir d'amore,

per cui la bella Isotta

da lui più non fuggì.»

Brano musicale ()

 

TUTTI

Elisir di sì perfetta,

di sì rara qualità,

ne sapessi la ricetta,

conoscessi chi ti fa!

 

ADINA

«Appena ei bebbe un sorso

del magico vasello,

che tosto il cor rubello

d'Isotta intenerì.

Cambiata in un istante

quella beltà crudele

fu di Tristano amante,

visse a Tristan fedele;

e quel primiero sorso

per sempre ei benedì.»

 

TUTTI

Elisir di sì perfetta,

di sì rara qualità,

ne sapessi la ricetta,

conoscessi chi ti fa!

 

Scena seconda

Suono di tamburo: tutti si alzano. Giunge Belcore guidando un drappello di Soldati, che rimangono schierati nel fondo.
Si appressa ad Adina, la saluta e le presenta un mazzetto.

<- Belcore, soldati

 
Cavatina marziale

BELCORE

Come Paride vezzoso    

porse il pomo alla più bella,

mia diletta villanella,

io ti porgo questi fior.

Ma di lui più glorïoso,

più di lui felice io sono,

poiché in premio del mio dono

ne riporto il tuo bel cor.

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

ADINA
(alle donne)

(È modesto il signorino!)

GIANNETTA E CORO

(Sì davvero.)

NEMORINO

(Oh! mio dispetto!)

 

BELCORE

Veggo chiaro in quel visino

ch'io fo breccia nel tuo petto.

Non è cosa sorprendente;

son galante, son sergente;

non v'ha bella che resista

alla vista d'un cimiero;

cede a Marte, iddio guerriero,

fin la madre dell'amor.

 

ADINA

(È modesto!)

GIANNETTA E CORO

(Sì, davvero!)

NEMORINO

(Essa ride... Oh! mio dolor!)

 

BELCORE

Or se m'ami, com'io t'amo,

che più tardi a render l'armi?

Idol mio, capitoliamo:

in qual dì vuoi tu sposarmi?

ADINA

Signorino, io non ho fretta:

un tantin pensar ci vo'.

NEMORINO

(Me infelice, s'ella accetta!

Disperato io morirò.)

 
Tutti.
 

BELCORE

Più tempo invan non perdere:  

volano i giorni, e l'ore:

in guerra ed in amore

è fallo l'indugiar.

Al vincitore arrenditi;

da me non puoi scappar.

ADINA

Vedete di quest'uomini,

vedete un po' la boria!

Già cantano vittoria

innanzi di pugnar.

Non è, non è sì facile

Adina a conquistar.

NEMORINO

(Un po' del suo coraggio

amor mi desse almeno!

Direi siccome io peno,

pietà potrei trovar.

Ma sono troppo timido,

ma non poss'io parlar.)

GIANNETTA E CORO

(Davver, saria da ridere

se Adina ci cascasse,

se tutti vendicasse

codesto militar!

Sì sì; ma è volpe vecchia,

e a lei non si può far.)

 
Recitativo

BELCORE

Intanto, o mia ragazza,  

occuperò la piazza. ~ Alcuni istanti

concedi a' miei guerrieri

al coperto posar.

ADINA

Ben volentieri.

Mi chiamo fortunata

di potervi offerir una bottiglia.

BELCORE

Obbligato. (Io son già della famiglia.)

ADINA

Voi ripigliar potete

gl'interrotti lavori. Il sol declina.

TUTTI

Andiam, andiamo.

 
Partono Belcore, Giannetta, e il Coro.

Belcore, soldati, Giannetta, lavandaie, mietitori, mietitrici ->

 

Scena terza

Nemorino e Adina.

 
[N. 2 - Scena e Duetto]

 N 

 

NEMORINO

Una parola, o Adina.  

ADINA

L'usata seccatura!

I soliti sospir! Faresti meglio

a recarti in città presso tuo zio,

che si dice malato, e gravemente.

NEMORINO

Il suo mal non è niente ~ appresso al mio.

Partirmi non poss'io...

Mille volte il tentai...

ADINA

Ma s'egli more,

e lascia erede un altro?...

NEMORINO

E che m'importa?...

ADINA

Morrai di fame, e senza appoggio alcuno...

NEMORINO

O di fame o d'amor... per me è tutt'uno.

ADINA

Odimi. Tu sei buono,

modesto sei, né al par di quel sergente

ti credi certo d'ispirarmi affetto;

così ti parlo schietto,

e ti dico che invano amor tu speri,

che capricciosa io sono, e non v'ha brama,

che in me tosto non muoia appena è desta.

NEMORINO

Oh! Adina!... e perché mai?...

ADINA

Bella richiesta!

 

Chiedi all'aura lusinghiera    

perché vola senza posa

or sul giglio, or sulla rosa,

or sul prato, or sul ruscel:

ti dirà che è in lei natura

l'esser mobile e infedel.

S

 

NEMORINO

Dunque io deggio?...

ADINA

All'amor mio

rinunziar, fuggir da me.

NEMORINO

Cara Adina!... non poss'io.

ADINA

Tu no 'l puoi? perché?

NEMORINO

Perché!

Chiedi al rio perché gemente  

dalla balza ov'ebbe vita

corre al mar, che a sé l'invita,

e nel mar se n' va a morir:

ti dirà che lo strascina

un poter che non sa dir.

Sfondo schermo () ()

 

ADINA

Dunque vuoi?...

NEMORINO

Morir com'esso,

ma morir seguendo te.

ADINA

Ama altrove: è a te concesso.

NEMORINO

Ah! possibile non è.

 

ADINA

Per guarir da tal pazzia,

ché è pazzia l'amor costante,

dêi seguir l'usanza mia,

ogni dì cambiar d'amante.

Come chiodo scaccia chiodo,

così amor discaccia amor.

In tal guisa io rido e godo,

in tal guisa ho sciolto il cor.

Insieme

NEMORINO

Ah! te sola io vedo, io sento,

giorno e notte, e in ogni oggetto:

d'obliarti invano io tento,

il tuo viso ho sculto in petto...

Col cambiarsi qual tu fai,

può cambiarsi ogn'altro amor.

Ma non può, non può giammai

il primiero uscir dal cor.

(partono)

Nemorino, Adina ->

 
 

Scena quarta

Piazza nel villaggio. Osteria della Pernice da un lato.
Paesani, che vanno e vengono occupati in varie faccende.
Odesi un suono di tromba: escono dalle case le Donne con curiosità: vengono quindi gli Uomini, ecc., ecc.

Bozzetti

 Q 

<- donne

<- uomini

 
[N. 3 - Coro e Cavatina]

 N 

 

DONNE

Che vuol dire codesta sonata?  

UOMINI

La gran nuova venite a vedere.

DONNE

Cose è stato?

UOMINI

In carrozza dorata

è arrivato un signor forestiere.

Se vedeste che nobil sembiante!

che vestito! che treno brillante!

TUTTI

Certo, certo egli è un gran personaggio...

Un barone, un marchese in vïaggio...

Qualche grande che corre la posta...

Forse un duca... fors'anche di più.

Osservate... si avanza... si accosta:

giù i berretti, i cappelli giù, giù.

 

Scena quinta

Il dottore Dulcamara in piedi sopra un carro dorato, in piedi, avendo in mano delle carte e delle bottiglie. Dietro ad esso un Servitore che suona la tromba.
Tutti i Paesani lo circondano.

<- Dulcamara, servo di Dulcamara

 
Cavatina Dulcamara
 

DULCAMARA

Udite, udite, o rustici;    

attenti, non fiatate.

Io già suppongo e immagino

che al par di me sappiate

ch'io sono quel gran medico,

dottore enciclopedico,

chiamato Dulcamara,

la cui virtù preclara

e i portenti infiniti

son noti in tutto il mondo... e in altri siti.

Benefattor degli uomini,

riparator de' mali,

in pochi giorni io sgombero,

io spazzo gli spedali,

e la salute a vendere

per tutto il mondo io vo.

Compratela, compratela,

per poco io ve la do.

È questo l'odontalgico

mirabile liquore,

dei topi e delle cimici

possente distruttore,

i cui certificati

autentici, bollati

toccar, vedere e leggere

a ciaschedun farò.

Per questo mio specifico

simpatico prolifico,

un uom settuagenario,

e valetudinario,

nonno di dieci bamboli

ancora diventò.

Per questo «Tocca e sana»

in breve settimana

più d'un afflitta vedova

di piangere cessò.

O voi, matrone rigide,

ringiovanir bramate?

Le vostre rughe incomode

con esso cancellate.

Volete voi donzelle,

ben liscia aver la pelle?

Voi giovani galanti

per sempre avere amanti?

Comprate il mio specifico,

per poco io ve lo do.

Ei move i paralitici,

spedisce gli apopletici,

gli asmatici, gli asfitici,

gl'isterici, i diabetici,

guarisce timpanitidi,

e scrofole e rachitidi,

e fino il mal di fegato

che in moda diventò.

Comprate il mio specifico,

per poco io ve lo do.

L'ho portato per la posta

da lontano mille miglia.

Mi direte: quanto costa?

quanto vale la bottiglia?

Cento scudi?... trenta?... venti?

No... nessuno si sgomenti.

Per provarvi il mio contento

di sì amico accoglimento,

io vi voglio, o buona gente,

uno scudo regalar.

S

Brano musicale ()

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

CORO

Uno scudo! veramente?

Più brav'uom non si può dar.

DULCAMARA

Ecco qua: così stupendo,

sì balsamico elisire

tutta Europa sa ch'io vendo

niente men di dieci lire:

ma siccome è pur palese

ch'io son nato nel paese,

per tre lire a voi lo cedo,

sol tre lire a voi richiedo;

così chiaro è come il sole,

che a ciascuno che lo vuole

uno scudo bello e netto

in saccoccia io faccio entrar.

Ah! di patria il caldo affetto

gran miracoli può far.

CORO

È verissimo: porgete.

Oh! il brav'uom, dottor, che siete!

Noi ci abbiam del vostro arrivo

lungamente a ricordar.

 
 

Scena sesta

Nemorino e detti.

<- Nemorino

 
[N. 4 - Recitativo, Scena e Duetto]

 N 

 

NEMORINO

(Ardir. Ha forse il cielo  

mandato espressamente per mio bene

quest'uom miracoloso nel villaggio.

Della scïenza sua voglio far saggio.)

Dottore... perdonate...

È ver che possediate

segreti portentosi?...

DULCAMARA

Sorprendenti.

La mia saccoccia è di Pandora il vaso.

NEMORINO

Avreste voi... per caso...

la bevanda amorosa

della regina Isotta?

DULCAMARA

Ah!... che?... che cosa?

 

NEMORINO

Voglio dire... lo stupendo  

elisir che desta amore...

DULCAMARA

Ah! sì sì, capisco, intendo.

Io ne son distillatore.

NEMORINO

E fia vero.

DULCAMARA

Se ne fa

gran consumo in questa età.

NEMORINO

Oh! fortuna!... e ne vendete?

DULCAMARA

Ogni giorno a tutto il mondo.

NEMORINO

E qual prezzo ne volete?

DULCAMARA

Poco... assai... cioè... secondo...

NEMORINO

Un zecchin... null'altro ho qua...

DULCAMARA

È la somma che ci va.

NEMORINO

Ah! prendetelo, dottore.

DULCAMARA

Ecco il magico liquore.

NEMORINO

Obbligato, ah! sì, obbligato!

Son felice, son rinato.

Elisir di tal bontà,

benedetto chi ti fa!

Insieme

DULCAMARA

(Nel paese che ho girato

più d'un gonzo ho ritrovato,

ma un eguale in verità

non ve n'è, non se ne dà.)

 

NEMORINO

Ehi!... dottore... un momentino...

In qual modo usar si puote?

DULCAMARA

Con riguardo, pian pianino

la bottiglia un po' si scote...

Poi si stura... ma si bada...

che il vapor non se ne vada.

Quindi al labbro lo avvicini,

e lo bevi a centellini,

e l'effetto sorprendente

non ne tardi a conseguir.

NEMORINO

Sul momento?

DULCAMARA

A dire il vero,

necessario è un giorno intero.

(Tanto tempo è sufficiente

per cavarmela e fuggir.)

NEMORINO

E il sapore?...

DULCAMARA

Egli è eccellente...

(È bordò, non elisir.)

NEMORINO

Obbligato, ah! sì, obbligato!

Son felice, son rinato.

Elisir di tal bontà,

benedetto chi ti fa!

DULCAMARA

(Nel paese che ho girato

più d'un gonzo ho ritrovato,

ma un eguale in verità

non ve n'è, non se ne dà.)

Giovinotto! ehi! ehi!

NEMORINO

Signore!

DULCAMARA

Sovra ciò... silenzio... sai?

Oggidì spacciar l'amore

è un affar geloso assai:

impacciar se ne potria

un tantin l'autorità.

NEMORINO

Ve ne do la fede mia:

neanche un'anima il saprà.

DULCAMARA

Va', mortale avventurato;

un tesoro io t'ho donato:

tutto il sesso femminino

te doman sospirerà.

(Ma doman di buon mattino

ben lontan sarò di qua.)

Insieme

NEMORINO

Ah! dottor, vi do parola

ch'io berrò per una sola:

né per altra, e sia pur bella,

né una stilla avanzerà.

(Veramente amica stella

ha costui condotto qua.)

 
Dulcamara entra nell'osteria.

Dulcamara, servo di Dulcamara, donne, uomini ->

 

Scena settima

Nemorino.

 
[N. 5 - Recitativo]

 N 

 

 

Caro elisir! sei mio!  

Sì tutto mio... ~ Com'esser dée possente

la tua virtù se, non bevuto ancora,

di tanta gioia già mi colmi il petto!

Ma perché mai l'effetto

non ne poss'io vedere

prima che un giorno intier non sia trascorso?

Bevasi. oh! buono! ~ oh! caro! ~ un altro sorso.

Oh! qual di vena in vena

dolce calor mi scorre!... ah! forse anch'essa...

forse la fiamma istessa

incomincia a sentir... Certo la sente...

me l'annunzia la gioia e l'appetito

che in me si risvegliò tutto in un tratto.

(siede sulla panca dell'osteria: si cava di saccoccia pane e frutta e mangia cantando a gola piena)

La rà, la rà, la rà.

 

Scena ottava

Adina e detto.

<- Adina

 

ADINA

(Chi è quel matto?  

Traveggo? o è Nemorino?

Così allegro! e perché?)

NEMORINO

(Diamine! È dessa...

(si alza per correre a lei, ma si arresta e siede di nuovo)

Ma no... non ci appressiam. De' miei sospiri

non si stanchi per or. Tant'è... domani

adorar mi dovrà quel cor spietato.)

ADINA

(Non mi guarda neppur! com'è cambiato!)

 
Duetto Adina e Nemorino

NEMORINO

La rà, la rà, la lera!  

La rà, la rà, la rà.

ADINA

(Non so se è finta o vera

la sua giocondità.)

NEMORINO

(Finora amor non sente.)

ADINA

(Vuol far l'indifferente.)

NEMORINO

(Esulti pur la barbara

per poco alle mie pene!

domani avranno termine,

domani mi amerà.)

Insieme

ADINA

(Spezzar vorria lo stolido,

gettar le sue catene;

ma gravi più del solito

pesar le sentirà.)

 

NEMORINO

La rà, la rà...

ADINA

(avvicinandosi a lui)

Bravissimo!

La lezïon ti giova.

NEMORINO

È ver: la metto in opera

così per una prova.

ADINA

Dunque, il soffrir primiero?...

NEMORINO

Dimenticarlo io spero.

ADINA

Dunque, l'antico foco?...

NEMORINO

Si estinguerà fra poco.

Ancora un giorno solo,

e il core guarirà.

ADINA

Davver? Me ne consolo...

Ma pure... si vedrà.

NEMORINO

(Esulti pur la barbara

per poco alle mie pene!

domani avranno termine,

domani mi amerà.)

Insieme

ADINA

(Spezzar vorria lo stolido,

gettar le sue catene;

ma gravi più del solito

pesar le sentirà.)

 

Scena nona

Belcore di dentro, indi in iscena e detti.

 
Terzetto Adina, Nemorino e Belcore

BELCORE
(cantando)

Tran tran, tran tran, tran tran.  

In guerra, ed in amore

l'assedio annoia e stanca.

ADINA

(A tempo vien Belcore.)

NEMORINO

(È qua quel seccator.)

BELCORE

(uscendo)

Io vado all'arma bianca

in guerra ed in amor.

<- Belcore

ADINA

Ebben, gentil sergente

la piazza vi è piaciuta?

BELCORE

Difesa è bravamente,

e invano ell'è battuta.

ADINA

E non vi dice il core

che presto cederà?

BELCORE

Ah! lo volesse amore!

ADINA

Vedrete che vorrà.

BELCORE

Quando? Sarìa possibile!

NEMORINO

(A mio dispetto io tremo.)

BELCORE

Favella, o mio bell'angelo.

Quando ci sposeremo?

ADINA

Prestissimo.

NEMORINO

(Che sento!)

BELCORE

Ma quando?

ADINA

(guardando Nemorino)

Fra sei dì.

BELCORE

Oh! gioia! Son contento.

NEMORINO

(ridendo)

Ah ah! va ben così.

 

BELCORE

(Che cosa trova a ridere

cotesto scimunito?

Or or lo piglio a scoppole

se non va via di qua.)

NEMORINO

(Gradasso! Ei già s'immagina

toccar il ciel col dito:

ma tesa è già la trappola,

doman se ne avvedrà.)

Insieme

ADINA

(E può si lieto ed ilare

sentir che mi marito!

Non posso più nascondere

la rabbia che mi fa.)

 

Scena decima

Suona il tamburo: esce Giannetta colle Contadine, indi accorrono i Soldati di Belcore.

<- Giannetta, contadine

 
Finale I - Quartetto

GIANNETTA

Signor sergente, signor sergente,  

di voi richiede la vostra gente.

BELCORE

Son qua: che è stato? Perché tal fretta?

 

<- soldati

SOLDATO

Son due minuti che una staffetta

non so qual ordine per voi recò.

BELCORE

Il capitano... ah! ah! va bene.

(leggendo)

Su, camerati: partir conviene.

CORO

Partire!... e quando?

BELCORE

Doman mattina.

CORO

O ciel, sì presto!

NEMORINO

(Afflitta è Adina.)

BELCORE

Espresso è l'ordine ~ che dir non so.

CORO

Maledettissima combinazione!

Cambiar sì spesso di guarnigione!

Dover le amanti abbandonar!

BELCORE

Espresso è l'ordine, non so che far.

(ad Adina)

Carina, udisti? Domani addio!

Almen ricordati dell'amor mio.

NEMORINO

(Si sì, domani ne udrai la nova.)

ADINA

Di mia costanza ti darò prova:

la mia promessa rammenterò.

NEMORINO

(Si sì, domani te lo dirò.)

BELCORE

Se a mantenerla tu sei disposta,

ché non anticipi? che mai ti costa?

Fin da quest'oggi non puoi sposarmi?

NEMORINO

(Fin da quest'oggi!)

ADINA

(osservando Nemorino)

(Si turba, parmi.)

Ebben; quest'oggi...

NEMORINO

Quest'oggi! o, Adina!

quest'oggi, dici?...

ADINA

E perché no?...

NEMORINO

Aspetta almeno fin domattina.

BELCORE

E tu che c'entri? Vediamo un po'.

 

NEMORINO

Adina, credimi, te ne scongiuro...

non puoi sposarlo... te ne assicuro...

aspetta ancora... un giorno appena...

un breve giorno... io so perché.

Domani, o cara, ne avresti pena;

te ne dorresti al par di me.

ADINA

Lo compatite, egli è un ragazzo:

un malaccorto, un mezzo pazzo:

si è fitto in capo ch'io debba amarlo,

perch'ei delira d'amor per me.

(Vo' vendicarmi, vo' tormentarlo,

vo' che pentito mi cada al piè.)

Insieme

BELCORE

Il ciel ringrazia, o babbuino,

ché matto, o preso tu sei dal vino.

Ti avrei strozzato, ridotto in brani

se in questo istante tu fossi in te.

In fin ch'io tengo a fren le mani,

va' via, buffone, ti ascondi a me.

Brano musicale ()

 

GIANNETTA

Vedete un poco quel semplicione!

CORO

Ha pur la strana presunzïone:

ei pensa farla ad un sergente,

a un uom di mondo, cui par non è.

Oh! sì per Bacco, è veramente

la bella Adina boccon per te!

 

ADINA
(con risoluzione)

Andiamo, Belcore,  

si avverta il notaro.

NEMORINO
(smanioso)

Dottore! dottore...

soccorso! riparo!

GIANNETTA E CORO

È matto davvero.

ADINA

(Me l'hai da pagar.)

A lieto convito,

amici, v'invito.

BELCORE

Giannetta, ragazze,

vi aspetto a ballar.

GIANNETTA E CORO

Un ballo! un banchetto!

chi può ricusar?

 
Tutti.
 

ADINA, BELCORE, GIANNETTA E CORO

Fra lieti concenti ~ gioconda brigata,  

vogliamo contenti ~ passar la giornata:

presente alla festa ~ amore verrà.

(Ei perde la testa:

da rider mi fa.)

NEMORINO

Mi sprezza il sergente ~ mi burla l'ingrata,

zimbello alla gente ~ mi fa la spietata.

L'oppresso mio core ~ più speme non ha.

Dottore! Dottore!

Soccorso! Pietà.

 
Adina dà la mano a Belcore e si avvia con esso.
Raddoppiano le smanie di Nemorino; gli Astanti lo dileggiano.
 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo

Ingresso d'una fattoria; campagna, in fondo un ruscello; in mezzo un grande albero.

lavandaie, Giannetta, mietitori, mietitrici, Adina, Nemorino
 

[N. 1 - Preludio e Coro d'introduzione]

Adina, Giannetta, Coro e Nemorino
Benedette queste carte!

(suono di tamburo)

lavandaie, Giannetta, mietitori, mietitrici, Adina, Nemorino
<- Belcore, soldati
Belcore, Tutti
Come Paride vezzoso

Intanto, o mia ragazza

Adina, Nemorino
Belcore, soldati, Giannetta, lavandaie, mietitori, mietitrici ->

[N. 2 - Scena e Duetto]

Una parola, o Adina

Nemorino, Adina ->

Piazza nel villaggio; osteria da un lato.

(paesani, che vanno e vengono occupati in varie faccende)

(suono di tromba)

<- donne
donne
<- uomini

[N. 3 - Coro e Cavatina]

donne, uomini
<- Dulcamara, servo di Dulcamara

(Dulcamara in piedi sopra un carro dorato, dietro il servo che suona la tromba)

Dulcamara, poi Tutti
Udite, udite, o rustici
donne, uomini, Dulcamara, servo di Dulcamara
<- Nemorino

[N. 4 - Recitativo, Scena e Duetto]

Ardir. Ha forse il cielo

Nemorino e Dulcamara
Voglio dire... lo stupendo
Nemorino
Dulcamara, servo di Dulcamara, donne, uomini ->

[N. 5 - Recitativo]

Caro elisir! sei mio!

Nemorino
<- Adina

Chi è quel matto?

Nemorino e Adina
La rà, la rà, la lera!

(Belcore di dentro)

Belcore, Adina e Nemorino
Tran tran, tran tran, tran tran
Nemorino, Adina
<- Belcore
 

(suono di tamburo)

Nemorino, Adina, Belcore
<- Giannetta, contadine
Nemorino, Adina, Belcore, Giannetta, contadine
<- soldati
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima
Ingresso d'una fattoria; campagna, in fondo un ruscello; in mezzo un grande albero. Piazza nel villaggio; osteria da un lato. Interno della fattoria d'Adina; da un lato tavola apparecchiata. Rustico cortile aperto nel fondo.
[N. 1 - Preludio e Coro d'introduzione] [N. 2 - Scena e Duetto] [N. 3 - Coro e Cavatina] [N. 4 - Recitativo, Scena e Duetto] [N. 5 - Recitativo] [N. 6 - Coro d'introduzione] [N. 7 - Scena e Duetto] [N. 8 - Coro] [N. 9 - Quartetto] [N. 10 - Duetto] [N. 11 - Romanza] [N. 12 - Recitativo e Aria] [N. 13 - Aria e Finale II]
Atto secondo

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