Pagine del sito
Libretti d'opera
Libretti d'opera (altre lingue)
Citazioni riguardanti l'opera
Dramma giocoso.
Libretto di Lorenzo DA PONTE.
Musica di Antonio SALIERI.
Prima esecuzione: 6 dicembre 1784, Vienna.
⚫ Nel 1782 l’imperatore Giuseppe II decise di scritturare una nuova compagnia di canto italiana dopo che per qualche anno –dal 1778– il Burgtheater di Vienna era stato riservato al Singspiel tedesco. Ebbe così inizio una straordinaria stagione creativa, durante la quale l’opera buffa settecentesca pervenne ad alcuni tra i suoi esiti più alti, per merito non soltanto di Mozart, ma anche di Paisiello, Cimarosa e altri maestri, tra cui ovviamente il compositore di corte Salieri. Il ritorno dell’opera italiana al Burgtheater avvenne il 22 aprile 1783 con un’opera dello stesso Salieri, La scuola dei gelosi, già data a Venezia nel 1778 e ritoccata per l’occasione. L’anno dopo Salieri presentò al pubblico viennese un lavoro nuovo, Il ricco d’un giorno, su testo di Da Ponte (la sua prima vera esperienza nel libretto d’opera, se si esclude un intervento, peraltro non sicuro, nella revisione della Scuola dei gelosi). L’opera fece fiasco e totalizzò solo sei recite.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Nelle sue Memorie, scritte peraltro molti anni dopo, Da Ponte ha lasciato una testimonianza colorita ma fuorviante dell’insuccesso. Il libretto non è mal scritto –come il suo stesso autore vuole farci intendere– e anzi rivela, almeno a tratti (vedi i pezzi concertati e i finali d’atto), la mano del Da Ponte maturo; molti brani felicemente orecchiabili smentiscono d’altro canto l’accusa mossa a Salieri di aver perduto l’arte delle «belle melodie e popolari» musicando pochi mesi prima gli orrori infernali delle Danaïdes. L’opera rivela invece diversi pregi musicali: la trascinante vitalità delle arie buffe, la cantabilità elegiaca dell’innamorata Emilia, l’orchestrazione varia e brillante, con frequenti sortite dei legni, le sorprese armoniche in funzione tanto comica quanto espressiva. E ancora, la brillantezza della sinfonia e la sapiente costruzione dei concertati, ricchi d’azione e di polifonia: tutto ciò rende oggi poco comprensibili le ragioni del fiasco. Salieri ne diede la colpa al libretto e giurò che non avrebbe mai più musicato un solo verso di Da Ponte. Giuramento non mantenuto, perché appena qualche anno dopo collaborò ancora e a più riprese con l’abate-poeta, insieme al quale scrisse fra l’altro Axur, re d’Ormus (Tarare), destinato a diventare il suo più grande successo operistico.
► Dizionario del teatro, Vedi
▒ Se volete contribuire segnalando una citazione o una fonte riguardante quest'opera, mandateci una e-mail a questo indirizzo.