Citazioni riguardanti l'opera
Commedia ridotta per dramma.
Libretto di Giovanni Cosimo VILLIFRANCHI.
Musica di Alessandro STRADELLA.
Prima esecuzione: 31 gennaio 1679, Genova.
⚫ Quando si accinse alla composizione del Trespolo tutore, l’unica sua opera comica, si può ritenere che Stradella conoscesse bene i gusti e le tendenze del pubblico relativamente al genere burlesco, e che avesse ormai acquisito un notevole bagaglio di esperienze nella caratterizzazione musicale e drammaturgica dei personaggi buffi. Esemplare in tal senso è la figura del vecchio babbeo Trespolo, fra i primi esempi di una lunga serie di bassi comici destinati a dar voce a personaggi con analoghi attributi.
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⚫ La trama del Trespolo tutore è tutta giocata su una serie di situazioni assurde tendenti a stravolgere l’agire dei personaggi sulla scena. La comicità, quindi, non deriva tanto dalla raffigurazione caricaturale dei vari caratteri, quanto dall’anormalità della situazione, che costringe i personaggi ad assumere atteggiamenti paradossali. Degno di nota è, ad esempio, il momento in cui Artemisia detta a Trespolo una lettera indirizzata a un presunto amante tentando con ogni mezzo di far intendere a Trespolo che, in realtà, il vero destinatario delle sue espressioni amorose «sete voi» (I,11). Stradella affida tutta la scena alla duttile eloquenza di un recitativo dalle armonie molto articolate e prodigo di melodie che aderiscono alla perfezione ai toni espressivi della voce. Si serve, inoltre, di espedienti, come la reiterazione del frammento «voi, voi» che, dettato da Artemisia su un disegno melodico e ripetuto da Trespolo sullo stesso motivo in progressione discendente, rafforza l’effetto comico rivelando la totale balordaggine del tutore.
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⚫ Rispetto ad altre opere di Stradella, la musica del Trespolo tutore appare semplice, senza artifici virtuosistici o contrappuntistici; anche le arie sono per lo più accompagnate dal solo basso continuo, mentre l’aggiunta di altre due parti strumentali è prescritta solo in otto arie; ciascun atto è preceduto da una breve sinfonia (in due tempi nel primo atto, in un solo tempo nel secondo e nel terzo); rari sono i duetti. Tale semplicità è, tuttavia, solo apparente. Infatti non manca, ad esempio, un caso di trattamento della modulazione a scopi espressivi: nell’aria di Trespolo “Due hore venite” la tensione delle progressioni armoniche connota musicalmente il sentimento d’ansietà che opprime il tutore in attesa dell’amata Despina.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ In generale, anche la ripetizione di alcune parole del testo poetico e la sua segmentazione in brevi frasi intercalate da pause o, viceversa, la scorrevole velocità di alcuni dialoghi rispettano un tempo drammatico che permette di caratterizzare meglio i personaggi o la situazione.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Anche la struttura formale può subire adattamenti per rispettare particolari esigenze drammatico-espressive: in una scena (III,15; aggiunta da Villifranchi insieme alla quinta «per dar qualche satisfazione al Musico») si assiste al delirio di Nino che, respinto da Artemisia, impazzisce e vaneggia in preda alle allucinazioni. La trasformazione che subisce qui il materiale musicale si plasma direttamente sul testo poetico, eludendo schemi formali precostituiti.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ L'abilità di Stradella nel sostenere e dar forma a una commedia è testimoniata da tutta l'opera, ma soprattuttu dalla scena II dell'atto I, quando Artemisia decide di inviare al suo amato una lettera che Trespolo scrive sotto dettatura. Non solo il testo è divertente per la situazione che vede Artemisia cercare disperatamente di far sapere al suo tutore che essa lo ama, ma la musica di Stradella traduce perfettamente l'irritazione e la frustrazione dei due personaggi.
► Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET
⚫ Trespolo e Simona sono i personaggi più comici dell'opera, mentre Nino e Artemisia sono i più seri. […] La musica di Stradella spazia dalla comicità più semplice alla «serietà» più sofisticata, ma soprattutto si adatta ai personaggi. Despina è vista come una «Susanna», e la sua musica, dal tono generalmente leggero anche se lirico, ondeggia spesso tra il buffo e il serio. Ciro, che è un personaggio a due facce, comincia cantando in tono comico per poi passare ad arie più serie. Mancano invece del tutto le fioriture e lo stile di bravura. La musica è semplice e sillabica per tutti i ruoli, e i personaggi non trascurano mai l'azione per cedere il passo a gratuite esibizioni vocali, rimanendo in tal modo nel campo dell'«ordinario».
► Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET
Bernardo Pasquini | Roma, Teatro Colonna | 2 febbraio 1677 | libretto con alcune modifiche da parte di Lorenzo Beatucci |
► DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)
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