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Libretti d'opera
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Commedia posta in musica.
Libretto di Francesco Antonio TULLIO.
Musica di Alessandro SCARLATTI.
Prima esecuzione: 26 novembre 1718, Napoli.
⚫ L’utilizzo della lingua italiana invece del dialetto e la compresenza di caratteri e di stili musicali diversi ma coerentemente inseriti nell’impianto drammaturgico portarono alla definizione della commedia per musica così come viene descritta da Salvatore Toro, impresario del Teatro dei Fiorentini, nella dedica al libretto di Tullio, Il gemino amore, messo in scena nell’autunno del 1718 per la musica di Antonio Orefice: «In altra foggia compaiono quest’anno le commedie nel piccolo teatro dei Fiorentini. Son esse passate dall’idioma napoletano al toscano, non già con Azioni eroiche e Regali, ma con successi domestici e familiari, nei quali tra i personaggi seri e ridicoli si spera che riesca ugualmente piacevole e la sodezza e la lepidezza».
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⚫ […] venne messo in scena Il trionfo dell’onore di Scarlatti, accolto molto calorosamente dal pubblico (diciotto repliche nella stagione 1718-19). Nonostante il successo iniziale, l’opera non venne più ripresa per oltre due secoli.
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⚫ Benché sia l’unica commedia per musica scritta da Scarlatti, il congegno drammatico, che ritrae l’ambiente borghese dell’epoca, è ben strutturato; oltre ai sei personaggi consueti (due coppie di amorosi e una coppia di comici) si aggiungono qui due personaggi di mezzo carattere (gli anziani Flaminio e Cornelia), che conferiscono all’azione un perfetto equilibrio.
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⚫ Esemplare è […] la definizione tipologico-musicale di alcuni caratteri, mutuati in gran parte dalle maschere della commedia dell’arte: il vanaglorioso e tracotante capitan Rodimarte, che ostenta le sue due principali virtù, il coraggio e il fascino (in “Quando ruoto feroce il mio brando”, grottesca imitazione dell’aria di tipo eroico, con la lunga coloratura in corrispondenza della parola “pugnando”, e nell’aria di portamento nel lento centrale); la servetta Rosina, ampiamente dotata di un’astuta spontaneità tutta femminile (“Il farsi sposa”) ma anche disposta alla tenerezza (“Avete nel volto”); il vecchio Flaminio, caricatura dello scapolo attempato che si crede ancora un Ganimede (“Con quegl’occhi ladroncelli”). Questi personaggi-tipo raggiungono una precisazione musicale compiuta grazie a una gestualità quasi ‘mimica’ di brevi formule melodiche e ritmiche, giocate su una vocalità vivacissima, sillabica, spesso associata all’iterazione delle parole.
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⚫ Sul versante ‘serio’, tradizionale, alla tipologia un poco convenzionale di Riccardo, Dorabella ed Erminio si contrappone il patetismo autentico di Leonora; sin dalla prima aria “Mio destin fiero e spietato”, quasi interrotta per un eccesso di commozione, passando attraverso le legature di portamento che caratterizzano “Sospirando, penosa, dolente”, si arriva alla rappresentazione musicale del sospiro (“Ne vuoi più, mia fiera sorte?”) con la frammentazione della parola «morirò».
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