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Citazioni riguardanti l'opera

Il crociato in Egitto

Suona funerea

Melo-dramma eroico.
Libretto di Gaetano ROSSI.
Musica di Giacomo MEYERBEER.
Prima esecuzione: 7 marzo 1824, Venezia.




Fitto scambio

Il crociato in Egitto è l’ultimo di una serie di melodrammi che Meyerbeer scrisse per i teatri italiani, ed è quello che gli assicurò il successo maggiore. […] L’ideazione dell’ossatura e la stesura del libretto occuparono un tempo molto lungo, maggiore di quello impiegato di norma in Italia; il compositore partecipò attivamente a tutte le fasi del lavoro: la collaborazione col librettista è ben documentata da un fitto scambio epistolare.

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Rielaborazioni

Il crociato fu rappresentato in altre città italiane: solo nel corso del primo anno a Firenze, Trieste, Padova e Parma; per alcune di queste rappresentazioni Meyerbeer compose pezzi nuovi, mentre per altre sezioni dell’opera procedette a sostituzioni, rielaborazioni e spostamenti. Il 25 settembre 1825, dopo essere stato rappresentato a Londra, Il crociato approdò alle scene del Théâtre Italien di Parigi, dove Meyerbeer era stato invitato da Rossini che ne era direttore artistico. La parte di Armando fu affidata a Giuditta Pasta, per la quale il compositore scrisse una nuova aria d’esordio (“Ah, come rapida fuggì la speme”); il successo dell’opera nella capitale francese aprì a Meyerbeer le porte dell’Opéra.

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Effetti orchestrali

⚫ Per molti aspetti Il crociato guarda alle scene teatrali francesi e anticipa i caratteri che saranno, pochi anni più tardi, del grand-opéra: così l’ampio tableau dell’introduzione, arricchita da una pantomima nella quale la musica descrive l’azione dei gruppi e delle singole persone; la scena della congiura; gli effetti orchestrali; l’impiego di gruppi corali contrapposti.

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Anticipo sui tempi

⚫ In anticipo sui tempi è la proiezione dei conflitti privati su uno sfondo storico: il contrasto tra crociati ed egiziani, ad esempio, è vissuto come il confronto fra due culture e due religioni, ed è realizzato anche musicalmente con mezzi diversi (nel primo finale si fronteggiano, sul palcoscenico, due bande che impiegano strumenti e idiomi differenti, con un effetto oltremodo spettacolare). L’impianto generale dell’opera, tuttavia, è mediato dal melodramma rossiniano; a esso sono chiaramente riconducibili sia l’articolazione in ‘numeri’ chiusi, sia l’uso copioso della coloratura vocale.

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Momenti memorabili

⚫ Numerosi, nel Crociato in Egitto, sono i momenti memorabili: la scena del giuramento degli emiri (“Nel silenzio fra l’orror”) fornì il modello per infinite scene di congiurati romantiche; altrettanto efficaci la scena di carcere di Adriano (“Suona funerea l’ora di morte”) nel secondo atto e il terzetto “Giovinetto cavalier” nel primo, che risalgono entrambi a idee dello stesso Meyerbeer. Il terzetto, intonato da tre voci femminili che cantano una suggestiva melodia di barcarola, è strutturato in modo strofico. Felicia rimpiange i tempi felici in cui Armando, che crede morto, le cantava la canzone del cavaliere infedele (prima strofa); Palmide che l’ascolta intona la canzone a sua volta (seconda strofa): anche lei ha amato un cavaliere che le ha insegnato quella stessa canzone; alle loro voci si unisce quella dello stesso Armando (terza strofa), che raggiunge inaspettato le due donne. Una soluzione drammaturgica originale ed efficace, che contribuì alla popolarità immediata della pagina.

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