Indice

Citazioni riguardanti l'opera

La morte di Orfeo

O quante strida, o quanti

Tragicommedia pastorale.
Libretto e musica di Stefano LANDI.
Prima esecuzione: 1 giugno 1619, Roma.




Genesi

⚫ Gli esordi dell’opera in musica a Roma, diretta conseguenza delle teorie fiorentine sul ‘recitar cantando’, ebbero subito una destinazione sacra (quasi certamente alibi necessario, in coppia con finalità propagandistiche, al diletto della porpora vaticana). Prima significativa deviazione profana è La morte d’Orfeo di Stefano Landi del 1619. […] Forse rappresentato a Roma per le nozze solenni di Marcantonio Borghese e Camilla Orsini […], attinge ancora una volta al mito di Orfeo (dopo due Euridice, la Favola monteverdiana e l’Orfeo dolente di Belli-Chiabrera) quasi a voler abilmente stornare le critiche a quello che pare un esperimento. In realtà per il taglio della storia e la qualità musicale ci troviamo di fronte a qualcosa che poco ha a che vedere con l’emulazione.

Dizionario del teatro, Vedi

Versificazione scorrevole

⚫ Il libretto, a quanto pare dello stesso Landi, presenta più di un motivo d’interesse. La versificazione scorrevole e al tempo stesso ricercata sembra quella di un letterato d’esperienza, e pure certe soluzioni drammaturgiche non paiono improvvisate: l’ingresso calibrato dei vari personaggi, le scene di puro tono allegorico (come il dialogo apparentemente pastorale fra Ireno e Lincastro), l’impiego frequente del coro con significato sempre diverso (trionfale per il fine atto, ma di volta in volta giocoso, terrifico, pastorale, ascetico) e risolto musicalmente con grande maestria (una scrittura madrigalistica che alterna assoli, duetti e terzetti al tutti).

Dizionario del teatro, Vedi

Qualità letteraria e musicale

⚫ In particolare spicca, per qualità letteraria e musicale, l’aria straordinaria di Nisa, una sorta di metamorfosi in cui dal pianto si passa al furore. La musica segue sapientemente col suo declamato la graduale trasformazione d’umore intersecata a una doppia eco che muta il senso dell’ultima parola di ogni strofa e offre lo spunto al verso successivo («…disperiamo», ed Eco: «speriamo - amo…» e il verso prosegue con «Speriamo se pur amo»; oppure «…sospire», ed Eco: «spire - ire…» e di seguito: «Ire spiri ciascun…», e così via).

Dizionario del teatro, Vedi

Improvvise mutazioni di scena

⚫ Non mancano […] intermezzi strumentali e ariette che, aggiunti ai continui cambiamenti degli ensemble vocali, a improvvise mutazioni di scena degni della migliore tradizione del tardo Cinquecento e a una costante attenzione alla varietà del carattere, rendono l’operina godibilissima.

Dizionario del teatro, Vedi

Le arie e le danze

⚫ Il recitativo domina le opere in quanto le arie sono relativamente rare: […] La morte d'Orfeo ne presenta solo tre in tutta l'opera. Le poche arie che appaiono sono del tipo strofico e spesso molto lunghe. […] Nell'opera di Landi ciascun atto termina con una scena piuttosto complessa in cui si alternano il coro, spesso in stile madrigalistico, e i solisti: il più elaborato di questi «finali» compare al termine de La morte d'Orfeo. E, tuttavia, queste scene, in cui i cori intervengono anche in episodi di danza […] sembrano essere collegate più al divertimento del pubblico che allo sviluppo drammatico. La scrittura corale in tali opere è varia, in quanto può essere concepita o per cori all'unisono, in semplice omofonia, oppure nella sofisticata polifonia madrigalistica.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

Segnala una citazione

▒ Se volete contribuire segnalando una citazione o una fonte riguardante quest'opera, mandateci una e-mail a questo indirizzo.