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Citazioni riguardanti l'opera

Il potestà di Colognole

Mi va peggio un dì che l'altro

Dramma civile rusticale.
Libretto di Giovanni Andrea MONIGLIA.
Musica di Jacopo MELANI.
Prima esecuzione: 5 febbraio 1657, Firenze.




Esordi operistici

⚫ Gli esordi operistici di Jacopo Melani, primo di sette fratelli tutti più o meno legati al mondo del teatro musicale, sono patrocinati dalla casa de’ Medici. Protetto dal principe Mattias fu subito coinvolto in quell’esperienza affascinante, ma breve ed economicamente fallimentare che fu il teatro di via della Pergola (1657-1661), travolto alla fine dalle spese per quella ‘opera-kolossal’ che fu L’Ercole in Tebe, sempre con musica di Melani. […] Il teatro, da inaugurarsi già nel 1654 con l’Ipermestra di Cavalli (allestita solo nel 1658), attese la sua apertura fino al carnevale del ’57 in cui fu rappresentato Il potestà di Colognole. Sarebbe stata la prima di una serie di opere ‘civili e rusticali’ affidate a Melani e a Giovanni Moniglia, librettista onnipresente negli spettacoli della Pergola, ma gli allestimenti si ridussero a quattro in tutto (delle altre si è però perduta la musica).

Dizionario del teatro, Vedi

Raro realismo

⚫ L’opera riesce a essere una gustosa parodia dei più comuni drammi amorosi solitamente di ambiente nobiliare (qui i ruoli sono invertiti: l’unico nobile è povero e mal visto dal genitore) e spicca nel panorama leggero coevo per la capacità con cui sono descritti tutti i caratteri. Non vi sono due piani di scrittura musicale che distinguono i protagonisti che si disperano e la servitù che se ne fa beffa. Tutti sono coinvolti negli affari del paese, piangono e ridono, con raro realismo.

Dizionario del teatro, Vedi

Grande perizia drammaturgica

⚫ Il recitativo di Melani […] adotta soluzioni affinché quasi diventi un parlato (ribattuti, registro grave, scarso movimento melodico, ridotta estensione). Le arie, in genere brevi, indugiano su una facile cantabilità; le ariette, gustosissime, recuperano i ritmi di danza popolare, e i momenti d’insieme, parecchi e necessari a dare il senso comunitario della piazza, sono risolti con grande perizia drammaturgica.

Dizionario del teatro, Vedi

La prima opera buffa

⚫ I successivi progressi dell'opera buffa non hanno luogo a Roma. La Tancia, overo il podestà di Colognole, «dramma civile rusticale», con testo di Andrea Moniglia e musica di Jacopo Melani, rappresentato a Firenze nel 1657 - immediatamente seguito da un profluvio di altre opere del genere dello stesso Moniglia - è una vera e propria commedia che ha per oggetto gente «comune» in situazioni non altrettanto «comuni» ma divertenti, e spesso viene considerata la prima opera buffa nel senso che oggi diamo al termine. […] Notiamo inoltre che le arie sono assai più numerose dei recitativi, a differenza di quanto avveniva nei primi lavori comici.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

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