❖
§
Ricchissimo gabinetto nel palazzo reale, ornato di porcellane, d'oro, e argento, di rubini, smeraldi, e di altre gemme.
Chi creduto l'avria? Confuso, oppresso
Di quanto oprasti a nostro danno
Tanta dolcezza al mio nemico in seno
Al re s'affretta torbido, e fiero Ubaldo
Prence, pietà di me: fa', che il tuo duce
Amenissimo giardino con viali, e cespugli di fiori, diversi alberi fruttiferi, fontane, statue di alabastro, e di bronzo, e sedili di verdura all'intorno; grande scala in prospetto, e in maggior lontananza scopresi tra l'intreccio de' suddetti viali il magnifico real palazzo.
(statue e ninfe nascoste)
Soldati, ove declive in verso il fiume
Sire, al meriggio inclina il giorno
Ah dunque è ver, che tu per sempre
Amiche sponde, addio, dove d'amore
(Armida sviene, e intanto si spiccano dai loro piedistalli le statue del giardino; escono pure delle ninfe dai cespugli, ed insieme intrecciano intorno a Rinaldo un piccol ballo)
Che m'avvenne, infelice! Io non comprendo
(Armida rinviene)
Barbaro! E ardisci ancor... vedi, se t'amo
Oh come amore ora l'affanna, or l'ira!
Accampamento degli europei in vicinanza di Damasco; veduta di una parte della città.
Link di questa pagina
http:librettidopera.it/armida/str_02.html