Citazioni riguardanti l'opera
Dramma per musica.
Libretto di Giulio Cesare CORRADI.
Musica di Carlo PALLAVICINO.
Prima esecuzione: 20 gennaio 1678, Venezia.
⚫ Il primo lavoro che determinerà la fortuna di Carlo Pallavicino è Il Vespesiano, scritto per l’inaugurazione del nuovo sontuosissimo teatro dei fratelli Grimani, il terzo da loro aperto a Venezia. Il teatro, per ampiezza, decorazioni e qualità degli allestimenti, si vuole imporre fin dal suo esordio come luogo principe dell’arte lirica, e ci riuscirà egregiamente. Non stupisce perciò la scelta del soggetto, affidato a Giulio Cesare Corradi, tutto teso a sottolineare la straordinarietà del nuovo edificio: l’imperatore Tito Flavio Vespasiano fu infatti colui che fece erigere il Colosseo.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Di Vespasiano, in quest’opera, si celebrano il rigore morale e l’umanità, contrapposte alla dissolutezza degli altri personaggi, a cominciare dai suoi stessi figli Domiziano e Tito. […] Ma non è tanto l’evoluzione della vicenda che importa, quanto l’originalità con cui Corradi adatta lo spettacolo nello spettacolo: l’esempio più significativo è quello che conclude il secondo atto, dove Vespasiano fa allestire la rappresentazione della caduta di Fetonte a emblema degli errori (perdonati) del figlio Domiziano. Ma se ne contano altri: il banchetto musicale, il Tevere illuminato dalle barche che lo percorrono durante il corteo notturno, Tito e Gesilla che si dilettano in un improvvisato concerto davanti alla finestra, l’esibizione dei lottatori inscenata da Domiziano e lo stesso finale dell’opera con l’allegoria dei quattro elementi (soluzione riproposta ma con diversa intenzione anche in Messalina). È insomma la celebrazione dell’apparenza, dove l’intrigo amoroso sembra l’aspetto marginale di un soggetto apparentemente storico, ma che mira invece a una speculazione meta-teatrale affatto insolita.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ La brillante carriera veneziana di Pallavicino […] partecipa con Legrenzi della stagione successiva a Cesti e di quella precedente a Pollarolo; un periodo in cui la scrittura operistica si caratterizza, fra l’altro, per la definitiva assunzione del binomio recitativo-aria quale struttura dominante della drammaturgia musicale. Vespesiano, in questo senso, sembra ben aprire la strada all’indirizzo dell’ultimo quarto di secolo, dove per intercambiabilità, aggiunte e omissioni l’opera più facilmente si presta ad adattarsi alle esigenze di ogni nuovo allestimento […], esigenze legate al luogo, al pubblico, ma soprattutto -e d’ora in poi sempre di più- ai cantanti, presto quasi gli unici veri artefici del successo o del fallimento di uno spettacolo.
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Johann Wolfgang Franck | Amburgo, Theater am Gänsemarkt | 1681 | libretto rimaneggiato da Lucas von Bostel, con titolo Vespasianus |
Pietro Porfirii | Fabriano | 1 giugno 1692 | |
Domenico Sarro | Napoli, Teatro San Bartolomeo | 1707 | libretto rivisto da Carlo De Petris |
Attilio Ariosti | Londra, King's Theatre in the Haymarket | 14 gennaio 1724 | libretto di Nicola Francesco Haym, tratto da Giulio Cesare Corradi |
► DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)
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