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Citazioni riguardanti l'opera

La zingara

Ho ragione, sì signore

Intermezzo per musica.
Libretto di ANONIMO.
Musica di Rinaldo DA CAPUA.
Prima esecuzione: 19 giugno 1753, Parigi.




Genesi

⚫ Il destino di questi due intermezzi, una delle tre partiture superstiti del compositore, è strettamente intrecciato a quello della Serva padrona di Pergolesi. La compagnia di commedianti di Eustachio Bambini, che l’anno prima aveva scatenato con la rappresentazione degli intermezzi di Pergolesi la celebre querelle des bouffons, allestì nel giugno del 1753 sulle scene dell’Opéra di Parigi questo lavoro di sicuro effetto, date le patenti analogie con La serva padrona. La zingara esercitò infatti un’influenza significativa sugli orientamenti estetici del teatro musicale in Francia. Nel 1755 veniva già tradotta in francese dal commediografo Charles-Simon Favart e rappresentata come opéra-comique alla Comédie-Italienne col titolo di La bohémienne.

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La zingara si configura come una parodia (in termini stilistici generali, non nel singolo dettaglio) della Serva padrona. Della musica di Pergolesi condivide il linguaggio comico, fondato su ‘gesti’ icastici e incisivi dal netto profilo sia ritmico sia melodico, frammenti tematici brevi e indipendenti che trasmettono una continua vitalità alla pagina cantata. Ad esempio nelle arie dei tre personaggi, nel primo intermezzo, ove si coglie anche l’imitazione di quell’unità di tono comico realizzata da Pergolesi: l’aria della zingara, in particolare, pare discendere direttamente dal capolavoro di seduzione “A Serpina penserete”, mentre la scrittura vocale, l’accompagnamento orchestrale e il linguaggio armonico di quelle degli uomini sembrano una felice riscrittura degli interventi di Uberto.

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Collaudati espedienti

La zingara eredita diversi e collaudati espedienti della tradizione dell’intermezzo napoletano, quali i travestimenti, la retorica musicale in funzione descrittiva (il cuore «che balza in su e in giù» oppure la «tremarella» nell’ultima aria di Calcante “Perfidi, che volete?”) e la parodia dei recitativi accompagnati dell’opera seria, come avviene in quello di Calcante, nel primo intermezzo, che maledice le «bastardissime stelle» minacciando il suicidio, o in quello di Nisa “O voi, possenti numi”, in cui la zingara evoca le divinità infernali, scimmiottando le ‘scene d’ombra’ del melodramma eroico. Nell’operina sono confluite sei arie scritte in precedenza dal compositore per Il cavalier Mignatta (Firenze 1751).

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Versioni

1a Parigi 1753
2a Pesaro 1755 con titolo Il vecchio amante e la zingara
3a Parigi, Salle Favart 1755 con titolo La bohémienne

DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)

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