Citazioni riguardanti l'opera
Dramma lirico in quattro atti.
Libretto di Giovanni PERUZZINI.
Musica di Errico PETRELLA.
Prima esecuzione: 26 gennaio 1858, Milano.
⚫ La versione operistica resta ragionevolmente fedele all’originale nell’intreccio, ma nel libretto truculento e drammatico di Peruzzini ben poco rimane dell’atmosfera erudita creata da Bulwer-Lytton.
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⚫ La partitura di Petrella appare piuttosto convenzionale nella drammaturgia: si apre con una sinfonia in forma di sonatina e si snoda attraverso un florilegio di arie e duetti coronati da frastagliate cabalette; le melodie tuttavia possiedono un impeto istintivo, e vengono efficacemente sostenute da semplici accompagnamenti orchestrali (e tutta l’orchestrazione risente del modello bandistico coevo).
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⚫ Al successo di Jone -l’opera ottenne, al suo esordio, ventun rappresentazioni, e rimase in repertorio fino agli anni Venti del nostro secolo- contribuirono certamente gli aspetti spettacolari da grand-opéra, la presenza di un evento scenico eclatante come l’eruzione del Vesuvio, il gusto un po’ kitsch, l’ambientazione arcaica, il facile e ricco melodismo di ascendenza napoletana e belliniana unito all’enfasi vocale: tutti caratteri che erano consoni alle aspettative del pubblico del tempo.
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⚫ Due arie di Glauco, in particolare, divennero popolarissime: l’arrogante brindisi “Canti chi vuole” e la romanza “O Jone, di quest’anima”, forse il tratto più espressivo di tutta l’opera; interessante è anche il duetto “Dell’Ilisso sulle sponde”, che rende efficacemente il crescente delirio dell’eroe, attraverso un accompagnamento sempre più fitto e una linea ricca di inflessioni cromatiche.
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