Citazioni riguardanti l'opera
Dramma.
Libretto di Ortensio MAURO.
Musica di Agostino STEFFANI.
Prima esecuzione: 30 gennaio 1689, Hannover.
⚫ Legato alla casa bavarese, che ne aveva curato l’educazione politica e musicale, Steffani compose per Monaco, tra il 1680 e il ’90, una mezza dozzina di opere. Nel 1689 divenne Kapellmeister a Hannover, con l’incarico di scrivere opere per il nuovo grande teatro (con ben quattro ordini di palchi) appena eretto e subito inaugurato dal suo nuovo lavoro Henrico Leone.
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⚫ Steffani, fra un incarico e l’altro, scrisse fino al [1695] quasi una decina di lavori nuovi, poi replicati ovunque in Germania, influenzando non poco la produzione tedesca successiva.
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⚫ La trama, non da ultimo per il suo impianto, ha connotazioni che si direbbero quasi romantiche: la tempesta ad apertura di sipario, certe cupe insistenze sul registro demoniaco, o la rappresentazione (benché solo immaginaria) della morte struggente di Henrico (straordinaria l’aria che scolora in un recitativo accompagnato sempre più esile, che si spegne sulla parola «moro» quando ormai l’orchestra ha già smesso di suonare: II,10).
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⚫ L’opera rimane […] calata nella temperie della propria epoca nella frammentazione delle scene, nella complessità dell’intreccio, nonché nella presenza, ad esempio, di servi pettegoli. Steffani è uomo del suo tempo e quindi non indugia sugli spunti più insoliti del libretto; gioca invece con stili di varia provenienza, libero dalle imposizioni di un pubblico avvertito come quello veneziano, alternando balletti e sinfonie alla francese e ricchi accompagnamenti d’impronta romana alla vocalità espressiva importata dalla laguna.
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⚫ Assai personali i profili del recitativo (ad esempio quello di Metilda, I,9) che, pur mantenendo il tipico andamento ‘corsivo’ raggiunta alla fine del secolo, si arricchisce di colorature, volatine, rapidi melismi su parole chiave (ma probabilmente Steffani scrive ciò che a Venezia era pratica estemporanea). Merita poi attenzione il trattamento armonico, denso, serrato, con modulazioni di una ricchezza espressiva che si ritroverà in Händel.
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⚫ Le arie -in genere brevi, tripartite eppur quantitativamente consistenti (in media una cinquantina nelle opere di questi anni)- offrono solo di rado qualche spazio all’espansione lirica, ma si fanno invece apprezzare per la raffinatezza compositiva, forse più prossima alla produzione cameristica che non al teatro d’opera coevo.
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