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Citazioni riguardanti l'opera

Maometto II

All'invito generoso

Dramma per musica in due atti.
Libretto di Cesare DELLA VALLE.
Musica di Gioachino ROSSINI.
Prima esecuzione: 3 dicembre 1820, Napoli.




Svolta stilistica

⚫ Da Maometto II a Guillaume Tell Rossini iniziò […] a comporre, tranne rari casi, un’opera all’anno; e che Maometto II sia un’opera elaborata con calma lo indica la straordinaria svolta stilistica che Rossini vi attua e che investe principalmente il rapporto con uno schema formale da lui stesso standardizzato nella produzione precedente.

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Rifacimenti

⚫ Nonostante il valore straordinario della musica e il cast di eccezione, Maometto II alla prima esecuzione cadde: Rossini si era spinto al di là delle possibilità di comprensione del pubblico napoletano. Forse anche in seguito a questo insuccesso, il compositore apportò sostanziali modifiche alla partitura in occasione della ripresa veneziana del 1823, per poi arrivare a un rifacimento in lingua francese con il titolo Le Siège de Corinthe per l’Opéra di Parigi (1826).

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Grandi strutture

⚫ La partitura di Maometto II si presenta come la realizzazione di un progetto estremamente ambizioso: il superamento di schemi formali codificati che prevedevano la rigida organizzazione del materiale musicale in numeri ben conchiusi in se stessi. In Maometto II assistiamo invece a un debordare della materia musicale fuori dall’ambito dell’aria, del terzetto, del concertato, per articolarsi in grandi strutture collegate da un complesso procedimento di elaborazione tematica. Questa svolta è verificabile in brani come il terzettone del primo atto.

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Ricchezza dell’orchestrazione

⚫ Un altro particolare strutturalmente degno di nota è il trattamento delle arie, che si presenta molto più elastico rispetto allo schema convenzionale aria-cabaletta; l’aria si adegua alla situazione drammaturgica anche quando questo comporta la sostituzione della cabaletta con episodi alternativi o la sua abolizione, come nell’aria di Maometto del secondo atto o in quella finale di Anna. Infine è da sottolineare la ricchezza dell’orchestrazione di Maometto II e l’uso di una strumentazione particolarmente attenta e funzionale alla situazione drammaturgica.

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Il dorato esilio

⚫ In certo qual modo il Maometto II […] è l'opera che determinò con le sue vicissitudini il congedo di Rossini dalle scene liriche italiane e contribuì a consolidarne il dorato esilio parigino. Pur rappresentando infatti, con la sua drammatica coralità, il vertice più alto e risolutivo dell'evoluzione artistica della preziosa stagione creativa napoletana del compositore pesarese, l'opera non piacque al pubblico del Teatro San Carlo […] malgrado la presenza di un cast vocale d'eccezione […]. E non piacque proprio perché si discostava troppo da schemi tradizionali del melodramma che lo stesso Rossini aveva concorso negli anni a riaffermare. Tre anni dopo […], alla Fenice di Venezia l'opera ambiziosa e innovativa, sia nella splendida scrittura vocale sia nella struttura musicale e teatrale in generale, ebbe parimenti un esito contrastato, benché Rossini avese adottato sulle rive della Laguna un improbabile lieto fine nel quale veniva risparmiato all'eroina, Anna Erisso, il patriottico suicidio sulla tomba della madre, falsando la storia e facendo uscire vittorioso dallo scontro coi Turchi l'esercito della Serenissima. La revisione […] rappresentò con Semiramide, creata sempre alla Fenice quello stesso anno, l'ultima occasione per Rossini di firmare contratti con teatri italiani.

La contrastata vita del «Maometto II», Guido Tartoni. Da: La Rivista Illustrata del Museo Teatrale alla Scala, diretta da Mario Pasi; n. 20, Milano, 1993, Nuova Diffusione Lombarda

La rivincita

⚫ […] a Parigi, tre soli anni dopo, si consumò la rivincita del compositore dopo la rottura definitiva con l'impresario Domenico Barbaja e col Teatro San Carlo. Il 9 ottobre all'Opéra, non a caso fu proprio il Maometto a segnare il primo trionfo di Rossini nella capitale francese. Il titolo venne cambiato in Le siège de Corinthe, alcuni personaggi presero altri nomi in quanto l'azione storica da Negroponte venne trasferita a Corinto, mettendo così di fronte gli eserciti turco e greco, anziché il turco e il veneziano; nondimeno, a significare quanto Rossini confidasse nel suo Maometto II, ben dieci dei diciassette numeri originali rimasero più o meno intatti nel rifacimento parigino. Fra i trionfatori all'Opéra, quella sera, era il leggendario tenore francese Adolphe Nourrit, avvolto nella tunica dell'eroe greco Néoclès; Rossini, adattando l'opera alle scene parigine, oltre che scrivere gli immancabili balletti del secondo atto, legati alla tradizione del grand-opéra d'oltralpe, si era visto costretto infatti a sostituire con un'haute-contre la prediletta figura di contralto Musico, quella cioè del generale veneziano Calbo.

La contrastata vita del «Maometto II», Guido Tartoni. Da: La Rivista Illustrata del Museo Teatrale alla Scala, diretta da Mario Pasi; n. 20, Milano, 1993, Nuova Diffusione Lombarda

Le consuetudini del pubblico

⚫ Tradotto in italiano il testo francese di Luigi Balocchi e Alexandre Soumet […] leSiège, come Assedio di Corinto, fu ripreso in forma oratoriale nel dicembre del 1827 a Roma e in Parma: compromessi tra una versione e l'altra vennero presentati in seguito in vari teatri. Fino alla recentissima ripresa moderna, del 1985, al festival rossiniano di Pesaro, nella versione originale napoletana del Maometto II, con Samuel Ramey, Cecilia Gasdia, Lucia Valentini Terrani, Chris Merritt e Claudio Scimone sul podio. In ogni caso […] analizzando a fondo e comparativamente le diverse versioni dell'opera, possiamo fin d'ora dire che, per ritrovare la genuina ispirazione rossiniana di quell'anno cruciale, 1820, con le sue audaci novità nella strumentazione (ad esempio a sezioni ridotte nella varie scene) e nella stessa strutturazione delle arie e delle cabalette, nonché nella flessibilità e varietà della scrittura vocale a fini espressivi, occorre appunto tornare alla versione sancarliana, controversa solo perché troppo avanzata per l'epoca rispetto alle consuetudini e ai gusti di quel pubblico. In essa recuperiamo intatta, tra l'altro, la componente belcantistica tipicamente rossiniana, vale a dire l'alto tasso di bravura vocale, sia nel virtuosismo di forza sia in quello di grazia, riservato soprattutto al protagonista dell'opera, ad Anna e a Calbo.

La contrastata vita del «Maometto II», Guido Tartoni. Da: La Rivista Illustrata del Museo Teatrale alla Scala, diretta da Mario Pasi; n. 20, Milano, 1993, Nuova Diffusione Lombarda

Il leggendario basso

⚫ Per Filippo Galli, il leggendario basso romano morto a Parigi nel 1853, il compositore concepì infatti la parte di Maometto II che deve saper cantare d'amore, a fior di labbra, quasi come un tenore, dopo le terrificanti apostrofi minacciose rivolte ai nemici. […] Galli, del resto, per Rossini aveva già creato la figura modello del duca d'Orlow in Torvaldo e Dorliska nel 1815, quella di Fernando ne La gazza ladra nel 1817, e avrebbe poi portato al trionfo nel 1823 quella di Assur nella Semiramide.

La contrastata vita del «Maometto II», Guido Tartoni. Da: La Rivista Illustrata del Museo Teatrale alla Scala, diretta da Mario Pasi; n. 20, Milano, 1993, Nuova Diffusione Lombarda

Versioni

1a Napoli, Teatro San Carlo 3 dicembre 1820
2a Venezia, Teatro La Fenice 26 dicembre 1822 revisione della prima versione
3a Parigi, Académie Royale de Musique 9 ottobre 1826 traduzione in francese con titolo Le siège de Cotinthe; libretto di Luigi Balocchi e Alexandre Soumet

DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)

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