Intermezzo primo

 

Scena unica

Dopo l'atto primo.
Dorina, poi Nibbio.

Dorina

 

DORINA

Via sbrigatevi in fretta,  

portate la spinetta, e da sedere.

 
(escono due donne, che portano la spinetta con sopra diverse carte di musica, e due sedie)

<- due donne

 

 

Che pazienza ci vuole  

con queste cameriere!

Sanno pur che a momenti

aspetto un impresario,

e lasciano ogni cosa in confusione.

State attente al balcone

per farmi l'ambasciata,

ché intanto io rivedrò qualche cantata.

(partono le donne)

due donne ->

 

 

Questa è troppo difficile:  

questa è d'autore antico,

senza tremuli, trilli e appoggiature,

troppo contraria alla moderna scuola,

che adorna di passaggi ogni parola.

Questa è al caso...

(vedendo venire una delle due donne, che poi se n'entra)

<- una delle due donne

 

Chi vien? Fatelo entrare.

Sarà ben ch'io lo vada ad incontrare.

una delle due donne ->

 

<- Nibbio

NIBBIO

Mia signora Dorina, al suo gran merito  

profondissimamente io mi rassegno.

DORINA

Son sua serva umilissima,

e a maggior complimento io non m'impegno.

NIBBIO

Forse di tanto ardire

si meraviglierà?

DORINA

Mi fa favore.

NIBBIO

Anz'io mi do l'onore

di farle di me stesso, o bene o male

una dedicatoria universale.

DORINA

Star incomodo più non è dovere:

sieda vossignoria.

NIBBIO

Con la sua compagnia

incomodo si resta in ogni loco:

si sta vicino a lei sempre sul foco.

(siedono)

DORINA

(Che strano complimento!) Almeno io bramo

il suo nome saper.

NIBBIO

Nibbio mi chiamo,

canario di nazione,

e suo buon servitor di professione.

DORINA

Ella è molto obbligante.

NIBBIO

Io faccio il mio dovere.

Deve dunque sapere

che un teatro famoso

nell'isole Canarie è stato eretto.

Io vengo a solo oggetto

di far la compagnia;

ed in particolar vossignoria

ci dovrà favorir, quando non sdegni

la nostra offerta.

DORINA

Ho quattro o cinque impegni;

ma vedrò di servirla, ove m'accordi

un onorario comodo e decente.

NIBBIO

Io sono differente

da tutti gl'impresari,

e precipito a sacchi i miei denari.

DORINA

Dunque il nostro contratto

conchiuder si potrà.

Una difficoltà però mi resta.

NIBBIO

Qual è, signora?

DORINA

È questa:

io la lingua non so di quel paese,

e non m'intenderanno.

NIBBIO

Eh! non si prenda affanno.

Il libretto non deve esser capito;

il gusto è ripulito,

e non si bada a questo:

si canti bene, e non importi il resto.

DORINA

Nell'arie io son con lei,

ma ne' recitativi è un'altra cosa.

NIBBIO

Anzi in questi potrà

cantar con quella lingua che le pare,

ché allor, com'ella sa,

per solito l'udienza ha da ciarlare.

DORINA

Com'è così, va bene.

NIBBIO

Or le sue pretensioni

liberamente palesar mi può.

DORINA

Voglio pensarci e poi risolverò.

 

NIBBIO

Risolva, e le prometto    

che avrà per onorario

il cor d'un impresario,

che, pieno di rispetto,

modesto e melanconico,

sempre d'amor platonico

per lei sospirerà.

Ci pensi e sappia intanto

che nascono in quell'isole

passeri che nel canto

sembrano tanti orfei;

e la beltà di lei,

se vien colà, mi creda,

gran preda ~ ne farà.

S

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DORINA

Ell'ha troppa bontà.  

NIBBIO

Ma vuol ch'io parta

senza farmi sentire una cantata?

DORINA

Son tanto raffreddata...

NIBBIO

Eh! non importa:

per dir un'aria sola

non bisogna gran fiato.

DORINA

Il cembalo è scordato.

NIBBIO

Questo non le farà gran pregiudizio.

DORINA

Non sono in esercizio.

NIBBIO

Qui canta per suo spasso.

DORINA

Non v'è chi suoni il basso.

NIBBIO

Da sé non vuol sonare

per non farmi goder la sua virtù.

DORINA

Ella mi vuol burlare.

NIBBIO

Eh! favorisca. (Io non ne posso più.)

DORINA

(va alla spinetta)

Sonerò per servirla;

ma resti in confidenza.

NIBBIO

Non dubiti, signora. (Oh che pazienza!)

 

DORINA

«Amor prepara»...  

NIBBIO

Oh cara!

DORINA

...«le mie catene»...

NIBBIO

Oh bene!

DORINA

...«ch'io voglio perdere

la libertà.»

NIBBIO

Bel trillo in verità!

Che dolce appoggiatura!

È un miracolo, è un mostro di natura.

DORINA

«Tu m'imprigiona»...

NIBBIO

Oh buona!

DORINA

...«di lacci priva»...

NIBBIO

Evviva!

DORINA

...«no, che più vivere

l'alma non sa.»

 

NIBBIO

Da capo, in verità.  

DORINA

Signor Nibbio, perdoni

la debolezza mia.

NIBBIO

Burla vossignoria:

ha una voce pastosa

che sembra appunto un campanel d'argento;

ed è miracolosa

nel divorar biscrome a cento a cento.

DORINA

Dal suo parlar comprendo

che di musica è intesa.

NIBBIO

Io me ne intendo,

però quanto è bastante

per picciol ornamento a un dilettante.

DORINA

Dunque non è dovere

ch'io non abbia a godere il gran vantaggio

di sentirla cantare.

NIBBIO

Io l'ubbidisco e non mi fo pregare.

(cava da saccoccia una cantata)

DORINA

Sarà la sua cantata

di qualche illustre autore?

NIBBIO

Son d'un suo servitore

e musica e parole.

DORINA

È ancor poeta?

NIBBIO

Anzi questo è il mio forte.

Ho una vena terribile,

tanto che al mio paese

feci quindici drammi in men d'un mese.

DORINA

Bella felicità! Via! Favorisca.

 

NIBBIO

Non è mia professione, e compatisca.  

(va alla spinetta a cantare)

«Lilla, tiranna amata,

salamandra infocata,

all'Etna de' tuoi lumi arder vorrei»...

Noti, questa è per lei.

DORINA

Grazie le rendo.

(Che testa originale! Io non l'intendo.)

NIBBIO

...«fingi meco rigore

sol per prenderti spasso;

so ch'hai tenero il core,

bell'ostreca d'amore, e sembri un sasso.»

Che ne dice?

DORINA

È un portento.

La sua musa canaria

mi sorprende, o signor.

NIBBIO

Senta quest'aria.

DORINA

Non la voglio stancare.

NIBBIO

Se avessi da crepare

io la deggio servir.

DORINA

Grazie! (Che tedio!

Adesso ci rimedio.)

NIBBIO

«Perché, Lilla, perché

così crudel con me»...

DORINA

Che vuoi, Lisetta?

(finge di esser chiamata, e va alla scena a parlare)

NIBBIO

Disgrazia maledetta!

 

DORINA

Signor Nibbio, mi scusi,  

deggio andare a un convito:

non s'aspetta che me; tutti vi sono.

NIBBIO

Giusto veniva il buono.

DORINA

Pazienza! Un'altra volta

potrà farmi favore.

NIBBIO

Ella perde il migliore.

DORINA

Sarà disgrazia mia.

NIBBIO

Senta, per cortesia, questa passata

piena di semituoni.

DORINA

Ma se non posso!

NIBBIO

Eh! via.

DORINA

No, mi perdoni:

scusi la confidenza.

NIBBIO

Pazienza!

DORINA

Già so che mi perdona.

NIBBIO

Padrona.

DORINA

Si lasci accompagnare.

NIBBIO

Le pare?

S'ella non entra in camera,

di qui non partirò.

DORINA

Per non tenerla incomoda,

dunque così farò.

NIBBIO

Io vado un poco a spasso,

ma torno adesso adesso.

DORINA

Se non la servo abbasso,

è per ragion del sesso.

NIBBIO

Son servitor di casa.

DORINA

Rimanga persuasa

ch'io non ho tale idea.

NIBBIO

Ma questa è sua livrea,

o che la voglia o no.

 

Fine (Intermezzo primo)

Intermezzo primo Intermezzo secondo
Dorina
 

Via sbrigatevi in fretta

Dorina
<- due donne

(le due donne portano la spinetta con sopra diverse carte di musica, e due sedie)

Che pazieza ci vuole

Dorina
due donne ->

Questa è troppo difficile

Dorina
<- una delle due donne
Dorina
una delle due donne ->

Dorina
<- Nibbio

Mia signora Dorina

Ell'ha troppa bontà / Ma vuol ch'io parta

(Dorina canta)

Amor prepara / Oh cara!

(Dorina termina il brano)

Da capo, in verità

(Nibbio inizia a cantare)

Non è mia professione, e compatisca

(Nibbio termina di cantare)

Signor Nibbio, mi scusi

 
Scena unica
Intermezzo secondo

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