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citazioni:apodafne

Citazioni riguardanti l'opera

Gli amori d'Apollo e di Dafne

Ohimè, che miro? Ohimè dunque, in alloro

Dramma per musica.
Libretto di Giovan Francesco BUSENELLO.
Musica di Francesco CAVALLI.
Prima esecuzione: carnevale 1640, Venezia.




Fraseggio vocale

⚫ La tecnica del basso ostinato in Cavalli appare associata spesso a particolari situazioni drammatiche, definibili ricorrendo alla categoria già madrigalistica del «lamento», che sulla scena aveva ricevuto clamorosa sanzione in quello celeberrimo d'Arianna. Già negli Amori d'Apollo e di Dafne il protagonista piange la metamorfosi della ninfa amata […] fondando un canto talvolta dolorosamente solcato da cromatismi, sulle iterazioni di un tetracordo discendente: dalla iniziale sincronia, il fraseggio vocale va sfasandosi rispetto ai ricorsi del basso, che per parte sua espande strada facendo il nucleo originario con qualche sviluppo. Alle restanti - e maggioritarie - estese porzioni in verso sciolto, si applicava una duttile declamazione fondata sul solo basso continuo […]. Non infrequentemente la punteggiavano refrains e «cavate» (più tardi detti anche ariosi), nei quali invece seppur momentaneamente prendevano il sopravvento i parametri musicali: disegno melodico più cantabile, circolarità armonica, ritmo a battuta. Le cavate davano anzitutto risalto a momenti particolarmente significativi del testo, come ben si vede nelle parti dei protagonisti degli Amori d'Apollo e di Dafne (ad esempio, in I, 5 e II, 3-4)

Musica in scena, Storia dello spettacolo musicale, diretta da Alberto Basso; volume primo Il teatro musicale dalle origini al primo Settecento, Torino, 1995, UTET

Il lamento

⚫ È un fatto, però, che sin dai tempi di Cavalli i cantanti avevano avuto modo di emergere nel genere patetico grazie a quel tipo di aria che va noto come «lamento» (e che proprio dal Cavalli fu introdotto per primo ne Gli amori d'Apollo, e di Dafne, 1642) […]

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume terzo La vocalità, Torino, 1977, UTET

La voce e gli strumenti

⚫ Significativo per il momento dell'evoluzione storica che Cavalli impersona, è il rapporto fra elementi vocali e strumentali. Non vi sono, sostanzialmente, delle differenze, ma entrambi gli elementi si compenetrano a vicenda. La parte cantata e il corrispondente ritornello sono costruiti con uno stesso materiale, come in «O più d'ogni ricchezza» dagli Amori […] anche se i ritornelli riportano, nella maggior parte dei casi, il materiale in una forma più concisa e abbreviata. Sovente prendono spunto dal solo motivo finale del canto («Gradita povertà» dagli Amori, […]). Si notano anche le brevi frasi in eco realizzate dagli strumenti dopo ogni periodo del canto. Da questa maniera si sviluppa, nelle opere posteriori, un accompagnamento coerente.

DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)

Il fascino di Cavalli

⚫ Un giudizio simile sulle qualità musicali di Cavalli dà G. B. Volpe nella dedica a Cavalli del Terzo libro dei madrigali concertati di Giovanni Rovetta (1645). Dopo aver affermato che «l'esquisitezza delle sue celebratissime composizioni […] rapisce […] e nelle Chiese, e nelle Camere, e ne' Teatri gli animi di tutti», gli rimprovera che, per quanto riguarda la pubblicazione delle sue opere, «defrauda con la sua troppa modestia l'ansioso desiderio della commune richiesta. E veramente mentre concorrono in Lei tre qualità esimie, ch'Ella e sa vestire nobilmente i soggetti, e impareggiabilmente cantarli, ed accompagnarli con la leggiadra accuratezza sull'istromento, credo io che non voglia V. S. far torto, con metter alla stampa le sue ottime composizioni, all'altre due prerogative, ch'Ella possiede di ben cantarle ed accompagnarle, che sono vivi tesori incapaci della stampa.» […] È importante per la valutazione della personalità complessiva di Cavalli l'aver precisato le qualità non solo del compositore, ma parimenti del cantore e del suonatore: qualità, queste ultime, che non fanno parte dell'opera d'arte e come tali non è possibile conservare come documento a stampa; eppure la gloria di Cavalli al suo tempo si basava ugualmente su esse. È perciò impossibile, per noi, capire veramente il fascino che Cavalli esercitava sui suoi contemporanei.

DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)

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