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citazioni:caveke

Citazioni riguardanti l'opera

I cavalieri di Ekebù

Vecchia terra d'Ekebù

Dramma lirico in quattro atti.
Libretto di Arturo ROSSATO.
Musica di Riccardo ZANDONAI.
Prima esecuzione: 7 marzo 1925, Milano.




Suggestioni

⚫ Arturo Rossato, autore ardito sul teatro di prosa, in quello musicale viene coinvolto dall'equivoco di questo teatro che vuol conservare legami con la tradizione, sia che si spieghi ad ad esaltar lotte comunali contro il tiranno, e connessi adulterini amori […], sia che adatti al mondo operistico spunti teatrali […] o della narrativa anche recente. I cavalieri di Ekebù (R. Zandonai, 1925), forse per la suggestione di saga nordica e le analogie col Peer Gynt ibseniano, presentano uno schema inconsueto di dramma lievitato di toni fantastici od orgiastici, con linguaggio adeguato, capace di controllare lo slancio lirico delle scene sentimentali col tono mordente degli elementi in contrappunto.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume terzo Aspetti e problemi dell'opera, Torino, 1977, UTET

Dopo //Francesca//

⚫ Una notevole ripresa costituiscono I cavalieri di Ekebù (quattro atti di Rossato, 1925), tratta da La saga di Gösta Berling di Selma Lagerlöf. In quest'opera la tipica tematica di Zandonai sembra riprendere quota, la vocalità è efficace quanto il commento orchestrale; i cori assumono un'importanza finora mai raggiunta. L'impressione generale è che sia un'opera giunta in ritardo: la perfetta messa a fuoco di Francesca è un ricordo lontano.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

Greta Garbo

⚫ Nel 1924 dallo stesso romanzo da cui è tratta l’opera di Zandonai era stata girata una pellicola con Greta Garbo (adattamento e regia di Mauritz Stiller), fatto più unico che raro nella storia dell’opera. Zandonai si trovò dunque ad avere a che fare con un materiale letterario piuttosto noto e circolante: elemento da non sottavalutare per comprendere il successo dell’opera.

Dizionario del teatro, Vedi

Toscanini

⚫ Diretta con successo trionfale da Toscanini, l’opera ebbe breve fortuna fuori di Svezia (ma una ripresa notevole, con registrazione discografica, si è avuta nel 1983 a Rovereto, città natale di Zandonai, per il centenario della nascita, sotto la bacchetta di Gianandrea Gavazzeni), e viene considerata, con Francesca da Rimini, la migliore riuscita dell’autore e la sua partitura più rigogliosa.

Dizionario del teatro, Vedi

Atmosfera scandinava

⚫ Nella tensione drammatica, nella ricostruzione dell’atmosfera di durezza scandinava (Zandonai aveva lavorato sulle raccolte di canti popolari svedesi), l’opera si situa in un momento già successivo rispetto al verismo, raggiungendo punte violentemente espressive. Inoltre, a differenza delle rigide consuetudini veriste, il libretto affresca una storia lontana in spazio e tempo, in una esemplarità di tipo simbolistico organizzata secondo distinti quadri ambientali nell’insieme di notevole impianto scenico. Opera corale, redige tuttavia una tessitura piuttosto ardua per le parti vocali dei solisti (prevalente il declamato), particolarmente per le voci di Giosta e della comandante. La parte orchestrale, opulenta e pastosa nelle armonie dagli spunti anche arcaizzanti quanto raffinata per gli interventi concertanti, s’è spesso definita sinfonica e, come quella corale, segnala una ricorrenza di ritmi quasi percussivi: ricordiamo, ad esempio, l’incalzare dei martelli nelle ferriere, citazione che discende piuttosto dal Ring che dal Trovatore.

Dizionario del teatro, Vedi

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