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Citazioni riguardanti l'opera

L'Ercole amante

Strale invisibile

Tragedia.
Libretto di Francesco BUTI.
Musica di Francesco CAVALLI.
Prima esecuzione: 7 febbraio 1662, Parigi.




Grandi apparenze

⚫ Grandi festeggiamenti: Luigi XIV, da poco maggiorenne, sposa l’infanta di Spagna. Mazarino commissiona per l’occasione una nuova opera all’ormai ovunque celebrato Francesco Cavalli, invitato a Parigi con tutti gli onori. Cavalli dapprima nicchia; è vecchio, stanco, e soprattutto è memore dell’insuccesso tutto francese di Egisto, ma poi accetta. Librettista il solito Buti […] immancabile quando è Mazarino a disporre. Purtroppo il nuovo teatro «delle macchine», che si vuole costruire per l’occasione, non è ancora pronto, e la nuova opera necessita di grandi apparenze e mutazioni. […] Finalmente, più di un anno dopo, il teatro viene aperto e in febbraio va in scena L’Ercole amante. Lully, compositore ufficiale del re, farcisce i cinque atti dell’opera con qualcosa come diciotto entrées de ballet (étoile il festeggiato e saltellante Luigi XIV).

Dizionario del teatro, Vedi

Ingerenza italiana

⚫ Cavalli fa di tutto per incontrare il gusto della corte parigina: aggrava in genere le voci maschili, distribuisce sinfonie e cori ovunque, riduce al minimo i recitativi, ma niente, ai francesi non piace: bene i balli, bravo il re, belle le scene trionfali, ma la musica se va bene è giudicata noiosa. In verità i francesi da tempo mal tolleravano l’ingerenza ovunque italiana: teatri all’italiana (quelli con i palchetti), giardini all’italiana (quelli con le siepine squadrate), banchetti italiani (quelli del re), musica italiana (quella di Cavalli), commedia italiana (quella dell’arte), cardinali italiani (il Mazarino), vizio italiano (quello del cardinale), non se ne poteva più. E morto il Mazarino, pochi mesi prima, ogni occasione diventa buona per rivendicare la propria identità nazionale.

Dizionario del teatro, Vedi

Irresistibile per incoerenza

⚫ Cavalli torna deluso e amareggiato […]. Purtroppo l’opera, così traboccante di cori e macchine, prevalentemente scritta per un’orchestra a cinque parti, è troppo ingombrante per un teatro veneziano e non riuscirà a riproporsi. Anche la storia è un po’ invecchiata per il gusto lagunare, ora prevalentemente disposto a vicende storiche, eroiche o al più pastorali. Troppi dèi e affari celesti girano attorno a Ercole, poco opportunamente innamorato della bella Iole (in realtà destinata a Hyllo) […]. Alla fine Ercole, fra pianeti rotanti e angeli celesti, sposa Ebe in una cerimonia che dovrebbe ricordare quella di Luigi e l’infanta. Il libretto di Buti non è il meglio che offra la letteratura dell’epoca; irresistibile per incoerenza, sviluppi abbandonati a metà ed evoluzioni del tutto inattese, non è, contrariamente all’opinione diffusa, un tipico esempio di libretto seicentesco.

Dizionario del teatro, Vedi

Un capolavoro

⚫ […] grandeggia nel suo fascino solitario L'Ercole amante (F. Buti), se non «il» capolavoro, «un» capolavoro, almeno l'opera diversa, «mirabile» (Prunières) o singolare, il vasto affresco sonoro in cui Cavalli volle condensare tutti i suoi estri e poteri, prodigiosamente superarsi e attingere una pienezza insueta, quale solo l'alta stagione artistica e spirituale poteva consentirgli, con l'ambizione per l'arduo cimento, che l'avrebbe imposto anche all'estero. Come dire, per analogia, il suo Guillaume Tell, meditato a lungo, con raro impegno, ma accolto sfavorevolmente.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

L'esperienza parigina

⚫ L'esperienza parigina amplia l'orizzonte artistico di Cavalli, senza tuttavia intaccarne o contraddirne la vigorosa natura, anche se, forse, l'impeto di un tempo si placa in più pensosa e consapevole assunzione di propositi drammatici. La posizione storica del musicista se n'illumina di nuova, ferma luce. Lo si voglia «riformatore» (Wellesz) o gli si neghi qualità di «novatore e ricercatore» (Prunières), Cavalli, «allievo ed erede del testamento monteverdiano»(L. Schrade), ne proseguì la via, giungendo a mète drammatiche di poetico risalto con un processo di semplificazione, sistemazione, incipiente «razionalizzazione» dei mezzi espressivi che solo un clima d'arte libero dai conflitti scatenati dalle sconvolgenti intuizioni e attuazioni del maestro poteva consentire.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

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