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citazioni:viaggioreims

Citazioni riguardanti l'opera

Il viaggio a Reims

Medaglie incomparabili

Dramma giocoso in un atto.
Libretto di Luigi BALOCCHI.
Musica di Gioachino ROSSINI.
Prima esecuzione: 19 giugno 1825, Parigi.




Idea geniale

⚫ Il librettista, Luigi Balocchi, elaborò il libretto del Viaggio a Reims (l’ultimo libretto italiano musicato da Rossini) con un’idea quantomeno geniale: un gruppo di invitati all’incoronazione, diretti a Reims, fanno sosta alle terme di Plombières, dove vengono bloccati da un contrattempo che impedisce loro di assistere alla cerimonia; improvvisano così una celebrazione nell’albergo, prima di rientrare a Parigi per le festività che seguono l’incoronazione.

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Parodie stilistiche

⚫ Va notato che i personaggi, provenienti da nazioni diversissime, offrono lo spunto per una metafora sul cosmopolitismo di Carlo X, sugli intenti pacificatori col mondo intero dichiarati dal sovrano all’avvento al trono. Questa differenziazione dei personaggi offre inoltre a Rossini la possibilità di innumerevoli parodie stilistiche, che creano, con felice situazione, una sorta di teatro nel teatro.

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Allegorie

⚫ […] gran parte delle allegorie del libretto derivino dal romanzo Corinne ou l’Italie di Madame de Staël; lo stesso personaggio di Corinna –la poetessa improvvisatrice, incoronata in Campidoglio nel Viaggio– è un autoritratto della scrittrice, e fornisce dal punto di vista drammatico il pretesto per gli avvenimenti celebrativi, in particolare la celebrazione finale.

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Irremovibile

⚫ L’attesa per la prima opera scritta da Rossini per Parigi era spasmodica. Si fece di tutto per ottenere l’assenso del compositore a più repliche, ma questi fu irremovibile: acconsentì a una ripresa il 23 giugno, e ancora il 25; un’ultima rappresentazione ebbe luogo il 12 settembre.

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Capacità mimetica

⚫ Ciò che è straordinario constatare nel processo di autoparodia di Rossini, è come un terzo della musica del Comte Ory, presa dal Viaggio a Reims, suoni in questa opera del tutto nuova. Sorprendente è anche la capacità mimetica di Rossini: il primo frutto nato in terra di Francia ha immediatamente un colore del tutto nuovo rispetto al Rossini italiano, da musica francese appunto, dato essenzialmente dall’armonia e dalla strumentazione.

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Bellezza e ironia

⚫ Tra le pagine più alte di una partitura che inanella peraltro una serie di pezzi di bellezza e ironia straordinari, non si può non ricordare il sestetto che chiude idealmente la prima parte della cantata, concepito come un esteso finale d’atto, e il gran pezzo concertato a 14 voci, che destò un’enorme impressione anche tra i contemporanei.

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Spazio a improvvisazioni

⚫ Il finale offre l’occasione di intonare sette canzoni nazionali: quella tedesca, basata sul Volkslied di Haydn, il brindisi di Melibea, in forma di polacca italianizzata, due canzoni, una russa e una spagnola, l’adattamento di ‘God save the King’, cantato da Lord Sidney, e la parafrasi del canto francese; il numero viene chiuso dall’improvvisazione di Corinna, in cinque strofe, con ricchi abbellimenti, nella quale viene lasciato comunque spazio a ulteriori improvvisazioni.

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Ritratti

⚫ Divertentissimi anche i ritratti dei vari personaggi delineati nelle arie: si pensi a quella della contessa, che piange sulle sorti del suo cappellino, e alla gioia della cabaletta quando il prezioso oggetto viene ritrovato (“Caro! dal reo naufragio”); o, ancora, l’irresistibile aria di Don Profondo, che enumera le antichità del barone (“Medaglie incomparabili”), una vera e propria aria di catalogo.

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Trasferimenti

⚫ Ma a ben vedere lo humour più sottile sta nel fatto che gli ospiti dell’Albergo del Giglio d’oro non arriveranno mai a Reims per celebrare Carlo X, e che poi la musica del Viaggio verrà trasferita nella cantata Andremo a Parigi (1848), in onore della rivoluzione invece che del re.

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