Atto unico

 
[Preludio]

 N 

 

Scena prima

Il teatro rappresenta una sala con due porte l'una porta in faccia all'altra e introducenti in due camere: tavola sopra la quale, bottiglie, pane, salsicce ecc. ecc. Un armadio, un paravento, un'altra tavola in un cantone, sopra la quale tazze in porcellana per caffè, the ecc. ecc. In fondo porta per entrare in bottega. Porta a diritta, e a sinistra, che danno comunicazione ad altre, camere, sopra la porta di entrata un campanello.
Tutti i parenti, e Convitati d'ogni sesso, al contratto di nozze, chi seduti, chi in piedi, mangiando, bevendo. Spiridione versa vino, ora a questo, ora a quello mentre cantano il seguente Coro.
Coro; indi Don Annibale.

 Q 

convitati

 
[N. 1 - Introduzione, Recitativo]

 N 

 

CORO

Evviva Don Annibale,  

evviva Serafina:

vogliam danzare e bevere

infino a domattina.

Pistacchio è un Esculapio,

la sposa una Ciprigna:

fia con sì bella coppia

la sorte ognor benigna.

Fra speziali ei domina,

ella fra la dolcezza:

Amore, e Imen preparano

giorni di contentezza.

Facciamo allegri brindisi

infino a domattina:

evviva Don Annibale,

evviva Serafina.

 

Scena seconda

Don Annibale in abito da sposo con gran bouquet all'abito.

<- Don Annibale, Spiridione

 

DON ANNIBALE

Bella cosa, amici cari,    

bella cosa è cangiar stato;

quando l'uomo s'è ammogliato

uom divien di qualità.

Chi trovato ha una ragazza,

bella e buona come questa,

più non teme per la testa,

sempre allegro se ne sta.

Già parmi d'essere

padre beato

già veggo i bamboli

sedermi a lato.

L'un vorrà pillole,

l'altro pagnotte;

ciascun chiamandomi

il dì e la notte:

«Papà io voglio pillole!»

«Papà ed io pagnotte!»

In essi il tenero

padre felice

come fenice

rinascerà.

E tutta Napoli

pien di pistacchi

in breve spazio

si troverà.

S

Sfondo schermo () ()

 

DON ANNIBALE

Amici se ballar volete ancora  

l'orchestra è pronta a secondarvi.

SPIRIDIONE

Andiamo.

Evviva il principal!... Vivan gli sposi!...

CONVITATI

(correndo nella sala con Spiridione)

Al ballo, al ballo... Evviva Don Annibale,

evviva Serafina!...

 

Spiridione, convitati ->

DON ANNIBALE

Per Bacco!...

(osservando sulla tavola)

Addio dispensa!... Addio cantina!...

Un campo sbaragliato

questa mensa mi par!

 

Scena terza

Madama Rosa e detto.

<- Madama Rosa

 

MADAMA ROSA

Genero amato,  

per dirvi due parole ho colto il punto

che si diverte ognun.

DON ANNIBALE

Dite, vi ascolto.

MADAMA ROSA

Voi dovete capire qual duolo accolto

sia d'una madre in cor che abbandonare

tra pochi dì dovrà l'unica figlia,

in man d'uno straniero.

DON ANNIBALE

Straniero! Io son di Napoli

venuto a questo mondo

nel millesettecentottantasette:

e ognun conosce

Annibale Pistacchio,

spezial di Foria,

e inventor delle pillole famose

contro l'asma, la tosse, e il mal di madre.

MADAMA ROSA

Ed ella è figlia d'onorato padre

un valoroso ufficial, morto

nell'assedio di Navarra...

Ma ciò non monta... Sol da voi promessa

io bramo che felice

la renderete... E ben lo merta, io

spero. Ella è un angel di figlia.

DON ANNIBALE

È vero!

E per questo mi vien la pelle d'oca

solo in pensar, che all'alba

io dovrò con dolor abbandonarla,

e pormi in diligenza.

MADAMA ROSA

Né differir potreste la partenza

per poco almen, per questi

ultimi dì carnevaleschi?

DON ANNIBALE

Eh! no.

Differir non si può.

È necessario per domani a Roma

la mia presenza; debbo alla rottura

assister dei suggelli, e quella parte

prender, che mi lasciò la zia Onoria

di felice memoria.

MADAMA ROSA

Dunque, fin che tornate, Serafina

vi attenderà fedele.

Divertiamoci per ora...

(incamminandosi verso la tavola)

DON ANNIBALE

Ah! Rosa mia,

troppo tardi giungete:

sol qualche goccia vi sarà per voi.

MADAMA ROSA

Grazie...

(prendendo qualche cosa, e guardando l'apparecchio)

Che lusso!... Che allegria!

(ascoltando ridere da dentro soltanto)

A renderla completa,

manca il più gaio de' congiunti.

DON ANNIBALE

E chi?

Enrico forse?

MADAMA ROSA

Lo diceste.

DON ANNIBALE

Oh sì!

Vostro nipote, sia permesso il dirlo,

non mi va punto a sangue: egli si crede,

percorso avendo lo stival di Italia,

un'arca di sapienza, e tutte e tutti

pone in caricatura. E poi m'è noto

che la bella cugina

tentò rapirmi...

 
(odonsi grida festevoli, e più sonori scrosci di risa)
 

DON ANNIBALE

Udite

come senza di lui regna in mia casa

la gioia ed il sollazzo!...

 

Scena quarta

Spiridione e detti.

<- Spiridione

 

SPIRIDIONE

(sganasciandosi dalle risa)  

Oh, che pazzo!... Oh, che pazzo!...

DON ANNIBALE

Che fu?

SPIRIDIONE

Noi giocavamo a gatta-cieca,

quando s'apre in un colpo

la porta delle scale,

ed eccoti un baffuto caporale

che s'avanza gridando:

«Si ritiri ciascun, io lo comando.»

Senz'aggiunger parola, uno il cappello,

l'altro piglia il baston, questo il tabarro,

quella i calosci, e già partian... ma getta

il caporal bonnet, baffi, uniforme...

Ed era...

(ridendo)

DON ANNIBALE

Chi?

SPIRIDIONE

Ridete.

DON ANNIBALE

Ma pria...

SPIRIDIONE

Se non ridete io non lo dico.

DON ANNIBALE

(con riso forzato)

Ah!... Ah!... Chi era?

SPIRIDIONE

Enrico.

DON ANNIBALE

(Vi colga ad entrambi il fistolo.)

MADAMA ROSA

Colui

ne ha delle belle!

SPIRIDIONE

Udite ancor: la danza

comincia, ed ei per terra

molte butta di furto

fulminanti pallotte.

Oh, che spasso!... che ridere!... che botte!...

Paf... pif... puf... Alcune

ne raccolsi... e son qui...

(levandosi di scarsella molte palline fulminanti)

DON ANNIBALE

(Di Serafina

mi cucio alla gonnella...)

 
(avviandosi alla sala: odesi il motivo d'una galoppa)
 

MADAMA ROSA

Che!... la galoppa?... Oh, dolce suon!... Mi sento  

(trattenendo Don Annibale)

ringiovanir!... Ballar con me vi piaccia

una galoppa.

DON ANNIBALE

Ohibò...

Scusate... io deggio... E poi ballar non so...

 
(va per entrare nella sala, ma gli viene impedito dai convitati, che ballando la galoppa traversano la scena)

<- convitati

 

MADAMA ROSA

Pretesti!... Andiam...

DON ANNIBALE

(Che imbroglio!...)

Ma...

MADAMA ROSA

Non ascolto... Galoppare io voglio.

 
(lo strascina seco ed entrando in fila co' danzanti partono dall'opposto lato)

convitati, Madama Rosa, Don Annibale, Spiridione ->

 

Scena quinta

Serafina dal lato opposto ballando la galoppa con Enrico: questi, giunto in mezzo alla scena, prende un tono serio, caricato, e sospira.

<- Serafina, Enrico

 
[N. 2 - Galoppe, Scena e Duetto]

 N 

 

SERAFINA

Ebben! Siete già stanco?  

ENRICO

Orsù, cugina;

bando agli scherzi... Voi mirate adesso

in me l'amante offeso, rispondete:

perché sposarvi senza il mio permesso?

SERAFINA

E voi me lo chiedete?

Perché in Enrico ritrovai l'infido, il mostro,

l'incostante, il traditore.

ENRICO

Sei tu la traditrice...

SERAFINA

Addio, signore!

(per partire)

 

ENRICO

Non fuggir!... T'arresta, ingrata!    

Senti almeno una parola,

o il rival che a me t'invola

spento innanzi ti cadrà.

La mia fiamma disprezzata

crebbe al par d'un Mongibello...

(passando dal furore al pianto)

Ma ben presto un freddo avello

tanto incendio estinguerà.

S

SERAFINA

Non morrete, non morrete!

Vi conosco seduttore.

È dispetto, e non amore

che infierir così vi fa.

Or che d'altri mi sapete

arde in voi cotanto foco!

Obliaste che fui gioco

della vostra infedeltà?

Altre due, lusinghiero, ne amate

ed intanto...

ENRICO

Menzogna infernale!...

SERAFINA

(con sicurezza)

Ne son certa, ed invan lo negate

altre due.

ENRICO

(con più forza)

No, ti dico... son tre.

Donna infida, leggera, sleale,

lo facea per scordarmi di te.

(con accento piagnucoloso)

Sempre, ah sempre! t'amai come s'ama

di potente indicibile affetto!

Per te sola m'avvampa nel petto

una fiamma cui pari non ha.

Questo cor te domanda, te brama;

senza te questo cor morirà.

SERAFINA

Io v'amava sperando che il core

v'accendesse una fiamma verace;

ma la speme fu un sogno mendace

come nebbia che all'aura se n' va.

Ah! vien meno, s'estingue l'amore,

cui la speme alimento non dà.

Buona sera.

ENRICO

Dispietata.

Odi ancor.

SERAFINA

Son maritata!

ENRICO

Di me dunque?

SERAFINA

Non mi curo.

ENRICO

Non più amor?

SERAFINA

Non più... Lo giuro.

ENRICO

(con esagerato furore)

Se ogni speme io perdo al mondo

corro appresso a quel birbante;

qual vampiro sitibondo

succhierollo ad ogni istante...

E finita omai la festa...

non avrà più testa in testa;

a talun da lui fia dato

per la china il sublimato.

Un stringente chiederanno,

e una purga invece avranno.

E a te pur, fatal cugina,

traditrice Serafina

sale inglese, teriaca

per sciroppo toccherà.

SERAFINA

(ironica)

Ogni sdegno il tempo placa,

anche il vostro placherà!

(per andare)

 

Scena sesta

Don Annibale, che viene guardingo, e detti; quindi Madama Rosa, Spiridione e i Convitati.

<- Don Annibale

 

ENRICO

(vedendo Don Annibale)  

(Ecco lo sposo: a noi.)

(lasciandosi cadere ai piedi di Serafina)

Tu non mi fuggirai; perfida, ingrata!

DON ANNIBALE

Oh!

SERAFINA

(Mio marito!)

ENRICO

Deh, fermati, spietata!

DON ANNIBALE

Ladri! Guardia! Fuoco! Acqua! Gente! Aiuto!

 

MADAMA ROSA, SPIRIDIONE E CONVITATI

Perché tanto rumore?  

<- Madama Rosa, Spiridione, convitati

DON ANNIBALE

Ho colto il seduttore...

Anzi mirate... a' piedi è tuttavia

di madama Pistacchio...

ENRICO

Voi credete,

ch'io stia in ginocchio? No;

sbagliate.

(s'alza)

Io non vi sto.

MADAMA ROSA
(a Don Annibale)

Non sta in ginocchio.

DON ANNIBALE

Ora lo veggo anch'io.

ENRICO

E come, padron mio,

non intendeste che provando io stava

una scena con lei,

onde poi declamarla innanzi a tutti.

MADAMA ROSA

Che bella idea! Sentiam la scena.

DON ANNIBALE

Un cavolo!

È troppo tardi, ed io...

SPIRIDIONE E CONVITATI

La scena.

ENRICO

(Oh, diavolo...)

SERAFINA

(Che mai dirà!...)

ENRICO

(Franchezza.) Ecco... si tratta

d'una tragedia classico-romantica,

vi sono tre parti principali: or io

farò la parte del... farà la sposa

la parte della... e voi

(a Don Annibale)

la parte di...

DON ANNIBALE

Che bella parte...

MADAMA ROSA

Zitto.

ENRICO

Il suo titolo è Zasse, Zanze e Zonzo.

Udite l'argomento.

MADAMA ROSA

Vi ascoltiamo.

ENRICO

Io, che son Zasse, adoro Zanze, e bramo

toglierla al mio rivale

Zonzo che siete voi;

(a Don Annibale)

s'alza il sipario.

 

Assisa a piè d'un gelso  

immersa nel dolore

geme trafitta Zanze

dal più crudele amore...

 

ENRICO

Arriva Zasse, e svelando  

l'ardor che lo divora

a lei bacia la man...

(prende la mano di Serafina come per baciarla Don Annibale s'avanza per impedirglielo)

Sta Zonzo ancora

in disparte...

(facendo ritornare Don Annibale al suo posto)

la man bacia e ribacia

Zasse di Zanze, ed in partir le porge

un dolce amplesso.

Zonzo allor s'avanza con arcigna sembianza.

E grida a Zasse, «trema, o vil»... Ma Zassi Zaffi,

risponde Ziffe: Zonzo chiama Zasse,

e in presenza di Zanze,

a Zasse Zonzo fa tagliar la testa.

A scena sì funesta

cade svenuta Zanze sovra il corpo

di Zasse, e Zonzo esclama: ahi, Zanze! ahi Zanze!

 
Suona la mezzanotte.
 

DON ANNIBALE

Udite? È mezza notte. È tempo, parmi,

che ciascun vada a letto.

SERAFINA
(alla madre)

Ah, madre!

DON ANNIBALE

È quella

la vostra stanza, o suocera.

 
(accompagnandole)
 

ENRICO

E la mia?

DON ANNIBALE

In mezzo della via.

MADAMA ROSA

Andiamo, Serafina.

 
(ritirandosi con Serafina)

Madama Rosa, Serafina ->

 

CONVITATI

Andiamo noi pure...

ENRICO

Congiunti, amici, piano...

facciam l'ultimo brindisi ad Annibale.

Spiridion, rinnova le bottiglie.

 
(Spiridione esce)

Spiridione ->

 

ENRICO

Certa canzone che in Milano appresi  

or canterò, l'intercalar amici

ripeterete voi.

CONVITATI

Spiridion, il vino.

 

<- Spiridione

SPIRIDIONE

(tornando con altre bottiglie)

Eccomi.

ENRICO E CONVITATI

A noi.

 
(Spiridione versa intorno)
 
[N. 3 - Brindisi e Recitativo]

 N 

 

ENRICO

Mesci, mesci e sperda il vento  

ogni cura, ogni lamento;

solo il canto del piacere

risuonar fra noi s'udrà.

Nell'ebrezza del piacere

sta la vera ilarità.

CONVITATI

Lunga è l'ora degli affanni;

ha il piacer fugaci i vanni:

il momento del goder

brilla e rapido sen va.

 

DON ANNIBALE

Omai basta, o signori.  

ENRICO

(Andarne a letto

crede il babbion!... Stai fresco! Or io ti servo.

Col mercante di maschere qui presso.)

Felice notte.

 
(parte co' convitati)

Enrico, convitati ->

 

Scena settima

Don Annibale, Spiridione, poi Madama Rosa.

 

DON ANNIBALE

Maledetti  

son partiti alla fin!... Spiridione

precedimi col lume

alle mie stanze.

 
(suono di campanello)
 

SPIRIDIONE

Chi sarà? Mi parve

sentire il campanello.

DON ANNIBALE

Hai perduto il cervello?

Questo ci mancherebbe!

SPIRIDIONE

Se ciò accade,

non vi date fastidio, ché per voi

darò le droghe.

DON ANNIBALE

No, che dici? È troppo

chiaro il decreto.

(leggendo)

«In vista de' frequenti

funesti avvenimenti

si ordina che ogni spezial, di notte,

le proprie medicine

venda in persona. Il trasgressor punito

sarà di multa e prigionia.» Speriamo

che alcun non mi frastorni. Dammi intanto

il berretto di notte e la veste da camera... Chi viene?

Oh, la suocera...

 
(si nasconde per non farsi vedere, essendo spogliato. Madama Rosa esce dalla camera nuziale e ne chiude la porta con la chiave)

Spiridione ->

<- Madama Rosa

 

MADAMA ROSA

Sposo, eccovi... ebbene?  

Dove, o genero, sei?

DON ANNIBALE

Son qui, son qui.

MADAMA ROSA

Prendete

la vostra chiave.

DON ANNIBALE

Alto,

le intimo in nome della pudicizia.

Visibile non sono.

MADAMA ROSA

Intendo: ecco, vi lascio

la chiave ed a svegliarvi

prima di giorno verrò.

DON ANNIBALE

Soverchio incomodo...

A star desta vi sfido.

MADAMA ROSA

Felice notte, piccolo cupido.

(si ritira)

Madama Rosa ->

 

DON ANNIBALE
(a Spiridione)

Che ti sembra?

 

<- Spiridione

SPIRIDIONE
(ritornando)

Benissimo... un cupido!  

Siete in veste da camera e berretto.

DON ANNIBALE

Orsù, vattene a letto

e fa' d'essere in piedi

verso le cinque.

SPIRIDIONE

Dormirò vestito.

(parte)

Spiridione ->

 

DON ANNIBALE

(prende il lume e la chiave e mentre si avvia alla sua stanza odesi suonare il campanello)

Or vedi che prurito!

Giusto adesso... Un momento.

(depone la chiave ed il lume e va ad aprire)

 

Scena ottava

Don Annibale ed Enrico, travestito da damerino francese caricato, con occhiali.

<- Enrico

 

ENRICO

Bonsoir.  

DON ANNIBALE

Che vi occor?

ENRICO

Je vous demande

pardon d'ici venir vous déranger,

mais quand un homme souffre...

Voyez vous, mon ami... je tiens la fièvre...

Sentez, tâtez, touchez.

DON ANNIBALE

(Costui che vuol da me?)

Padron mio, nel linguaggio del paese

prego spiegarvi.

ENRICO

Bien, mi spiegherò

dunque in italianò.

Je suis malatò e vo' medicatura.

DON ANNIBALE

Ma bisogna ch'io sappia

la natura del male,

onde...

ENRICO

Voici... io vengo

dal ballo... e j'ai danzato

per quatre ore en suite...

Oh! che caldo maudit!

Per rinfrescarmi, appena una trentina

presi di pièces en glace,

c'est à dire sorbetton.

DON ANNIBALE

(E non crepasti?)

ENRICO

Or questi m'ont prodotto un embarras

ici... dans l'estomac...

E per tornarmi en bon point il me faut

ou cinq o six bouteilles

de Malaga... Champagne... o d'Oportò...

Monsieur, prenez-les donc.

DON ANNIBALE

(Stiamo a vedere

che mi ha preso costui per cantiniere.

Leviamcelo dai piedi.)

Attendetemi qui che avrete in breve

il più squisito vino.

(Tengo un baril d'Asprino,

or gliene reco un fiasco.)

(parte)

Don Annibale ->

 

Scena nona

Enrico solo, poi Don Annibale.

 

ENRICO

Balordo spezial, fin ch'io ritorni,  

occuparti saprò. Siam della burla

in principio soltanto.

(pone un biglietto nella serratura della stanza in cui è Serafina)

Ancor v'è tempo per la fine. Intanto

dinanzi all'uscio nuzial si ponga

l'armadio... qui le seggiole... nel mezzo

la tavola. Vediam se il mio rivale

potrà, col suo talento,

il bandolo trovar della matassa.

Ei vien.

(spegne il lume e la scena rimane oscurissima)

 

<- Don Annibale

DON ANNIBALE

Prendete qui...

Chi spense la candela?

(colloca il fiasco a terra e va a tastoni dalla parte ove sente la voce di Enrico)

ENRICO

Par ici...

Vengo d'avoir une crise,

et j'aurai fait tomber

inavvedutamente la lumière.

 
(Don Annibale ha raggiunto Enrico)
 

 

C'est égal... à présent non ho besoin

de votre vinaisson. Merci, merci,

guidatemi alla porta.

DON ANNIBALE

Eccomi pronto.

ENRICO

Io vado a letto.

DON ANNIBALE

Anch'io.

ENRICO

(Questo non avverrà.) Bonsoir!

DON ANNIBALE

Addio.

 
(lo mette fuori della porta e chiude)

Enrico ->

 

Scena decima

Don Annibale, solo.

 

 

Meno mal ch'io son pratico del sito  

e posso camminarvi

anche ad occhi bendati.

(nel camminare urta nella tavola e cadono i piatti)

Povera porcellana! Io mi credea

nel mezzo della stanza, e sono invece

ad un angolo. Buono!

(muove verso la camera da letto ove Enrico pose l'armadio)

Entro la serratura

della mia porta un'altra chiave...

(s'accorge dell'armadio)

Ohimè!

Son bravo per mia fé!

Nell'armadio trovar voleva il letto.

Orizzontiamci... A manca dello stipo

si trova la mia porta... Essa è fuggita.

Spiridion! Spiridion! Balordo!

Russa come un maiale. Or mi ricordo:

su questo tavolino

posi qualche fosforico cerino...

eccone...

(accende il lume)

Oh, per le corna del demonio!

I mobili passeggiano.

Spiridione al certo

dev'essere sonnambulo, e dormendo

volle porre la camera in assetto.

Pazienza!

(mentre sta mettendo a posto la mobilia suona il campanello)

Oh, campanello maledetto!

(va ad aprire)

 

Scena undicesima

Enrico, in lungo soprabito, capelli, e grandi barbette grigie, egli ha la faccia inviluppata in un fazzoletto di lana, come per difendersi dal freddo, e detto.

<- Enrico

 

ENRICO

È questa la bottega  

del famoso Pistacchio?

DON ANNIBALE

Appunto! Ed il Pistacchio avete innanzi.

ENRICO

Oh! servo...

DON ANNIBALE

A monte i complimenti, ed anzi

spicciatevi, ché ho fretta.

ENRICO

Ebben sappiate

che un cantante son io; domani a sera

m'è forza debuttar nel Campanello,

nuovissimo spartito.

Son rauco, ed ho sentito

decantar certe pillole stupende,

che voi smerciate contro il mal di gola,

onde...

DON ANNIBALE

Vi servo subito...

ENRICO

Scusate...

(trattenendo Don Annibale)

Bisogna che sappiate

come perdei la voce.

DON ANNIBALE

Ma.

ENRICO

Sediamo.

DON ANNIBALE

È tardi.

ENRICO

Che ore abbiamo?

DON ANNIBALE

(Si cerchi spaventarlo.) Son le tre

dopo la mezza notte.

ENRICO
(sedendo)

Ebbene, per me

ancora è presto, ch'io non vado a letto

pria delle cinque.

DON ANNIBALE

Oh! mio signor.

ENRICO

Sedete.

M'importa di narrarvi il caso mio.

DON ANNIBALE

A me l'udirlo non importa un corno.

ENRICO
(siede)

Sedete o qui rimango infine a giorno.

(Annibale siede a malincuore)

 
[N. 4 - Duetto, Recitativo]

 N 

 

ENRICO

Ho una bella, un'infedele,  

ch'ama un altro, ed io l'adoro.

Son geloso, e la crudele

gode sol del mio martoro!

Ai balconi suoi d'intorno

giro sempre notte e giorno,

e scirocco, e tramontana

m'han servito come va.

 

DON ANNIBALE

Se volete il mio giudizio

per levarvi d'imbarazzo,

per fuggire il precipizio

e de' venti lo strapazzo

o al momento la sposate,

o al momento la lasciate.

Tal rimedio gola e testa

risanare vi potrà.

 

ENRICO
(quasi piangendo)

Ma frattanto il mio debutto?...

DON ANNIBALE

Non sarà poi tanto brutto.

Le mie pillole potranno...

(andandole a prendere nell'armadio)

ENRICO

Date, date, date, date.

DON ANNIBALE

Ma...

ENRICO

Proverò...

DON ANNIBALE

Sentite...

ENRICO

Proverò...

DON ANNIBALE

Ma prima...

ENRICO

Proverò.

(prende la scatola delle pillole e le inghiotte tutte in una volta)

DON ANNIBALE

Che ti venga un buon malanno

tutte quante le ingoiò.

ENRICO

(dopo aver provata la voce)

«Or che in ciel alta è la notte,

senza stelle e senza luna,

non ti turbin fonde rotte

della placida laguna.

Dormi, o bella, mentr'io canto

la canzone del piacer.»

 

DON ANNIBALE

Ma, dico... è tardi... Buona notte.

Che partiste avrei piacer.

ENRICO

Eh! son rauco nuovamente!

La dose ripetete.

DON ANNIBALE

Auf.

Ma dopo partirete.

ENRICO

Se guarisco partirò.

(gli dà altre pillole)

DON ANNIBALE

Che vi pare?

ENRICO

Non plus ultra

già la voce ritornò... Uh... Uh...

Al mio debutto assisterete,

de' miei gorgheggi giudicherete

di mie volate semitonate

di sbalzi orribili ch'io prenderò.

Cose impossibili sentir farò.

 
Nel corso di questo duetto, e allora che Don Annibale volge le spalle ad Enrico per prendere le pillole, questi caccia destramente un bigliettino nella serratura della camera di Don Annibale.
 

DON ANNIBALE

Se presto presto

non ve n'andate

verrà una pioggia

di bastonate.

Siete un seccante

signor cantante,

più la mia collera

frenar non so.

 
(via Enrico)

Enrico ->

 

Scena dodicesima

Don Annibale, poi Spiridione.

 

DON ANNIBALE

Ah, cane d'un cantante! Al tuo debutto  

io spero che t'accoppino di fischi.

Chi sa se prese sonno Serafina

per cagion di costui.

(prende il lume, nell'accostarsi alla sua camera)

Che veggio? Nel buco

della chiave un biglietto!

Leggiamo un po'...

(legge)

Cospetto!

(chiamando)

Spiridion? Spiridion?

SPIRIDIONE

(ancora dentro e sbadigliando)

Chi è?

DON ANNIBALE

Son io... Vien qua.

SPIRIDIONE
(come sopra)

Perché?

DON ANNIBALE

Vien qua, ti dico.

 

<- Spiridione

SPIRIDIONE

(uscendo tutto sonnacchioso)

Che volete?

DON ANNIBALE

Hai visto

chi nella serratura

cacciò questo biglietto?

SPIRIDIONE

Che biglietto?

Io non v'intendo.

DON ANNIBALE

E i mobili a soqquadro

chi pose?

SPIRIDIONE

Non lo so.

DON ANNIBALE

Mi gira il capo

come un mulino a vento!...

SPIRIDIONE

Ma dite...

DON ANNIBALE

Ascolta, e crepa di spavento:

SPIRIDIONE

Presto, leggete.

DON ANNIBALE
(legge)

«Una persona, offesa

gravemente da voi,

giurò di vendicarsi in questa notte,

restate in piè, vegliate,

se vi è cara la vita. Un vostro amico.»

Tu che ne dici?

SPIRIDIONE

Dico...

(sbadigliando)

Eh!

DON ANNIBALE

Chi offesi?

SPIRIDIONE

(come sopra)

Uh!

DON ANNIBALE

Come, come?

SPIRIDIONE

(come sopra)

Ih!...

Vi son due bestie qui.

DON ANNIBALE

Una sei certo tu.

SPIRIDIONE

E l'altra voi.

DON ANNIBALE

Grazie!

SPIRIDIONE

Scrisse il biglietto

qualcun degli invitati, ed il nemico

che vuol vendetta...

DON ANNIBALE

Chi è mai questi?

SPIRIDIONE

Enrico!

DON ANNIBALE

Per Bacco! dici bene.

SPIRIDIONE

Star desto vi conviene.

DON ANNIBALE

Ti sembra? L'ho trovata: in sentinella

tu dinanzi alla porta rimarrai,

mentre...

SPIRIDIONE

Che sentinella! Io m'addormento,

e buona notte!

DON ANNIBALE

Dunque?

SPIRIDIONE

Il piano è questo:

le palle fulminanti che raccolsi

or semino davanti all'uscio vostro;

se viene alcun per assalirvi, quelle

scoppiano, io mi risveglio, grido, grido...

giunge la guardia e il birbo è carcerato.

DON ANNIBALE

Oh, corpo del salnitro stibiato!

Quest'è un'idea sublime.

SPIRIDIONE

All'opra dunque.

(sparge le palle all'uscio; intanto si sente suonare il campanello)

DON ANNIBALE

Che fosse mai?

SPIRIDIONE

Vedrò

pe 'l finestrino della porta.

(guarda pel finestrino)

È un vecchio.

DON ANNIBALE

Ci voleva anche il vecchio

e tutti uno dopo l'altro:

io non capisco che negozio è questo.

(a Spiridione)

Apri, ch'or me lo sbrigo presto presto.

 
(Spiridione apre e si ritira)

Spiridione ->

 

Scena tredicesima

Enrico avvolto in una veste da camera, con berretta da notte in testa e Don Annibale.

<- Enrico

 
[N. 4bis - Aria, Recitativo]

 N 

 

ENRICO

(entra correndo, e mostrasi affannato)  

Mio signore venerato!

S

DON ANNIBALE

Padron mio! Che cosa è stato?

ENRICO

Presto, presto, in tutta fretta,

mi dovete una ricetta

come un fulmine spicciar.

DON ANNIBALE

E dov'è?

ENRICO

(frugandosi per le tasche)

Son lesto...

DON ANNIBALE

Or via!

ENRICO

Io non so più dove sia.

DON ANNIBALE

(Auf! che pena!)

ENRICO

Ciel tiranno!

L'ho perduta! Vado e torno.

(per partire)

DON ANNIBALE

Buon viaggio!

ENRICO

L'ho trovata!

DON ANNIBALE

(Me infelice, che nottata!)

ENRICO

Pria vi voglio di mia moglie

tutti i mali palesar.

DON ANNIBALE

Non m'importa: a me s'aspetta

di spicciare la ricetta.

ENRICO

Per veder s'ella è perfetta,

non c'è male d'ascoltar.

 

ENRICO

La povera Anastasia

per cui v'ho incomodato,

è tisica e diabetica,

è cieca e paralitica,

patisce d'emicrania,

ha l'asma a sette fistole,

spine ventose e sciatica,

tumore nell'occipite;

ha il mal della podagra,

che unito alla chiragra

penare assai la fa.

Ma qui sta il re dei recipi

(mostra la ricetta avvoltolata ch'egli spiegherà a poco a poco)

che tutto guarirà.

Si prenda l'acqua celebre

del gran monsù Maurizio,

con l'altra capo-cefalo;

e poi la fagiadenica.

Con questa poi mischiateci

l'aceto con l'aregheto;

sia questa rinforzata

con l'acqua canforata,

col balsamo copaibe,

col dolce elettuario,

di cedro imperiale,

che giova e non fa male.

Vi unite a queste cose

benigne e portentose,

per fare il tutto eccelso,

con l'elisir d'Elmozio,

pur quel di Paracelso.

Mischiate e rimischiate,

poi pillole formate.

 

DON ANNIBALE

Ma questi sono liquidi.

ENRICO

Che ad uno, a quattro, a sette

si devono ingoiar.

Recipe...

DON ANNIBALE

Basta!

ENRICO

Recipe,

l'ombélico di Venere,

butirro d'antimonio,

il zolfo col diascorio

del dotto Fracastorio,

l'arsella e l'assafetida;

il the che sia d'America,

rob antisifilitico,

l'estratto di cicuta;

papaveri, la ruta;

l'etiope minerale,

sciroppo cordiale.

Aggiungi poi la polvere

di Marco Cornacchione,

e di Giovanni Procida

l'empiastro in fusïone,

la cassia fistulata,

la pomice pestata...

bollite et fiat bibita.

DON ANNIBALE

Che bibita!

ENRICO

No, pillole...

Il resto eccolo qua.

(svolge una lunghissima ricetta)

Semifreddi, ente di Marte,

del Cadet l'emulsïone,

cascarilla, simarubba,

del tabacco di Macubba,

dulcamara, talamacca,

legno quassio, cera lacca;

aggiungete ottanta rane,

venti fave americane,

ruta secca, dragonaria,

terebinto, serpentaria,

manna emetica, castoro,

raschiatura di fior d'oro;

eppoi l'erbe tritolate

che qui appresso son notate.

Erba spugna, polmonaria,

il ceraunio, il capripodio,

il vitucchio ed il poligalo,

blasia, quassia e polipodio...

DON ANNIBALE

(Quasi svengo.)

ENRICO

(cercando come avesse smarrito il segno)

Il polipodio,

il rastio d'unto al vitrice

con la carice, lo sparago,

il briol...

DON ANNIBALE

Ma...

ENRICO

La calega,

la veronica, la statice,

l'anserina, la piombaggine

con un mazzo di lattuga,

che mollifica, che asciuga.

Malva d'Ischia, malva rosa,

vera polvere di corno.

DON ANNIBALE

Io!...

ENRICO

Domani a mezzogiorno

tutto a prendere verrò.

 
(parte adagio adagio e lascia Don Annibale con la ricetta in mano)

Enrico ->

 

Scena quattordicesima

Don Annibale e Spiridione, poi Serafina.

 

DON ANNIBALE

Or venga pure il campanello giù:  

gridi, crepi chi vuol, non apro più.

(corre col lume verso la camera di Serafina; scoppiano le pallette sotto i suoi piedi; gli cade il lume)

Chi è? Bestia ch'io son!

Dimenticavo le pallette!

 

<- Spiridione

SPIRIDIONE
(uscendo e gridando)

Al ladro!  

All'assassino! Guardie!

 
(abbraccia all'oscuro Don Annibale)
 

DON ANNIBALE

No, son io!

 

<- Madama Rosa

MADAMA ROSA

(avanzando col lume)

Chi fu? Quai grida?

SERAFINA
(di dentro)

Mamma,

aprite: io sono alzata.

 
(uscendo dalla stanza)

<- Serafina

 

SERAFINA

Ebben? Che avvenne?

DON ANNIBALE

Nulla, nulla... un equivoco; ritorni

ognuno a letto. Io pur...

SPIRIDIONE

Adesso... adesso...

 
(il campanello suona; Spiridione va ad aprire)
 

Scena ultima

Madama Rosa, Serafina, Enrico, Parenti degli sposi e detti.

<- Enrico, parenti degli sposi

 

MADAMA ROSA

Enrico!  

ENRICO

Con permesso?

Ecco tutti i congiunti.

ALCUNI CONVITATI
(a Don Annibale)

Ben levato.

ALTRI CONVITATI

Con voi ci consoliamo.

ALTRI ANCORA

Con voi ci rallegriamo.

DON ANNIBALE

Ma come!... Forse?... Appena, appena ho fiato

per domandar...

ENRICO

Che domandar? Fra poco

passa la diligenza;

(guardando all'oriuolo)

spicciate: son le sei

meno un quarto. Vedete in ciel biancheggia

di già l'alba del giorno.

DON ANNIBALE

Sposa... ci rivedremo al mio ritorno.

 
[N. 5 - Finale]

 N 

 

SERAFINA

Da me lungi ancor vivendo,    

sposo amato in me riposa;

sempre fida ed amorosa

la consorte a te sarà.

S

ENRICO E CORO

Mai non sien le tue dolcezze

molestate ed interrotte,

bella al par di questa notte

sia la vita ognor per te.

DON ANNIBALE

(col fiele alla bocca)

Grazie... troppe gentilezze...

(sbadigliando)

(Io, mi reggo appena in piè!)

(in disparte a Serafina)

Idol mio fin che ritorno,

stare all'erta ti conviene,

se qualcuno a batter viene

tu la porta non aprir.

 
(si sente la frusta della diligenza)
 

TUTTI

Buon viaggio, e buon ritorno,

ecco il segno del partir.

 
Spiridione gli porta avanti la valigia, tutti l'accompagnano.

Don Annibale, Spiridione, Enrico, Serafina, Madama Rosa, parenti degli sposi ->

 

Fine (Atto unico)

[Preludio]

Una sala con porte; sopra la porta di entrata un campanello.

convitati
 

[N. 1 - Introduzione, Recitativo]

convitati
<- Don Annibale, Spiridione

Amici se ballar volete ancora

Don Annibale
Spiridione, convitati ->

Don Annibale
<- Madama Rosa

Genero amato

Don Annibale, Madama Rosa
<- Spiridione

Oh, che pazzo! Oh, che pazzo!

Don Annibale, Madama Rosa, Spiridione
<- convitati
 
convitati, Madama Rosa, Don Annibale, Spiridione ->
<- Serafina, Enrico

[N. 2 - Galoppe, Scena e Duetto]

Ebben! Siete già stanco?

Serafina, Enrico
<- Don Annibale

Ecco lo sposo: a noi

Serafina, Enrico, Don Annibale
<- Madama Rosa, Spiridione, convitati

Perché tanto rumore?

Arriva Zasse, e svelando

(suona la mezzanotte)

Enrico, Don Annibale, Spiridione, convitati
Madama Rosa, Serafina ->

Enrico, Don Annibale, convitati
Spiridione ->

Certa canzone che in Milano appresi

Enrico, Don Annibale, convitati
<- Spiridione

[N. 3 - Brindisi e Recitativo]

Omai basta, o signori.

Don Annibale, Spiridione
Enrico, convitati ->

Maledetti son partiti

Don Annibale
Spiridione ->
Don Annibale
<- Madama Rosa

Sposo, eccovi... ebbene?

Don Annibale
Madama Rosa ->

Don Annibale
<- Spiridione

Benissimo... un cupido!

Don Annibale
Spiridione ->

Don Annibale
<- Enrico

Bonsoir / Che vi occor? / Je vous demande

Enrico
Don Annibale ->

Balordo spezial, fin ch'io ritorni

(Enrico spegne il lume e la scena rimane oscurissima)

Enrico
<- Don Annibale

Don Annibale
Enrico ->

Meno mal ch'io son pratico del sito

Don Annibale
<- Enrico

È questa la bottega

[N. 4 - Duetto, Recitativo]

Enrico, Don Annibale
Ho una bella, un'infedele
Don Annibale
Enrico ->

Ah, cane d'un cantante! Al tuo debutto

Don Annibale
<- Spiridione

Don Annibale
Spiridione ->
Don Annibale
<- Enrico

[N. 4bis - Aria, Recitativo]

Enrico e Don Annibale
Mio signore venerato!
Don Annibale
Enrico ->

Or venga pure il campanello giù

Don Annibale
<- Spiridione

Al ladro! All'assassino! Guardie!

Don Annibale, Spiridione
<- Madama Rosa

Don Annibale, Spiridione, Madama Rosa
<- Serafina

Don Annibale, Spiridione, Madama Rosa, Serafina
<- Enrico, parenti degli sposi

Enrico! / Con permesso? Ecco tutti i congiunti

[N. 5 - Finale]

Serafina, Enrico, Coro, Don Annibale e Madama Rosa
Da me lungi ancor vivendo
Don Annibale, Spiridione, Enrico, Serafina, Madama Rosa, parenti degli sposi ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena ultima
Una sala con porte; sopra la porta di entrata un campanello.
[Preludio] [N. 1 - Introduzione, Recitativo] [N. 2 - Galoppe, Scena e Duetto] [N. 3 - Brindisi e Recitativo] [N. 4 - Duetto, Recitativo] [N. 4bis - Aria, Recitativo] [N. 5 - Finale]

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