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citazioni:tito

Citazioni riguardanti l'opera

Il Tito

Dell'ignudo arcier bendato

Melodramma.
Libretto di Nicolò BEREGAN.
Musica di Antonio CESTI.
Prima esecuzione: 13 febbraio 1666, Venezia.




Dispendio di mezzi

⚫ L’impresario Marco Faustini, fratello del più noto librettista di Cavalli, si rende disponibile per la stagione del 1666. La nuova opera con musica di Cesti avrà il libretto di Niccolò Beregan, librettista veneziano già noto per L’Annibale in Capua allestito con musica di Pietro Andrea Ziani […]. Purtroppo fu operazione fallimentare per Faustini, ché le opere di Cesti, nate per la corte austriaca, richiedevano un elevato dispendio di mezzi […]: il suo voler insistere in questa direzione […] lo fece fallire in un paio di stagioni. Cesti invece accrebbe la sua popolarità e Il Tito, a cui assistettero nomi celebri della nobiltà romana, fu replicato ‘postumo’ nel 1672 al Tor di Nona di Roma. Il Tito tuttavia non rientra fra le sue opere più popolari (quelle cioè degli anni Cinquanta, fra cui Orontea e La Dori); fu un primo passo verso il mercato veneziano, che più di altri assicurava prestigio e fortuna agli allestimenti di maggiore riuscita.

Dizionario del teatro, Vedi

Barocche apparenze

⚫ Di Berenice si innamorano più o meno tutti i maschi che cantano nell’opera. Primo fra questi Tito, che suscita indicibili gelosie nella promessa Martia Fulvia (preoccupata soprattutto per il trono) la quale, per scongiurare le nuove infatuazioni di Tito, pratica rituali incantesimi con il mago Apollonio (efficacissimi per barocche apparenze e movimenti di macchine).

Dizionario del teatro, Vedi

La lingua

⚫ [Tra virgolette le citazioni dalla prefazione di Nicolò Beregan alla sua Historia delle guerre d'Europa dalla campagna dell'armi ottomane nell'Hungheria l'anno 1683] […] Tale pervasiva erudizione traluce pure - con esplicita intenzionalità - nelle scelte lessicali, in una lingua volutamente «cosparsa […] in qualche parte dell'antico e severo modo di favellare», dove il «decoro e la gravità» consoni al genere storico vengono sapientemente stemperati «con qualche forma di scrivere arguta e di frase luminosa, e sobriamente vivace»; l'intento dichiarato è di giungere ad esprimersi, sul modello di vari autori classici, in stile «epidittico, cioè a dire con naturalezza sostenuta da nobiltà, arte tanto più celebre, quanto più si dimostra priva d'ogn'arte». Non si potrebbero definire in termini migliori i testi di Beregan per il teatro musicale, una produzione non particolarmente nutrita, con i suoi sei titoli distribuiti in poco più di un ventennio, ma che dovrebbe suscitare l'interesse degli studiosi anche solo per il fatto di essere stata originariamente destinata a tre compositori - Ziani, Cesti e Legrenzi - tra i maggiormente significativi del secondo Seicento.

«La clemenza di Tito» e la fortuna di Beregan: sorti di un'opera e del suo librettista, Giada Viviani (Ricordi, 2012)

L'erudizione

⚫ […] Di esclusivo soggetto storico, con una netta preferenza per l'ambientazione romana imperiale e bizantina, questi libretti si distinguono per la densità e la varietà dei riferimenti eruditi che, con differenti gradi di esplicitazione e in diverse forme, li permeano fin nel loro intimo, così da diventarne un elemento imprescindibile e funzionale alla stessa narrazione. […] Con la consueta cura per quella veridicità e fondatezza documentaria che troveranno la loro massima espressione nella Historia delle guerre d'Europa e nelle note a Claudiano, pure i «melodrammi» esibiscono una solida padronanza della realtà storica relativa a personaggi e situazioni, utilizzata dall'autore come fulcro attorno al quale costruire le necessarie invenzioni.

«La clemenza di Tito» e la fortuna di Beregan: sorti di un'opera e del suo librettista, Giada Viviani (Ricordi, 2012)

Scelte lessicali

⚫ Lo spessore culturale dei testi di Beregan presupponevano certo un pubblico in grado di coglierne non solo gli espliciti riferimenti eruditi, ma anche le sfumature spesso sottili delle numerose allusioni, nonché la raffinatezza delle scelte lessicali, dove, di fronte all'assenza pressoché totale degli scempiamenti e ipercorrettismi peculiari dell'area veneta, è frequente il ricorso a termini e grafie di derivazione dotta o arcaica […] Nonostante tali caratteristiche, la fruizione di questi libretti era garantita a diversi livelli di comprensione, in primo luogo per la tipica commistione di registri provocata dall'intervento di personaggi buffi, […]

«La clemenza di Tito» e la fortuna di Beregan: sorti di un'opera e del suo librettista, Giada Viviani (Ricordi, 2012)

Lo stile e la metrica

⚫ Dal punto di vista stilistico […], il fondamentale aspetto della piacevolezza, di cui Beregan sarà fautore persino nel contesto aulico della trattazione storica, si attua attraverso un'elegante veste metrica che presta particolare attenzione alla componente ritmica, finalizzata sia a conferire varietà alle numerose arie ed ariette, sia a imprimere interessanti cambi di velocità nell'incedere del recitativo mediante l'inserzione di quinari prevalentemente isolati, ottonari soli e in distico, oppure frammenti estranei alla versificazione.

«La clemenza di Tito» e la fortuna di Beregan: sorti di un'opera e del suo librettista, Giada Viviani (Ricordi, 2012)

I monologhi recitativi

⚫ Il librettista Niccolò Berengani ambienta […] il consueto dramma d'intrigo nella storia (il romano Tito conquista i domini di Berenice, regina di Palestina, e se n'innamora, ma rinuncia, a malincuore, a lei quando apprende che è sposata) e in più v'immette vistosi, anche deteriori accessori (battaglie, incendi di foreste, scene celesti, interventi di dèi rivali negli eventi umani, elefanti e altro).Oltre alla sinfonia a tre parti d'archi e in tre sezioni, […] oltre alle arie, agli insieme ai complementi comico-parodistici, l'opera vanta soprattutto vigorosi monologhi recitativi […] e declamati ariosi, e un'adeguata cornice militaresca […]

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

Versioni

1a Venezia, Teatro dei Santi Giovanni e Paolo 13 febbraio 1666
2a Roma, Teatro di Tor di Nona 12 febbraio 1672 aggiunta di prologo e intermezzo fra atto II e III

DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)

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