Citazioni riguardanti l'opera
Dramma giocoso in due atti.
Libretto di Giuseppe PETROSELLINI.
Musica di Giovanni PAISIELLO.
Prima esecuzione: 15 settembre 1782, San Pietroburgo.
⚫ Scritta durante il lungo soggiorno alla corte di Caterina II, l’opera riscosse un successo straordinario, testimoniato dalla fama che la circondava ancora intatta alla morte del compositore (l’anno del Barbiere rossiniano, fortemente avversato proprio da chi lo considerava un attentato ‘sacrilego’ alla memoria di Paisiello).
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⚫ La riduttiva trasposizione librettistica […] della commedia di Beaumarchais, rappresentata con successo a Pietroburgo pochi anni prima, determinò il successo internazionale del soggetto […]. Interpretata alla ‘prima’ da un cast di tutto rispetto (per la parte di Almaviva era stato chiamato direttamente da Esterháza Guglielmo Jermolli), rappresentata in tutta Europa, in scena a Vienna in due lingue e in cinque teatri diversi, parodiata e tradotta, ridotta in tre atti da Giambattista Lorenzi per Napoli nel 1787 (con nuovi pezzi scritti da Paisiello), l’opera portò alle stelle la già consistente popolarità del compositore.
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⚫ La partitura contiene una serie di brani di grande bellezza: tra le molte arie spiccano quelle di Rosina, al cui carattere sentimentale di fanciulla nobile e infelice fa eco costantemente il timbro caldo dei fiati, sia nella sua cavatina di presentazione (“Lode al ciel”), in cui il flauto risponde al composto lamento nei toni dell’elegia, sia nella grandiosa “Già riede primavera”, quando clarinetto e fagotto sono chiamati a esprimere ora l’idillio, ora l’afflizione.
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⚫ Caratteristiche sono […] le arie degli altri protagonisti, come la serenata con mandolino del conte (“Saper bramate”), l’aria di Bartolo, con i suoi incisi melodico-ritmici buffi, o quella della calunnia, dall’efficace concitazione orchestrale che già prefigura Rossini. Notevoli anche i brani d’insieme, tra cui il frenetico duetto Bartolo-Rosina, che si snoda inaspettato dalla cavatina della ragazza, il quintetto “Don Basilio!”, in cui la grandiosità della forma non ha nulla da invidiare a Mozart, e il terzetto “Ma dov’eri tu, stordito”, che integra lo sbadiglio e lo starnuto nel tessuto musicale con effetti comici dirompenti, tanto che neppure Rossini tenterà di rivaleggiare con questo celebre pezzo.
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