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Libretti d'opera
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Citazioni riguardanti l'opera
Dramma per musica.
Libretto di Apostolo ZENO.
Musica di Carlo Francesco POLLAROLO.
Prima esecuzione: 27 dicembre 1698, Venezia.
⚫ 1698. Nella città più alla moda d’Italia, il teatro d’opera più alla moda mette in scena l’opera del compositore più alla moda del momento: questo è Carlo Francesco Pollarolo, quella Il Faramondo. Se ne ricorderà pure Benedetto Marcello nel Teatro alla moda per bocca dell’immancabile madre bolognese del soprano di turno.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Apostolo Zeno -il librettista all’epoca trentenne ma futuro incontestato modello di quella drammaturgia d’opera che, attraverso l’elevazione morale, mirava alla riabilitazione del genere- si è adoperato per un soggetto storico al possibile insolito, in un momento in cui i re e i condottieri del passato, da Sardanapalo a Cristoforo Colombo, avevano ormai cantato di tutto. Faramondo re dei Franchi, vissuto in un oscuro e improbabile V secolo, è sovrano non ancora inflazionato […].
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Il libretto di Zeno, che muove i primi passi verso una futura riqualificazione drammaturgica, si concentra sulla psicologia del personaggio (trascurati dèi con nuvoletta e gobbi balbuzienti) rincorrendo un gusto ormai popolare; ma più spesso confonde la moralità con la fustigazione del libero sentimento. A suo merito va l’alto valore della versificazione, meno i propositi formali, se almeno per ora Zeno non disdegna di frantumare ripetutamente l’azione (un po’ come avviene nelle odierne soap opera televisive), di creare deviazioni necessarie solo a dar agio all’espressione di un affetto, di inserire espedienti insoliti per accattivare il pubblico.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Della musica di Pollarolo possiamo dire solo una cosa: che non c’è. O che finora non s’è trovata. Caso nient’affatto insolito, perché si sa, se il gusto del pubblico è vincolo imprescindibile, è anche affare mutevole. E se a ogni ripresa il libretto può, più o meno modificato, essere sempre quello […], non così è per la musica. Questione alla moda, la musica, perciò da aggiornare di stagione in stagione, o addirittura rifare: il Faramondo napoletano del 1719 ha così le note di Porpora; Gasparini l’anno dopo interviene in quello romano; nel 1737 ci mette le mani pure Händel, e altri dopo di lui. La più antica partitura sopravvissuta, benché adespota, quasi certamente risale all’allestimento bolognese del 1710 […], ma quanto in essa sia di Pollarolo […] è difficile dirlo.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ […] il tipico Faramondo (1699, A. Zeno), posto, si noti, al limite del secolo, aperto da una sinfonia alla Lully, sospeso, nell'intonazione espressiva, «fra rigida solennità e danzante galanteria» (R. Haas) fitta di presagi settecenteschi, occasionalmente potenziato, nel volenteroso soffio eroico, da accompagnamenti unisoni e ampi intervalli e da suggestivi Schleifer violinistici d'origine francese […].
► Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET
Nicola Porpora | Napoli, Teatro San Bartolomeo | 19 novembre 1919 | |
Francesco Gasparini | Roma, Teatro delle Dame | carnevale 1720 | libretto rivisto da anonimo |
Georg Friedrich Händel | Londra, King's Theatre in the Haymarket | 3 gennaio 1738 |
► DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)
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