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Citazioni riguardanti l'opera

Ero e Leandro



Tragedia lirica.
Libretto di Arrigo BOITO.
Musica di Giovanni BOTTESINI.
Prima esecuzione: 11 gennaio 1879, Torino.




La magistrale fattura

⚫ I pregi di questo lavoro [id est Alì Babà] nel cui superiore eclettismo sentiamo riflessi gli echi più nobili (da Cherubini a Weber, da Lortzing a Nicolai) sempre recepiti da un'angolatura squisitamente italiana, si riscontrano in una più ampia prospettiva e ovviamente con altri intendimenti drammatici in Ero e Leandro. Già la magistrale fattura di questo melodramma, il suo imporsi per gli oggettivi valori formali della pagina, prima e più che per quelli «teatrali», il suo colto dominio dell'ampia architettura scenica che tradisce la predilezione dell'autore per certo classicistico decoro alla Saint-Saëns, valgono a farne una felice eccezione, in tempi di miseria e trivialità.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

La vena più autentica

⚫ Nella togata e pur vivida cornice spettacolare in cui s'incastonano i preziosismi smancerosi della versificazione boitiana, si fa strada, pur tra qualche ingenuità e qualche caduta in un melodizzare generico, la vena più autentica di Bottesini, che è quella della delicata e commossa intimità lirica quale è dato soprattutto di ammirare nei due duetti degli amanti (al I e al II atto) che rappresentano forse il vertice inventivo dell'opera. Nella quale il compositore si compiace altresì di temi ricorrenti derivati dalle pagine di maggiore rilievo, e di una fresca, popolareggiante aura marina (non ancora «marinaresca», anche se sulla via per diventarlo) alitante nelle pagine corali, nelle canzoni e negli altri brani decorativi.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

Il libretto

⚫ Il libretto fu scritto da Boito (come per La Gioconda e altri lavori dello stesso periodo l’autore si celò sotto lo pseudonimo Tobia Gorrio) per se stesso, ma il lavoro di composizione fu, con ogni probabilità, presto interrotto; in ogni modo, della partitura sopravvissero solo la barcarola “La luna diffonde”, poi pubblicata da Ricordi per coro a quattro voci miste con accompagnamento di pianoforte, e l’a due dei protagonisti (“Lontano, lontano, lontano”), passato nella seconda versione del Mefistofele come a due di Faust e Margherita. Ceduto a Bottesini nel 1875, e portato da due a tre atti, il libretto fu interamente musicato entro la fine del 1878, con la sola esclusione del prologo, che compare solo nell’intonazione che, con lo stesso titolo, verrà effettuata una quindicina di anni dopo da (?) Luigi Mancinelli, che affiderà questa parte dell’opera a un contralto.

Dizionario del teatro, Vedi

Orchestrazione sapiente

Del pur esiguo catalogo melodrammatico di Bottesini, Ero e Leandro è forse l’esito più alto, per la scrittura vocale tersa ed elegante, ma non scevra di una spiritualità raccolta e commossa, e per l’orchestrazione sapiente, ricca di contrasti e di particolari suggestivi, evocatori di una drammaticità che il libretto di Boito, più attento alla ricercatezza del verso che ad accenti toccanti e sinceri, sviluppa solo in parte.

Dizionario del teatro, Vedi

Altri compositori dello stesso libretto

Luigi Mancinelli Madrid (prima esecuzione in italiano) 30 novembre 1897

DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)

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