Citazioni riguardanti l'opera
Melo-dramma in due atti.
Libretto di Andrea Leone TOTTOLA.
Musica di Gioachino ROSSINI.
Prima esecuzione: 24 settembre 1819, Napoli.
⚫ Giacomo Leopardi scriveva da Roma al fratello Carlo, il 5 febbraio 1823, di aver assistito al Teatro Argentina alla Donna del lago e di essere stato affascinato dalla musica rossiniana: «eseguita da voci sorprendenti, è cosa stupenda, e potrei piangere ancor io, se il dono delle lagrime non mi fosse stato sospeso, giacché m’avvedo pure di non averlo perduto affatto». Ma Leopardi continuava: «è intollerabile e mortale la lunghezza dello spettacolo, che dura sei ore, e qui non s’usa d’uscire dal palco proprio…». Forse da queste parole ebbe origine un pregiudizio che gli studiosi si sono tramandati per qualche tempo, circa la disuguaglianza fra un primo atto dell’opera, denso di gemme musicali, e un secondo atto non all’altezza del primo, anche per cadute di interesse nell’azione.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ […] la condotta drammatica della Donna del lago è simile a quella di tutte le opere serie del periodo rossiniano: solo nelle opere più mature di Donizetti e Bellini, per non parlare di Verdi, la costruzione drammatica sarà sapientemente costruita in ‘crescendo’, tutta puntata sul finale dell’ultimo atto. In quelle di Rossini non è mai così: il culmine dell’azione, della costruzione formale e musicale, e dell’interesse richiesto agli spettatori, si trova nel finale dell’atto primo. L’intero secondo atto può essere considerato un lento ‘diminuendo’ drammatico, ma questo non vuol dire che sia meno importante e trascurato: nel gioco di bilanciamenti e pesi drammatici, esso prevede sempre una sorta di ‘finale interno’ […], e le arie di congedo dei due o tre personaggi principali, secondo una disposizione calibrata come riflesso delle arie ‘di sortita’, quelle che presentavano per la prima volta i protagonisti nell’atto iniziale.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Tre blocchi drammatici (introduzione ‘lunga’, finale primo, duetto-terzetto del secondo) costituiscono […] l’impalcatura dell’opera; di questi, il secondo è il centro musicale e drammatico (il finale d’atto), il terzo è il momento di ‘catastrofe’ della vicenda, che poi può solamente sciogliersi nei rondò virtuosistici dei protagonisti, Malcom ed Elena.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ L’interesse per l’ambientazione scozzese era vivo all’epoca della Donna del lago, che rappresenta il primo melodramma italiano basato su un soggetto tratto da Walter Scott. […] La vicenda è quella del poemetto narrativo The Lady of the Lake, non ancora tradotto in italiano nel 1819 ma disponibile nella versione francese […]. Il libretto tiene conto anche della traduzione che Melchiorre Cesarotti aveva offerto (Padova 1763) degli Ossianic poems di James Macpherson, che godevano ancora di vasta fortuna nel primo Ottocento. Si spiegano con il ricorso a Cesarotti citazioni e riferimenti al ‘clima ossianico’ assenti nel poema di Scott, e scelte metriche particolarmente innovative rispetto alla tradizione classicheggiante dell’opera seria italiana: ad esempio la ricchezza di combinazioni ritmiche e i giochi con le rime a metà verso. Più che la musica in sé, è forse l’ambientazione di molte scene a far sì che La donna del lago sia stata spesso considerata una delle prime opere romantiche italiane, o almeno la più romantica fra quelle del periodo italiano di Rossini.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ È abbastanza singolare la scelta del librettista, di concludere [il primo atto] puntando sull’effetto corale e relegando i drammi intimi dei protagonisti sullo sfondo: quando viene annunciato l’arrivo di un drappello nemico, un giuramento solenne è proposto da Rodrigo e ripreso da tutti i guerrieri; un crescendo orchestrale porta al canto di guerra sciolto dai «sacri cantori» per infondere coraggio, in tonalità maggiore (“Già un raggio forier”), al quale rispondono le donne in tonalità minore. L’accompagnamento dell’arpa e l’indicazione moderato hanno forse tratto in inganno alcuni direttori d’orchestra e alcuni commentatori, che definiscono questa pagina in termini di raffinata eleganza. In realtà, la costruzione contrappuntistica dei motivi, nello sviluppo del brano (si veda la ripresa del tema ‘bandistico’ dell’entrata di Malcom), ne fa una delle pagine più dense del Rossini napoletano: una pagina decisamente marziale e vigorosa, che il compositore rielaborò come Coro per il terzo centenario della nascita del Tasso (1844) e come Grido di esultazione riconoscente al sommo pontefice Pio IX (1846).
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ Elegante e raffinata è […] la cavatina di apertura del secondo atto, introdotta dal corno solista e cantata da Uberto (“O fiamma soave”), che si aggira per una «folta boscaglia», in abito da pastore: ha scoperto il rifugio in cui è nascosta Elena, mentre continua la guerra fra i clan alpini e le truppe del re.
► Dizionario del teatro, Vedi
⚫ […] importante e in continua espansione era il filone storico-sentimentale di carattere ‘romantico’, aggettivo che nella coscienza comune dello spettatore italiano dell’epoca significava nordico, orrido, gotico, misterioso. L’epoca storica di riferimento era il Medio Evo, sia italiano che, soprattutto, inglese. I titoli sono numerosissimi ma […] l’opera che in Italia impose il genere fu La donna del lago di Rossini, su libretto di Tottola (da The lady of the lake di Walter Scott) […].
► Storia e Mito nei libretti italiani d'opera seria tra il 1825 e il 1850, Paola Ciarlantini. Da: Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia, XL - XLI 2007 - 2008, Edizioni università di Macerata, 2011
[È Romani] a esprimerci la sua condanna verso il disinvolto operato dei riduttori teatrali italiani nell’articolo Del trarre libretti dai poemi inglesi, scritto in occasione dell’allestimento della citata Donna del lago di Rossini (1819) al Teatro Carignano di Torino, nella tarda primavera 1837. Gli strali della sua polemica sono principalmente indirizzati, pur senza nominarlo, verso Tottola, in effetti poeta mediocre, che a suoi occhi sembra incarnare il prototipo del librettista mestierante. I passi riportati sono molto significativi e costituiscono un bell’esempio di prosa satirica ottocentesca: “Quale e quanta differenza passi fra un romanzo ed un poema, ci è rivelato da Walter Scott, tanto sublime nel suo romanzo dell’Iwanhoe, tanto mediocre nel suo poema della Donna del Lago. Lord Byron non ebbe che a mostrarsi per offuscare ad un tratto la fama poetica di Walter Scott, e l’affettuosa Elena fu subito dimenticata per la fantastica Gulnara. – La Pirateria Melodrammatica, che di tutte è la più sfrontata, fece man bassa su Walter Scott e su Lord Byron. Vedemmo straziate sul palco scenico Parisina e Francesca Donato: non havvi dunque a maravigliare, se vediamo condannati a egual supplizio i Puritani e la Donna del Lago. Peggior destino toccò tuttavia a quest’ultima, nella quale s’incastrarono tre o quattro scene rubate al solito in tre o quattro opere diverse. Se volessi dirvi come e dove sia seguita l’incastratura, forse nol potrei perché, assurdità più, assurdità meno, un libretto è sempre un libretto, e se voi provaste ad infilzare un atto del Saulle, uno della Didone, ed un altro del Burbero Benefico, riuscireste senza avvedervene a fare un dramma giocoso o una tragedia lirica del merito di tante altre e specialmente di questa Donna del Lago… ah! Non lago, ma pantano, non chiare e fresche acque, ma fetide e limacciose, non molli zeffiri, che accarezzano le ninfe, ma rospi che parlan d’amore alle ranocchie. – Se tale è la poesia, tale non è la musica […].”
► Storia e Mito nei libretti italiani d'opera seria tra il 1825 e il 1850, Paola Ciarlantini. Da: Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia, XL - XLI 2007 - 2008, Edizioni università di Macerata, 2011
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