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citazioni:fintasemplice

Citazioni riguardanti l'opera

La finta semplice



Dramma in enne atti.
Libretto di Carlo GOLDONI, Marco COLTELLINI.
Musica di Wolfgang Amadeus MOZART.
Opus: K. 51.
Prima esecuzione: 1 maggio 1769, Salisburgo.




Raffinate soluzioni

⚫ […] una serie di arie caratterizzate da alcune raffinate soluzioni compositive. Ad esempio l’aria della protagonista, Rosina, “Senti l’eco ove t’aggiri”, in cui la melodia elegiaca dell’oboe obbligato viene accompagnata da corni inglesi e corni da caccia, a simboleggiare l’ambientazione arcadica della scena […].

Dizionario del teatro, Vedi

I precedenti

⚫ Dall'aprile al luglio del 1768 Mozart compose a Vienna la sua prima opera buffa: La finta semplice. […] Il libretto che Mozart doveva musicare era di Carlo Goldoni, uno dei padri dell'opera buffa. Fra tutti i testi del grande commediografo veneziano non era certo uno dei più riusciti, ma altrettanto sicuramente neanche uno dei peggiori. Com'è risaputo, Goldoni aveva scritto il «dramma giocoso» La finta semplice (la definizione che nel caso del Don Giovanni provocò tanta confusione, sembra essere di Goldoni stesso) a Parigi, in grande fretta e plagiando la commedia La fausse Agnès ou Le poète campagnard (1734) di Philippe Destouches, nota anche in traduzione italiana (Il poeta in villa). L'allestimento con musica del «celebre Signor Maestro Salvador Perillo», un compositore napoletano a dire il vero piuttosto sfortunato, ebbe luogo, a quanto pare senza gran successo, nel 1764 a Venezia nel famoso teatro Giustiniani di S. Moisè. Per quanto si sa, nessun altro compositore riutilizzò il libretto eccetto Mozart, che però non aveva altra scelta. Marco Coltellini, a quell'epoca Theater-dichter alla corte viennese e meritevole di aver tentato di rigenerare l'opera seria (collaborò con Tommaso Traetta), aveva abilmente rielaborato in alcune sue parti il libretto senza tuttavia intaccare né il linguaggio né l'impalcatura della commedia di Goldoni.

Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio

Il peso della trama

La finta semplice di Goldoni, la cui protagonista è Rosina, la baronessa che ordisce l'intrigo amoroso, è una di quelle pièces dove la «trama» in sé non conta nulla, mentre tutto è affidato alla recitazione e a situazioni costruite con mano leggera. In primo piano ci sono la vivacità e l'arguzia dei dialoghi, il buon umore che pervade tutto l'insieme e crea l'impressione di una spensierata naturalezza. […] Anche nella Finta semplice Goldoni si fa ammirare per come disegna con tratti popolari-realistici archetipi del teatro comico […]. Anche La finta semplice si potrebbe definire scuola degli amanti. Rosina tesse le fila di questa allegra guerra amorosa […]. È come se per mezzo di Rosina, apparentemente candida, il dio Amore ostentasse il suo potere, pur creando uno scompiglio terribile, di sottomettere tutti (quasi tutti!), volenti o nolenti, alla sua volontà. Conclusione obbligata: il congiungimento delle coppie.

Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio

Mozart e il suo compito

⚫ Uno dei difetti principali della pièce è la scarsità di concertati. Vi sono tuttavia tre finali, anche se non molto ampi, più un concertato introduttivo e un duetto. […] La commedia di Goldoni richiedeva una musica che unisse leggerezza e vivacità di gesti, dove i sentimenti e l'atmosfera giocosa avessero lo stesso peso. Il veneziano Baldassare Galuppi (1706 - 1785), nato a Burano, era riuscito, collaborando con Goldoni, a trovare il tono giusto per questo genere teatrale. Con queste premesse non era facile superare l'esame, e certo Mozart non prese alla leggera il suo compito, visto che di molti brani esistono prime versioni e parti scartate […]. In generale è stupefacente come Mozart riuscisse a rispettare le norme dell'opera buffa pur adeguando la forma e la sostanza, soprattutto delle arie, alle esigenze della situazione, della parte vocale e del tipo di eloquio. Non una sola aria potrebbe provenire dall'opera seria. L'aria col da capo, si capisce, era ormai impiegata soltanto in chiave parodistica e descrittiva.Essa rappresenta un atteggiamento antiquato, maniere affettate, si presta evidentemente alla canzonatura del contegno eroico. Ecco perché Mozart tornò alla forma col da capo soltanto nelle tre arie di Fracasso, il capitano chiassoso e spaccone.

Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio

La protagonista

⚫ La parte della protagonista, Rosina, spicca per il maggior numero di arie: è l'unica a cantarne quattro. […] Alla parte di Rosina Mozart dedicò particolare attenzione. Scrisse, infatti, le colorature soltanto per le sue arie, e ne fece il personaggio più importante - ma senza oltrepassare i confini della commedia - anche in virtù della sua condizione sociale. […] Nella sua seconda aria, Senti l'eco ove t'aggiri (I, 8, n. 9), l'oboe solista intona in tempo trattenuto (Andante un poco adagio) un canto elegiaco la cui linea melodica echeggia inconfondibilmente la cavatina della Contessa nelle Nozze di Figaro […] e che, come tutto il brano, è una delle invenzioni più riuscite della produzione giovanile mozartiana. Non è azzardato affermare che nelle composizioni coeve non si trovano toni così caldi e luminosi.

Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio

L'aria esoterica

⚫ Non meno ammirevole è la terza aria di Rosina, Amoretti, che ascosi qui siete (II, 5, n. 15), un momento notturno di magica trasparenza e grazia eterea. L'evocazione del fluido della notte animata dagli amoretti è affidata innazituttro alla tessitura orchestrale differenziata, al furtivo dialogo fra i due fagotti e le viole prime e seconde da una parte e il resto degli archi dall'altra. […] Nella sua aria […] Rosina implora gli amoretti svolazzanti di risparmiarla. Con la sua aura esoterica, la tonalità di Mi maggiore delinea un orizzonte che acquista contorni più chiari se si fa un paragone coi pochi brani in Mi maggiore delle opere successive, in particolare di Così fan tutte.

Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio

L'aria d'azione

⚫ Ma lo slancio tipico della commedia si manifesta soprattutto nella scena principale fra Cassandro e Rosina (I, 6) […]. Si tratta di un'«aria d'azione», infatti le singole sezioni(ABA'C), ciascuna con un suo tempo, ritmo e andamento, corrispondono con tale precisione alle fasi dell'evento scenico che nessuna parte del testo viene ripetuta, perciò non c'è alcuna ripresa. […] Sotto il profilo teatrale questo significava che la stabilità o la compiutezza dell'architettura musicale si poteva conciliare con l'azione, a sua volta resa con una serie di disegni eterogenei anche quando non vi è un'azione esteriore in senso stretto. In altre parole l'azione era divenuta una qualità dell'azione compositiva, emancipandosi così dall'azione scenica vera e propria. Quando peesisteva, il musicista poteva includerla nel brano; quando non c'era, egli era in grado, per così dire, di crearla deliberatamente appoggiandosi al testo. In questo modo la musica assunse nell'opera buffa un compito nuovo. Invece di fare, come nell'opera seria, da intermezzo nel decorso dell'azione, l'aria dell'opera buffa di norma rappresenta l'azione in modo autonomo. Naturalmente ciò vale in modo particolare per i concertati. Il corrispettivo di questa musica non è più il discorso articolato bensì l'azione articolata.

Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio

L'inizio di una lunga strada

⚫ Nel suo complesso La finta semplice non possiede certamente quella sicurezza agile e scorrevole, quella padronaqnza ed energia che avevano determinato l'affermazione della commedia per musica italiana. Qualcosa suona forzato, squilibrato, forse goffo e studiato con troppa serietà. […] Ma la carenza di fluidità, di duttilità, è anche - se si ascolta con più attenzione - l'altra faccia di una fantasia discontinua, che si aggiusta gli elementi costruttivi secondo un criterio nuovo e si dispone a sbarazzarsi delle convenzioni. Ciò che fin dall'inizio distinse Mozart dai suoi contemporaqnei non fu la mancanza di mestiere né il tocco più o meno leggero, bensì la capacità di costruire un nuovo liguaggio partendo dalla grammatica corrente. E poiché questa capacità si nota distintamente nella primissima produzione, non si dovrebbe parlare di «lavori scolastici». Ciò nonostante, La finta semplice si trova all'inizio di una strada lunga, di cui sarebbe forse impossibile stabilire la direzione se essa non fosse giunta a compimento.

Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio

Altri compositori dello stesso libretto

Salvatore Perillo Venezia, Teatro Giustiniani in San Moisè Carnovale 1764 Il testo originario di Goldoni scritto per Perillo fu adattato e modificato da Marco Coltellini per Mozart

DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)

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