Scesa dal ciel del folgorante Giove
eterna messaggiera a voi ne vegno,
di Teti poi nel fluttuoso seno
ratta mi ascondo e 'l piè rivolgo altrove.
Tra queste, ch'or mirate, onde spumanti
vedrete Galatea pianger d'amore,
e dell'egro suo cor l'aspro dolore
volto (pietà del cielo) in dolci canti.
[vedi variante dell'edizione 1617]
Dunque, mentre io vi lascio, irati venti
non conturbino 'l sen del mare infido,
onda non franga e non percota 'l lido,
ferminsi i pesci alle sue note intenti.