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Citazioni riguardanti l'opera

Giovanna D'Arco

Dunque, o cruda, e gloria e trono

Dramma lirico.
Libretto di Temistocle SOLERA.
Musica di Giuseppe VERDI.
Prima esecuzione: 28 febbraio 1845, Milano.




Buon successo

⚫ Nonostante i problemi sorti con l’orchestra e i cantanti, e i dissapori con l’impresario Merelli (che aveva tentato di venderne segretamente lo spartito a Ricordi), l’opera ebbe un buon successo […] ma, Verdi decise non presentare più una partitura in prima assoluta alla Scala (vi ritornò solo nel 1887, con Otello). Nonostante il felice esito ottenuto a Milano e nei principali teatri italiani (dove talvolta, la ‘scabrosità’ del soggetto indusse la censura a vistosi cambiamenti), l’opera non ebbe molta fortuna.

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Giudizi riduttivi

⚫ Benché Solera affermi con orgoglio di essersi discostato da Schiller, il suo libretto non si allontana più di tanto dal dramma originale salvo che nell’approfondimento psicologico dei personaggi e nella poesia dell’intreccio, peraltro qui meno riusciti. Verdi, infastidito dai giudizi riduttivi della critica, che aveva accolto l’opera come il buon prodotto di un musicista ancora alle prime armi e che avrebbe potuto migliorare in futuro, ebbe a ribattere definendo Giovanna la sua opera più riuscita.

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Posizioni acquisite

⚫ […] All’interno del percorso creativo del musicista, l’opera, più che innovare, consolida posizioni acquisite: va infatti tenuto presente che con Giovanna, Verdi intensificò sensibilmente i propri ritmi compositivo, passando da una a due opere l’anno (entro l’estate musicò anche Alzira) e non ebbe quindi neppure il tempo materiale per approfondire i risultati conseguiti in precedenza.

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Scrittura ambiziosa e difficile

⚫ [Giovanna D'Arco] è un’opera più eterogenea rispetto alle precedenti, nella quale momenti non felicissimi si alternano a pagine tra le migliori tra quelle scritte da Verdi sino ad allora. Tra queste, la romanza della protagonista “O fatidica foresta”, il successivo duetto di Carlo e Giovanna “Dunque, o cruda, e gloria e trono”, l’Adagio del concertato nel finale secondo, il duetto Giacomo-Giovanna “Amai, ma un solo istante” e la romanza di Carlo “Quale più fido amico”. Il ruolo della protagonista, modellato sulle eccellenti doti vocali della Frezzolini, è caratterizzato da una scrittura che è tra le più ambiziose e difficili dell’intero repertorio verdiano.

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