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Libretti d'opera
Libretti d'opera (altre lingue)
Citazioni riguardanti l'opera
Festa teatrale.
Libretto di Francesco SBARRA.
Musica di Antonio CESTI.
Prima esecuzione: 12 luglio 1668, Vienna.
⚫ Prima di terminare la sua breve vita, per altro tanto produttiva quanto avventurosa, Cesti scrive la musica per la più straordinaria opera del secolo, Il pomo d’oro. Straordinaria per ampiezza (cinque atti allestiti in due giornate successive) e per impiego di mezzi: quasi cinquanta cantanti, cori e comparse a non finire (con leoni ed elefanti), balli e armeggiamenti, e ben 26 cambi di scena per la cui complessità fu necessario costruire un teatro apposito.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Il pomo d’oro spicca soprattutto per la magnificenza delle scene di Ludovico Burnacini (riprodotte nel libretto) - impressionante la sesta del secondo atto, dove la città di Dite in fiamme è circondata dalle acque su cui naviga la barca di Caronte, il tutto contenuto nella gola di un enorme mostro infernale con le fauci spalancate grandi quanto il boccascena (fauci che poi, incredibilmente, si richiuderanno); e altrettanto stupefacente la Via Lattea (IV,6) in cui compare la Sfera del Fuoco con Venere trionfante (da fare invidia alla più stravagante fra le regine della notte); così il crollo a vista dell’enorme torre che contiene il pomo d’oro (in fine d’opera), e in generale tutto il quarto atto, con ben otto mutazioni, stupisce per macchine e azzardi scenografici (per non parlare degli apparati di città celesti pronti a splendere fra le nuvole a ogni divina apparizione).
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ La storia raccontata da Sbarra, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, si distingue per linearità e coerenza. Le vicende secondarie di cui sarebbe affastellato l’enorme libretto (come s’è detto spesso) sono assai meno secondarie e certamente meno pretestuose di moltissime altre opere seicentesche.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Per la sua immensità e unicità il lavoro poco si presta a identificare il teatro d’opera seicentesco (in genere più contenuto e assai meno costoso, malgrado le esuberanze del secolo), ma quale summa d’ogni possibile soluzione musicale […] offre una panoramica quasi completa delle forme dell’opera italiana coeva: presenti i tipi più diversi di aria, arioso, recitativo, e poi infinite le ariette, i lamenti, i duetti, terzetti, quartetti, cori con o senza soli, scene pastorali, infernali, comiche, amorose, trionfali, sinfonie, balli, tempeste e quant’altro […].
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ L’orchestra a cinque parti prevede l’utilizzo di tutti gli strumenti solitamente usati nelle opere di corte (di cui l’Orfeo monteverdiano è modello): trombe, tromboni, cornetti, fagotti, viole da gamba, un regale e un graviorgano, sono esplicitamente indicati; e possiamo facilmente immaginare un continuo particolarmente ricco di liuti, tiorbe, cembali, chitarroni, ma anche arpe, mandole e percussioni. La partitura ci è pervenuta quasi integralmente: per gli atti terzo e quarto dobbiamo però accontentarci solo di alcune arie (nove per atto sopravvissute).
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Dal talento e dall'impegno strenuo di Casti sortì «una pietra miliare nella storia dell'opera italiana», «perfetta nella fusione di parole, musica e scena», «il tipo più perfetto di Festoper del primo barocco» (Wellesz), tale da assicurare un brillante seguito viennese alla tradizione veneziana e da servire di modello ai Fux, F. Conti e Caldara.
► Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET
⚫ Oltre alle sinfonie e ai ritornelli disseminati come «interludi» per rilevare momenti salienti, consentire mutamenti di scena e insieme raggiungere una ben congegnata unità formale, il prologo e ogni atto iniziano con essenziali «sonate» in più «tempi», fra cui la prima, in forma di estesa canzone in tre tempi tematicamente autonomi, basta a dire le virtù strumentali di Cesti, presaghe, secondo Kretzschmar, dell'ottocentesca ouverture a programma; infatti, il secondo tempo, su favorito ritmo di corrente, anticipa il motivo del giubilante doppio coro a otto voci che i personificati otto Stati dell'impero austriaco cantano nel seguente prologo in onore degli sposi […]
► Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET
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