ZAIRA
Tragedia lirica in due atti.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Felice ROMANI.
Musica di Vincenzo BELLINI.
Prima esecuzione: 16 maggio 1829, Parma.
Personaggi:
OROSMANE sultano di Gerusalemme |
basso |
CORASMINO visir |
tenore |
ZAIRA schiava del sultano |
soprano |
FATIMA schiava del sultano |
soprano |
MELEDOR ufficiale del sultano |
baritono |
LUSIGNANO principe francese del sangue degli antichi re di Gerusalemme |
basso |
NERESTANO cavaliere francese |
mezzosoprano |
CASTIGLIONE cavaliere francese |
tenore |
Cori e Comparse:
Ufficiali del sultano, Guardie, Schiavi e Schiave, Odalische, Cavalieri francesi.
La scena è in Gerusalemme nell'harem del Sultano.
Proemio dell'autore
Una giovane schiava, cresciuta in un serraglio, che, amante del sultano e da lui riamata, nel giorno istesso delle sue nozze ritrova il padre e il fratello, eroi cristiani, i quali la richiamano ad una fede che tai nozze le vieta; un'anima ardente, combattuta fra la religione e l'amore, vicina a cadere alla più possente delle passioni che nacque per così dire con essa, e sgomentata dall'impero di una legge che da un sol giorno conosce; gli spasimi infine e le dubbiezze di un cuore straziato che inorridisce di amare, e di amare non cessa: soggetto egli è questo sommamente tragico, ed atto al pari d'ogni altro a commuovere e intenerire gli spettatori d'ogni tempo e d'ogni nazione. - Ma corre presso che un secolo dacché i teatri ripetono i sospiri di questa giovane infelicissima; e il pubblico non sarà egli noiato della sua compassione medesima? E dove a me riesca di far dimenticare nel mio lavoro il difetto di novità; potrò io sostenermi a confronto del Voltaire, al quale era dato un libero campo dove spaziare a sua voglia, io che inceppato mi trovo da tutte le parti, principalmente dalla barbara legge di un'estrema brevità? Potrò io mutare tutto ciò che mi cade in acconcio in un genere dì componimento tanto diverso dalla tragedia, senza aver taccia d'ardito per aver raffazzonato a mio comodo un soggetto sì conosciuto e sì celebre? Potrò io adoperare, come vuolsi, tutti gli attori che mi sono assegnati, ed aggiungere alcuna cosa del mio, che non nuoccia alla semplicità dell'azione, ed al lume in cui vanno posti i principali personaggi? Queste e mille altre difficoltà ch'io non dico, mi faceano restio dal trattare così scabro argomento. Ma come avviene in tutte le opinioni, specialmente nelle letterarie, vi fu chi sostenne che, nelle opere per musica invece di nuocere, giova moltissimo che il soggetto sia noto; che ognuno conosce abbastanza gl'intoppi che si presentano ad un poeta melodrammatico, per negarmi lode se alcuno ne avessi saputo sormontare; che omai le convenienze delle parti dovevano cedere alla ragione della poesia... D'altronde il tempo premeva... e la mia renitenza fu vinta.
Ecco pertanto la Zaira, non già ravvolta nell'ampio manto che la tragedia le diede, ma ristretta nelle anguste spoglie che le dà il melodramma. Coloro che ad ogni costo (e ne conosco più d'uno) condannarono il mio lavoro anche prima di leggerlo, ne ingrosseranno ogni menda, e ne scemeranno il benché menomo pregio; ma i lettori cortesi (che molti pur ne conosco) diranno aver io conservati i caratteri, e sparso dov'io potea quella tinta orientale che loro manca nella tragedia: diranno ch'io feci bene a lasciare da parte un tal quale ostentamento di filosofia ch'era in voga ai tempi, del Voltaire per attenermi al linguaggio della passione: riconosceranno che il personaggio di Corasmino, il quale mi conveniva ingrandire, non iscapita punto per essere cambiato, di un freddo confidente ch'egli era, in un severo musulmano; e che devoto, qual è, alle leggi e alle usanze dell'harem, serve, per così dire, di contrapposto al sultano che le pone tutte in oblio. So bene che lo stile voleva essere più curato, e che qua e là andavano tolte alcune ripetizioni di frasi e di concetti; ma la poesia fu scritta a brani mentre si faceva la musica, di maniera che più permesso non era di riandar sul già fatto: e poesia e musica furono compiute in meno di un mese. So pure che a chi si scusa col tempo, l'Alceste dì Molière è pronto a gridare che le temps ne fait rien a l'affaire; nulladimeno è da osservarsi che l'Alceste di Molière è un misantropo.
Qualunque sia il giudizio del pubblico intorno a questo mio lavoro, andrò sempre superbo che siasi adoperato in così solenne circostanza; e il pensare alla fiducia che nel mio scarso ingegno fu posta, addolcirà qualunque amarezza io abbia potuto e potessi ancora provare.
Felice Romani
Coro di Donne e Uomini.
Magnifica galleria che mette all'harem del Sultano: di fronte ampia gradinata che conduce a lunghe logge praticabili, adorne di vasi di fiori e di profumi. Altre gradinate dalle parti comunicano con le logge e con gli appartamenti superiori.
[N. 1 - Introduzione e coro]
È festa nell'harem, e si celebrano le vicine nozze del Sultano con Zaira. Escono da vari lati gli Schiavi e le Schiave: al suono di orientali strumenti le Odalische intrecciano danze: gli Eunuchi ardono profumi: tutti cantano il seguente inno:
DONNE
Gemma, splendor di Solima,
bella, gentil Zaira,
qual cor più schivo e indomito
ti vede e non sospira?
UOMINI
Sembiante a vergin Uri,
premio dei dì futuri,
fede tu fai del giubilo
a noi promesso in ciel.
DONNE
Ma chi sarà fra gli uomini
diletto al ciel cotanto,
ch'ei sol riporti, o vergine,
di possederti il vanto?
UOMINI
Egli è il sultan possente,
è l'astro d'oriente,
delle battaglie il folgore,
terror dell'infedel.
TUTTI
A che pudica e timida
stai nel tuo velo ascosa?
Non può sottrarsi al zefiro
la vereconda rosa:
invan celar si sforza
nella sua dura scorza
conca del golfo persico
le perle al pescator.
L'eroe ti vede, e fervido
di te desio l'accende;
già nell'harém recondito
letto d'onor t'attende.
O de' credenti speme,
ambo splendete insieme;
sia desso il sol di gloria,
l'astro sii tu d'amor.
(ascendono le gradinate ed entrano nell'harem)
Corasmino con séguito di Ufficiali musulmani.
CORO
Odi tu? Già suona intorno
lieto canto nuzïale.
CORASMINO
L'odo, ah! l'odo. ~ Oh! in qual ritorno
dì d'obbrobrio, dì fatale!
CORO
Una figlia de' cristiani
sovra il trono de' sultani?
CORASMINO
Mentre accinto a nuove offese
varca i mari il re francese,
qui d'amor deliro e insano
Orosmane languirà?
CORO
Qui la legge del Corano
una schiava offenderà?
[N. 2 - Coro]
CORASMINO
Per chi mai, per chi pugnasti,
o mio duce, o Saladino!
Dell'impero che fondasti
fia pur questo il rio destino?
Tralignato e cieco figlio
al tuo trono insulterà?
Deh! tu ispira a lui consiglio,
non soffrir la sua viltà!
CORO
A' tuoi detti, o generoso,
di furor, di duol siam pieni.
A che resti neghittoso?
A vendetta, in campo vieni.
CORASMINO
A vendetta? no: giammai.
Al sultan mia fé giurai:
altra via miglior di questa
un eroe ci renderà.
CORO
E la speri? e ancor ci resta?
CORASMINO
Il mio zel la troverà.
Sì, d'un furor colpevole
non ascoltiam l'impero:
l'indegno nodo a frangere
lasciate all'amistà.
Non fia che tardi a sorgere
lo spirto suo guerriero;
e d'occidente ai popoli
spavento ancor sarà.
CORO
Speranza in te, magnanimo,
ripone un regno intero:
non renda il fato inutile
la nobil tua pietà!
(si dividono, e partono da vari lati. Corasmino s'innoltra verso l'harem)
Zaira e Fatima.
[N. 3 - Recitativo e cavatina]
ZAIRA
Della mia gioia a parte,
Fatima, non sei tu? Muta e pensosa
vedrò te sola in questo dì ridente?
Favella.
FATIMA
Io volgo in mente
i dì che più non sono, i dì che meco
aborrivi il serraglio, e col desire
volavi in Francia del guerrier sull'orme
che di spezzar giurò le tue catene.
ZAIRA
Molto il guerrier giurò, nulla mantiene.
Un anno intero è corso
da ch'ei fu sciolto, e più di lui novella
non s'intese in Sorìa. Lieto alla corte
del re francese, del Giordan le rive
e i franchi prigionier pose in oblio.
FATIMA
Zaira!... e s'ei tornasse?...
ZAIRA
Ah! no 'l desio.
A che guidarmi in Francia? Orfana io sono,
miei padri ignoro, e della patria antica
io non possiedo che quest'aureo segno
della fede di Europa.
FATIMA
E a questa fede
nata sei tu: quel sacro segno è impresso
sulla tua fronte ancor... e tu ti appresti,
cieca fanciulla, a rinnegarlo in braccio
di un tartaro crudel, di un oppressore
della tua legge?
ZAIRA
La mia legge... è amore.
Amo ed amata io sono
d'amor qual vampa ardente;
più di ragion possente
ei m'empie il cor di sé.
Egli mi è speme e vita;
egli mi è scorta e lume;
e mio soltanto il nume
che no 'l contende a me.
FATIMA
Taci: vaneggi, o stolta.
Ch'io più non t'oda.
ZAIRA
Ascolta...
FATIMA
Lasciami.
ZAIRA
Ah! no... perdono...
non mi scacciar da te.
Amo ed amata io sono
d'amor qual vampa ardente;
più di ragion possente
ei m'empie il cor di sé.
Ricomincia la musica dall'harem: ricompariscono gli Schiavi, le Odalische, gli Eunuchi.
CORO
Suoni di gioia il cantico:
viva Orosmane! ei scende.
ZAIRA
Odi?... Il sultan... Qual palpito,
quale tremor mi prende!
FATIMA
Vieni: all'harém riparati:
fuggi...
ZAIRA
Fuggir? Perché?
Non è, non è tormento
il palpito ch'io sento:
è forza del diletto
che già m'inonda il cor.
Del core egli è il trasporto
che anela al caro oggetto,
che a lui se n' vola assorto
in estasi d'amor.
FATIMA
Ahi lassa! in te non sei.
Ti arrendi ai preghi miei,
meco ritratti.
ZAIRA
Ah! lasciami.
FATIMA
Vedi!... tu tremi ancor.
ZAIRA
Del core egli è il trasporto
che anela al caro oggetto,
che a lui se n' vola assorto
in estasi d'amor.
CORO
Luce del nostro cielo,
da te rimovi il velo;
del tuo ridente aspetto
allegra il tuo signor.
Orosmane e detti.
[N. 4 - Sortita]
OROSMANE
Zaira, i bei concenti,
gl'inni, le danze e gli odorati serti,
onde il tacito harém si allegra e abbella,
dell'amor mio per te sono favella.
ZAIRA
(Oh cari accenti!)
FATIMA
(Ahi! come
sottrarla al seduttor!)
OROSMANE
Te sua sultana
già saluta la Siria, e tal sarai
senza temer rivali a tua grandezza;
ch'io dalla vil mollezza
d'orïente rifuggo, e nel mio core,
disgiunto da virtù non entra amore.
Dopo la gloria io t'amo
sovra ogni cosa in terra, e amar mi déi
sovra ogni cosa tu. Se pari al mio
fuoco non t'arde, non pensar ch'io voglia
tiranneggiar crudel gli affetti tuoi.
Libera ancor tu sei... parlar tu puoi.
ZAIRA
Signor!... che dir poss'io
che tu non sappia?... dell'umìl tua schiava
appien leggesti ogni più chiuso affetto,
e...
Meledor e detti.
MELEDOR
OROSMANE
Guidalo.
(Meledor parte)
ZAIRA
(Oh ciel! in quale istante ei riede!)
Nerestano con Séguito e detti.
NERESTANO
Generoso sultano, i giuri miei
a scioglier vengo e i tuoi: reco il promesso
di Zaira riscatto, e insiem di dieci cristiani
cavalier servi in Sorìa.
Io, povero qual pria
e oscuro cavalier, nulla potendo
offrir per me, quando per altri io dono,
riedo alle mie catene, e lieto io sono.
OROSMANE
Men generoso, o franco,
io non sarò di te: cento a tua scelta
rivedran cavalieri il patrio suolo.
Un sol n'escludo.
NERESTANO
Un solo!
E il nome?
OROSMANE
Lusignan. Egli discende
d'odiata stirpe; ai musulmani è in ira.
Schiavo in Siòn morrà.
NERESTANO
Lasso... e Zaira?
OROSMANE
Prezzo non v'ha che basti
a riscattar costei.
NERESTANO
(Che ascolto!) E un dì giurasti
sciolta mandar pur lei.
OROSMANE
Passò quel giorno, o franco:
or d'Orosmane al fianco
lieta se n' vive, e tale
che a lei ventura eguale
né tu, né re d'Europa
potrebbe in terra offrir.
NERESTANO
Lieta!
ZAIRA
(A soffrir capace
gli sguardi suoi non sono.)
NERESTANO
Fia ver, Zaira?...
OROSMANE
Audace!
Trascorri omai.
NERESTANO
Perdono.
Nata alla fede istessa,
suora d'amor mi è dessa...
senza dolor non posso
lei musulmana udir.
OROSMANE
Schiavi, non più sospenda
altro pensier la festa.
CORO
Il temerario apprenda
che tua diletta è questa,
che imperi a lei tu solo,
che legge è il tuo desir.
NERESTANO
Misera!
ZAIRA
(Oh pena!)
FATIMA
(Oh duolo!)
OROSMANE
Zaira! e qual sospir?
Ritorni al tuo sembiante
il bel seren primiero:
io sfido il mondo intero
ad involarti a me.
A più felice istante
il tuo bel cor prepara:
e patria e tempio ed ara
è l'amor mio per te.
FATIMA E NERESTANO
(Gran dio! quell'alma errante
rischiara d'un tuo raggio.)
ZAIRA
(Oh! come in un istante
mancato è il mio coraggio!
A lui d'innanzi io gelo,
mi regge appena il piè.)
FATIMA E NERESTANO
(Un tuo nemico, o cielo,
non la rapisca a te.)
CORO
Bell'astro, ognor ridente
rifulgi in orïente,
né mai vapor terreno
s'innalzi infino a te.
(Orosmane prende per mano Zaira e seco la conduce: tutti lo seguono. Nerestano si allontana con Meledor)
Atrio sotterraneo che mette alle carceri ove sono rinchiusi gli Schiavi francesi.
Castiglione e Nerestano.
[N. 5 - Recitativo e coro]
CASTIGLIONE
Vieni: l'albergo è questo
del lutto e del dolor: qui gl'infelici
di Solima campioni han da tre lustri
carcere orrendo. ~ Oh! con qual gioia, amico,
benediran redenti il tuo gran zelo!
NERESTANO
Al ciel sia lode, al cielo
che a me concede cavaliere oscuro
grazia ottener presso il sultan severo,
tanti prodi far salvi, e te primiero.
Così pietoso avesse ogni mia speme
udita il cielo! Ma dolcezza umana
sempre di amaro è sparsa.
CASTIGLIONE
E qual potresti
voto formar che accetto al ciel non sia?
Qual t'affligge pensier?
NERESTANO
Noto ti fia.
Di sì bel dì turbata
non sia la gioia.
CASTIGLIONE
Calpestio d'armati
vicin risuona... De' guerrier disciolti
vien condotto il drappello a te d'innante:
godi dell'opra tua.
NERESTANO
Beato istante!
Coro di Prigioni francesi.
CORO
Chi ci toglie ai ceppi nostri?
Chi ci rende all'alma luce?
Tu? ~ sì, tu che in volto mostri
la pietà che ti conduce.
Oh contento! ecco, ecco impressa
sul tuo sen l'insegna istessa,
che in più lieta età felice
ne guidava a trionfar.
NERESTANO
Sì, compagni, ancor vi lice
di brandir per lei l'acciar.
CORO
Ma un eroe con te non guidi?
Non ti segue Lusignano?
NERESTANO
A lui solo i patri lidi
nega barbaro il sultano.
CORO E CASTIGLIONE
Cielo! e noi, quand'ei non viene,
scioglierem da queste arene?
Quando ei serba i lacci suoi
voleremo a libertà?
Ah! giammai: ciascun di noi
dove ei muor, morir saprà.
NERESTANO
Generosi! il vostro amore
lui non salva, e a voi dà morte.
CORO E CASTIGLIONE
La sfidiam con fermo core:
dell'eroe seguiam la sorte.
Giuramento ognun ne fea
sul Giordano, in Cesarea,
presso il santo monumento
dove estinto un dio posò.
Scritto in sangue è il giuramento:
niun di noi tradir lo può.
(per partire)
Zaira e detti, indi Lusignano sostenuto da due Schiavi.
[N. 6 - Terzetto]
ZAIRA
Fermatevi.
NERESTANO
Zaira!
A che vieni, infedel?
ZAIRA
A' preghi miei
Lusignan vi è concesso.
Ei mi segue: mirate.
TUTTI
Oh gioia! è desso.
LUSIGNANO
Dove son io?... Reggete
l'infermo fianco... a lunga notte avvezzi
mal resiston quest'occhi ai rai del giorno.
NERESTANO
Fa' cor. A te d'intorno
vedi i compagni di tua gloria antica...
ZAIRA
Pianger di gioia che degnati il cielo
gli abbia al contento di vederti illeso.
LUSIGNANO
E fia ver ch'io vi trovi?... e a voi sia reso?
O prezïosi avanzi
degli eroi di Sorìa, màrtiri illustri
della verace fede, a chi di tanto
debitori siam noi?
CASTIGLIONE
Gli hai presenti, o signor.
CORO
Mirali.
LUSIGNANO
Voi!
Bontà celeste! e quel che invan tentaro
cento eserciti e cento hai tu concesso
a sì giovani destre! ~ Ah! vi appressate...
ch'io vi contempli... Oh dolci aspetti! oh quante
soavi rimembranze in me destate!
NERESTANO E ZAIRA
(Mi balza il cor.)
LUSIGNANO
Chi siete voi?... parlate.
NERESTANO
Nerestano io mi appello. In Cesarea
fatto schiavo fanciullo, e per favore
del re Luigi a servitù fuggito,
in corte accolto io fui; ma de' parenti
il nome ignoro... e no 'l saprò giammai.
LUSIGNANO
(a Zaira)
Misero! ~ E tu!
ZAIRA
Provai
l'istessa sorte anch'io nel dì fatale
che Cesarea da Saladin fu vinta.
LUSIGNANO
Ah! fu quel dì la mia famiglia estinta.
Due figli sol... due figli
avanzaro alla strage... e schiavi anch'essi
rimaser forse... ambi sul fior degli anni
sarian così... così gentili e umani
agli atti, alla favella ed all'aspetto.
ZAIRA
(Cielo!)
LUSIGNANO
Ma qual dal petto
monil ti pende? Onde l'avesti?
ZAIRA
Io l'ebbi...
fin dalle fasce.
LUSIGNANO
A me lo porgi... Oh vista!
È desso... è desso...
ZAIRA
Ah! che di' tu?... Qual pianto
negli occhi tuoi vegg'io?
LUSIGNANO
Non tradir la mia speme, eterno iddio!
L'età conforme, il loco,
il sembiante... Ah! tu pur... dimmi... nel seno
di una ferita hai tu la cicatrice?
NERESTANO
È vero.
LUSIGNANO
Oh me felice!
Oh ineffabil dolcezza!... io li ritrovo,
io riveggo i miei figli...
ZAIRA E NERESTANO
(Oh dio! che sento!)
LUSIGNANO
Abbracciatemi...
Insieme
LUSIGNANO
o figli!
ZAIRA E NERESTANO
o padre!
TUTTI
Oh lieto evento!
LUSIGNANO
Cari oggetti! in seno a voi
io rinasco a nuova vita.
ZAIRA E NERESTANO
Nei paterni amplessi tuoi
l'alma mia si sta rapita.
LUSIGNANO
Voi riveggo in pria ch'io muoia!
ZAIRA E NERESTANO
Tu concesso al nostro amor!
TUTTI
Ah! cancella un dì di gioia
mille giorni di dolor.
(silenzio)
LUSIGNANO
Ma che miro?... e qual mi coglie
rio timor, crudel sospetto?
ZAIRA
(Ah!)
NERESTANO
Favella.
LUSIGNANO
In franche spoglie
te ben veggio, o mio diletto...
ma costei... perché di questa
vien coperta odiata vesta?...
Perché?
(a Zaira)
Parla. ~ Impallidisci!
Piangi?... Intendo... Oh mio rossor!
ZAIRA
Ah! no 'l celo... me punisci...
musulmana io fui sinor.
(Lusignano si allontana con orrore, e si getta nelle braccia di Nerestano)
LUSIGNANO
Mi sostieni... A tal favella
senza te sarei spirato.
NERESTANO
L'odi! ah l'odi! ~ O mia sorella!
Il suo core hai tu spezzato.
LUSIGNANO
Ciel! potei soffrir tant'anni
pene orrende, atroci affanni;
ma tal macchia al sangue mio
io non posso, o ciel, soffrir.
ZAIRA
Padre!... ahimè... che dir degg'io?
Io mi sento il cor morir.
Insieme
LUSIGNANO
Qui, crudele, in questa terra
del tuo dio fu sparso il sangue:
qui spirar miei figli in guerra...
qui tua madre io vidi esangue...
E tu puoi parenti e dio
rinnegar, tradir così?...
Morto io fossi, ahi! morto anch'io,
s'io dovea mirar tal dì!
NERESTANO
Deh! ti calma... In tempo ancora
la ritrovi per salvarla...
Già di figlia, già di suora
la pietade in sen le parla.
Nel suo pianto appien vegg'io
che il rimorso in cor sentì...
non lasciar, clemente iddio,
l'alma sua perir così...
ZAIRA
Ah! perdona... Io qui vivea
a me stessa ignota e oscura;
né un parente mi reggea...
mi eran patria queste mura...
L'intelletto ed il cor mio
nel serraglio si smarrì...
Ah! morir, morir desìo,
s'io son rea, s'errai così...
CORO
(a Zaira)
A che stai? perdono implora,
di lui degna omai ti mostra.
ZAIRA
Che far deggio?
LUSIGNANO
Il chiedi ancora?
Confessar la fede nostra.
ZAIRA
Padre!... imponi.
LUSIGNANO
Un solo accento.
Sei cristiana?
ZAIRA
Il giuro a te.
LUSIGNANO, NERESTANO E CORO
Ciel! ricevi il giuramento!
Meledor e Soldati.
MELEDOR
TUTTI
Il sultan!
ZAIRA
Che fia?
MELEDOR
TUTTI
Custodir! perché?
MELEDOR
TUTTI
Ahi! qual colpo! ahi nuovo orror!
LUSIGNANO
Obbediam ~ Coraggio, amici;
di costanza il petto armate,
(ai prigionieri).
voi vivete a dì felici,
(a Zaira e Nerestano)
e il segreto ognor serbate.
ZAIRA E NERESTANO
Lo giuriamo.
LUSIGNANO
Or basta: addio.
ZAIRA E NERESTANO
Oh dolore!
CORO
Addio crudel!
TUTTI
Non si pianga, si nasconda
il dolor che il sen c'inonda;
questo addio non fia l'estremo:
ci vedremo ~ almeno in ciel.
(partono tutti)
Interno dell'harem.
Orosmane, Corasmino e Guardie.
[N. 7 - Recitativo e duetto]
OROSMANE
Liberi tornin tutti: era il sospetto
figlio del tuo timor. L'oste de' franchi
la Siria non minaccia; essa è rivolta
contro il sultan d'Egitto, e mio nemico
più che Luigi quel sultan detesto.
CORASMINO
Nel tuo voler funesto
troppo fermo sei tu, perch'io pur voglia
porti d'innanzi il ver. Piaccia al profeta
che non ti sia fatal la libertade
che a Lusignan tu dai!
OROSMANE
Presso alla tomba è l'egro veglio ormai.
Dimentica di lui,
già da molt'anni, e delle sue sventure
non curante è l'Europa.
CORO
A rovesciarla
bastò sull'Asia di romito oscuro
la nuda voce; che farà l'aspetto
di un re soffrente e oppresso?
OROSMANE
Specchio all'Europa, e insiem terror fia desso.
Ma sia qual vuolsi: il diedi
ai preghi di Zaira, ed io non uso
di ripigliar miei doni... Ella pur brama
a Nerestan dar l'ultimo congedo.
CORASMINO
Che sento! E tu, signor!
OROSMANE
Io lo concedo.
CORASMINO
E a tanto giungi?
OROSMANE
Io dell'harém le leggi
tutte infrango, lo so: ma d'un rifiuto
affligger lei non posso, e me crudele
a quel tenero cor tu invan vorresti.
Meledor e detti.
MELEDOR
OROSMANE
(alle guardie che partono)
Venga Zaira.
(a Corasmino)
E tu mi segui: alcun non fia che ardisca
molesto spettator offrirsi a loro.
Questa è mia legge.
CORASMINO
(Il mio furor divoro!)
(parte con Orosmane)
Meledor, Nerestano, indi Zaira.
MELEDOR
NERESTANO
Oh! in quale stato,
in qual luogo degg'io sì caro pegno
abbandonar per sempre! O mia Zaira!
Sarai tu al padre ed al tuo dio rubella?
Alcun si appressa.
ZAIRA
Nerestan!
NERESTANO
Sorella!
Ti abbraccio ancor... ci unisce
un'altra volta il ciel; ma il padre... ahi lasso!
Fia tolto al nostro amore
forse per sempre.
ZAIRA
Ah! che mai dici!
NERESTANO
Ei muore.
A tanti affetti e tanti
quel core non bastò: misero, incerto
della tua fede, amaramente ei geme;
grave gli è morte.
ZAIRA
E me spergiura ei teme?
No, no 'l son io, no 'l sono...
È mia la legge sua... Che più m'impone
cotesta legge?
NERESTANO
Detestar l'impero
de' tuoi tiranni.
ZAIRA
Ed Orosmane?
NERESTANO
Odiarlo,
aborrirlo déi tu...
ZAIRA
Pietoso, umano,
generoso è il sultano...
Mi benefica... mi ama.
NERESTANO
E tu?
ZAIRA
Mia destra,
sol la mia destra ei chiede.
NERESTANO
E tu? prosegui...
ZAIRA
Egli ha mia fé.
NERESTANO
Tua fede!
Oh! qual vibrasti orribile
colpo al mio cor, Zaira!
Ahi! con qual fronte riedere
al genitor che spira?
Che dirgli allor che il misero
mi chiederà di te?...
Empia! al mio sguardo invòlati;
più non offrirti a me.
ZAIRA
Deh! non fuggirmi; svenami,
se pur son rea cotanto...
sola, inesperta e debole
cessi a possente incanto;
un nume in mezzo agli uomini
a me il sultan sembrò.
Ah! quest'incanto struggere
la mia ragion non può.
NERESTANO
Virtù lo puote: ascoltala;
ella ti parla al core.
ZAIRA
Pietà di me! compiangimi:
amo, e ne sento orrore.
NERESTANO
Sì; lo scompiglio orrendo
dell'alma tua comprendo:
al ciel resisti ancora!
Ma il ciel vittoria avrà.
ZAIRA
Oh mio fratello!
(gettandosi nelle sue braccia)
NERESTANO
Oh suora!
ZAIRA
Speme per me non v'ha!
Insieme
NERESTANO
Segui, deh! segui a piangere
nelle fraterne braccia:
basta il tuo pianto a tergere
d'ogni fallir la traccia;
odi del core il grido,
che ti richiama al ciel...
Torna, colomba, al nido,
torna al tuo dio fedel.
ZAIRA
Stringimi ancora, stringimi
nelle fraterne braccia:
l'ombre che mi circondano
lunge da me discaccia;
sciogli la benda oscura
che mi contende il ciel...
Torno innocente e pura,
torno al mio dio fedel.
Odesi lieta musica, Zaira si scuote.
ZAIRA
Ah! qual suon?
NERESTANO
Alcun si appressa.
ZAIRA
Il sultan!
NERESTANO
Sorella! ardire.
Orosmane, Corasmino, Ufficiali e Schiavi. Tutto il corteggio del Sultano.
[N. 8 - Finale]
OROSMANE
Corsa è l'ora a lei concessa:
cavalier, tu puoi partire.
Tu mi segui, andiam, Zaira;
già l'altar ne infiora amor.
ZAIRA
(Lassa me!)
CORASMINO
(Che fia? sospira!...)
OROSMANE
Non rispondi?
ZAIRA
Ah! mio signor!...
OROSMANE
Che mai veggo?... In tal momento
tu sì mesta e sbigottita!
Perché? parla...
NERESTANO
Un tristo evento
di dolore l'ha colpita...
Lusignan, signor, se n' muore:
chi di noi potria gioir?
ZAIRA
Deh! ti piaccia a dì migliore
queste nozze differir.
OROSMANE
Differirle!
CORASMINO
E qual pensiero
d'uom morente aver tu puoi?
NERESTANO
È francese.
CORASMINO
È a lei straniero.
NERESTANO
Niun cristiano è tal per noi.
OROSMANE
Tutti, o franco, tutti il sono
per colei ch'io pongo in trono.
Vieni omai...
ZAIRA
Signor...
OROSMANE
Ricusi!
L'amor mio tropp'oltre abusi.
ZAIRA
Soffri, deh!... ch'io mi ritiri...
ch'io ti asconda i miei sospiri...
OROSMANE
Resta... il vo'... Tu forse, o franco,
sei tu forse un seduttor!...
Guardie, olà...
ZAIRA
T'arresta... io manco.
NERESTANO
Ah Zaira!...
OROSMANE
Oh mio furor!
Ite, o schiavi, e differito
sia per ora il sacro rito.
E tu, trema... sul Giordano
non ti trovi il nuovo albor.
Tutti.
Insieme
OROSMANE
Io saprò da qual deriva
strana fonte il tuo dolore.
Sciagurato chi mi priva
del mio bene, del tuo core!...
Fremerai d'aver negletta
del sultano la bontà...
Il furor di mia vendetta
l'universo scuoterà.
ZAIRA
Non cercar da qual deriva
fatal fonte il mio dolore.
Niun mortal di te mi priva,
del destino è il rio terrore.
Ma da me, da me negletta
non pensar la tua bontà.
Più crudel di tua vendetta
tal sospetto a me si fa.
NERESTANO
(Dio de' padri, in lei ravviva
di tua fede il puro ardore:
l'empia fiamma che nutriva
sia sepolta nel suo core:
questa almeno in morte aspetta
un eroe da te pietà.
Ah! l'amor, non la vendetta,
del sultan, tremar mi fa.)
CORASMINO
(Ben vegg'io da qual deriva
rea cagione il suo dolore.
Per lo schiavo amor nutriva,
ingannava il suo signore...
di sua gente, di sua setta
tutta è in lei l'infedeltà...
Ma l'oltraggio avrà vendetta;
l'arte mia l'affretterà.)
CORO
(Tal ripulsa al suo signore!
Tal mercede a tanto amore!
Vile ancora, ancor negletta
nel serraglio languirà.)
Stanze di Zaira.
Fatima e Zaira.
[N. 9 - Introduzione]
FATIMA
Fa' cor, Zaira: il sacrificio è amaro,
ma necessario; e la pietà superna
ti reggerà perché compiuto ei sia.
ZAIRA
Sì... la fralezza mia
d'aiuto ha d'uopo che non sia terreno...
a tanta guerra ogni valor vien meno.
FATIMA
Tu vincerai, me 'l credi:
vittoria è nel soffrir.
ZAIRA
Odo rumor... cielo! il sultan si appressa.
Orosmane, Zaira, e Fatima che ad un cenno d'Orosmane si ritira.
[N. 10 - Duetto]
OROSMANE
Che a te mi guidi amore,
Zaira, non pensar. Passò quel giorno
che te dell'amor mio degna credei.
Né paventar tu déi
che ai rimproveri io scenda, e ch'io t'astringa
con mendaci discolpe a lusingarmi:
troppo altero son io per lamentarmi.
ZAIRA
(Oh rie parole! oh sensi
che mi spezzano il cor!)
OROSMANE
Ma generoso,
del par che altero, io son; né finger teco
vogl'io perciò. ~ Quanto t'amai ti sprezzo,
e i dì, perduti in amar te, detesto.
ZAIRA
(Da lui sprezzata!... ah! questo
avanza ogni martir!)
OROSMANE
Al basso stato,
dond'io ti tolsi, or riedi, e schiava abbietta
nel fondo dell'harém langui negletta.
Io troverò nell'Asia
donna a cui dare un trono,
che più di te lo meriti,
che più ne apprezzi il dono,
che al par di te non cangi
gli affetti suoi così...
ZAIRA
(Misera me!)
OROSMANE
Tu piangi!
Piangi, Zaira!...
ZAIRA
Ah! sì.
ZAIRA
Piango; ma deh! non credere,
lassa! ch'io pianga un trono:
piango quel cor magnanimo
che me 'l recava in dono;
piango, infelice, e bramo,
del primo amore i dì...
OROSMANE
E m'ami tu?
ZAIRA
S'io l'amo!
S'io l'amo, o cielo!
OROSMANE
Ah! sì.
Ma se tu m'ami, o barbara,
dimmi chi a me t'invola?...
Basta un accento a rendere
la calma a questo cor.
Spargi il furor d'oblio...
era delirio il mio...
Sola di me sei l'arbitra,
sola ti adoro ancor.
ZAIRA
Ah! per pietà non chiedere
quale tumulto ho in seno;
io non lo posso esprimere
se non col mio dolor.
Cessa e i trasporti affrena,
pena mi accresci a pena...
moro se m'odii, ahi misera!
moro se nutri amor.
OROSMANE
E al mio pregar resistere
ancor tu puoi, Zaira?
Forse un amico, un perfido
contro di me cospira?
ZAIRA
Ah! tu temer non déi...
per salvar te morrei.
Ogni sventura è mia...
non domandar di più.
OROSMANE
Sventura! O ciel! qual fia?
Omai parlar déi tu.
Insieme
ZAIRA
Deh! questo dì concedimi,
sol questo breve giorno,
accorda alle mie lagrime
quest'ultimo favor.
Tutti del cor gli arcani
chiari ti fian domani...
vedrai, vedrai s'io merito
da te disprezzo o amor.
OROSMANE
Ah! per un cor che palpita
è lungo spazio un giorno.
Non sai che triste immagini
figura il mio timor!
Pensa che, s'io m'arrendo,
fede da te pretendo;
pensa che in odio orribile
si cambia offeso amor.
(partono)
Luogo remoto presso il quartiere assegnato ai Cavalieri francesi.
Escono afflittissimi i Cavalieri liberati: piangono essi la morte di Lusignano.
Coro.
[N. 11 - Coro]
Iº
Più non è...
IIº
per sempre ei giace...
IIIº
fredda spoglia
IVº
ignuda salma.
TUTTI
Ei mancò sembiante a face
che sé stessa consumò.
Pace alfine, eterna pace
abbia in ciel la sua bell'alma,
coronata della palma
che col sangue meritò!
Castiglione, Nerestano e detti.
[N. 12 - Rondò]
CASTIGLIONE
Giusto è il tuo pianto, amico;
no 'l raffrenar. Tutti piangiam... perdemmo
un padre tutti: ei tal per noi fu sempre
agli avversi nel par che ai dì felici.
NERESTANO
O Cavalieri! o amici!
Io lo conobbi appena... appena accolto
nelle sue braccia ei m'ebbe... e a me fu tolto.
Oh qual mortal fu mai con tanti affanni
provato in terra!... In morte ancora, in morte
era il suo cor trafitto, e gli occhi erranti,
pria di serrarsi al giorno,
invan la figlia ricercar d'intorno.
O Zaira! In quel momento
chi da lui ti allontanò?
Fu per te l'estremo accento
che morendo ei pronunziò.
Per te l'alma sbigottita
non sapea lasciar la vita,
e sull'ali di un lamento
per te mesta al ciel volò...
O Zaira! In quel momento
chi da lui ti allontanò?
Meledor con Guardie, e detti.
MELEDOR
NERESTANO
(Cielo! e Zaira?...)
CASTIGLIONE
Ah! pria
ne conceda Orosmane in sacra terra
dar tomba a Lusignan... l'ultimo voto
era del veglio...
MELEDOR
NERESTANO
Dimmi, o guerrier... non puote
più lungo spazio al lagrimevol rito
ottenerci Zaira?... Un dì sua gente
era l'estinto, ed a lei caro, il sai.
MELEDOR
Nerestano, Castiglione e Cavalieri.
NERESTANO
Odi? ~ Ei s'invola. ~ Oh perfida!
Sposa al sultan! ~ spergiura!
CASTIGLIONE E CORO
No, no 'l sarà... no 'l credere.
NERESTANO
Ed io dovrei partire?
Lasciarla, oh dio, perire!
Soffrir tal macchia, e vivere
per sempre infame! ~ Ah no!
CASTIGLIONE E CORO
Ciel! che mai dici?...
NERESTANO
In Solima,
innanzi a lei, morrò.
Sì, mi vedrà la barbara
giacer del padre accanto;
dell'ombre nostre i gemiti
uscir da un marmo udrà.
Perdòno alle sue vittime
domanderà col pianto:
ed un amor colpevole
quel pianto estinguerà.
CASTIGLIONE E CORO
No, non sarai sì misero,
non soffrirai cotanto;
o teco estinto in Solima
ciascun di noi cadrà.
(partono)
Sala terrena nell'harem: di fronte grandi archi con invetriate da cui si scorgono le falde del monte.
Orosmane, Meledor e Guardie.
[N. 13 - Scena e duetto]
OROSMANE
Altro ei non chiede?
MELEDOR
OROSMANE
Ebben: sia pago:
oblio d'ogn'ira è morte. Abbia l'estinto
sul sacro monte la bramata tomba
per man de' suoi; né alcun sia tanto ardito
fra i musulmani di turbarne il rito.
(Meledor parte)
Orosmane, indi Corasmino.
OROSMANE
E tu saprai, Zaira,
ch'io prevenni i tuoi voti, e a mia pietade
grata sarai. Tu nuovi affetti insegni,
nuovi costumi a questo cor superbo.
Vinto quell'odio acerbo,
che pei franchi io nutria, quasi fratelli
mi fiano un giorno, poiché a te son tali.
(Corasmino si avanza)
CORASMINO
Fratelli i franchi! Essi ti son fatali.
OROSMANE
Che dici tu? qual deggio
temer periglio?
CORASMINO
Il tradimento.
OROSMANE
Ed osi
de' tuoi vani timori ancor turbarmi?
Chi tradirmi potria?
CORASMINO
Chi più colmasti
de' benefici tuoi, quei ti tradisce;
chi più credi fedel inganni ordisce.
OROSMANE
Oh! qual mi desti in seno,
qual sospetto crudel!
CORASMINO
Calmati, e m'odi.
Da' veglianti custodi
presso l'harém sorpreso, un vile schiavo,
all'infedel Zaira era di un foglio
furtivo apportator.
OROSMANE
Un foglio! A lei!
Ov'è? ~ Chi lo vergò? ~ Cadde in tua mano?
CORASMINO
Eccolo.
OROSMANE
Nerestan!...
CORASMINO
Sì, Nerestano.
OROSMANE
«Cara Zaira. ~ Avvi segreta uscita
vicino alla moschea, per cui non vista
puoi tu recarti nel giardin deserto.
Dalla notte coperto
quivi io t'aspetto: se venir ricusi,
al nuovo raggio mi vedrai tu spento.»
Oh perfidia!
CORASMINO
(Io trionfo.)
OROSMANE
Oh tradimento!
E pur ora, al mio cospetto...
sospirava... amar parea!
CORASMINO
A sgombrar il tuo sospetto
l'infedel così fingea.
OROSMANE
Io deluso... io rispettava
il segreto del suo cor!
CORASMINO
Nascondea l'audace schiava
il suo vile, abbietto amor.
OROSMANE
(con tutto lo sdegno)
Corri, vola; e in questo scritto
vegga l'empia il suo delitto...
la ricolmi di spavento
il saper che è noto a me.
Poi con cento colpi e cento
sia trafitta innanzi a te.
CORASMINO
Sì, lo devi, sì, lo chiede
l'onor tuo, la nostra fede.
Del suo nero tradimento
pronta morte sia mercé.
Sommo, estremo è il mio contento,
ché l'eroe ritrovo in te.
(Corasmino si affretta per uscire: Orosmane lo trattiene fremendo)
OROSMANE
Odi... arresta... e se innocente
poi foss'ella!...
CORASMINO
Ahi debol core!
OROSMANE
Corasmin! non ho più mente...
Vo' vederla.
CORASMINO
Tu, signore!
OROSMANE
Vo' vederla. ~ Olà! Zaira
a me scenda.
(le guardie partono)
CORASMINO
Ah! che fai tu?
OROSMANE
Sorge amore in mezzo all'ira,
manca, ohimè! la mia virtù.
CORASMINO
Sconsigliato! ebben l'ascolta:
cadi al laccio un'altra volta!
Di quel labbro menzognero,
ai sospir dà fede ancor...
OROSMANE
Vile io sono... è vero, è vero.
Mi consiglia... oppresso ho il cor.
CORASMINO
A lei rechi un tuo devoto
questo foglio sciagurato.
OROSMANE
A qual fine?
CORASMINO
Il ver fia noto
ch'or sarebbe a te celato...
OROSMANE
Sì, ben parli...
CORASMINO
A lei per poco
fingi calma...
OROSMANE
Fingerò.
CORASMINO
Ella viene.
OROSMANE
Un gelo, un foco
scorre in me... Paventi...
CORASMINO
(arrestandolo)
Ah! no.
Insieme
CORASMINO
Vieni meco; a me ti affida:
tempo attendi a vendicarti...
sei deluso, se all'infida
campo dài di lusingarti:
di avverar il tuo sospetto
certo mezzo è il simular...
Sempre cieco in ogni affetto
il furor non puoi frenar!
OROSMANE
No, mi lascia... no, si uccida...
ardo, anelo a vendicarmi.
Non temer: non ha l'infida
più poter di lusingarmi:
è certezza il mio sospetto,
più non giova il simular...
Ah! le furie del mio petto
solo il sangue or può sedar.
(partono)
Al partire di Orosmane, esce Zaira che s'inoltra verso lui. Esso le accenna fremente di rimanere. Corasmino lo trae seco. Rimane Zaira immobile e sorpresa.
[N. 14 - Scena]
ZAIRA
Che fia? mi lascia!... Minacciosi sguardi
ei mi rivolse. Dissipati ancora
non sono i suoi timori! E a' piedi suoi,
non mi vide il crudel pianger d'amore?
Oh! se arrestar dell'ore
potessi il corso! Oh! se il fratello avesse
già varcato il Giordan!... Senza periglio
svelar potrei questo fatal mistero
che come grave, insopportabil pondo
il cor mi opprime, e a lui gemendo ascondo.
Fatima, Zaira.
ZAIRA
Vieni, Fatima, vieni.
Tu non lasciarmi almen.
FATIMA
(con mistero)
Sole siam noi?
ZAIRA
Sole. ~ Che dir mi vuoi?
Che rechi tu?
FATIMA
Da sconosciuto schiavo
questo foglio a te viene.
(Zaira legge. Fatima prosegue)
FATIMA
Egli in remota
segreta parte tua risposta attende...
Tu tremi!
(Zaira porge il foglio a Fatima)
ZAIRA
Leggi... un gelo al cor mi scende.
FATIMA
Oh gioia! alfin sei salva.
ZAIRA
Salva!... Da chi?
FATIMA
Me 'l chiedi? A Nerestano
la via di liberarti ha forse il cielo
aperta in sua pietà.
ZAIRA
Di liberarmi?
Crudel! che dici mai?... Fuggir! tradire
un cor che in me si fida!
Ah! più tosto morir.
FATIMA
Spergiura! infida!
Al morïente padre,
al fratel, che giurasti?
ZAIRA
I riti e l'are
degli avi miei seguir.
FATIMA
E d'Orosmane
fuggir l'impero, detestar l'amore,
come i suoi dèi mendaci...
ZAIRA
L'amore!... Ah! No 'l giurai...
FATIMA
Che ascolto?
ZAIRA
Ah! taci.
Che non tentai per vincere
questo fatale amore!
Piansi; ma più per lagrime
crebbe la fiamma in core:
al ciel mi volsi; e il cielo
mi si coprì d'un velo:
ricorsi al mio rimorso;
e anch'ei mi abbandonò...
Ah! non ho più soccorso!...
più che a morir non ho.
FATIMA
Qual vaneggiar!... Deh! càlmati.
Ritorna in te, Zaira!
ZAIRA
Riprendi il foglio... ascondilo.
FATIMA
Padre, dal ciel l'inspira!
Odesi un lugubre suono: Zaira vi porge l'orecchio colpita.
Un Coro canta in lontano il seguente: inno funebre.
[N. 15 - Inno funebre]
Iº
CORO
Poni il fedel tuo màrtire,
ciel, fra gli eletti tuoi.
Gloria gli sia fra gli angioli
il suo penar quaggiù.
ZAIRA
Qual mesto suono!
Quai voci di dolor!
FATIMA
Scuotiti. Un giusto
al ciel s'innalza, e la salvezza implora
di travïata figlia innanzi a dio.
Mira.
(vedonsi dal fondo passare i cavalieri francesi che si recano alla tomba di Lusignano)
ZAIRA
Oh vista!... oh dolore!... oh padre mio!
IIº
CORO
Vegli beato spirito,
vegli sui figli suoi,
serbi così fra gli uomini
viva la sua virtù.
ZAIRA
Fatima... i figli...
I figli ei chiama... Un solo... ahi lassa!... un solo
ne benedice... e me condanna e scaccia...
Dell'eterno suo sdegno io son punita.
Ah!
(s'abbandona fra le braccia di Fatima)
FATIMA
Zaira!
CORO
(dall'interno)
Qual grido!
FATIMA
Aita, aita!
Accorrono da varie parti le Schiave e le Guardie.
CORO
Ciel! che avvenne? Svenuta Zaira!
Al sultano, al sultano si voli.
FATIMA
Arrestate... In sé torna... respira.
Tristo oggetto al suo sguardo s'involi...
de' francesi la pompa ferale
il pietoso suo core colpì.
(copronsi le finestre di fronte)
CORO
E di un franco pur tanto le cale!
Uno schiavo l'affligge così!
ZAIRA
Ah! crudeli, chiamarmi alla vita!
(rinvenuta, si aggira sbigottita)
È serbarmi ad orrendo martire:
de' miei padri ho la fede tradita,
ho turbato d'un giusto il morire:
come tuono d'intorno rimbomba
il lamento che al cielo innalzò.
Ah! pietosa mi copra la tomba.
Ah! d'affanno, d'angoscia morrò.
CORO
Qual favella! vaneggia, delira.
FATIMA
Deh mi segui... ti perdi, o Zaira.
CORO
De' francesi la pompa ferale
il pietoso suo core turbò.
Troppo, ahi! troppo è il terror che l'assale...
al sultano celarsi non può.
(Fatima e le schiave traggono seco Zaira. Le guardie escono da altra parte)
Parte remota nei Giardini dell'harem. In lontano, e traverso le piante, sorgono i minareti di una moschea.
Orosmane, indi Corasmino.
[N. 16 - Scena]
OROSMANE
È notte alfin... più dell'usato è cupa...
cupa come il mio cor. ~ Oh! in qual piombai
d'orrore abisso! Oh! come mai discesi
dalla grandezza mia! Qual malfattore
io mi aggiro fra l'ombre, e ad ogni fronda,
agitata dal vento,
la mia vittima aspetto, e il ferro io tento.
(esce Corasmino)
Sei tu?
CORASMINO
Son io. Lo schiavo
riferì la risposta.
OROSMANE
Ed è?
CORASMINO
Zaira
all'invito si arrende.
OROSMANE
Oh traditrice!
Oh inaudita perfidia! E qual poss'io
supplizio immaginar che corrisponda
alla nequizia di quel core infido?
CORASMINO
Signor...
OROSMANE
T'acqueta... Un grido
non odi tu?
CORASMINO
Tutto è silenzio; e, tranne
i celati custodi, ormai nel sonno
tutto quanto l'harém giace sepolto
OROSMANE
Veglia il delitto, e il congiurar ne ascolto.
Ah! Corasmin!
CORASMINO
Tu gemi?
[N. 18 - Quintetto]
OROSMANE
Il primo pianto io verso,
pianto del cor... Com'io l'amai, l'ingrata!
Di qual tenero amor! Era al mio sguardo
quanto di più leggiadro e di più santo
amar ponno i celesti; e il mio pensiero
volava a lei rapito
come a speranza di supremo bene...
ed ora?... Oh mio dolor!...
CORASMINO
Taci... alcun viene.
(si ritirano, e si tengono celati)
Zaira accompagnata da Fatima, indi Nerestano e detti.
ZAIRA
Reggi i miei passi.
OROSMANE
(È dessa.)
CORASMINO
(Non iscoprirti, e mira.)
ZAIRA
Un calpestio s'appressa...
(comparisce Nerestano)
FATIMA
È Nerestan.
NERESTANO
Zaira!
ZAIRA
Parla sommesso... io tremo.
NERESTANO
Soli siam noi: fa' cor.
OROSMANE
(Odi l'infida!... io fremo.)
CORASMINO
(Soffri per poco ancor.)
NERESTANO
Qual ti ritrovo?
ZAIRA
Degna
dell'amor tuo son io.
FATIMA
Ella ti è resa.
OROSMANE
(Indegna!)
NERESTANO
Udì miei voti iddio.
Insieme
ZAIRA, FATIMA
Lieto ci mira adesso,
o Lusignan, dal ciel.
OROSMANE, CORASMINO E NERESTANO
(O notte, a quale eccesso
hai tu prestato il vel!)
NERESTANO
O mia Zaira! or seguimi,
fuggiam da questa parte.
ZAIRA
Ah! sì... partiam solleciti;
l'ombra ci copre...
Precipitandosi sopra Zaira la ferisce.
OROSMANE
E morte.
[N. 18 - Finale]
ZAIRA, FATIMA E NERESTANO
Ah!
Al grido di Zaira, di Nerestano e di Fatima escono da varie parti gli Schiavi e le Guardie con faci.
NERESTANO
Che mai festi, o barbaro!
OROSMANE
Punita è l'infedel.
ZAIRA
Fratello... io moro...
TUTTI
Ahi misera.
OROSMANE
Fratello a lei!
CORASMINO
Fratel!
NERESTANO
Io l'era... io l'era... uccidimi...
offro a' tuoi colpi il petto.
OROSMANE
Zaira!
CORASMINO
Vieni: invòlati
al sanguinoso obbietto.
OROSMANE
Zaira!
CORASMINO
A lui nascondasi.
OROSMANE
Mi amava!... e uccisa io l'ho!
(Orosmane è immobile, inorridito, e come fuori di sé: prorompe quindi in un grido, e si aggira smanioso)
Un grido d'orrore
d'intorno rimbomba:
tremendo sul core
un peso mi piomba;
quel sangue innocente
s'innalza fremente,
m'incalza com'onda,
fuggirlo non so...
CORASMINO E CORO
Deh! soffri...
OROSMANE
Partite.
CORASMINO E CORO
Deh! senti...
OROSMANE
Fuggite.
TUTTI
O notte funesta,
qual dio ti guidò!...
OROSMANE
Zaira!
CORO
Ti arresta.
OROSMANE
Ti seguo.
(si uccide)
TUTTI
Spirò.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)