Citazioni riguardanti l'opera
Dramma per musica.
Libretto di Vittorio Amedeo CIGNA-SANTI.
Musica di Wolfgang Amadeus MOZART.
Opus: K. 87/74a.
Prima esecuzione: 26 dicembre 1770, Milano.
⚫ L’occasione per comporre la sua prima opera seria (e dunque la prima di notevole impegno) venne a Mozart dal Regio Ducal Teatro di Milano, in seguito ai contatti che il compositore, accompagnato dal padre, ebbe nel febbraio 1770 con una serie di influenti personaggi, tra cui il conte Firmian e Giovanni Battista Sammartini. Il quattordicenne salisburghese iniziò la partitura a Bologna il 29 settembre 1770, per concluderla a Milano in tempo perché venisse allestita per l’inaugurazione della stagione di carnevale, il 26 dicembre dello stesso anno.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Il libretto, scritto originariamente da Vittorio Amedeo Cigna-Santi per la musica di Quirino Gasparini (al Regio di Torino, nel 1767: per l’opera mozartiana venne nuovamente scritturato proprio il cast di quell’allestimento), era stato tratto con inappuntabile abilità e competenza, in base ai canoni del melodramma metastasiano, dalla tragedia Mithridate (1673) di Racine, disponibile attraverso la traduzione italiana di Giuseppe Parini. L’opera ottenne, come scrisse lo stesso Parini su ‘La Gazzetta di Milano’, un caloroso successo, sancito da venti repliche.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Al centro della vicenda è il conflitto tra Mitridate e i suoi due figli per la mano di Aspasia, conflitto risolto con l’irrealistica conciliazione dei due fratelli e la ‘redenzione’ finale del crudele tiranno. La musica del giovane Mozart conferisce insolita intensità emotiva alla rappresentazione degli affetti tipici dell’opera seria (l’ira del re, la disperazione delle vittime, l’infelicità degli amanti). L’energia e la violenza che il compositore profonde in questi momenti è esaltata dall’impiego frequentissimo del recitativo accompagnato […], voce dell’inquietudine perenne dei personaggi, che si risolve in arie di varia struttura: incalzanti e convulse, come quella di Aspasia “Nel sen mi palpita”, o ambigue e tormentate nella loro stesura, come l’aria di sortita di Mitridate “Se di lauri il crine adorno”, passata attraverso almeno quattro rielaborazioni successive.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Un […] clima di serenità estatica è riscontrabile nelle arie del secondo atto degli amanti Sifare (l’ampia “Lungi da te mio bene”, con un’evocativa parte di corno obbligato) e Aspasia (“Nel grave tormento”); a quest’ultima spetta anche la topica, drammatica cavatina “Pallid’ombre” nella scena del veleno, mentre l’orchestra riceve il debito tributo in pagine importanti, come l’elaborata marcia che accompagna lo sbarco di Mitridate nel primo atto.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ I punti culminanti del terzo atto sono la grande scena d'ombra di Aspasia (III, 4, n. 21), lungo recitativo accompagnato con cavatina, e un'appassionata aria di Sifare (III, 6, n. 22) inserita nello stesso complesso scenico. Aspasia è in procinto di ingerire il veleno che Mitridate le ha mandato; nella cavatina - come al solito in Mi♭maggiore - ella invoca solennemente le ombre dei campi elisi perché nella morte le facciano raggiungere la pace dell'anima. Se il canto sostenuto e solenne della cavatina in Mi♭maggiore inserita nel recitativo accompagnato è suggerito dall'idea della vicinanza della morte, anche l'aria di Sifare (n. 22) […] è consona all'atmosfera delle scene d'ombra sia per la tonalità (Do minore) che per il tempo vivace (Allegro agitato).Per creare questo nesso interno, che pare suggerito dalla disposizione delle scene, Mozart dovette andare oltre il contenuto del testo, giacché la vaga astrattezza delle sue strofe non offre alcun appiglio a una musica molto agitata, pervasa dal dolore. Una tale prassi non era certamente poroibita dalle convenzioni, e tuttavia è degna della massima attenzione la sicurezza con cui il compositore quindicenne, senza curarsi dell'aspetto linguistico, impose per mezzo della musica la propria interpretazione drammaturgica.
► Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio
⚫ Che Mozart dedicasse maggiore attenzione ai brani dei protagonisti era nella natura delle cose. Inusuale è invece l'interesse mostrato per le situazioni e le emozioni estreme. Soprattutto nelle scene centrali, ricche di pathos, si percepisce un nuovo stile fatto di sentimenti veri, non più riconducibile al balletto cerimoniale degli affetti, che probabilmente venne notato anche dagli spettatori di allora. Recensendo la rappresentazione sulla «Gazzetta di Milano» /2 gennaio 1771), Giuseppe Parini scrive che alcune arie della Signora Bernasconi (Aspasia) «esprimono vivamente le passioni» e che il giovane maestro di cappella «studia il bello della natura».
► Il teatro di Mozart, Stefan Kunze, Venezia, 1990, Marsilio
⚫ Sono pochi i brani del Mitridate che raggiungono l'intensità dell'impeto di dolore di Aspasia. Ma sarebbe difficile trovarne uno dove non arda una vita nuova e feconda di di sviluppi diversi, dove le note non possiedano lo splendore della giovinezza. Invece di fare un discutile elenco di annotazioni singole, sarà più utile richiamare l'attenzione su alcuni aspetti generali, fra i quali, inconfondibili, la tendenza a pensare l'opera nel suo isieme, l'evidenza di certi profili eroici scolpiti nella musica e la creazione di un linguaggio febbrile, che non appartiene più al mondo galante del teatro metastasiano.
Quirino Gasparini | Torino, Teatro Regio | 31 gennaio 1767 | libretto tratto dalla traduzione di Giuseppe Parini della tragedia di Jean Racine Mithridate |
► DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)
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