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Libretti d'opera
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Citazioni riguardanti l'opera
Dramma per musica.
Libretto di Marco COLTELLINI.
Musica di Tommaso TRAETTA.
Prima esecuzione: 4 ottobre 1763, Vienna.
⚫ Alla schiera degli innovatori appartenne […] quella singolare figura di intellettuale che fu Marco Coltellini, poeta ed editore […]. Era stato Ranieri de’ Calzabigi, anch’egli livornese, a fare il suo nome a Vienna e a procurargli la commissione per il libretto di Ifigenia.
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⚫ La scelta del tirannicidio mira scopertamente a fornire un exemplum politico, come dimostra la perorazione libertaria di Ifigenia e il successivo ammonimento del coro (“Tremino i tiranni”). Il tema della lotta contro la tirannia -mantenuto, beninteso, nell’ambito dell’assolutismo illuminato- percorre del resto tutto il dramma […]. Si veda ad esempio, la replica sanguinaria di Toante a una Ifigenia che vorrebbe salvare la vita di Oreste: «(…) tutta di morte è degna / questa plebe mortal che il ciel condanna / e che vi cerca un reo raro s’inganna», e il successivo commento ‘illuminato’ di Dori: «Ecco come a sua voglia i rei mortali / si figurano i numi».
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Sul piano strutturale le tendenze innovatrici rispetto alla tradizione metastasiana si manifestano nella linearità della trama, nella riduzione al minimo dei personaggi (solo la confidente Dori, peraltro non inutile all’azione, ricorda i personaggi secondari di Metastasio) e soprattutto nel largo impiego del coro. L’integrazione tra coro e personaggi rappresenta, anche nella veste musicale, la novità più appariscente dell’opera.
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⚫ Traetta costruisce vasti archi scenici in cui gli episodi solistici e quelli corali risultano fusi fra loro senza stacchi. Accanto a questo elemento antitradizionale, nell’opera sopravvivono però ampie zone imperniate sulla consueta alternanza di recitativo (solo in piccola parte accompagnato) e pezzo chiuso; il virtuosismo vocale abbonda, anche in chiave puramente edonistica (con la sola eccezione della parte di Oreste, ove prevale lo stile ‘parlante’).
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⚫ Sul versante più propriamente ‘riformato’ degli episodi corali, Traetta assume atteggiamenti stilistici diversi rispetto a quelli gluckiani. Tanto nelle scene di orrore, quanto in quelle di compianto, il trattamento del coro si allontana dalla veemenza e dalla compattezza dell’Orfeo di Gluck (dato a Vienna l’anno prima) e si avvale invece di un segno più frammentato e miniaturistico, con largo ricorso ai procedimenti imitativi e un fatalistico pulsare dell’orchestra in figurazioni mutevoli (terzine, roulades, ritmi puntati, lumeggiature espressive dei legni).
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⚫ La grande scena dell’atto secondo, nella quale Oreste è tormentato dalle Furie (“Dormi, Oreste? Ti scuoti, ti desta”), rivela in misura particolare l’originalità della cifra stilistica di Traetta. Il pathos demoniaco che i viennesi avevano ravvisato l’anno prima nell’analoga scena infernale dell’Orfeo cede ora il passo a un’espressività elegiaca, instaurata fin dal sommesso esordio del coro sottovoce e culminante nella supplichevole cavatina di Oreste (“Ah, per pietà placatevi”) con violoncello obbligato.
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Antonio Maria Mazzoni | Treviso, Teatro Dolfin | ottobre 1756 |
Baldassare Galuppi | San Pietroburgo, Teatro Imperiale | 21 aprile 1768 |
Angelo Tarchi | Venezia, Teatro San Benedetto | 26 dicembre 1785 |
► DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)
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