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Citazioni riguardanti l'opera

Maria di Rohan

Cupa, fatal mestizia

Melodramma tragico.
Libretto di Salvadore CAMMARANO.
Musica di Gaetano DONIZETTI.
Prima esecuzione: 5 giugno 1843, Vienna.




Genesi

⚫ Donizetti aveva già abbozzato l’opera (inizialmente intitolata Un duello sotto Richelieu) a grandi linee a Parigi, nel dicembre 1842, mentre portava a termine Don Pasquale; da una lettera del musicista si desume che la composizione fu ultimata il 13 febbraio dell’anno successivo. Donizetti attraversava un periodo di intensa attività compositiva, forse consapevole dell’inesorabile aggravarsi delle proprie condizioni di salute […].

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Accoglienza

⚫ […] la ‘prima’ ebbe luogo sotto la sua direzione e registrò un convincente successo (furono apprezzati soprattutto l’ouverture e il terzetto finale). L’opera convinse essenzialmente per le sue qualità drammatiche, eloquentemente rilevate dagli interpreti principali […].

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Visione drammatica

Maria di Rohan segna forse il punto più alto di maturazione nell’itinerario poetico di Donizetti; con quest’opera il musicista approfondì la propria visione drammatica, a scapito di quella puramente lirica e belcantistica, facendo delle arie di sortita un vero e proprio studio di carattere e privilegiando i duetti e i pezzi d’assieme in luogo degli episodi solistici (ricordiamo, tra i momenti di maggior rilievo, l’aria di Maria “Cupa, fatal mestizia” e il duetto con Chevreuse “So per prova il tuo bel core”).

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Le voci dell'epoca

La favola

Riproduciamo […] questo esteso articolo della Gazzetta Musicale di Vienna […]. Donizetti è il maestro del giorno. […] Non sono ancora chiuse le trattative intorno al suo Don Pasquale, che il maestro ha già dato termine ad un'Opera nuova: Maria di Rohan. Donizetti ha già fornito diverse prove al mondo della celerità colla quale egli compone i suoi spartiti, e se non prestiamo piena fede alla favola dei banditi che assalirono il maestro e che lo sforzarono a scrivere sotto i loro occhi un'Opera (Rosamunda), havvi però nell'invenzione di una tal favola il più gran complimento riguardo alla prodigiosa celerità del suo modo di comporre. L'Opera quest'oggi udita, dicesi che il maestro l'abbia scritta in sei settimane: per verità questo tempo non basta quasi a scrivere materialmente un sì esteso spartito, e se oltre di ciò osserviamo che, guardandola dal dal punto artistico, quest'Opera appartiene appunto alle migliori di questo fecondo compositore, non possiamo a meno di tributargli la nostra ammirazione.

Gazzetta musicale di Milano, anno II, n° 25, Critica melodrammatica, Maria di Rohan, A. S., Casa Musicale Ricordi, 1843

Il poeta

⚫ Segue dalla Gazzetta Musicale di Vienna Anche nel presente libretto il poeta ha convalidato il suo talento, presentandoci questo argomento, quantunque troppo complicato per un'Opera, colla più possibile chiarezza; egli estrasse dai garbugli, dai fili a cento colori tessuti d'intrighi e raggiri della Corte di Luigi XIII, e dei quali si compone quest'Opera, appunto quanto occorre per per tessere un soggetto teatrale pieno d'effetto, che basti all'esigenza del compositore e che finalmente riesca interessante e intellegibile al pubblico. Fino a qual punto poi egli siasi giovato della base francese, o quanto si debba alla propria sua immaginazione, ciò può essere indifferente per noi; basta che il sig. Cammarano ci abbia somministrato un libretto che merita la preferenza su molti altri; esso è pieno di momenti drammatici di grande effetto, i caratteri sono dipinti con verità, la lingua è bella ed offre al compositore sufficiente occasione di far mostra del vasto suo ingegno.

Gazzetta musicale di Milano, anno II, n° 25, Critica melodrammatica, Maria di Rohan, A. S., Casa Musicale Ricordi, 1843

Il volo dell'ingegno

⚫ Segue dalla Gazzetta Musicale di Vienna In quanto alla musica di Donizetti […] quest'Opera è da annoverarsi fra le migliori che finora escirono dalla sua penna. E già dalla sinfonia si vede che Donizetti si è posto a questo lavoro con quella serietà che chiaramente si manifesta per tutta l'Opera, ciò che sembra non essere sempre proprio a questo maestro nella creazione delle altre sue composizioni teatrali. Il digmitoso portamento, la diligenza nell'intima costruzione di quest'Opera, l'omissione studiata a bella posta dei suoi ripieghi melodici che stanno sempre a' suoi comandi; l'eccellente disposizione drammatica della musica, la brevità, la robustezza dello stile musicale, l'identità e l'integrità della forma, tuttociò amiamo attruibuirlo a noi stessi e credere che Donizetti abbia voluto dare a quest'Opera, ch'egli compose per i tedeschi, quella tinta di severità e dignità che sì bene corrisponde al carattere della nostra nazione. E se crediamo questo dobbiamo ringraziarlo e lodare la sua intenzione; anzi dobbiamo congratularci seco lui di un tal giudizio artistico, che in seguito presterà certamente all'ardito volo del grande suo ingegno quell'impulso che lo sollevi al di sopra del gusto odierno, in una parola al di sopra della sua epoca.

Gazzetta musicale di Milano, anno II, n° 25, Critica melodrammatica, Maria di Rohan, A. S., Casa Musicale Ricordi, 1843

La forza delle melodie

⚫ Segue dalla Gazzetta Musicale di Vienna Come già dissi, in quest'Opera Donizetti ha lasciato in parte inoperosa appunto la sua forza, voglio dire la forza fulminante delle sue melodie, e credo ch'egli ciò abbia fatto a bella posta; imperocché l'invenzione di leggeri motivi non sarebbe punto riescita gravosa ad un Creso di melodie come è Donizetti; egli volle produr effetto unicamente colla drammatica caratteristica della sua musica; impresa che certamente non può che fargli onore, benché ciò non gli acquisti in tanto grado l'applauso della moltitudine. Donizetti non ha bisogno di ricorrere al favore della plebe che sì facilmente si contenta; il suo nome si è oramai acqistato un tal credito ch'egli può tentare qualche passo in favore dell'arte […]; ben inteso che un tal deviamento dal solito sentiero debba aver per base una ferma convinzione artistica, senza la quale un tal passo non avrebbe conseguenze né per la buona causa, né per lo stesso artista.

Gazzetta musicale di Milano, anno II, n° 25, Critica melodrammatica, Maria di Rohan, A. S., Casa Musicale Ricordi, 1843

L'atto terzo

⚫ Segue dalla Gazzetta Musicale di Vienna L'atto terzo, senza dubbio il più felice dell'opera, offre al compositore anche nell'azione drammatica una più ampia sfera per l'illimitata estensione della sua fantasia. Le passioni si concentrano, l'azione si riunisce in un sol punto e subentra la massima alterazione degli affetti. Amore, gelosia, vendetta e disperazione agiscono alternativamente e somministrano al compositore occasione per una efficacie caratteristica del suo quadro musicale. Ch'egli abbia saputo approfittare di questa occasione lo dimostra l'aria d'Enrico: «Ogni mio bene in te sperai?» e più ancora il brillante terzetto fra Enrico, Riccardo e Maria: «Vivo non t'è concesso». Questi due pezzi sono i più splendidi di tutta l'opera; havvi in essi una passione, un sentimento della situazione, insomma una verità nell'esposizione musicale che fa grande onore al compositore e che in poche sue migliori opere troviamo portati ad un così sublime grado.

Gazzetta musicale di Milano, anno II, n° 25, Critica melodrammatica, Maria di Rohan, A. S., Casa Musicale Ricordi, 1843

Sublimità

⚫ Da recenti notizie particolari rilevasi che la Maria di Rohan di Donizetti più si sente più piace, e che ad ogni sua rappresentazione il teatro rigurgita di spettatori. Fra i pezzi che meglio sono apprezzati, notansi la elaborata e sì magnificamente istromentata sinfonia, la ben colorita cavatina della Tadolini, il finale del primo atto; l'affettuosa romanza di Guasco nel secondo, il duetto fra questo e Ronconi, e l'altro appassionato duetto colla Tadolini. Tutto il terzo atto poi, a motivo anche della sorprendente esecuzione di Ronconi sì nel canto, che nella declamazione, è giudicato un capolavoro tale da accrescere la gloria del rinomato compositore che in mirabile accordo unì l'imaginazione musicale coll'espressione drammatica e colla profondità scientifica. L'aria di Ronconi, il quale mai non apparve sì grande come in quest'opera, il duetto fra questi e la Tadolini ed il magico terzetto finale, hanno in sé qualche cosa che trasporta e commove e lascia una lunga e forte impressione. Il terzo atto della Maria di Rohan tocca la sublimità.

Gazzetta musicale di Milano, anno II, n° 27, Notizie musicali diverse, Vienna, Casa Musicale Ricordi, 1843

Il grande provveditore di note

⚫ Per acquistare dello spazio, io risparmierò tutti gli esordi, persino quello che avea già ideato, e che dovea assumersi l'incombenza di far risaltare con una conveniente vivacità, la singolarità piuttosto unica che rara del doppio trionfo assegnato a Donizetti dal pubblico parigino nel breve giro di circa trent'ore. Sì, sì, io potrei far sorgere una folla di osservazioni più o meno nuove e deliziose nel parlarvi dell'ingegno proteiforme, della ispirazione sempre in movimento e sempre inesausta di quest'uomo, che è il grande provveditore di note di quasi tutti i teatri d'Europa.

Gazzetta musicale di Milano, anno II, n° 48, Carteggio. Il Don Sébastien, al Grand Opéra, La Maria di Rohan al Teatro Italiano ecc., Casa Musicale Ricordi, 1843

L'entusiasmo del pubblico

⚫ […] La Maria di Rohan, scritta pella scorsa primavera di Vienna, mantenne nella massima parte gli auguri favorevoli che avevano preceduto la sua comparsa. […] il terzo atto trasportò il pubblico, e giustificò pienamente l'entusiasmo che aveva prodotto nei Viennesi. È una successione rapida, non interrotta, meravigliosa di bellezze musicali di prim'ordine, di bellezze che uniscono al pregio dell'originalità quello d'un'espressione drammatica che esercita sugli uditori la più alta influenza.

Gazzetta musicale di Milano, anno II, n° 48, Carteggio. Il Don Sébastien, al Grand Opéra, La Maria di Rohan al Teatro Italiano ecc., Casa Musicale Ricordi, 1843

Cantante ed attore

⚫ Ronconi nella parte di Chevreuse fu inimitabile; egli fu cantante ed attore di primissimo ordine. Io dovrei citare tutti i suoi pezzi se volessi annoverare quelli nei quali trasportò il pubblico all'entusiasmo; ma se ometto il lungo elenco, non voglio tacervi l'effetto formidabile da lui prodotto nella terribile frase del duetto - È troppa la gioia… mi toglie.. il respir! - detta da lui in modo da far agghiacciare il sangue; il colorito mordente della sua voce, l'espressione atrocemente sorridente della sua fisionomia fanno un assieme di cui si cercherebbe invano d'offrire un'idea. Il successo di Ronconi si consolida tutti i giorni, e ciò fa onore al criterio del pubblico parigino.

Gazzetta musicale di Milano, anno II, n° 48, Carteggio. Il Don Sébastien, al Grand Opéra, La Maria di Rohan al Teatro Italiano ecc., Casa Musicale Ricordi, 1843

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