Citazioni riguardanti l'opera
Serenata in due atti.
Libretto di Pietro METASTASIO.
Musica di Wolfgang Amadeus MOZART.
Opus: K. 208.
Prima esecuzione: 23 aprile 1775, Salisburgo.
⚫ Quando fu annunciato il passaggio a Salisburgo dell’arciduca Massimiliano, ultimogenito dell’imperatrice Maria Teresa, l’arcivescovo Colloredo incaricò il Kapellmeister Domenico Fischietti e il giovane Mozart, allora secondo Konzertmeister, di preparare gli intrattenimenti musicali. I compositori misero in musica due testi di Metastasio, sia pure di epoche diverse: il 22 aprile l’illustre ospite poté ascoltare Gli orti esperidi, una serenata per cinque voci di Fischietti su un libretto del 1721, e il giorno seguente Il re pastore di Mozart; probabilmente le due composizioni furono presentate senza allestimento scenico (a ciò allude la definizione «serenata» che compare nel diario del consigliere municipale di Salisburgo, Scheidenhofen, ripresa dallo stesso Mozart in una lettera al padre) e vennero interpretate dai medesimi cantanti […].
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⚫ Non si sa con certezza se fu Mozart o […] Colloredo a scegliere Il re pastore, né si conosce il nome del poeta che rielaborò il testo metastasiano; punto di riferimento era la versione presentata nel 1774 a Monaco con musiche tratte dal Re pastore di Pietro Alessandro Guglielmi (Venezia 1767) […]: qui l’originale in tre atti è ridotto a due, con l’eliminazione di cinque arie e di parte dei dialoghi, e vi è un nuovo e più ampio coro finale (“Viva l’invitto duce”). Rispetto a questo libretto la composizione di Mozart contiene poi ulteriori aggiunte e modifiche, che potrebbero essere attribuite al futuro autore del testo dell’Idomeneo, l’abate Varesco. Mentre Bonno e ancora Gluck avevano previsto quattro soprani e un tenore, Mozart riequilibrò l’ ensemble destinando a un secondo tenore la parte di Agenore; comune a Hasse e a Gluck è invece la scelta di far seguire direttamente la prima scena all’ouverture.
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⚫ In passato, i maggiori studiosi di Mozart hanno giudicato Il re pastore con severità, ritenendolo privo di intensità drammatica e incapace di raggiungere un’efficace definizione dei personaggi; tali limiti venivano ricondotti al carattere d’occasione e al libretto di Metastasio, che non sarebbe stato capace di toccare le corde personali del compositore.
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⚫ Tra le dodici arie presenti in partitura non se ne possono individuare due dalla struttura identica: a fianco delle tradizionali arie col da capo, ne compaiono di articolate in quattro parti e rondò; inoltre, in taluni luoghi, fanno capolino principi organizzativi di origine strumentale, in primo luogo desunti dalla forma-sonata. Una delle cifre dell’opera è proprio costituita dall’intreccio fra la tradizione vocale e quella strumentale: non è casuale, ad esempio, che la prima sezione dell’aria di Aminta “Aer tranquillo e dì sereni” sia stata ripresa di lì a poco da Mozart per il tema iniziale del Concerto per violino KV 216.
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⚫ L’adozione di forme diverse contribuisce in modo determinante alla caratterizzazione dei personaggi: ad Alessandro sono assegnate ben tre arie, che ricordano nella linea melodica e nell’accompagnamento orchestrale lo stile eroico dell’opera seria; l’importanza del personaggio regale è sottolineata nel primo atto dall’adozione delle trombe, mentre altrove (“Se vincendo vi rendo felici”) il flauto solista dialoga con la voce, entrando in competizione con le sue colorature. La dimensione bucolica emerge invece nei brani affidati ad Aminta (come la sua semplice canzone di esordio “Intendo amico rio”, in un 6/8 pastorale) o nel testo descrittivo della prima aria di Elisa (“Alla selva, al prato, al fonte”), che canta le gioie della vita a contatto con la natura.
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⚫ Mozart diresse la prima esecuzione; probabilmente fu lui a eseguire la parte di violino solista nella celebre aria di Aminta “L’amerò, sarò costante”, un rondò in mi bemolle maggiore articolato in cinque sezioni, che divenne un brano prediletto dai cantanti. Quest’aria ha un ruolo importante anche nell’intreccio, poiché Agenore fraintende le parole di Aminta credendo che la sua dichiarazione di fedeltà riguardi Tamiri. Il dolore e i tormenti di Agenore trovano espressione poco dopo in “Sol può dir come si trova”, l’unica aria in tonalità minore dell’opera: il veemente accompagnamento degli archi, il colorito cupo e le numerose modulazioni generano un’intensità drammatica che preannuncia alcune pagine dell’Idomeneo.
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⚫ Il re pastore fu scritto da Metastasio su incarico dell'imperatrice Maria Teresa e allestito nel 1751 da personalità della corte austriaca con la musica di Giuseppe Bonno, maestro della cappella reale. Sotto il profilo formale […] si trattava di un dramma per musica, ma sia per il contenuto sia per la scenografia era una festa teatrale, uno spettacolo appartenente al genere del dramma pastorale. […] Dall'alto della sua fama di drammaturgo e delle sue capacità letterarie, il Metastasio volle gettare uno sguardo illuminante su quell'Arcadia ideale che pur ereditata dall'antichità non era sfuggita a una reinterpretazione in chiave cristiana. […] Con tratti decisi e in versi che fluiscono con grazia, il Metastasio non descrisse il mondo com'era, ma come avrebbe dovuto essere: un mondo dove i conflitti si presentano come equivoci […] nati fra persone nobili d'animo e di sentimenti. […] Da un fatto accaduto all'epoca di Alessandro Magno e tramandato dagli storici (come al solito il Metastasio cita scrupolosamente le fonti), il poeta trasse l'exemplum dell'autentico sovrano-pastore, di colui ch'è per il suo regno un «buon pastore». Nel dramma, Alessandro lo dice prima del coro conclusivo, nell'opera di Mozart prima del finale: «Bella sorte d'un regno è il re pastore»
► Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio
⚫ Se è vero che l'opera seria ritrovava col dramma pastorale le proprie origini, si comprende anche la validità dell'acuta osservazione di Reinhard Strohm, secondo il quale col Re pastore di Mozart l'opera metastasiana, giunta al termine del suo ciclo storico, sarebbe tornata «per una volta ancora giovanissima», un giudizio che si potrebbe estendere anche alle altre opere giovanili del salisburghese.
► Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio
⚫ […] Della genesi e delle circostanze di questo allestimento non sappiamo molto di più dell'occasione che ne fornì il pretesto: la visita dell'arciduca Massimiliano, il più giovane dei figli di Maria Teresa, nell'aprile del 1775. Il giorno in cui era nato l'arciduca, nello stesso anno della nascita di Mozart,nel Gartentheater di Schönbrunn era stato rappresentato Il re pastore di Gluck. Seguiamo ancora le fila che legarono i due: nel 1762 Wolfgang aveva ricevuto a Vienna il vestito di gala del piccolo arciduca e vi era stato ritratto; anni dopo, in qualità di principe elettore residente a Bonn e arcivescovo di Colonia (1784 - 1794), Massimiliano mandò a Vienna il giovane Beethoven, per continuare la propria formazione prima presso Mozart e poi presso Haydn (1787 e 1792). Com'è noto, le lezioni con Mozart non ebbero luogo a causa della malattia e morte della madre di Beethoven, e quando questi ritornò a Vienna per la seconda volta, Mozart non era più tra i vivi.Come si vede, era un mondo circoscritto, e che tuttavia abbracciava l'intera Europa culturale; in quel mondo nascevano gli artisti di allora.
► Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio
⚫ Non sappiamo se l'allestimento salisburghese del Re pastore, che occupò parte delle tre serate musicali in onore del'illustre ospite, ebbe luogo in forma teatrale, o di concerto. […] Forse la riduzione a due atti del dramma metastasiano, eseguita -peraltro con perizia- da un anonimo revisore, servì proprio alla rappresentazione in forma di concerto. Sono senz'altro da escludere motivazioni di carattere drammaturgico, contrariamente a quanto avvenne in seguito per l'adattamento della Clemenza di Tito, anch'esso in due atti, realizzato per Mozart da Caterino Mazzolà.
► Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio
⚫ Soggetto pastorale a parte, sotto il profilo formale Il re pastore si distingue dalle normali opere serie per l'assenza di intrecci secondari e di intrighi complicati. Vi agiscono soltanto cinque attori […]. di conseguenza la trama è lineare, la costellazione dei personaggi di esemplare chiarezza. […] I piani dell'azione sono separati con molta nitidezza: da un parte la sfera del potere, personificata ma sovrapersonale, dall'altra le relazioni determinate dai sentimenti o dai rapporti fra i personaggi, situazioni che abbastanza spesso (e qui sta per lo più il fattore risolutivo dei conflitti) entrano in contrasto con le finalità della sfera politica. Tuttavia la riconciliazione finale stabilisce o postula sempre la congiunzione fra i due opposti punti di partenza. Soltanto nell'opera dell'Ottocento il conflitto apparirà insanabile, così da portar sempre alla catastrofe gli attori coinvolti.
► Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio
⚫ Si ha l'impressione che proprio per l'assenza di un intreccio esteriore Mozart si sia sentito più del solito libero di far emergere la trama musicale profonda. La poesia del Metastasio gli offrì spunti a sufficienza. […] Nella sua musica, nuova sia per intendimento sia per qualità intrinseche, il dramma pastorale, ch'era stato trasformato dal genere dell'opera seria, riacquistò la sua vera natura. Tanto più inspiegabile pare dunque la miracolosa consonanza con le convenzioni del genere dato. Ciò può aver reso difficile l'esatta percezione della portata innovatrice della partitura all'ascoltatore dell'epoca, il quale in fin dei conti non aveva neanche la possibilità di rivedere l'opera una seconda volta.
► Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio
⚫ Per le commedie in musica del tipo della Finta semplice e della Finta giardiniera, ma ancor più per l'opera seria, è invece difficile oggi essere plausibili come forme teatrali vive. Non meno problematica è la situazione del genere pastorale cui appartiene Il re pastore. In effetti la genuità di questi generi non sembra essere sopravvissuta alla loro epoca, o si è quanto meno molto stemperata. Le ricostruzioni storicizzanti che assediano con gusto estetizzante il pubblico odierno, simulando l'«autenticità» nei gesti, nella scenografie e nella musica, possono tutt'al più ottenere un successo effimero. […] In ogni caso, i tentativi effettuati finora di rielaborare la costruzione drammaturgica si sono rivelati sterili. Il sistema allegorico, simbolico -per noi difficilmente accessibile- cui fanno riferimento i conflitti umani e i sentimenti da essi suscitati finirà sempre per avere la meglio. […] Sembra che l'unica via percorribile sia di acquisire conoscenze storiche, analizzare la situazione del genere serio e poi (prima di tutto), partendo da queste nozioni elaborare un criterio estetico che ne permetta un'adeguata comprensione. Sotto questo aspetto la musica di Mozart rappresenta una sfida.
► Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio
Giuseppe Bonno | Vienna, Castello di Schönbrunn | 27 ottobre 1751 | |
Arvid Niclas Höpken | Stoccarda | 1752 | |
Giuseppe Sarti | Pesaro, Teatro del Sole | carnevale 1752 | |
Johann Adolph Hasse | Hubertusburg, Hoftheater | 7 ottobre 1755 | |
Francesco Uttini | Drottningholm | 1755 | in due atti |
Christoph Willibald Gluck | Vienna, Burgtheater | 8 dicembre 1756 | |
Maria Teresa Agnesi-Pinottini | ? | 1756 | |
Antonio Mazzoni | Bologna, Teatro Marsigli-Rossi | 11 luglio 1757 | |
Giuseppe Zonca | Monaco di Baviera, Hoftheater | 15 luglio 1760 | |
Niccolò Piccinni | Firenze, Teatro della Pergola | 27 agosto 1760 | |
Johann Christoph Richter | Dresda, Hoftheater | 1762 | |
Johann Adolph Hasse | Varsavia, Teatro Imperiale | 7 ottobre 1762 | revisione della precedente |
George Rush | Londra, Drury Lane Theatre | 24 febbraio 1764 | libretto di Richard Rolt da Metastasio, con titolo The royal shepherd |
Niccolò Jommelli | Ludwigsburg, Schlosstheater | 4 novembre 1764 | |
Felice Giardini | Londra, King's Theatre in the Haymarket | 7 marzo 1765 | |
Antonio Tuzzi | Braunschweig | 1766 - 67 | |
Pietro Alessandro Guglielmi | Venezia, Teatro San Benedetto | Ascensione 1767 | |
Niccolò Jommelli | Salvaterra, Teatro Real | carnevale 1770 | revisione di João Cordero da Silva |
Giuseppe Sarti | Copenhagen, Kongelige Teater | 1771 | seconda versione |
Anton Bach-Schmidt | Eichstätt | 1774 | |
Tommaso Giordani | Londra, King's Theatre in the Haymarket | 30 maggio 1778 | |
Matteo Rauzzini | Dublino, Smock Alley | carnevale 1784 | |
Pietro Pompeo Sales | Dresda | 1780 - 1790 | |
Luciano Xaver Santos | 1797 | ||
Paolo Francesco Parenti | 1810 | non rappresentata |
► DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)
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