Intermezzo secondo

 

Scena unica

Dirindina, Liscione, e poi Don Carissimo.

Dirindina, Liscione

 

DIRINDINA

Ma il vostro sentimento  

è ch'io vada a Milan.

LISCIONE

Sì che v'andiate.

DIRINDINA

Senz'aver fondamento

di musica neppur quanto conviene,

salirò sulle scene?

LISCIONE

Il capitale

avete voi di grazia e di sembiante:

siete bella ed accorta e tanto vale.

 

Quelle vostre pupillette,    

tanto vive e tanto nere,

son due note armoniose

fatte al metro d'ogni cor.

Son due nuove minuette

della danza delle sfere;

son due chiavi luminose

pe 'l concerto d'ogni amor.

S

Sfondo schermo () ()

 

DIRINDINA

Di voi mi fido.  

LISCIONE

Io vi starò da lato

a suggerir la parte; e 'l cembalaro

terrò ben regolato,

che accordi gl'istrumenti

al vostro ton.

DIRINDINA

Ma sto provvista poco

di gioie e vestimenti...

LISCIONE

Terremo in casa il gioco

quando sarem colà;

farem far delle riffe

a quella nobiltà

d'orioli, d'anella e di merletti,

di vezzi, di scarlatti e polacchini

a que' bei marchesini

a que' conti cadetti,

che verran tra le scene a darvi il braccio;

e che d'amore al laccio

voi farete cascar quali merlotti,

adocchiando dal palco or questo, or quello,

ora il ricco, ora il bravo ed ora il bello,

drizzando verso lor sguardi e sospiri,

benché dica la parte

che 'l musico si miri.

DIRINDINA

Tutto farò! Talor cascare ad arte

farò qualche lucerna della scena

sopra 'l guarnello, e 'l mostrerò macchiato,

perché un nuovo broccato

mi porti 'l giorno poi qualcun de' miei

più fidi cicisbei.

LISCIONE

Voi siete lesta

quanto bisogna, e fina

da imparare anche questa

che a Pavia seppe far la Calandrina.

DIRINDINA

Dite.

LISCIONE

Venne la sedia

per condurla una sera

vestita alla commedia,

dove raccolta s'era

gran paesana e forestiera gente;

quand'ella fece dire

che per un funestissimo accidente

non potea comparire

all'opera quel giorno;

e poi che furie intorno

l'impresario confuso e cento amanti,

ella disse piangendo

che nel cavarsi i guanti

erale il dì cascata una maniglia;

e la madre di lei, non meno astuta,

d'esser fingea svenuta

al caso della figlia.

DIRINDINA

Oh, che gran furberia! Già intendo il resto.

LISCIONE

Gli amanti presto presto,

e l'impresario ancora,

perché andasse alla scena, a lei portaro

cento fili di perle in men d'un'ora.

DIRINDINA

Questa sì che l'imparo!

 

A un amante,  

quand'è cotto,

il pillotto

anch'io darò.

Colerò dalle pupille

quattro stille

tutte fuoco

e nel cuore a poco a poco

le vesciche io gli farò.

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LISCIONE

Ma quel che più pillotta e che più cuoce  

i cuori innamorati,

è una donnesca voce

a grazioso gesto in scena unita.

Ditemi: in vostra vita

rappresentaste mai...

DIRINDINA

Sì, 'l personaggio

di Didone regina,

quando fuggì da lei 'l troiano ingrato,

che dolente e tapina

col ferro sfoderato...

LISCIONE

O bene, o bene!

Dite se vi sovviene

di qualche forte scena alcuna cosa.

DIRINDINA

Aspettate... ma in prosa

era quell'operetta.

Aspettate ch'io vada

pe 'l pugnal che bisogna a far l'azione...

LISCIONE

Prendete la mia spada e dite.

(le dà la spada sfoderata)

DIRINDINA

Sì, aspettate:

diceva... Ah, memoriaccia maledetta!

Diceva... lo dirò se al cielo piace.

«Enea, crudo e mendace»...

LISCIONE

Mettetevi in più fiera positura!

 
Sopraggiunge Don Carissimo, il quale sta osservando da parte.

<- Don Carissimo

 

DON CARISSIMO

(Il congresso ancor dura!)  

DIRINDINA

«Vattene, infido, va!»

DON CARISSIMO

Che diavolo sarà?

Vuole ammazzarlo! Via, tiragli lì.

Mi nascondo un po' qui.

DIRINDINA

«Va', che 'l cielo, se è giusto,

ti fulmini, fellone!»

DON CARISSIMO

(Sta ancor fermo il barone.)

DIRINDINA

«E vendichi gli oltraggi

che facesti, spergiuro alla mia fede»...

(Liscione mostra di compiacersi dell'azione, e si mette a sedere)

DON CARISSIMO

(Il baron ride e siede!)

DIRINDINA

«Al mio zelo, al mio onore,

perfido traditore,

al mio letto macchiato»...

DON CARISSIMO

(Ah, tristo disgraziato!)

LISCIONE

Quelle parole del «macchiato letto»

voi non avete detto

così forte che il popolo le intenda.

DON CARISSIMO

(Sfacciataggine orrenda!

Voler ch'anche si pubblichi tal fatto!

Gran furfante e gran matto!)

DIRINDINA

«Così le sante leggi

del ciel calpesti, e così me dileggi

e rompi i sacri nodi maritali?»

DON CARISSIMO

(Con Liscione sponsali!)

DIRINDINA

«Così da questo seno,

empio, disciorti puoi, mentre fecondo

di te lo lasci e pieno?»

DON CARISSIMO

(Vo' veder questa, e poi la fin del mondo.)

DIRINDINA

«Ah, spietato destino!»

DON CARISSIMO

(O sbagliò la natura, o il suo norcino.)

DIRINDINA

«Ma paghi or or la pena

di troppo amor l'infausta madre, e 'l figlio

ch'è concepito appena»...

LISCIONE

Su via, coraggio, via.

DIRINDINA

«Abbia per questa piaga il suo natale!»

(mentre Dirindina fa l'azione di volersi uccidere)

DON CARISSIMO

Sta ferma, anima mia:  

lo manderem piuttosto all'ospedale...

LISCIONE

O quest'è bella assai!

DON CARISSIMO

Dirindina, che fai?

E che dirà la gente?

DIRINDINA

Ridicolo accidente!

DON CARISSIMO

Perdona all'amor tuo e alla tua vita;

ed abbi compassione

del povero muletto

che nel sen hai concetto;

perché per esser figlio di Liscione,

ragliar saprà di maggio,

con trillo e con passaggio!

LISCIONE

Semplice di tal guisa

chi vide mai, io crepo dalle risa!

(ridono tra sé)

DIRINDINA

Anch'io ne crepo, ohimè;

ah, poveretta me, mi duol la panza!

DON CARISSIMO

Cattiva gravidanza!

Il peccato, il peccato!

Il caso è scandaloso,

figlioli miei, ma quel ch'è stato è stato;

purché resti nascosto

al popolo il negozio,

eccetera, il negozio,

che non va detto forte,

ma va detto pian piano;

e pur che di consorte

Liscion porga la mano a Dirindina,

onde (giacché costui non è impotente)

resti col matrimonio susseguente...

(vuol prendere la mano a Liscione e Dirindina, e questi la ritirano)

DIRINDINA E LISCIONE

Non ne faremo niente.

 

DON CARISSIMO

Dammi la man, Liscione. ~  

Dammela, Dirindina,

che la creaturina

legittima sarà.

DIRINDINA

Ferma, ch'io son pollastrina,

ma tal coppia non combina,

e l'uovo mai non fa.

Insieme

LISCIONE

Ferma, ch'io son cappone,

ma tal coppia non combina,

e l'uovo mai non fa.

 

Fine (Intermezzo secondo)

Intermezzo primo Intermezzo secondo
Dirindina, Liscione
 

Ma il vostro sentimento

Di voi mi fido / Io vi starò da lato

Dirindina
A un amante

Ma quel che più pillotta e che più cuoce

Dirindina, Liscione
<- Don Carissimo

(Don Carissimo, il quale sta osservando da parte)

Il congresso ancor dura!

(mentre Dirindina fa l'azione di volersi uccidere, Don Carissimo si scopre)

Sta ferma, anima mia

Don Carissimo, Dirindina e Liscione
Dammi la man, Liscione
 
Scena unica
Camera con cembalo e libri musicali.
Intermezzo primo

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