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Citazioni riguardanti l'opera

Il matrimonio segreto

Pria che spunti in ciel l'aurora

Dramma giocoso.
Libretto di Giovanni BERTATI.
Musica di Domenico CIMAROSA.
Prima esecuzione: 7 febbraio 1792, Vienna.




Genesi

⚫ Anche per Cimarosa, come già per Paisiello nel 1784, Vienna rappresentò una tappa obbligata nel viaggio di ritorno dalla Russia a Napoli. […] Verso la fine del ’91 giunse a Vienna e si vide subito commissionare dall’imperatore Leopoldo II un’opera per il Burgtheater, il primo dei due teatri di corte. A differenza di Paisiello, che si era fermato nella capitale asburgica solo pochi mesi, giusto il tempo di comporre e far rappresentare il Re Teodoro in Venezia, Cimarosa vi si trattenne un anno e mezzo circa, componendovi due opere: il Matrimonio segreto nel ’92 e Amor rende sagace nel ’93. L’autore di entrambi i libretti era Giovanni Bertati, nominato proprio nel ’91 poeta dei teatri imperiali dopo una lunga milizia veneziana in campo librettistico.

Dizionario del teatro, Vedi

Continuità con la tradizione

⚫ […] il Matrimonio segreto rispecchia bene il clima sociale dominante a Vienna dopo il tramonto delle utopie giuseppine e trova riscontro in un’altra opera viennese di un paio d’anni prima, La cifra di Da Ponte e Salieri (fine 1789), anch’essa inneggiante al superiore prestigio della nobiltà, pur nell’ambito di una trama di ambientazione agreste e non cittadina come questa. La continuità con la tradizione buffa è assicurata dalla sopravvivenza di tipi teatrali quali la ragazza sentimentale, il ‘primo amoroso’, il vecchio rabbioso e gabbato, e così via.

Dizionario del teatro, Vedi

Raffinata strumentazione

⚫ Certo non mancano inflessioni di struggente malinconia nelle parti dei due sposi segreti, né esplosioni di vitalismo comico (valga per tutte la baruffa del finale primo); non gli esempi di esattezza mimetica nella resa di situazioni e atteggiamenti; ma a conti fatti i personaggi finiscono con l’assomigliarsi l’uno all’altro in virtù di un’invenzione melodica senza pause, che smussa le angolosità, circola in ogni anfratto della commedia, anche in quelli per convenzione meno disposti ad accoglierla. Non solo nei momenti lirici, nei movimenti lenti, ma anche in quelli veloci, anche in orchestra, tingendosi di colori caldi grazie a una raffinata strumentazione.

Dizionario del teatro, Vedi

Valore dell’opera

⚫ […] il Matrimonio segreto ci è stato tramandato come il capolavoro dell’autore è perché, bontà del libretto a parte, l’invenzione non conosce debolezze o cedimenti. Il valore dell’opera fu riconosciuto di primo acchito, come attesta non solo il notissimo aneddoto della sua replica integrale il giorno della ‘prima’ […], ma soprattutto la vastissima circolazione europea. Il Matrimonio segreto fu, tra l’altro, l’unica opera italiana del XVIII secolo a rimanere pressoché ininterrottamente in repertorio fino a oggi. L’aura di cui essa restò circondata (grazie soprattutto alla penna di Stendhal) ne fece un simbolo dell’opera buffa e insieme dell’intero Settecento, come epoca dell’innocenza e della spontaneità creativa.

Dizionario del teatro, Vedi

La magia

⚫ […] Stendhal […] a Cimarosa […] tornò, dalla serata memorabile nella quale Il matrimonio segreto gli rivelò insieme con la musica il sentimento puro della felicità, come a una sorte di mitica fonte di incontaminata bellezza, capace di riportarlo sempre di nuovo attraverso la sua serenante e attivante magia a un rapporto intensamente vissuto con se stesso e con il reale.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

L'appercezione

⚫ […] la musica di Cimarosa e segnatamente nel Matrimonio segreto, sembra scoraggiare ogni sguardo che oltrepassi la puntuale empiria delle situazioni consegnate dal libretto; essa apre un mondo di pura, dolcissima euritmia per chiuderlo immediatamente nel cerchio magico del suo incanto. Il tono di assoluta naturalezza dell'opera, quel suo ritmo interno tanto leggero e discreto eppure così puntulale nel disegnare momenti, sviluppi, svolte dell'azione, quella tipeggiatura spontanea ed affettuosa di personaggi e caratteri, solo sfiorata dal sospetto di una forzatura appena bastante a rispettare le regole del gioco teatrale (la sordità di Don Geronimo, l'ossequiosità un po' prevaricante del Conte, la sentimentalità da primo amoroso di Paolino, la civetteria un po' frusta della matura Fidalma e infine la commedia agrodolce delle due sorelle rivali in amore) sembrano sottolineare, insieme alla necessità di ogni gesto, di ogni sfumatura, la sostanziale renitenza dello spettacolo a darsi in una dimensione diversa dalla sua empirica consistenza, dal suo hic et nunc drammatico. […] l'opera buffa di Cimarosa richiede un modo di appercezione in un certo senso istantaneo e unidimensionale, una lettura immediata (in quanto criticamente non mediata) che non attraversi la realtà dell'immagine alla ricerca di un'inesistente densità prospettica di significato. Si potrebbe dire che lo spettacolo chiede di essere fruito essenzialmente, e in senso proprio, come musica: e se questa può essere considerata nell'ambiente napoletano dell'epoca, da un Galiani per esempio, come «linguaggio naturale», come dato di natura viene proposta la semplificante visione della realtà fornita dal libretto, in termini di gentilissima commedia fin-de-siècle.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

Altri compositori dello stesso libretto

Achille Graffigna Firenze, Teatro Salvini 8 settembre 1883

DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)

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